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Autore: Raeiki    20/12/2016    0 recensioni
Sono passati vent'anni dalla morte di Paul Drake, dalla perdita della memoria di Alex e dalla reclusione di Loyal Sealight all'interno del bunker della Legione. Dopo l'apparente sconfitta di 61 le cose sembrano essere tornate alla normalità, ma quando ha letto le vecchie note di suo padre Alex ha recuperato la memoria, ricordandosi della fatale scadenza prevista per quell'anno. Sealight è libero, e la sua temibile vendetta incombe sulle teste di tutti. La Legione sta per risorgere dalle sue ceneri.
Genere: Azione, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cavaliere restò immobile, guardando un punto impreciso con occhi vitrei. Il sangue cominciò a sgorgare dal buco appena aperto sul petto, i bordi ustionati e fumanti a causa delle articolazioni incandescenti del suo assassino. Tossì altro liquido rosso e improvvisamente sentì che le sue gambe non reggevano più il peso del corpo. Cadde sulle ginocchia abbassando lo sguardo, che andava appannandosi. Si voltò verso Devon, la testa che pesava una tonnellata e il campo visivo sfocato: "Ho...perso...?" Sentì l'equilibrio mancare in tutto il corpo e cadde, riverso nel suo stesso lago di sangue.

Da quel momento tutto ciò che udì furono voci confuse: una apparteneva sicuramente a Devon, alla quale poi si unirono altre due che resero il tutto più caotico e rimbombante nella sua testa. Qualcuno lo sollevò all'improvviso; chi era? Era un suo alleato o un nemico? No, era Devon, riconobbe la voce. "Devon...sto...morendo...?" Il suo amico non rispose, ma in fondo la risposta la conosceva. Ovviamente stava morendo. Aveva perso come minimo tutto il sangue presente nel suo corpo, e la vista lo abbandonava. Rivedeva immagini sconnesse della sua vita susseguirsi a una velocità impressionante, rendendolo ancora più stordito. Sentì la voce di Devon chiamare il suo nome: "Ti cureranno, Seymour...ti aiuteranno..."
No che non l'avrebbero fatto. Perché continuava a prendersi in giro da solo? Perché non accettava quella situazione?
"Devon...basta..." Avrebbe voluto dirgli qualcosa in più, avrebbe voluto dirgli di lasciarlo morire in pace, sarebbe stato più facile per entrambi. Le voci diventarono un eco lontano e vide una luce accecante davanti a sé. Quindi era la fine. Era come se l'era sempre immaginata, in fondo.
"Devon...grazie...di...tutto..." Non riuscì a dire nient'altro. Chiuse gli occhi, esalando il suo ultimo respiro. Iniziava già a sentirsi meglio; e poi, in fin dei conti, avrebbe potuto finalmente ricongiungersi con i suoi. Iniziavano giusto a mancargli. Bastava solo guardare il bicchiere mezzo pieno. 

Devon si asciugò le lacrime con il dorso della mano, ricordandosi della sua missione e soprattutto di suo padre, che in quel momento stava rischiando la vita per prendere tempo. 
"Avete...avete qualcosa per causare una...morte temporanea?"
  Il paramedico guardò Devon con sguardo interrogativo: "Si...una dose non letale di questa e resti morto per almeno un'ora. Forse meno. A che ti serve?"
Devon gli porse il braccio: "Ho contattato il mio hacker. Ha inserito nell'avatar un potenziamento che si attiva solamente se muoio. Non ho molto tempo, sbrigati!" 
Il paramedico lo adagiò su una barella legandogli un laccio emostatico sul braccio e avvicinando ad esso una siringa. Devon lo interruppe alzando l'altra mano: "Stai attento, perché probabilmente sarò un po'...aggressivo, al mio risveglio. Meglio allontanarsi."
L'altro annuì effettuando l'iniezione. Devon avvertì solo la puntura, dopodiché il suo sguardo si spense. Ora doveva solo attendere che il potenziamento facesse effetto.

