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Autore: Lady Chryseiss    19/12/2016    0 recensioni
Nicole, Chloe ed Amy sono tre adolescenti amiche per la pelle nonostante le personalità molto diverse tra loro. Frequentano la stessa scuola superiore, dove sono abituate a passare inosservate; questo perchè non sono dotate di talenti speciali, nè di una intelligenza fuori dal comune o di una bellezza stravolgente. Ecco il motivo per cui da parte loro sorge un po' di invidia nei confronti dei componenti della "Legione del demonio", un gruppetto di ragazzi loro coetanei che sembrano essere provvisti di una pura perfezione. Su di loro è stata inventata la storia che abbiano venduto l'anima al diavolo in cambio di quella perfezione per cui sono famosi, condannandoli però con un' arroganza e una superficialità sena pari. Nicole, Chloe ed Amy stanno attente a non aver niente a che fare con loro, ma quando gli eventi le porteranno una alla volta ad entrare in contatto con la Legione del demonio, scopriranno che l' apparenza talvolta inganna.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Nigel tornò a casa zoppicante quella notte, ma pur sempre sulle sue gambe. Si rese conto di ciò che aveva interrotto Leah con la sua telefonata quando salì le scale per andare a letto, notando candele e petali sparsi in giro. Rivolse uno sguardo carico di imbarazzo al fratello, che l’ aveva aiutato a salire le scale e gli disse: -Chris, mi dispiace-
-Lascia stare. Ma ti avevo avvisato: “Niente violenza stasera”-
-È vero, me l’avevi detto. Ti do una mano a rimettere in ordine-
-Vai a letto, fai fatica anche a camminare. Io mi sbarazzo di tutti questi petali-
Senza più replicare, Nigel zoppicò fino alla sua stanza e si sdraiò sul letto, così com’ era, senza nemmeno infilarsi sotto le coperte. Era talmente stanco che avrebbe potuto dormire in piedi. Chiuse gli occhi e si addormentò immediatamente, cadendo in un sonno pacifico senza sogni. Si destò il mattino seguente, con addosso una coperta e senza scarpe. Sentì dei passi per le scale e un attimo dopo dall’ uscio fece capolino sua madre, con un sorriso tenero e gli occhi preoccupati.
-Buongiorno. Come ti senti?-
-Bene. Solo un po’ dolorante-
-Avresti dovuto chiamarmi-
-Ce la siamo cavata da soli, non era il caso-
-Nigel…-
-Mamma, non è successo niente. Davvero, non importa-
Il senso di colpa della donna per non essere stata accanto al figlio quando aveva bisogno di lei era evidente. Ma decisero che ne avrebbero parlato in un altro momento. Nigel si stiracchiò e si mise a sedere.
-Che ore sono?-
-è quasi mezzogiorno. Hai fame?-
-Un po’. Adesso scendo- disse mentre scostava la coperta e si alzava.
-Aspetta, ti prendo le stampelle di Chris, dovrebbero essere ancora nel ripostiglio-
Nigel si ricordò di quando il fratello si era slogato una caviglia giocando a tennis, l’ anno precedente. Credeva che solitamente ci si sarebbe potuti fare male a causa di giochi più cruenti del tennis, solo Christopher poteva slogarsi una caviglia correndo e inciampando nei sui piedi. La madre di Nigel aveva raggiunto il ripostiglio. Quando aprì la porta fu investita da una valanga di candele profumate. Nigel sentendo il rumore e la conseguente imprecazione della madre non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
-Cos’è questa roba?!-
-Penso… candele-
-L’avevo capito, Nigel, ma perché sono in casa mia?-
-Dovresti chiederlo a Chris. In sua difesa posso dire che non le ha usate per molto tempo- disse Nigel continuando a ridere -A proposito, lui dov’è?-
 -È andato a pranzo con una certa Chloe, la conosci?-
-Sì, è la sua ragazza. Sono andati al ballo insieme ieri sera-
-Non sapevo avesse una ragazza-
-Ecco, hai svelato il mistero delle candele- concluse Nigel, lasciando un poco confusa la madre, che abbandonò il mucchio così com’ era nel corridoio e scese al piano sottostante per preparare il pranzo.
 
