please, don't disappear

Lo ricordo ancora, la sua pelle aveva un così buon profumo. Sconosciuto, misterioso, nuovo e criptico, come chi sa usare mille maschere. Era questa la prima impressione che mi aveva dato.
La sua pelle era anche buona. E mi sorpresi della sua premura nello stringermi fra le braccia. Perché svuotati dei propri piaceri occasionali di solito si finiva con l'assopirsi uno a fianco dell'altro, ma di spalle.
Era riuscito a farmi sentire amato, per un attimo.
Perché aveva riservato tanta cura, attenzione e tatto a me, uno sconosciuto, lui che con la sua sola presenza sembrava poter scatenare una tempesta.
Lo conobbi nel bar qua sotto, e per quanto fossimo diversi sin da subito mi accorsi dei suoi occhi su di me. Lui sin da subito si era dimostrato turbolento e invadente, non badando alla mia precoce stizza nel sentire il suo braccio intorno alle mie spalle.
Mi guardava e sotto quell'aria da fesso era chiaro che ci fosse qualcosa di più, qualcosa che riuscisse a leggermi dentro.

-Sei bello-
Me lo disse tra le lenzuola, con una tale dolcezza mentre baciava il palmo della mia mano. La stringeva a sé con gelosia mentre mi sovrastava con la sua prominente stazza sul mio letto, il letto di uno sconosciuto.
Me lo disse rincuorandomi, tanto che i miei occhi iniziarono a luccicare, non riuscendo a evitare di chiedermi se me lo meritassi.
-Cosa c'é che non va?-
-Nulla-
Non insistette e le sue labbra iniziarono a scendere lentamente lungo il mio braccio fin dove poteva continuare senza che mi strattonasse. Poi finalmente si piegò su di me e fu allora che mi sentì inondare da tutto il calore che potesse offrirmi. Le sue labbra vagarono sul mio petto magro e nudo lasciando una scia di baci fino al basso ventre.
Stringeva le mie mani, intrecciandole alle sue, impedendomi di toccarlo, ma quella chioma ribelle che luccicava anche nel buio della stanza erano un richiamo selvaggio.
Arrivato al mio ventre mi guardò ancora una volta, liberando le mie mani che poterono finalmente incorniciare il suo viso. Lui chiuse gli occhi come se si stesse concentrando sul tenue calore che potevo trasmettergli.
Baciò la mia mano e la strinse ancora. Da quel momento in poi non lasciò più.
Quella premura si rivelò una delle cose più preziose che potessi avere. Per un attimo, desiderai che durasse per sempre. 

Era così che cercavo di lasciarmi andare alle braccia di uno sconosciuto. La mia vita non mi piaceva, ma non volevo che finisse, ma non avevo neppure la voglia ci cambiarla. Ero ad un punto di stallo, dove vuoi solo prendere e prendere ció che la vita ti porta.
Era così che con il mio silenzio lo accolsi a braccia aperte nel mio letto.
I ricordi annebbiati dall'alcool furono una triste cornice della sua immagine assente nel mio letto. Ti avevo dato un luogo per la notte in cambio di un di un po' d'amore. Non ne ricordo il nome.




Dove la Figlia del Rosso riposa;
Eccomi tornata con la mi amata OTP. Che dire, il tutto potrà sembrare non avere senso, il che è giusto, ma è tutto ricollegato ad un mio viaggio mentale riguardo questa coppia. L'isonnia è una brutta bestia, per cui per cercare di dormire mi invento storie a Random e da una di queste è saltato fuori questo. Che macello. Non mi dilungo di più. Grazie a chiunque legga e recensisca si, io ci spero lo stesso. 
Un abbraccio, Girei <3