Il gruppo di infiltrazione raggiunse le fantomatiche scale: c'erano delle truppe che stavano scendendo velocemente e nessuno ebbe tempo di arretrare; dovevano combattere per forza. Caleb alzò un braccio: "Indietro, vado avanti io, voi seguitemi." Accese una piccola torica, inserendola nella tasca posteriore dei pantaloni, per poi gettare a terra i fumogeni e liberare la cortina di nebbia. I soldati spararono proiettili alla rinfusa, senza colpire i bersagli. Caleb Ray colpì il più vicino nello stomaco per poi piantargli il pugnale nella nuca. Gli prese il fucile alzando il cadavere davanti a sé come scudo, e grazie al visore sparò agli avversari. Notò che la bombola si stava consumando e la chiuse, lasciando che i suoi compagni massacrassero i restanti. Kitsune sparò da dietro le spalle di Xabb, e Iggs colpiva con precisioni i nemici lanciandogli i bisturi. Gegg attaccava i nemici con il bastone di ferro aiutata da Roger e dalla sua ascia bipenne. Salirono tutte le rampe di scale combattendo i nemici che scendevano in continuazione e non accennavano a diminuire. Quando finalmente arrivarono in cima li attendeva una brutta sorpresa; il corridoio che li separava dalla sala del computer madre era completamente intasato dai soldati del Plotone. I compagni si guardarono tra loro, per poi correre all'assalto con un urlo di battaglia.

Shade sembrava non aver perso il suo tocco letale, nemmeno dopo tutti gli anni passati. Era ancora veloce e preciso come un tempo, e la sua lama era sempre affilata. Guidava un gruppo di avatar solitari, che in base a ciò che aveva spiegato a Genesis, Reese e Road Eater erano ex giocatori di Login 'n Kill nonché membri della squadra dei Creeps che come Shade si erano ribellati al capo "ammutinandolo". Si erano riuniti per combattere appena saputo della Legione, ma erano rimasti nell'ombra il più possibile. 
Shade guidò i suoi compagni verso il centro della battaglia mietendo più vite possibili, quando qualcuno gli si parò davanti bloccando la sua avanzata mortale. 
"Ma tu guarda chi si vede. Il pazzoide con la falce del team Selen."
 

L'avatar di Death si mise in guardia davanti a Shade, raschiando la terra con la lama della falce. Genesis mise una mano sulla spalla del ninja: "Attento. Non è come sembra, è un avatar della Legione. Dovresti esserci anche tu là in mezzo." Shade annuì: "Questo non cambia il suo destino." Scattò in avanti menando un fendente orizzontale deviato dalla falce, e per riparare al suo errore il ninja colpì Death in pieno volto con un calcio ascendente per poi indietreggiare e rimettersi in guardia. Stavolta fu il mietitore a fare la prima mossa e Shade schivò la lama della falce con un salto, per poi approfittare dell'apertura nella guardia del suo avversario e colpirlo tre volte in rapida sequenza aprendo tre profondi tagli sul petto. Death lo calciò indietro, ma il ninja non si sbilanciò. L'avatar nemico toccò le ferite, e guardando il sangue sgorgare da esse si risvegliò in lui la rabbia del berserker. Tutti i suoi attacchi erano più veloci, ma ad avvantaggiare Shade era la precisione. Death non curava minuziosamente l'accuratezza dei suoi attacchi come invece l'avatar ninja faceva, e quest'ultimo infatti riuscì a deviare quasi tutti i colpi. Sfortunatamente la furia cieca di Death rendeva i suoi colpi sempre più violenti, finché con un fendente verticale non riuscì a rompere la guardia di Shade e a sbilanciarlo per la prima volta: prima che il ninja potesse fermare il nuovo colpo, Death gli assestò un colpo decisivo che lo spedì indietro aprendogli uno squarcio sulla tuta in fibra di carbonio. Si rialzò a fatica, ma sempre mantenendo il sangue freddo. Death non sembrava demordere e attaccò di nuovo, senza espressione e senza emozioni.

