Anime & Manga > Yuri on Ice
Ricorda la storia  |      
Autore: Arvati77    14/12/2016    2 recensioni
Yuri camminava stringendosi nel cappotto per proteggersi dalla pungente aria invernale, con un berretto di lana in testa e la sciarpa fin sotto agli occhi. Si fermò davanti alla vetrina di un negozio. Un televisore stava trasmettendo il video di una sua vecchia esibizione, risalente al periodo in cui Victor era il suo allenatore...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Frammenti di noi'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Past and present

 

 

 

Yuri camminava stringendosi nel cappotto per proteggersi dalla pungente aria invernale, con un berretto di lana in testa e la sciarpa fin sotto agli occhi. Si fermò davanti alla vetrina di un negozio. Un televisore stava trasmettendo il video di una sua vecchia esibizione, risalente al periodo in cui Victor era il suo allenatore. Sorrise sotto la calda stoffa che gli copriva la bocca. Gli occhiali si appannarono per il calore del suo respiro, e Yuri se li tolse per pulirli. In quel momento, qualcuno lo affiancò. Un bambino, insieme alla sua mamma. Il piccolo, che avrà avuto all'incirca cinque anni, appoggiò le manine sulla vetrina e rimase ad osservare con gli occhioni sgranati le immagini che scorrevano davanti a lui. Entusiasta si voltò poi verso la madre e, indicandole il televisore in esposizione, le chiese con vivo interesse:
"Mamma, chi è quello?".
Lei gli sorrise dolcemente e con voce amorevole gli rispose:
"Quello è Yuri Katsuki. E' stato un grande pattinatore. Forse uno dei più grandi che abbia avuto il Giappone.".
Yuri continuava a guardare davanti a sè. Non l'avevano riconosciuto, così combinato. Si rimise gli occhiali sul naso. La donna e il bambino si allontanarono, e lui si incamminò nella direzione opposta. Erano trascorsi ormai alcuni anni dal suo ritiro, eppure la gente si ricordava ancora con affetto di lui, e ciò gli riempiva in cuore di gioia. Aveva in qualche modo lasciato un segno in tutti coloro che amavano il pattinaggio artistico. Così come ogni singola persona che aveva incontrato lungo il suo percorso, aveva lasciato un segno in lui. I suoi passi lo condussero fino ad un alimentari. Entrò. Comprò quello che gli serviva, e qualcosa in più, dopodichè si mosse verso casa. Casa... la sua casa... Si trovava vicino alla terme di famiglia. Era indubbiamente un bel posto per vivere.
"Tadaima!1" disse, varcando la soglia domestica.
Nessuno gli rispose. Nessuno gli si fece incontro.
"Ah, già..." sospirò, togliendosi cappotto, sciarpa, berretto e scarpe.
Attraversò il corridoio d'ingresso e depose in cucina il sacchetto della spesa. Quindi si spostò in salotto. Un album di foto giaceva sul basso tavolino al centro della stanza. Si sedette e lo sfogliò. In quelle immagini era racchiusa una parte importante della sua vita. Quelle immagini rappresentavano alcune fondamentali scelte che aveva fatto, scelte che, giuste o sbagliate che fossero state, l'avevano condotto esattamente lì, dove si trovava. Non si pentiva di nulla. Non avrebbe cambiato una sola virgola di quello che negli ultimi anni aveva vissuto, nel bene e nel male. Sospirando richiuse l'album, e sottraendosi all'onda malinconica dei ricordi si diresse in bagno. Rimase per un po' in ammollo nell'acqua calda. Ne aveva davvero bisogno. Non sarebbe stato male fare un giro alle terme... Magari, più tardi...
Con un asciugamano legato in vita si incamminò verso la camera da letto, ma sulla soglia della stanza si bloccò, insospettito da dei rumori provenienti dall'ingresso.
"Tadaima!" disse una voce familiare.
Yuri stava per rispondere, quando venne travolto da Makkachin che lo investì facendolo addirittura cadere a terra. Victor avanzò lungo il corridoio, sorridendo divertito nell'osservare la scena.
"Tutto bene dal veterinario?" chiese Yuri, cercando di porre un freno al vivace cagnolone.
