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Autore: Amber56    18/12/2016    1 recensioni
"Controllò nuovamente l'orologio.
Mancavano venticinque minuti.
Non ce l'avrebbe fatta."
Genere: Angst, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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~~Le ombre
Mancava un quarto d’ora a mezzanotte e ventinove minuti all’ora X.
Lena era stufa di aspettare così tanto prima di addormentarsi, ma era necessario.
Se si fosse addormentata, sarebbero sicuramente venute a prenderla, o a prendere sua sorella.
E, per quanto Amara fosse un’insopportabile noiosa e rompiscatole primadonna, Lena non voleva che la portassero via.
Ovviamente non le aveva detto nulla, figuriamoci.
Se avesse anche solo accennato l’idea che delle ombre cercavano di portarle via ogni notte, l’avrebbe presa in giro fino a dopo la morte.
Quindi niente.
L’unico a saperlo, oltre a lei, era suo fratello, che comunque non avrebbe potuto prenderla in giro, dato che aveva tre mesi.
E in quel momento era lì, a controllare le ombre, sperando che il tempo passasse più in fretta.
Controllò nuovamente l’orologio.
Mancavano venticinque minuti.
Non ce l’avrebbe fatta.
Avrebbe dovuto bere più caffè, quella sera.
Percepì le palpebre cadere e spalancò gli occhi di scatto.
Non ne poteva più.
Sarebbe crollata.
Vide qualcosa che assomigliava vagamente ad una mano avvicinarsi al letto della sorella e, con uno scatto quasi fulmineo, accese la luce.
Nulla.
La mano era sparita.
Lena spense la luce e guardo l’orologio.
Venti minuti.
Non sarebbe stato tanto terribile se avesse potuto chiudere gli occhi per qualche minuto senza rischiare di venir trascinata via, o che Amara venisse portata via.
Diciannove minuti.
Un’altra ombra, stavolta di un lupo enorme fece capolino nella stanza.
Lena accese nuovamente la luce, scoprendo con sollievo che era solo il suo cane.
La notte faceva brutti scherzi.
Con un sospiro, spense di nuovo la luce.
Un quarto d’ora.
Mezzanotte e quattordici.
Odiava e amava allo stesso tempo quell’orario.
Se da un lato la liberava dalle ombre, dall’altro era terribilmente lento ad arrivare.
Un’altra ombra, simile ad una testa con due lucine bianche al posto degli occhi, si stava avvicinando.
Lena accese la luce e l’ombra scomparve.
Quando sua sorella, Celeste, non Amara, le aveva spiegato tutto sulle ombre, le aveva detto di stare attenta alle persone in generale.
Alcune, le più fragili specialmente, potevano essere possedute dalle ombre.
Erano facilmente riconoscibili grazie ad alcuni segni, come occhi di colore tendente al viola, capelli corti e scarmigliati e strani disegni sulle braccia.
Sua sorella le aveva detto cosa sarebbe successo se le ombre fossero riuscite a catturarle.
Le avrebbero trascinate in un punto in cui la barriera tra il loro mondo e l’Aldilà era più labile, e le avrebbero portate dall’Altra Parte.
Poi sarebbero state giudicate da… Insomma, da qualcuno, non aveva ben chiaro a chi sarebbe toccato, e nemmeno ci teneva a saperlo.
Un’ombra a forma di bambino sgattaiolò all’interno della stanza, ridacchiando.
Lena accese e spense la luce.
Una dozzina di minuti.
Doveva tenere duro.
Per Celeste, che era stata portata via da quei mostri, e per Amara, che era ancora viva e indifesa.
Sentì le palpebre cadere e subito le riaprì, maledicendosi per aver bevuto così poco caffè quella sera.
Sentì un grido soffocato, ma lo ignorò.
Sapeva che non era vero.
Era tutta una finzione per farla uscire dalla stanza e rapire Amara.
Guardò l’orologio.
Mezzanotte e quattordici.
Ce l’aveva fatta.
Finalmente serena, si mise sotto le coperte e si addormentò.
Era salva… Per quella volta.

                                                                                                  §°§ 

-Muoviti Lena! Dobbiamo assolutamente andare a scuola oggi-.
-E perché, di grazia?-.
-C’è un nuovo ragazzo nella mia classe, che ha due occhi stranissimi, viola, e dei tatuaggi stranissimi sulle braccia…-.

 

   
 
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