Shade analizzò la situazione: un altro colpo di Death a quella velocità e con quella violenza lo avrebbe sicuramente ucciso. Il suo nemico stava arrivando dritto davanti a lui abbastanza velocemente, tenendo la falce con entrambe le mani e mantenendola dietro di sé. Avrebbe potuto attaccare direttamente con un fendente orizzontale da sinistra, oppure fermarsi, voltarsi e colpirlo da destra: ma visto che il suo intento era di finirlo e non aveva tempo di fermarsi e rischiare voltandogli le spalle, avrebbe sicuramente optato per il fendente a massima potenza partendo da sinistra. Le sue previsioni si rivelarono corrette, e appena notò il mietitore accennare il movimento del fendente scattò verso di lui e gli aprì un taglio orizzontale sul braccio scoperto. La mossa destabilizzò Death, che ormai si trovava troppo vicino per il fendente a massima potenza; il mietitore provò quindi a indietreggiare, ma Shade fu più veloce e aprì un altro taglio sulla sua gamba. Death cadde in ginocchio, e il ninja gli conficcò la spada nel petto trapassandolo: "Bella giocata, Death. Bella giocata." Il ninja estrasse la spada dal petto dell'avatar nemico, per poi tagliargli di netto la testa. Si voltò verso i suoi alleati come se nulla fosse accaduto: "Beh? Che sono quelle facce? Procediamo."

Xander Gold sferrò un pugno in pieno volto a Sealight: "Questo è il primo di tutti quelli che mi devi, Loyal. E credimi, sono davvero tanti." Il virus rise: "Va bene, ho ucciso il tuo papino, ma tu mi hai recluso per VENT'ANNI in quel buco laggiù. Direi che siamo pari, no?"
Xander ringhiò: era da solo, Death cercava di coprirlo evitando che i soldati del Plotone lo mettessero in difficoltà. Sealight caricò verso di lui rapidamente, ma l'eroe riuscì a schivare lateralmente e a sferrare un pugno a distanza colpendo di nuovo il virus in faccia: "E SIAMO A DUE." Sealight digrignò i denti. Come poteva quel tizio metterlo in difficoltà anche nella sua forma di virus? Provò a colpirlo a tutta velocità un'articolazione alla volta, scambiandole in rapida sequenza per ottenere una raffica di schianti incandescenti. L'armatura di Xander non avrebbe sicuramente retto tutti quei colpi, quindi l'eroe si riparò per qualche attimo per prendere tempo per cercare un appiglio. Trovò un muro abbastanza alto dietro a Sealight e scagliò il pugno in quella direzione sfuggendo alla raffica di colpi del capo della Legione. L'altro lo seguì con lo sguardo urlandogli dietro: "OH NO, NON SCAPPERAI QUESTA  VOLTA. HO ASPETTATO VENT'ANNI QUESTO MOMENTO, E NON MANDERAI TUTTO ALL'ARIA!" Xander restò appeso al muro pensando a cosa fare per mettere il suo avversario in difficoltà. Insomma, era immortale, ma da ciò che aveva appreso durante il combattimento con 61 poteva essere indebolito. Sealight conficcò le articolazioni nella parete iniziando a scalarla verticalmente; Xander fu preso alla sprovvista e scagliò un pugno verso il basso, cercando di staccare Sealight dal muro. Il capo della Legione afferrò il pugno, tirando l'eroe verso di sé: Xander pensò in fretta, e poteva fare una sola cosa: si lasciò andare verso la sua nemesi staccando l'altra mano dalla parete. Invece di provare a scappare caricò il pugno; Sealight lo notò e capì di essersi messo in una situazione pericolosa. Staccò due articolazioni anteriori per provare a ripararsi, ma fu inutile: appena gli fu addosso, Xander lo colpì con tutta la sua forza mandando in frantumi le due articolazioni anteriori e recuperando il pugno destro, con il quale centrò nuovamente il suo bersaglio scagliandolo a terra. Una volta atterrati Xander restò sopra il virus, colpendolo ripetutamente sul volto e rompendo il suo casco a forma di occhio; la vera faccia di Sealight era cambiata, ora era molto più simile a quello del figlio: carnagione grigiastra, occhi neri e linee dello stesso colore sotto di essi e sulla fronte. Xander provò a colpirlo di nuovo, ma il vecchio gli bloccò la mano colpendolo in faccia a sua volta e rispedendolo indietro. Xander cadde a qualche metro di distanza, e per la prima volta dall'inizio del duello si accorse della forza sovrumana del virus. Quel pugno aveva colpito il casco ammaccandolo, ma era risuonato in tutto il suo corpo quasi come un eco. Xander si alzò barcollando e togliendosi il casco, ormai solo di intralcio. 

