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Autore: SweetHell    18/12/2016    0 recensioni
Visto che è da un po' che muoio dietro a questa coppia, ho finalmente deciso di pubblicare quello che è rimasto nascosto nel mio computer per ormai quasi un annetto.
Le one-shot, almeno le prime che ho scritto, si alternano tra canon e AU. Spero gradirete le shot perché questi due psicopatici meritano amore nonostante tutto!
1. Ricatti (o Come Invitare Crocodile a Cena)
"Crocodile non perde spesso la calma. Ma quando lo fa, tutti se ne accorgono..."
2. Primo Incontro (o Come Tutto E' Iniziato)
"Il nuovo arrivato si guarda attorno, studiando i presenti con aria di seccata superiorità, la stessa della foto che ricorda del suo manifesto. Sir Crocodile. L'uomo da 81 milioni di berry."
3. Caccia (o Come il Coccodrillo quasi Divorò il Fenicottero)
"Lo sai come cacciano i coccodrilli, Doflamingo?"
4. Giochiamo? (o Come le Cose Iniziano a Degenerare)
Crocodile è costretto a fare tappa a Dressrosa per riparare la sua nave...
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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GIOCHIAMO?


 

Quell’Isola era la cosa più orribile che Crocodile avesse mai visto in vita sua.
Il che la diceva lunga.
Colori vivaci, bambini saltellanti, pupazzi che correvano in giro giocando, donne sorridenti…Sir Crocodile stava per vomitare.
Gli mancava il suo deserto.
Il suo bellissimo, caldo, silenzioso, sabbioso deserto nel bel mezzo del mare.
Purtroppo, per farci ritorno, aveva bisogno di riparare la sua dannata nave e Dressrosa era l’ultima isola che avrebbe incontrato per un bel po’ di leghe. Sfortunatamente era anche la disgustosa casa di quel disgustoso uomo-fenicottero che pareva aver fatto del tormentarlo la sua ragion di vita. Ottimo, semplicemente ottimo. Ci mancava solo quel bastardo piumoso per rendere la sua permanenza su quell’isola ancora più rivoltante.
Fortunatamente ormai era già tutto pronto per la sua conquista di Alabasta, ben presto non avrebbe più avuto bisogno di fare avanti e indietro per la Rotta Maggiore. Sì, questo era un bene. Doveva solo sopportare un altro poco e sarebbe stato libero di tornarsene a farsi i cazzi suoi e a badare ai suoi dannati affari a casa sua.
Con tutto il regno di Alabasta ai suoi piedi.
Tenendo a mente quell’immagine gratificante, Sir Crocodile si fece largo tra la folla felice, dirigendosi verso il grande castello che svettava sopra la città. Era inutile rimandare l’inevitabile…giacchè c’era tanto valeva andare a trovare quello squilibrato e vedere se gli poteva essere di qualche utilità.
Le guardie non cercarono mai di fermarlo e lui continuò a procedere indisturbato fino alla grande Sala del Trono, entrando senza curarsi di bussare, deciso a farla pagare con la stessa moneta all’uccellaccio per tutte le visitine a sorpresa che aveva dovuto sopportare durante l’ultimo anno. Visitine di cui, oltretutto, Sir Crocodile non aveva ancora ben compreso l’utilità. Voleva controllarlo? Spiarlo? Prendersi Alabasta? Santo cielo, si erano quasi uccisi a vicenda la prima volta che si erano incrociati, perché diavolo ora quello psicotico veniva a trovarlo a casa?
Suddetto bastardo, comunque, se ne stava al momento comodamente seduto a gambe aperte su un divano rosa dall’aspetto soffice, mentre se la ghignava come un bambino a Natale.
Disgustoso.
Cosa aveva tanto da sorridere sempre?
“Croco-chan!”, esclamò l’altro, senza muoversi dalla sua posizione. “Qual buon vento?”
“Tsk.”, sbuffò Crocodile, che stava già per perdere la pazienza senza che la conversazione fosse neanche iniziata sul serio. “Nessun buon vento potrebbe mai portarmi da te.”
“Fufufu, sempre così freddo, Croc.”, sghignazzò Doflamingo, col suo sorriso da pazzo. “Non ti sono mancato neanche un po’?”
