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Autore: giuly666    19/12/2016    4 recensioni
E se il laboratorio di Piton esplodesse? E se Piton cambiasse aspetto? Che succederebbe se Harry fosse il primo a vederlo in quello stato? Cosa accadrà al rapporto tra lo studente e il professore?
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Severus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ciao a tutti!!
So di non aver aggiornato da tanto tempo, ma ho avuto un attimo di respiro tra un esame e l’altro e ho pensato di aggiornare questa storia, visto che l’avevo riletta di recente. Vi chiedo scusa per i grandi ritardi ma posso assicurarvi che non ho abbandonato nessuna delle mie storie.
Ci sarà un accenno a violenza su minore (non in tono sessuale) in questo capitolo, siete stati avvertiti.
Questo capitolo è P.O.V Severus.
Un Passato Davvero Orribile
 
La mattina seguente mi risveglio da solo nel letto di Harry. Mi guardo intorno e noto che non c’è segno della sua presenza nella stanza.
“Deve essere andato a fare colazione…Aspetta…Che ore sono?” penso, sedendomi sul letto. Lancio un incantesimo Tempus che mi segna che sono le 09:15 e so che probabilmente saranno tutti in cucina a mangiare. Mi vesto e vado giù, vedendo il Trio Grifondoro al tavolo: il signor Weasley si stava abbuffando con delle salsicce, la signorina Granger mangiava i suoi cereali mentre leggeva un libro di Incantesimi mentre Harry stava rimescolando il suo latte, un’espressione assente sul volto.
-Buongiorno a tutti- dico, attirando la loro attenzione.
-Buongiorno professore- i tre ragazzi mi rispondo in coro.
-Buongiorno Severus- mi risponde Molly, girandosi da dove era impegnata ai fornelli.
Prendo posto vicino a Harry, notando che la sua espressione non è cambiata assolutamente. Molly mi porta subito un piatto pieno di cibo per poi dirigersi su per le scale, probabilmente a ripulire le stanze ora che tutti erano svegli.
Io inizio a mangiare la mia colazione, prestando comunque attenzione al ragazzo seduto al mio fianco.
“Che cos’hai Harry? Che c’è che non va?” penso preoccupato, “Non ti ho mai visto così…”.
Quando finiamo di mangiare ci dirigiamo verso il salotto quando vedo Harry muoversi verso le scale. Lo seguo e cerco di attirare la sua attenzione.
-Harry? Non vai con i tuoi amici? - gli chiedo.
-No- mi risponde con voce bassa, continuando a salire le scale -Mi lasci in pace- mi dice secco.
-Non ho intenzione di lasciarti ‘in pace’- gli dico con un po’ di nervoso.
-Perché no?- mi chiede, voltandosi verso di me.
-Perché ti ho già detto che ti avrei tenuto d’occhio. - gli dico, seccato dal suo comportamento.
Lo vedo riflettere per poi abbassarsi a prendermi in braccio. Non mi lamento visto che probabilmente mi dirà cosa lo disturba. Mi porta nell’attico e si siede per terra, non lasciandomi andare. Appoggia la testa sulla mia e mi abbraccia a sé.
“Qualsiasi cosa sia, gli sta facendo male.” penso, ricambiando l’abbraccio.
-Si ricorda…- inizia a voce bassa -si ricorda… quando aveva detto che mi avrebbe accettato sempre? - mi chiede, senza sollevare muoversi di un millimetro.
-Si, mi ricordo- gli rispondo.
-Io non sono capriccioso- mi dice con voce tremante.
-Lo so, lo avevo capito- cerco di rassicurarlo con le mie parole.
-Mi aveva chiamato capriccioso…al primo anno- mi ricorda, facendomi pentire delle mie parole e del mio comportamento.
-Lo so…e mi dispiace- gli dico, cercando di fargli capire quanto davvero fossi pentito.
-Io non ho vissuto una vita lussuosa…- dice lui, allontanandosi da me e abbassando lo sguardo sulla sua maglietta. Gli prendo il viso, facendo sì che i suoi occhi incontrassero i miei.
-È questo che ti disturba? Il mio comportamento? - gli chiedo preoccupato. Lui scuote la testa in segno negativo.
-I miei zii…- inizia a dire, facendomi intuire che è il suo passato a tormentarlo.
-Cosa ti hanno fatto? - gli domando gentilmente.
