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Autore: Matih Bobek    13/12/2016    1 recensioni
Mi ricordo che le notti
a Pechino mi cullavo
nelle preghiere:
Supino sul letto,
come a pescar stelle,
con gli occhi affissi
al soffitto,
avviluppato nell'illusione
che il meno peggio
fosse il meglio.
Setacciavo i perché,
in rassegna come pagine
In un archivio di polvere,
cercando le ragioni
del rumoroso silenzio
appena fuori
dalla mia porta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incompiuta
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Mi ricordo che le notti
a Pechino mi cullavo
nelle preghiere:
Supino sul letto,
come a pescar stelle,
con gli occhi affissi
al soffitto,
avviluppato nell'illusione
che il meno peggio
fosse il meglio.
Setacciavo i perché,
in rassegna come pagine
In un archivio di polvere,
cercando le ragioni
del rumoroso silenzio 
appena fuori
dalla mia porta.
Avrebbero potuto
bussare in quell'istante
e non avrei sentito
un suono solo,
se non quello che
fa il tuo respiro,
se fossi stata tu.
E l'avrei riconosciuto,
ti avrei riconosciuto
perchè ti sento,
ti ho sempre sentito.
Percepivo lo sciabordare
dell'acqua nel bagno
attiguo alla mia stanza
sopra le tue mani,
e immaginavo che le risa
nella stanza di fronte
appartenessero tutte a te.
Nelle ore più buie,
eri accanto a me,
su una sedia di verità
nude, dure, crude.
Durante le lezioni,
tracciavi segni di penna
su fogli di carta,
giusto accanto.
Eri nelle eco del sabato sera,
i bambini per strada
parlavano la tua lingua,
ti rivedevo nello 
specchio del Beihai,
ricomponevo i nostri
giorni nel verde
dei prati a Pechino,
alle mura dei templi
affidavo le parole
che pronunciavo
da piccolo e a cui non credevo.
E quei dieci passi li avrei percorsi,
le nostre diecimila incomprensioni
le avrei affrontate con le urla,
a tutte le ore del giorno
in ogni momento della notte,
avrei scavalcato tutti silenzi,
ci avrei marciato in ginocchio
su un materasso di preghiere
e avrei bussato alla tua porta
ridendo e piangendo.
Ma eri ovunque e da nessuna parte,
ovunque intorno al mio letto
ma come ricordo di lama,
e sanguinavo già troppo.

 

 


Le notti a Pechino
dormivo soltanto,
prono sul letto,
e di tanto in tanto
sognavo di parlarti,
sognavo te.

   
 
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