“Sono stati i tre mesi più rilassanti della mia vita, a dir la verità.”, replicò Crocodile, espirando un grossa boccata dal suo sigaro onnipresente. Visto che l’uccellaccio non faceva commenti, il moro decise di fare come fosse a casa sua e si sedette elegantemente su una poltrona davanti al proprietario dell’isola di Dressrosa. “Avrei preferito diventassero sei, ma purtroppo sono incappato in una tempesta.”
“Un segno del destino.”, cantilenò Doflamingo, sporgendosi in avanti dal suo divano, fermandosi solo a una decina di centimetri dalla sua faccia. Crocodile per poco non cedette alla tentazione di cavargli un occhio con l’uncino. Lui e quel bastardo avevano sempre avuto due concetti di ‘spazio personale’ parecchio differenti. “Non credi?”
“No.”, fu la risposta secca del più vecchio, che non mosse un muscolo, continuando semplicemente a fumargli in faccia, sperando almeno di riuscire a mandargli a fuoco i capelli.
“Sei davvero un animale dal sangue freddo, mh? Fufufu, Croco-chan non fare così.”, sogghignò il biondo. Sembrava sospettosamente contento della faccenda. Se il moro non fosse stata presente durante la tempesta avrebbe potuto persino ipotizzare che fosse una delle trame di Doflamingo, danneggiargli la nave per costringerlo a fare tappa a Dressrosa. Però non erano state avvistate navi né fenicotteri volanti. Quindi magari era stato davvero un caso…bah. Dall’altro non sapeva mai cosa aspettarsi.
Crocodile decise di lasciar perdere e di andare dritto al punto, a pensarci troppo avrebbe guadagnato solo altre domande, nessuna risposta e una tremenda emicrania.
“Ho bisogno che la nave venga riparata.”, disse, dopo qualche minuto in cui non fecero altro che guardarsi negli occhi. Beh, più che guardarsi negli occhi, fu più Crocodile a specchiarsi in quegli imbarazzanti occhiali da sole.
Un giorno o l’altro sarebbe riuscito a trovare l’occasione di toglierglieli e frantumarli sotto il tacco delle scarpe.
“Ma certo.”, ghignò il biondo. Era tanto vicino che poteva sentire il suo alito sulla guancia, ma il moro non si mosse, deciso a non mostrarsi debole di fronte all’altro pirata. “E nel frattempo sarei ovviamente lieto di ospitarti.”
“Prenderò un ostello.”, replicò a denti stretti il più vecchio. Come diavolo avrebbe mai potuto dormire sotto lo stesso tetto di quello psicopatico?
“Non credo proprio.”, sospirò Doflamingo. Il sorriso era ancora al suo posto, ma il suo tono di voce era cambiato, assumendo una nota d’acciaio che prima non c’era. Crocodile imprecò mentalmente. “Insisto.”
Ah, dannazione, conosceva quel tono. Il biondo non lo avrebbe lasciato andare facilmente. Però neanche lo avrebbe ucciso mentre dormiva…forse.
Si fece mentalmente due calcoli. Voleva davvero tornare in quella disgustosa città a cercare un disgustoso ostello da condividere con altre disgustose persone? Non che effettivamente il moro avesse intenzione di dormire granchè, non nella città di Doflamingo. Quindi magari poteva provare a restare e andarsene in fretta.
“Solo stanotte.”, accettò infine, resistendo alla tentazione di spegnere il sigaro sulla faccia ghignante dell’altro. Preferiva avere sempre sott’occhio il biondo piuttosto che andarsene e non sapere se l’altro stava tramando qualcosa. “Domani salpo, nave riparata o no.”
“Fufufufu tranquillo, Croco.”, cantilenò il biondo, “Farò avvertire personalmente i carpentieri.”
Crocodile si tolse il sigaro di bocca, spegnendolo sulla sedie imbottita su cui si era accomodato.
“Sarà meglio.”, sbuffò, secco. Stava per aggiungere altro, ma Doflamingo si sporse e annullò la distanza che c’era fra loro, mordendogli un labbro, forte. Il moro all’inizio si irrigidì, per la sorpresa e il dolore improvviso, poi reagì d’istinto, spingendo il biondo a terra e facendolo cadere sulla schiena. Lo prese per la sua orribile camicia con la mano buona, avvicinandoselo, mentre gli puntava l’uncino alla gola, schiumante di rabbia ma ancora capace di controllarsi. Diavolo, ci voleva ben più di così per fargli perdere la calma.
