Amo
la tua voce
L’acqua scorre dal
rubinetto aperto. Scivola, sprecata, mentre io mi fisso nello specchio. Sono io?
Si lo sono eppure mi sembro diversa. La mia attenzione sui due forellini rossi
alla base del collo. Come fare a farli passare inosservati? Ah fosse inverno! Almeno
potrei mettermi una maglia a collo alto,
ma in piena estate non so che fare. Alzo la mano destra e vado a sfiorare la
pelle, non mi fa male, solo un leggero fastidio. Come quando una zanzara viene
a pizzicarti la pelle per succhiare un poco del tuo sangue. Effettivamente è la
stessa cosa che ha fatto lui.
Chiudo l’acqua con un
gesto brusco della mano, recupero i vestiti e vado in camera mia cercando di
fare il minor rumore possibile. Sono così stanca, ho voglia solo di dormire,
solo di riposare. Mi sembra che le mie braccia siano pesantissime, fatico a
muovere le gambe. Sarà l’effetto di ciò che ha fatto? Non ne ho la più pallida
idea. Sinceramente e la prima volta che un vampiro mi morde.
Non sono spaventata. Forse
solo un pochino. A dire la verità mi sento vuota, come se con la perdita del
sangue avessi perso parte dei miei sentimenti. Forse quando si sarà riformato
anche i sentimenti ritorneranno e avrò il tempo di assimilare la paura. Forse come
ha detto Lui, io ho una buona intelligenza, o forse al contrario sono proprio
stupida, ma quanto mi è accaduto non mi ha shoccato come avrebbe dovuto.
Mi infilo nel letto, è
piacevole il contatto del fresco lenzuolo di cotone contro la pelle calda delle
gambe. Chiudo gli occhi, sfinita. Eppure non riesco ad addormentarmi. Ho il suo
viso stampato nella mente, il ricordo dei suoi baci mi fa sorridere
compiaciuta. È un vampiro! Me lo urlo nella testa, ma diamine non me ne frega
proprio nulla.
Da quant’è che il
vampirismo è legalizzato? Una decina d’anni? Si direi più o meno che il tempo è
quello. Eppure non ho mai frequentato un vampiro, non dico come legame sentimentale,
ma nemmeno a scuola o per lavoro. È anche vero che lavorando come segretaria
faccio orari diurni, mentre loro lavorano e soprattutto vivono di notte, eppure
avrei potuto avere l’occasione. E invece nulla.
E poi sbuca lui. Come ho
fatto a non accorgermene? Ora che ci ripenso gli indizi c’erano tutti. In primo
luogo è freddo. Non è che abbia avuto molte occasioni di toccarlo prima di
stasera, ma è freddo. Poi è pallido, ma quello lo sono anche io e il sangue mi
scorre nelle vene. Tutte le volte che l’ho visto è stato di sera, o di notte. Ma
anche qui ci poteva essere una giustificazione valida, visto che io lavoro
tutto il giorno e poteva fare anche lui lo stesso. Per ultimo non mangia, o
almeno non ricordo di averlo mai visto mangiare. Quando usciamo insieme con gli
altri amici ordina sempre un cocktail particolare, non sarà sangue vero? Dovrò
indagare.
Sto facendo questo malsano
elenco quando sento il telefono suonare. Lo infilo sotto il cuscino per
attutire il suono e non svegliare i miei genitori. Vediamo. È lui. E il cuore
perde un battito.
“pronto?”
Domando con voce
titubante.
“Ehy
su sento la tua voce tremare, ma non devi avere paura, davvero”
Oh che voce! Bassa,
limpida, calda. Io rispondo sussurrando, nella speranza che lui riesca comunque
a sentirmi.
“La fai facile tu. Sono io
quella che ha scoperto un grande segreto anche se…”
Lascio la frase in
sospeso, volutamente in sospeso. Sistemo il cuscino e mi siedo nel letto,
premendo il telefono all’orecchio.
“Mh
anche se cosa?”
Borbotta lui, sento
diffidenza nella voce.
“Anche se non mi sento
particolarmente impaurita. Credo che avrei dovuto urlare quando mi hai morsa. Tu
che ne pensi?”