Devon fece l'ultimo sogno-ricordo inerente a Dark. Era una scena già vista per qualche frazione di secondo durante i suoi sogni frammentati, ma mai analizzata davvero. Era in un'ampia stanza totalmente bianca, i polsi e le caviglie bloccati da delle catene. Guardò i suoi stessi arti, bianchi come la neve, di un candore quasi angelico. Notò la sua immagine riflessa davanti a lui: era Dark nell'ultima forma in cui lo ricordava, ma con uno sguardo molto più provato, come se combattesse imperterrito da ore. L'immagine si incrinò e da essa uscì una ragazza che poteva essere sua coetanea. L'aveva vista sul campo di battaglia tra gli avatar nemici, le era familiare. 
La sua voce riecheggiò nella stanza: "Crystal?"
"Si. Ciao Albert."
"Che succede? Sono morto del tutto?" Lei mosse la testa armoniosamente: "Tu si, ma Dark no. Ricordi? Era la tua abilità."
Abilità? Ricordava che Dark gli aveva accennato dei dettagli riguardo all'abilità del virus, come se la conoscesse alla perfezione. Ma non era mai andato oltre, non gli aveva mai raccontato nulla del suo passato, targando tutte le informazioni come "una serie di complicazioni". Ora che ci pensava, però, Dark gli aveva parlato di un potenziamento una volta. Un potenziamento che lo aveva traviato, e portate irrimediabilmente verso il declino. Dark era stato un virus? 
Appena gli venne quell'idea, l'immagine cambiò di scatto. Vide un panorama desolato, fumo e sangue. Il suo sangue. Ne era circondato, e lo stava ricoprendo lentamente. Bruciava da morire, e lui urlava con tutto il fiato che aveva. Il sangue si solidificò sulle braccia e sulle gambe, rivelando una pelle grigia e delle linee nere simili a tatuaggi tribali che la attraversavano. Delle ali cristallizzate si aprirono sulla sua schiena, e un forcone gli apparve nella mano. Era sempre Dark, ma non ricordava di averlo mai visto così. In rapida sequenza vide le immagini del virus uccidere i suoi compagni, aiutato da 61; lo vide uccidere Selen, lo vide uccidere Chris, lo vide aggredire Death e Juliet. Vide il massacro causato da 61. Vide morte, e soltanto morte. Non ne poteva più. Ritornò in una frazione di secondo nella stanza bianca, e vide le pareti incendiarsi. La ragazza, Crystal, era sparita. Al suo posto c'era Seymour morente, trafitto da Sealight: "MI HAI LASCIATO MORIRE, DEVON! SEI IL COLPEVOLE! SEI IL COLPEVOLE! SEI IL COLPEVOLE! COLPEVOLE! COLPEVOLE!" Devon urlò, cercando di muoversi verso di lui, di salvarlo. Ma le catene lo stavano bloccando, e le fiamme lo circondavano. In breve tempo il suo corpo bruciò, e solo una volta ricoperto dal fuoco Devon fu in grado di spezzare le catene e correre verso Seymour. Una luce accecante lo aggredì, e il suo grido divenne una voce lontana. In quel preciso istante, Devon aprì di nuovo gli occhi. Era sveglio.

