Questa storia
si è classificata prima al contest “Flashiamo!
Contest interattivo” di _Freya Crescent_.
Ha inoltre vinto il premio Pathos, il premio Katatonia (miglior angst) e il premio Universal (miglior coppia).
Specchi
Sirius
ha gli occhi del colore dell’argento.
Sirius ha gli occhi vuoti di chi l’amore l’ha visto soltanto nell’ombra
d’un
livido.
Sirius ha gli occhi fatti di specchi – Remus si vede riflesso
in tutto quel
vetro, e lo odia al punto che lo ridurrebbe in frantumi, se solo
potesse.
Remus è un
debole.
Ogni mese, mentre la luna s’arrotonda, perde la testa – ha i
muscoli tesi,
le ossa che fanno male, la fame gli scava solchi nel petto, si guarda
le mani e
le vede sudicie di sangue, grida ma nessuno sta ascoltando.
Remus piange in silenzio, conficcandosi le unghie nella carne fino a
tagliare,
e, ogni volta quando Sirius si avvicina, pensa che lo ucciderà.
Sirius ha il sorriso anestetizzato di chi può fare molto male, ma Remus
affonda
tra le sue braccia senza una parola.
Sirius lo osserva soffrire – una parte di lui vorrebbe
intervenire, salvare
Remus da se stesso, ma l’altra prova un piacere troppo grande nel
guardarlo affogare,
nell’accarezzare le cicatrici sulla sua schiena.
Sirius misura la sua infelicità sulla scala del proprio
desiderio – più
Remus va a fondo, più Sirius freme, più Remus impazzisce, più Sirius sa
che
avrà bisogno di lui.
È un
attimo, Remus quasi non
se ne accorge – è l’ennesimo sguardo d’argento di Sirius, è
lo scherno nel
suo sorriso, è il modo in cui il suo viso sembra dire “sapevo avresti
fallito”.
Remus lo afferra e lo inchioda al muro.
Sotto i raggi delle stelle, gli occhi di Sirius sono più inumani che
mai – e
Remus sa che Sirius gode nel vederlo soffrire, lo sa ma non può
odiarlo, non
davvero, non ancora.
“Non potresti smetterla? Per una volta, una soltanto, non
potresti
lasciarmi in pace?”
Remus ringhia, gli affonda le dita nelle braccia in una morsa crudele –
ma
ancora una volta quegli occhi fatti di specchi gli ricordano che il
mostro è
soltanto lui.
“Smettere di fare cosa?” soffia Sirius, la voce che graffia l’aria ad
un
centimetro dall’espressione disperata di Remus, “Lo sappiamo entrambi
che non
hai il coraggio di fermarmi.”
Remus non potrà mai amare Sirius perché i suoi occhi fatti di specchi
non gli
permettono di mentire nemmeno a se stesso.
Sirius, a
volte, pensa che dovrebbe finirla di fare del male a
Remus.
Sirius, a volte, pensa che non è così scontato chi sia il mostro tra
loro due –
Sirius sa di sbagliare, sa che non dovrebbe, ma, quando vede Remus
annientato
da se stesso, la schiena lucida di sangue e gli occhi pieni di follia,
sa
d’amarlo come non amerà nessun altro al mondo.
Sirius vorrebbe fermarsi, ma Remus ha ancora bisogno di lui.
Remus, a
volte, pensa che Sirius non sappia amare in nessun altro modo se non
così.
Remus, a volte, pensa che dovrebbe fermarlo, impedirgli di ferirlo, di
lasciare
che quei suoi occhi fatti di specchi gli taglino l’anima –
fermare Sirius, e
le sue mani, e i suoi baci, e il suo veleno.
Remus vorrebbe farlo, ma Sirius avrà sempre bisogno di lui.