Ironia, non so come ma la
mia voce ha una nota ironica. E la sua risata si alza, lo sento benissimo.
“Oh sei proprio fuori. Non
ti so dire a che categoria appartieni, ma ci sono persone che urlano come pazze
quando capiscono che hanno davanti un vampiro, altre invece ne sono così
affascinate che diventano ossessive, infine vi sono quelle a cui non importa
proprio nulla. Non dirmi che sei una di queste ultime?”
Anche nella sua voce c’è
del divertimento, riesco a percepirlo benissimo. Mi mordicchio il labbro
inferiore mentre ascolto le sue parole. Mi piace la sua voce. Forse l’ho già
detto. Adoro la sua voce.
“Ehy
ci sei?”
Non ricevendo risposta mi
richiama all’attenzione.
“Si si ci sono, stavo solo
pensando…”
E di nuovo rimango vaga. La
mano destra regge il telefono, la sinistra invece sollevo e va a giocare con alcune ciocche dei miei capelli
lunghi.
“Tu pensi troppo. Te lo
dico sempre. Dovresti lasciarti andare un po’, segui l’istinto. Cosa ti dice?”
L’ilarità scompare
lasciando spazio alla serietà. Secondo me questa domanda gli importa davvero. Fantastico
su dove sia. Sarà a casa sua, o per strada in macchina? Magari è parcheggiato
sotto casa mia. Non ricordo di aver sentito la sua macchina allontanarsi, ma
ero così confusa che potrebbe anche averlo fatto.
“Il mio istinto mi dice
che non devo avere paura di te, anche perché se volevi farmi del male ne
avresti già avuto l’occasione. Certo sono impreparata a frequentare un eterno. Cioè,
è come uscire con un ragazzo… umano?”
Aggiungo alla fine quell’aggettivo,
non so bene come definire le due cose. Vivo e morto? Umano e eterno? Boh.
“Si è più o meno la stessa
cosa. Bene, sono le tre, direi che dovresti dormire un poco, quindi buonanotte…”
Mi risponde lui,
congedandosi poi.
“No dai aspetta, ho voglia
di parlare con te!”
Cerco di fermarlo io. Ma non
ci riesco. Sento la sua risata e ma poi mi dice.
“Abbiamo tutto il tempo
per parlarci, ma tu devi riposarti. Quindi salutami e buonanotte.”
Brontolo un poco, per poi
dire.
“Va bene, anche se non mi
va. Buonanotte a te. Anche se non so se andrai a dormire. A domani.”
Ecco cado in un cattivo
umore. Mentre lo sento ridere ancora e rispondermi.
“Prima o poi te lo dirò. Ad
ogni modo grazie della buonanotte. A domani piccola.”
E sento il clic della
conversazione conclusa. Non mi va di dormire ora, parlare con lui ha
risvegliato i miei sensi intorpiditi dal sonno. Prendo quindi il libro che ho
sul comodino e incomincio a leggerlo. Ma dopo poche frasi devo chiuderlo, non
ha senso cercare di concentrarmi su di esso, tanto ho la testa altrove. Sbuffo quindi
andando a appoggiarlo nuovamente sul comodino, lo sguardo mi cade sul cellulare
acceso e in quel momento lampeggia la casellina dei messaggi.
Mi tremano un poco le mani
mentre lo afferro, il messaggio è suo, vediamo che dice.
“Vedi
come sei fatta? Invece di non volermi più vedere, tu sei curiosa di sapere. Ciò
mi piace immensamente. Buonanotte regina dei curiosi.”
Mi viene da ridere ma mi
trattengo, ridacchio quindi a bassa voce mentre scrivo la risposta e poi gliela
invio.
“Eccome
se so come sono fatta, mi piace sapere, mi piace conoscere. E tu mi piaci
ancora di più, re dei misteri”.
Non attendo risposta,
spengo il telefono e mi accoccolo meglio tra le coperte. Vediamo di dormire.
Eccomi di nuovo, nessun commento per ora sigh sigh povera me. Vediamo se almeno una persona si muove a compassione.
Ad ogni modo ecco il secondo capitolletto, si saranno molto brevi, e non so nemmeno se ne scriverò altri, vedremo come è la luna.
Buona lettura. Miyan