“Cosa diavolo pensi di fare?”, sussurrò, in tono basso e minaccioso. Non lo avrebbe ucciso, non per una cosa del genere. Ma aveva tutto le intenzioni di dimostrare all’altro quanto sarebbe stato facile farlo, se avesse voluto. Giusto per ricordargli cvhi aveva davanti. Non gli era mai piaciuto agire d’impulso e nonostante un primo scatto di irritazione per essersi fatto cogliere di sorpresa, voleva capire cosa aveva spinto il biondo a farlo. Poteva sembrare un idiota e un pazzo, ma Crocodile ne sapeva abbastanza da conoscere le tendenze manipolatrici dell’altro, abbastanza da tenerle in dovuta considerazione.
Doflamingo continuò a ghignare come se non fosse successo niente.
Per un attimo il moro quasi si rimangiò le sue considerazioni sull’intelligenza del pennuto.
“Quello che ho voglia di fare.”, sogghignò il moro, sardonico.
“E avevi voglia di mordermi?”, sbuffò Crocodile, tenendo a stento a bada l’irritazione. Cazzo, quel tipo gli faceva girare le scatole come nessuno mai. Si passò la lingua sul labbro dolorante, senza farsi sfuggire l’aria interessata con cui Doflamingo sembrava osservare il suo gesto. Anche se in effetti era piuttosto difficile da dire, con quegli occhiali ingombranti.
“Avresti preferito un bacino dolce, Croco-chan?”, rispose Doflamingo, un po’ troppo di buon umore per essere un uomo bloccato a terra con un uncino puntato al collo.
Il moro gli lanciò una lunga occhiata, studiandolo mentre si avvicinava a quel volto sorridente. Come era passato a parlare di baci ora, quel maniaco? Per un attimo, contemplò la possibilità che il biondo fosse effettivamente attratto da lui in quel senso. Non ci aveva mai pensato prima…che fosse quella la vera ragione per cui l’altro lo aveva assillato per mesi? Attaccando briga o semplicemente andando a rompergli le scatole? In effetti, quella teoria poteva spiegare un bel po’ di cose. Beh, fosse così o no, Crocodile non aveva nessuna voglia di stare alle regole del bastardo. Lasciò la presa sulla camicia di Doflamingo, ma solo per afferrargli con decisione la mascella mentre si abbassava, si chinava e gli afferrava il labbro inferiore tra i denti, stringendo fino a che non sentì sulla lingua il sapore metallico del sangue. Da quella distanza potè sentire facilmente il basso grugnito che fece l’altro, seguito da una sua bassa risatina quando Sir Crocodile lo lasciò andare, passandosi la lingua sulle labbra per raccogliere fino all’ultima goccia di quel liquido ancora caldo.
Non se lo aspettava…però ha un buon sapore.
Dissetante.
Personalmente, il moro ne aveva sempre apprezzato il sapore, osì come anche il suo colore. Rendeva tutto molto più interessante. Persino il biondo pazzoide.
Il moro non si sarebbe mai immaginato a fare una cosa del genere. O forse sì. Sicuramente però, non con Donquixote Doflamingo. Ma quel bastardo riusciva sempre a fargli perdere la sua stoica freddezza, in un modo o nell’altro, forse avrebbe dovuto smetterla di sorprendersi. E anche ora, vederlo per terra, sotto di lui, coperto di sangue…non poteva dire che fosse stata una brutta sensazione. Al contrario di altre persone, Crocodile sapeva di non poterlo rompere, per quanto ci provasse.
Doflamingo voleva giocare con lui? Allora il moccioso avrebbe dovuto impegnarsi un po’ più di così, pensò Crocodile, alzandosi e accendendosi l’ennesimo sigaro, mentre il biondo si rimetteva seduto, con il suo stesso sangue che scendeva a imbrattargli la camicia arancione e quell’assurdo piumino rosa.
Il moro sapeva che, nonostante gli occhiali, l’altro non si stesse perdendo una sola sua mossa, meditando sul prossimo passo.
Fa pure, pensò Crocodile, assaporando il suo nuovo sigaro. Giochiamo.

 

 

 

 

 

 

 

 


Note Autrice: Beh, alla fine ce l’ho fatta a pubblicarne un’altra. Anche se è stata un po’ un parto, sinceramente... A volte sti due sono davvero pesanti da gestire.
Beh. Cosa ne pensate? Sono finita nell’OCC? Fa schifo? È decente? Noiosa?
Fatemi sapere, anche solo se vi è piaciuta o meno!
Alla prossima,
Fra.

 

  
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