Si guardò intorno: era di nuovo nell'accampamento militare. Intorno a sé il terreno era incenerito, compresa la branda sulla quale era sdraiato. Si rialzò a fatica e uscì zoppicando. Era come se stesse imparando nuovamente a camminare. La sua pelle era dello stesso colore di quella degli altri virus che aveva già visto, ed era anch'essa tracciata da linee tribali. Le sue labbra erano nere, smorte, e il suo volto era parzialmente coperto da una maschera cristallizzata terminante in due lunghe corna. Coperture dello stesso materiale erano presenti sugli avambracci (le mani terminavano in artigli acuminati) e sulle gambe, a partire dalla vita in giù. Erano di un colore livido, un misto tra rosso e nero, simile a ossidiana. Sentì una rabbia mai provata prima pulsargli dentro, e si piegò in avanti urlando. Dalla sua schiena divamparono due colonne di fuoco, che in breve presero la forma di due grandi ali. Spiccò il volo, dirigendosi a una velocità impressionante verso suo padre e Sealight. I suoi occhi non vedevano altro che fiamme. 
I suoi compagni si fermarono vedendolo passare come una cometa; era uno spettacolo spaventoso.

Xander e Death erano alle strette. Il primo continuava a combattere ininterrottamente contro Sealight che sembrava ormai invincibile, mentre il secondo iniziava a perdere le forze contro gli eterni rinforzi del Plotone. Xander stava per attaccare il capo della Legione, quando sentì un urlo alle sue spalle. E quell'urlo non aveva nulla di umano. Si voltò lentamente, scorgendo una massa luminosa volare verso di loro. Era Devon? Doveva essere Devon. O meglio, sperava fosse Devon. A giudicare dallo sguardo di Sealight, probabilmente Xander aveva ragione. Sorrise al capo della Legione: "Buona fortuna con lui." Sealight assunse un'espressione interrogativa, e l'eroe si spostò di qualche metro. Prima che il vecchio potesse fare qualsiasi movimento Devon gli si schiantò addosso urlando e portandolo con sé per una cinquantina di metri. Xander seguì i due virus con uno sguardo preoccupato, e Death gli si affiancò: "Quello era..."
"Si. Era mio figlio. E spero sappia quello che sta facendo."

