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Autore: Yuphie_96    12/12/2016    1 recensioni
Mana, Neah ed Allen Walker.
Tre uomini che, per colpa del destino, non hanno mai potuto essere una famiglia felice.
In questa fiction invece si può scoprire come sarebbero potuti essere, secondo me, le loro vicende se fossero stati uniti, senza misteri e senza guerre ad intromettersi tra di loro, vivendo come una famiglia normale...o quasi.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Altro personaggio, Mana Walker, Neah/Quattordicesimo
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino della Robh: eccomi di ritorno nel fandom, dolci fanciulle! Stavolta con una storia tutta incentrata sulla famiglia Walker, come avevo accennato nella mia scorsa fict.
Prima di lasciarvi alla lettura però prima è meglio che vi spiego un paio di cose; io ho letto solamente il manga italiano, purtroppo il 25 l'ho letto solo dopo che avevo concluso la storia, quindi se vedete delle forti incongruenze con le scan giapponesi è perchè semplicemente ho stravolto un paio di cose, alcune abbastanza importanti.Mana e Neah sono umani, Neah è diventato un Noah e insieme al fratello ha iniziato a fuggire dal Conte, ma non muore nello scontro con lui. Mana non impazzisce e, soprattutto, Allen non fa e non farà parte dell'Ordine Oscuro siccome non ha mai incontrato Cross.
Non odiatemi per non aver messo Tim, è stato difficile anche per me ç.ç.
La storia non avrà proprio un ordine, ci saranno vari salti temporali segnati nei capitoli in modo che si capisca; alcuni saranno corti ed altri lunghi, spero che li possiate apprezzare in egual modo.
Comunque questo è tutto, spero che la storia vi piaccia, nel caso fatemelo sapere con qualche recensione, sia positiva che negativa ;).
Buona lettura e alla prossima settimana!

 

Le piccole gocce di pioggia continuavano a picchiettare contro la finestra della stanza che avevano affittato per qualche giorno, finalmente di nuovo in Inghilterra.
Ma sia Mana che Neah sapevano che presto si sarebbero dovuti spostare di nuovo, non per volontà loro, ovvio che no, ma perché il Conte presto li avrebbe trovati nuovamente e tutto sarebbe ricominciato da capo.
Almeno questo pensava il maggiore dei due fratelli, seduto sul suo letto, perso nei suoi pensieri mentre osservava la pioggia cadere.
“Mana, è ora della cena”
Lo richiamò il fratello.
Ma Mana non sembrava averlo sentito, i suoi occhi erano ancora tutti per le gocce che colpivano la finestra. Neah allora si avvicinò, gli toccò una spalla e Mana trasalì e fu lì che i suoi occhi incontrarono quelli del fratello minore.
“Scusa, hai detto qualcosa?”
Chiese Mana.
“è ora della cena, dobbiamo scendere”
“Uhm…non ho molta fame, vai pure senza di me”
Neah si sedette accanto al più grande con uno sbuffo stizzito.
“Devi mangiare, fratello degenerato, altrimenti ti ammalerai di nuovo”
Mana rise leggermente.
“Sto bene tranquillo, per quando partiremo sarò in formai proprio come adesso”
“Approposito…”
Ora il più piccolo dei due aveva la più completa attenzione del maggiore.
“Domani voglio andargli incontro”
“Incontro a chi?”
Domandò Mana, anche se sapeva perfettamente la risposta.
“Al Conte, mi batterò con lui per lasciarci in pace”
“Non lo farai!”
Neah si girò verso l’altro, con gli occhi pieni di furia mista a disperazione.
“Lo farò, invece! È me che vuole Mana, se non lo faccio questa fuga non finirà mai!”
“Ti ucciderà”
“Non sottovalutarmi fratello”
Mana lasciò andare un sospiro sospirato e, con un gesto della mano, attirò a sé il fratello per stringerlo contro il proprio petto, poggiando il mento tra i suoi capelli.
“Non ti sottovaluto, solo non voglio perderti Neah…molte volte siamo stati sul punto di essere separati, senza di te, onestamente non so cosa farei”
“Continuerai a camminare, ad andare avanti anche senza di me…ed alla fine mi dimenticherai”
“Questo non succederà mai Neah, mai”
Il minore si concesse un sorriso.
Dopo alcuni minuti passati a respirare i loro profumi mescolati da quell’abbraccio, i due si decisero a staccarci e a scendere per la cena; dopo di questa ritornarono in camera ed ognuno si coricò nel proprio letto.
Se avrebbero dormito, nessuno dei due lo sapeva.