"Come vedi è sanissimo!" ammise Victor, porgendo una mano al ragazzo per aiutarlo a rialzarsi, mentre Makkachin si faceva da parte, quasi a voler concedere ai due un momento di intimità.
"Quando sono tornato a casa pensavo di trovarti." spiegò Yuri, sistemandosi l'asciugamano "Poi mi sono ricordato che dovevi portare Makkacchin dal veterinario.".
"Pensavi che me ne fossi andato?" lo provocò l'altro.
"Non sei obbligato a rimanere." gli rispose infastidito Yuri, muovendo un passo per superarlo.
Ma Victor glielo impedì, afferrandolo per un braccio.
"Se avessi voluto andarmene, l'avrei fatto molto tempo fa. Non credi?" lo stuzzicò, guardandolo con la coda dell'occhio.
"A volte mi chiedo se è davvero questo che vuoi." confessò Yuri, voltandosi con tutto il corpo in direzione del suo interlocutore.
Victor lo tirò a sé con forza e lo imprigionò in un appassionato abbraccio.
"Baka2 ..." gli sussurrò in un orecchio, scandendo chiaramente le sillabe.
"Alcune parole giapponesi le ricordi fin troppo bene." borbottò Yuri, imbronciato.
"Ya tebya lyublyu3." gli disse ancora Victor, posando la fronte sulla sua "Ricordi cosa vuol dire?".
Ya tebya lyublyu... Ti amo, in russo. Yuri bene rammentava il significato di quella frase, e nell'udirla si sciolse, mentre le sue guance si tingevano di rosso.
"Allora, te lo ricordi?" insistette Victor, e Yuri annuì con un lieve cenno del capo.
Si guardarono per un lungo momento, ed i loro volti erano talmente vicini che il respiro dell'uno si perdeva in quello dell'altro. Victor spinse Yuri verso la parete alle sue spalle, bloccandolo contro di essa. Si strinse a lui con tutto il corpo. Con un dito seguì il disegno delle sue labbra, per poi baciarle dolcemente. Si scostò da lui e con la mano scese lungo il suo collo. Con tocchi leggeri percorse i suoi pettorali e gli addominali tesi, fermandosi sul bordo dell'asciugamano.
"Yuri," gli bisbigliò avvicinando nuovamente la bocca alla sua "sono nell'unico posto in cui vorrei essere e con la sola persona con cui voglio stare. Non dubitare mai di questo. Mai...".
Yuri posò la fronte sulla spalla del compagno e mortificato si scusò:
"Hai ragione. Mi spiace... non so cosa mi sia preso...".
"Dovrai trovare un modo per farti perdonare." lo stuzzicò Victor.
Yuri sollevò di scatto la testa e lo guardò con aria interrogativa.
"Per esempio," proseguì Victor "potresti cucinarmi qualcosa di buono.".
Yuri sorrise.
"Ci proverò." affermò divertito "Dammi il tempo di mettermi qualcosa addosso..."
"E perché?" lo interruppe l'altro, con fare accattivante, posandogli le mani sui fianchi.
Yuri fece una buffa smorfia ed a Victor sfuggì una risata. Poi di nuovo le loro labbra si incontrarono, in un lungo, intenso bacio, che entrambi assaporarono lentamente, per goderne fino in fondo, quasi a volerlo prolungare all'infinito.
Makkachin intanto comparve in fondo al corridoio e, tenendosi a distanza, rimase in sacrale silenzio ad osservare la scena. Piegò la testa prima da un lato, poi dall'altro. Sospirò, come fanno di solito gli esseri umani. Ed infine, rassegnato, si voltò e tornò verso la cucina, arrendendosi al fatto che avrebbe dovuto aspettare ancora un bel po' prima di poter mettere qualcosa sotto i denti. Tanto ormai ci era abituato!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Mitsurō Kubo, Sayo Yamamoto. Questa storia è stata scritta senza scopo di lucro.

*****

NOTE:
1Tadaima è il tipico saluto che i giapponesi pronunciano quando entrano in casa propria. La risposta che viene data da chi si trova in casa è: Okaerinasai.
2Baka in giapponese significa stupido, idiota, e suona come una vera e propria offesa. Qui tuttavia Victor lo pronuncia in tono scherzoso, per gioco e per provocazione.
3 - Ya tebya lyublyu significa "Io ti amo" in russo.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: Arvati77