Caleb Ray aveva quasi finito la bombola, e la scosse rivolto verso i suoi alleati: "Abbiamo ancora poca nebbia a disposizione. Sfruttiamola bene." Gli altri annuirono, e lui la lanciò in mezzo alle fila nemiche: "BUON NATALE ANCHE A VOI, BASTARDI!"
Accese il visore e la torcia dietro di lui: "CON ME! ANDIAMO A PRENDERCI QUEL COMPUTER!"
In pochi secondi in quel largo corridoio infuriò una battaglia quasi alla pari con quella che si stava svolgendo all'esterno. Proiettili vaganti e cozzare di armi, urla e sangue. Iggs bloccò Caleb: "RAGAZZO, PRESTAMI IL VISORE! VI APRO LA STRADA!"
Ray non se lo fece ripetere, fornendo al vice capo dei Selen il suo visore. Iggs prese la mira e scagliò uno dei suoi coltelli contro il controllo di chiusura della porta blindata, facendolo esplodere e aprendo quella porta. Restituì il visore: "ENTRATE TU, KITSUNE E XABB. NOI LI TENIAMO ALL'USCITA."
Ray annuì e guidò l'hacker e il tank all'interno dello stanzone. All'interno erano presenti una decina di soldati a difendere i tecnici: Caleb li caricò insieme a Xabb. Il tank fece roteare la catena terminante in una lama disarmandone alcuni, che furono attaccati senza pietà da Caleb; i restanti furono finiti dai proiettili di Kitsune. Iggs si affacciò alla porta: "XABB! RIESCI A RICHIUDERLA PER QUALCHE SECONDO?!" Il tank si avvicinò al varco afferrando la porta blindata: "Giusto per qualche secondo, a che serve?!" Iggs fece un'espressione che il team Selen aveva già visto una volta. Era lo sguardo di chi intendeva dare la propria vita per salvare la situazione: "...KITSUNE, DAMMI LA CINTURA DI GRANATE."
"IGGS, NO! ABBIAMO LA SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO, NON È NECESSARIO!"
"KITSUNE, SONO ETERNI. ARRIVANO A INTERVALLI, E IN QUESTO MODO AVRETE TUTTO IL TEMPO NECESSARIO. SE NON ME LO FAI FARE MORIREMO TUTTI, KITSUNE! TI PREGO! ROGER E GEGG SONO D'ACCORDO!"
L'hacker lo guardò con gli occhi lucidi. Questa situazione non le era nuova per niente. Si staccò la cintura e la lanciò verso di lui: "Addio, Iggs. Grazie di tutto, è stato un piacere conoscerti."
Il vice afferrò la cintura, togliendo la sicura che azionava tutte le granate allo stesso tempo. Sorrise ai suoi compagni un'ultima volta, battendo una pacca sulla porta blindata: "CHIUDI XABB. TRA POCO SARÀ TUTTO FINITO." Il tank chiuse a malincuore la porta, sentendo dopo qualche secondo un'esplosione incredibile. La cintura di granate ebbe un'effetto talmente impattante che il corridoio collassò, lasciando un buco tra le scale e la stanza blindata. Ora era inaccessibile, il sacrificio di Iggs, Roger e Gegg non era stato vano. Kitsune si asciugò le lacrime e attaccò il suo computer al computer madre: "A noi due, bestia."

Devon si alzò, fissando Loyal Sealight. Finalmente era davanti a lui, ed era sul suo stesso piano. Il capo ridacchiò tossendo; una grossa bruciatura era comparsa sul suo busto, causata dallo schianto esplosivo contro l'altro virus: "Mi hai colto di sorpresa, te lo concedo. Guarda, ci hai distanziati un bel po' da..." Devon lo interruppe urlando: "ZITTO!" Lo colpì con un pugno in pieno petto facendogli incrinare il terreno sottostante. Sealight si rialzò velocemente grazie alle articolazioni, mettendosi in guardia: "Ok, basta giocare, giovanotto. Non trattenerti."
Devon si lanciò volando contro di lui, Sealight alzò due articolazioni per conficcargliele nel petto; Devon le afferrò con le mani bloccandole, e le zampe di ragno incandescenti iniziarono a fumare contro i palmi delle mani cristallizzate. Devon scattò avanti colpendo l'avversario con una testata, e Sealight rispose con due pugni rapidi, uno nello stomaco e uno in faccia. Devon cadde rialzandosi subito: era come se il dolore si trasformasse in ulteriore rabbia che lo alimentava come legna da ardere. Il virus fiammeggiante conficcò gli artigli nel petto del capo della Legione; Sealight cercò di difendersi colpendo ripetutamente Devon con le articolazioni. Tre lo trafissero, due lo tagliarono. L'altro non se ne curò, spiccando il volo verticalmente portandosi dietro il vecchio. Sealight guardò verso il basso, e per la prima volta la sua espressione era davvero terrorizzata. Devon se lo staccò di dosso con un calcio, per poi caricarlo con entrambi i pugni e volare ancora più in alto. Il virus si fermò di colpo prendendo per il collo Loyal Sealight e tenendolo in bilico sul vuoto: "PAGHERAI PER TUTTO IL MALE CHE HAI FATTO, SEALIGHT!" Il leader della Legione tentò nuovamente di ghermire Devon con tutte le articolazioni, incredibilmente riuscendoci. Conficcò tutti i suoi artigli di ferro nel petto di Devon, macchiandosi del suo sangue. Gli occhi del giovane andarono letteralmente in fiamme: quello era il limite massimo della sua ira. Strinse il collo di Sealight più violentemente, per poi caricare un colpo con la mano libera. Le fiamme nelle ali si prosciugarono assorbite dal pugno, insieme a tutto il fuoco che lo aveva circondato fino a quel momento. Devon aveva ancora un secondo prima che l'assenza delle ali lo facesse cadere nel vuoto, e lo sfruttò al meglio. Sferrò un pugno contenente tutta l'energia ardente repressa fino a quel momento nel suo corpo da virus contro Loyal Sealight. Il violento urto perforò e bruciò la carne del capo della Legione trapassandolo. Quest'ultimo guardò la scena inorridito: come poteva essere possibile una cosa del genere? Lo aveva trafitto troppe volte, non poteva avere tutta quella forza. Cos'aveva lui in più? 
"COME...DIAVOLO...HAI..."
Devon avvicinò la sua faccia a quella di Sealight: "HAI PERSO, LOYAL."
Rilasciò l'energia scagliando il suo avversario a terra a tutta velocità, cadendo insieme a lui. Devon riuscì a fatica a riattivare le ali, planando e atterrando poco lontano da Sealight. 