Fu dopo che i due ebbero terminato di mangiare che il campanello di casa Brown suonò. La madre di Nigel si precipitò ad aprire la porta, pensando che potesse essere il figlio minore che rientrava, ma si trovò di fronte due ragazze che sembravano essere coetanee dei figli.
-Buongiorno signora, siamo passate a trovare Nigel; eravamo con lui ieri sera- disse una delle due, che aveva un sorriso timido e lunghi capelli rossi. L’altra, che portava i capelli castani raccolti in una coda alta e una sciarpa che le copriva metà faccia, la scostò per dire: -Lei dev’ essere la signora Brown- -Chiamatemi Susan- rispose la donna spostandosi per lasciar entrare le due nuove arrivate. Quando furono all’ interno Nigel le salutò: -Nicky, Amy, mi fa piacere vedervi-
-Come stai?- gli domandò Nicky avvicinandosi timidamente a lui.
-Zoppico- rispose alzando una stampella -Ma per il resto sto bene. Apprezzo molto che siate venute a trovarmi-
-Ma figurati, eravamo per strada-
-Siamo andate da Mark a riportargli la macchina- chiarì Amy, mentre la madre di Nigel si ritirò in cucina a lavare i piatti del pranzo. Di solito non lo faceva mai, aspettava che arrivasse la domestica, ma in quel momento le serviva una scusa per poter origliare.
-A proposito, ieri sera Bridget mi ha detto che non si riusciva a trovarti, Amy, dove eri finita?- le chiese Nigel. Amy arrossì. Si guardò in torno, come se cercasse una scusa ben visibile nella sala da pranzo dei Brown.
-Kyle non si sentiva bene, così lo stavo riaccompagnando con l’ auto di Mark, ma poi Nicky mi ha chiamata avvisandomi di quello che era capitato e siamo corsi da voi- spiegò parlando lentamente, sforzandosi di non balbettare. Nicky capì che l’amica nascondeva qualcosa: Kyle abitava a meno di quindici minuti dalla scuola, accanto a lei, ma le sembrava che fossero partiti molto prima di quanto che Amy volesse far credere. Decise che non avrebbe detto nulla davanti a Nigel, ma una volte uscite l’ avrebbe riempita di domande.
-Capisco- concluse Nigel guardandola con aria sospettosa, come se dal suo tono di voce anche lui avesse compreso che quella di Amy  era una mezza verità, ma fece finta di niente.
-E tu come stai? Non deve essere stata cosa da poco assistere a quella scena- chiese poi appoggiando una mano su quella di Nicky, che gli sedeva accanto. Stavolta fu lei ad arrossire.
-Sono un po’ scossa in effetti. Se fossi intervenuta prima forse ora non saresti ridotto così-
-Tu non hai colpe, Nicky- si sorrisero teneramente e, quasi senza che se ne accorgessero, le loro mani si strinsero più forte. Normalmente, di fronte ad un comportamento del genere, Amy avrebbe tossito o fatto finta di vomitare, giusto per ricordare agli altri due della sua presenza, ma quella volta le venne naturale emettere un sospiro. Comunque ottenne lo stesso effetto: Nicky e Nigel sciolsero le loro mani e guardarono altrove.
-Siete patetici! Adesso io esco, così voi potrete confessarvi il vostro amore in pace- e con queste parole Amy si alzò per recuperare sciarpa e cappotto. Alzando la voce per attirare l’ attenzione della madre di Nigel aggiunse -Susan, lo sa che avete una casa bellissima? Perché non mi fa vedere l’ esterno?- la donna si affacciò dalla porta della cucina e non poté, per buona educazione, dire di no. Così uscirono entrambe, dopo che Amy ebbe detto a Nicky che l’ avrebbe aspettata in macchina. Quando le due furono fuori di casa, Nigel non riuscì a trattenere una risata e Nicky non sapeva più come scusare la sfacciataggine della sua amica.
-Lascia che te lo dica, è una tipa strana- ammise Nigel -Ma ha fatto bene. Insomma, io stesso non avrei saputo come distrarre mia madre dall’ origliare i nostri discorsi-
-In auto mi aveva raccontato che il piano era lasciarci soli, ma non pensavo l’avrebbe fatto veramente- disse Nicky
-Amy è una ragazza in gamba. A volte serve proprio qualcuno che prenda l’ iniziativa- commentò Nigel. Lei lo guardò interrogativa: -Cosa vuoi dire?-
-Nicky, ascolta, so che forse è troppo presto per avviare una relazione; tu ti sei appena lasciata con Bob, io con Kate, ma…- si interruppe per un attimo, poi prese coraggio e continuò: -Tu mi piaci davvero tanto, Nicole. Vorrei poter stare con te e… vorrei potermi innamorare di te-
Nessuno dei due parlò più per mezzo minuto. Nigel iniziò a preoccuparsi per il silenzio della ragazza e, forse per giustificare le sue parole, prese a parlare velocemente:
-Sai, io non ho mai amato nessuno, Kate non era una ragazza adatta a me e l’ ho capito quasi subito, non è stata una storia seria. Ma tu… tu sei così diversa da lei, diversa da tutte le ragazze che ho frequentato fin ora. Di te, so che potrei innamorarmi veramente. Vuoi darmi questa possibilità?-
Nicky era sorpresa da una confessione del genere. Aveva sempre sognato una dichiarazione d’ amore romantica a fine serata dopo una cena o durante un lento al ballo della scuola. “Ci siamo andati così vicini, ma quell’ idiota di Bob ha rovinato tutto”. Nicky, odiando la folla in maniera così limitante, era andata al ballo di Natale soltanto per poter ballare un lento con Nigel; ed ora, in quel contesto così poco da Nicky e così tanto da Amy, non sapeva come comportarsi. Non avrebbe potuto starsene zitta per sempre. Si scosse dal suo silenzio quando Nigel con un dito le accarezzò una guancia. Lei sorrise e gli prese la mano, come a rassicurarlo, e finalmente parlò:
-Non avrei mai pensato che uno come te volesse stare con una come me. Mi sembra impossibile- rise nervosamente -Ma penso che ci potremmo provare-
“Penso che ci potremmo provare! Ma che frase stupida!”  realizzò immediatamente. Ma da quanto sembrava Nigel non era della stessa opinione, perché a quelle parole il suo viso si illuminò e non riusciva a non sorridere: Nicky aveva detto sì.
Anche lei sorrideva ed era imbarazzata come non mai, ma era anche felice. Nigel la faceva stare bene, la faceva sentire protetta e importante come Bob non faceva da tempo.
-Forse hai ragione, è presto, ma faremo le cose con calma. Anche io vorrei potermi innamorare di te, Nigel-
 
 
 
                                                                              Fine
   
 
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