Era a malapena l’alba quando Neah si alzò dal suo letto.
Cercò di vestirsi con il più assoluto dei silenzi ed una volta fatto, uscì dalla stanza e dopo alcuni istanti abbandonò anche la pensione, immergendosi nella prima nebbia del mattino.
Mana, rimasto in camera, si girò a guardare la porta della stanza.
“Rimani vivo Neah…non riesco ancora a camminare senza di te”

Il ragazzo aveva percorso pochi metri in maniera tranquilla, ancora nessuno girava per le strade a quell’ora.
Nessuno tranne lui e l’uomo grasso che si ritrovò davanti all’improvviso.
Cappotto lungo, ghigno cattivo perennemente sul volto, occhiali, capello con strani ornamenti e l’immancabile Lero, il suo fidato ombrello. Impossibile non ricordarci chi fosse, era passato ancora troppo poco tempo dall’ultima volta che si erano visti.
“Conte del Millennio”
Salutò, facendo un leggero ghigno.
“Neah”
Rispose allo stesso modo Adam.
“Finalmente hai deciso di ricongiungerti con la tua famiglia, Quattordicesimo?”
Continuò il Conte, poggiando Lero a terra.
“è mio fratello la mia famiglia, credevo di avertelo già detto”
Gli rispose Neah.
Il ragazzo sostenne lo sguardo, ora furioso, di quello che, secondo la sua memory, era suo fratello.
Ma lui non era Mana.
Comunque decise di riprendere la parola prima che il Conte desse inizio alla battaglia.
“Ho un patto da proporti però”
“Un…patto?”
Chiese curioso l’uomo, inclinando di poco la testa.
“Non voglio combattere, non sono qui per questo…piuttosto verrò con te alla villa dei Noah”
Gli occhi del Conte s’illuminarono ma Neah non aveva ancora finito.
“A patto che…tu lascerai vivere Mana in maniera tranquilla, ed io possa fargli visita qualche volta così come lui possa far visita a me alla villa”
Le lunghe orecchie del Conte ascoltarono per bene quelle parole, le soppesò, pensò ai lati positivi così come a quelli negativi, ma era inutile. Quelli positivi erano indubbiamente di più, primo tra i quali il fatto di avere finalmente Neah dalla sua parte senza perdere altre memory nel frattempo; dividerlo con Mana Walker qualche volta era una richiesta che poteva facilmente accettare, se riusciva a sopprimere la gelosia.
E così fece.

“E così mi lasci solo per davvero…”
Mormorò Mana, osservando il fratello finire la sua valigia.
Neah si fermò un attimo per ricambiare lo sguardo triste del fratello.
“Era l’unico modo per metterti in salvo e per poter rimanere in contatto, non ti lascerò del tutto”
“Ma dovrò continuare il mio cammino da solo”
Protestò il più grande.
“Non lo sarai per sempre”
“Non sarai tu”
“Io ci sarò sempre!”
Il minore appoggiò la fronte contro quella del fratello, chiudendo gli occhi per non vedere quelli di Mana pieni di lacrime.
“Sei tu la mia famiglia Mana, non dimenticarlo mai”
Se ne andò con quella frase.


Un paio di giorni dopo Mana trovò un cagnolino in un vicolo vicino alla pensione, decise di chiamarlo Allen.

Alcune stagioni dopo, nel circo dov’era appena arrivato con il suo lavoro di pierrot girovago, incontrò un bambino con uno strano braccio rosso, proprio quando stava seppellendo il suo amico di tante avventure.
Lo prese con sé la sera di Natale e lo chiamò Allen, gli diede anche il suo cognome.
Allen Walker.

Alla fine Mana aveva continuato a camminare, proprio come gli aveva detto Neah, e non è più stato solo, proprio come gli aveva promesso il fratello.
 

   
 
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