Si rialzò guardandosi intorno. Aveva vinto? Era finita? Sealight era a terra, lo squarcio fumante sul suo petto. L'odore di sangue si mischiava alla puzza di bruciato, creando un'atmosfera nauseabonda. Si voltò, facendo per andarsene. La sua ira era stata parzialmente placata, Sealight era morto. Stava per spiccare il volo, quando il vecchio morente tossì: "Che cosa...hai fatto?! Hai rovinato...tutto...di nuovo..."
Devon gli si avvicinò, lasciandolo continuare: "I miei...erano solo...ideali...prima tuo nonno...poi tuo padre...ora tu...la tua famiglia mi ha rovinato la vita..." 
"Saranno stati ideali, Loyal, ma non puoi perseguirli uccidendo degli innocenti. Hai sbagliato strada."
"Volevo...il mio...regno..." Devon ebbe un dejà-vu. Si ricordò Dark che pronunciava una frase simile in un sogno, e gli venne un'illuminazione: "...tu avevi progettato i potenziamenti ancora prima di Login 'n Kill. Puntavi a questo sin dall'inizio."
"...come hai..."
Devon lo interruppe: "Ora è tutto chiaro. Accadde con Dark, accadde con 61. Hai inserito il potenziamento su te stesso ancora prima di creare Login 'n Kill, ed è stata la causa della tua pazzia. Eri succube della maledizione del virus, non del gioco."
Sealight tacque per un attimo, ridacchiando: "Già...succube...di una maledizione...tanto ormai...non conta...nulla..." Il capo supremo della Legione, assassino di Paul Drake e carnefice di innocenti, senza scrupoli e spietato, Loyal Sealight, morì davanti agli occhi di Devon dopo aver sentito la verità sul suo conto. In quel momento sentì una voce chiamarlo da dietro: "...Devon? Sono io, Xander."

Si voltò lentamente, gli occhi sbarrati. Vide l'eroe avvicinarsi lentamente a lui; sentiva ancora la furia dentro di lui, ma Xander non la alimentò in nessun modo.
"P...Papà?" Xander annuì lentamente accennando un sorriso: "Si, Devon. Sono io. Mi riconosci?"
"...si...Sealight...è morto." Si scostò lentamente e zoppicando. Xander vide il cadavere e scoppiò a ridere, senza riuscire a trattenersi: "Ce l'hai...ce l'hai fatta davvero. Figlio mio, CE L'HAI FATTA! ABBIAMO VINTO, HAI VINTO!" Si voltò indietro, verso la battaglia: "LA LEGIONE È STATA SCONFITTA! LOYAL SEALIGHT È MORTO!"
Death si voltò, spalancando gli occhi. Perfino i soldati del Plotone smisero di combattere. In quel momento, Xander fu contattato da Kitsune: "Alex? Mi senti? Abbiamo bloccato il progetto. Abbiamo vinto."