-Loro…- inizia incerto -Loro odiano la magia e tutto ciò che è magico. Sin da quando ricordo, la mia stanza era il ripostiglio del sottoscala e non ricordo di aver mai festeggiato un compleanno con loro. - mi dice.
Sento il mio cuore fermarsi di colpo. “Possibile che questo bambino non sia affatto come lo avevo immaginato?” domando a me stesso, osservando i suoi occhi diventare lucidi.
-Dovevo sempre fare i mestieri in casa e se sbagliavo o sporcavo qualcosa, venivo punito a seconda del danno. - continua a raccontare.
-Come ti punivano? - gli chiedo, interrompendolo.
-A volte mi lasciavano chiuso nel ripostiglio per tre o quattro giorni senza cibo, se non facevo tutto in tempo. - mi dice. Guardando i suoi occhi, noto che non mi ha detto tutta la verità.
-E se rompeva qualcosa? - gli chiedo.
-Mio zio mi picchiava, a volte solo con le mani, altre, quando facevo qualcosa di davvero sbagliato, usava la sua cintura. Ricordo quanto facesse male, sembrava non smettere più. - mi dice, confermando le mie paure.
-Ti frustava?! - gli chiedo esterrefatto. “Come ho potuto non accorgermene?!” penso tra me e me, avendo anch’io avuto un passato simile al suo.
-No, lui mi puniva…- mi dice incerto.
-No Harry, lui ti frustava. È un reato gravissimo nella comunità magica e, credo, anche in quella babbana. - gli spiego con gentilezza. Lo vedo allargare gli occhi pieni di lacrime e lo abbraccio forte, tanto quanto questo corpo me lo permette. Lo sento piangere e non posso che pensare a quanto questo ragazzo abbia sofferto.
-Non hai mai detto niente a nessuno? - gli chiedo.
-Le maestre delle elementari non mi hanno mai creduto- mi spiega tra i singhiozzi.
Lo stringo ancora più forte, pensando alle ingiustizie di questo mondo.
“Aspetta… questo vuol dire che avrà delle cicatrici…” penso, allontanandomi da lui e sciogliendo l’abbraccio.
-Harry, hai delle cicatrici dove tuo zio ti ha colpito? - gli chiedo. Lui annuisce e mi mette per terra, girandosi e alzando la maglietta. La vista mi toglie il fiato. La sua schiena è ricoperta di cicatrici ancora rosse e infiammate. Non riesco a vedere un lembo di pelle normale più grande di qualche centimetro.
“Ma come ha fatto a giocare a Quidditch?” mi chiedo, orripilato. “Come fa a non lamentarsi del dolore ogni giorno?!”.
-Accio- sussurro, vedendo una scatolina di lozione arrivare. Lui si gira, insicuro di quello che c’è all’interno della scatola. -Questa è una lozione speciale di mia invenzione- gli spiego mentre apro la scatolina -Serve a far spegnere l’infiammazione e a far sparire le cicatrici. - continuo a dirgli mentre inizio a spalmare la crema sulla sua schiena, facendo attenzione a mantenere il tocco delicato.
Lo vedo annuire e sento i muscoli della sua schiena rilassarsi.
Quando ho finito di spargere la lozione su tutte le cicatrici, lo aiuto ad abbassare nuovamente la maglietta.
-Ti assicuro, Harry- gli dico, facendolo voltare verso di me -che non dovrai tornare dai tuoi zii, mai più. - gli prometto. Lui rimane scioccato dalle mie parole. Nei suoi occhi vedo un barlume di speranza. Mi abbraccia.
“Te lo prometto Harry, non ti verrà più fatto del male.” dico a me stesso.
-Sarà meglio andare in salotto, avrai ancora qualche compito da fare e, in questo modo, i tuoi amici non si insospettiranno. - gli dico, dopo che si è calmato.
Lui annuisce e insieme scendiamo le scale.
“Tu non sei un Grifondoro Harry, sei un Serpeverde, solo noi siamo in grado di nascondere verità tanto orribili. Ma hai comunque il coraggio di un grifone per esserti confidato con me.”
 

Ed ecco un nuovo capitolo. Ho sempre letto storie dove si diceva che i Dursley erano abusivi con Harry e ho pensato che andava a pennello con la mia storia. Ora Severus sa esattamente quanto Harry sia diverso da quello che pensava.
Grazie per la pazienza e spero di riuscire ad aggiornare ancora al più presto.
Un bacio.
Shuura
  
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