La resistenza si occupò dei soldati restanti, ormai non più supportati dal progetto Spawner. Non c'erano più rinforzi nemici, ed in poco tempo non c'era più nemmeno un soldato del Plotone. La Legione era ufficialmente stata cancellata. Si incontrarono tutti all'ingresso del campo per una riunione di gruppo. Il generale Travis scese dal suo elicottero, mostrandosi insieme al colonnello Morrison agli avatar. Devon si era risvegliato, ritornando alla sua forma normale e recuperando la ragione. 
"Che dire, avete indubbiamente fatto un ottimo lavoro là fuori. Sealight è deceduto, e così la Legione insieme a lui. Eventuali resistenze nemiche verranno soffocate facilmente senza rinforzi provenienti da qui. Voglio congratularmi personalmente con voi tutti per il vostro aiuto alla Nazione, e pertanto provvederò personalmente ad annullare ogni taglia sulle vostre teste. Per quel che riguarda me, e soprattutto per quel che riguarda l'America, voi siete considerabili eroi nazionali. Dunque...grazie." Kitsune chiamò Alexander da parte, mostrandogli una body-bag nera: "Vedi...nel laboratorio dell'HQ, c'era ancora...beh..."
Alexander sbarrò gli occhi. Dentro quella body-bag c'erano i resti di suo padre, rimasto lì per tutti quegli anni. Non resistette, e cadde in ginocchio lasciandosi andare al pianto su quel che rimaneva di Paul Drake.

Login 'n Kill non fu mai chiuso,bensì furono effettuate delle modifiche da Alexander Drake in persona che lo trasformarono nel progetto iniziale di suo padre, riprendendo il nome di Login and Live. Tutti ebbero l'occasione di entrare un'ultima volta nella Base Selen per dire addio a Dark e Juliet. Questi ultimi guidarono ciò che restava dei team Moonlight e Selen all'interno della Base.
"Come vedete, a queste lapidi ho aggiunte quelle dei caduti in questa grande battaglia. E infine...seguitemi, c'è una persona che vuole ringraziarvi."
Con immensa sorpresa, i presenti notarono 61 (o meglio, Benjamin Sealight) in versione antivirus. Era tornato quello di una volta, la pelle candida come quella degli altri due antivirus. 
"So che avete terminato le sofferenze di mio padre e la pazzia che prendeva il nome di Legione. Non so come ringraziarvi, vi devo la mia stessa vita."
Alex si fece avanti, riabbracciando Ben e riappacificandosi con lui dopo vent'anni di odio. Sfruttando ciò che restava del progetto Spawner e dell'expansion pack (con le dovute modifiche apportate da Kitsune), tutti gli avatar dei caduti alleati in battaglia furono rimessi in funzione all'interno della Base, dove vissero insieme a Dark, Juliet e Ben. 

Devon tornò alla sua vita, e il ricordo di Seymour, come quello di tutte le persone conosciute durante quel viaggio pieno di pericoli, di avventura e di emozioni, restò sempre vivo dentro di lui lasciando un segno indelebile nella sua memoria. Con lui si era concluso il ciclo di avventure della famiglia Drake e di Login 'n Kill. Infine, Alexander Drake divenne il nuovo titolare di Login and Live, il programma che rivoluzionò la scienza e il genere umano, come doveva essere sin dall'inizio, e come era destinato a restare per sempre.

Fine.

   
 
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