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Autore: Vavi_14    20/12/2016    4 recensioni
Dal Prologo. Woods and Orange Blossom:
[...]Sente Jimin intimargli di tornare a casa, ma proprio quando è riuscito ad identificare quella sensazione frizzante e intensa, la sagoma di una ragazza appare da una porticina accanto alla vetrina principale. Fa appena in tempo a scorgerne i capelli color ebano sparsi sul giubbotto in lana cotta che se la ritrova a pochi metri di distanza; il rumore degli stivaletti ticchetta sull’asfalto e suggerisce un andamento frettoloso. Potrebbero fermarla per chiederle gli orari del negozio, dopotutto l’hanno vista chiaramente uscire di lì per ultima, ma Jungkook non riesce a far altro che notare il rossore su quel piccolo naso riprendere il colorito acceso delle labbra, per poi abbassare lo sguardo imbarazzato quando lei ricambia di sfuggita la sua occhiata, mentre Jimin si gusta la scena in silenzio, sbatacchiando il più piccolo non appena la ragazza ha voltato loro le spalle.
«Avrò pure l’aspetto di un idol, ma quella sembrava aver occhi solo per te».[...]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
Woods and Orange Blossom
 

 










 
«Cavolo, non si vede niente!»
Jimin si stringe con più foga al braccio di Jungkook, cercando di ripararsi dalla pioggia che, incessante, picchietta sull’ombrello al di sopra delle loro teste. La foschia e la luce fioca dei lampioni rendono l’atmosfera livida e cupa, ravvivata solo dal riflesso del candido nevischio che, quasi innaturale, rischiara le strade di Busan. Jungkook procede a passo svelto, trattiene i brividi per non cedere calore prezioso e tira Jimin in modo che stia al passo con le sue gambe lunghe e agili.
«Ci penseranno i tuoi capelli a fare luce» ribatte con la voce attutita dalla sciarpa, avvolta sapientemente attorno al collo.
Il più grande lo strattona un poco e inarca le sopracciglia, contrariato. «Si può sapere perché ce l’hai tanto con il rosso, eh?»
Jimin si è tolto uno sfizio che aveva progettato anni prima, ai tempi del liceo; adesso è un universitario, ma non ha perso la voglia di distinguersi dagli altri, di cercare un’identità che lo faccia star bene con se stesso.
«È uscito un po’ più acceso di quanto pensassi, però…»
«Non voglio che la gente ci fermi perché pensa che tu sia un idol» replica svelto il più piccolo, spingendo Jimin sulla destra in modo da evitare una pozzanghera.
Non è esattamente la giornata più adatta per uscire a fare una passeggiata – anzi, Jungkook pensa sia la peggiore da un mese a quella parte, - però Taehyung sta preparando un esame importante e, beh, non capita tutti i giorni di vederlo sgobbare sui libri pur di far contento suo padre, così i suoi due coinquilini hanno deciso di fare un salto al nuovo negozio di dischi che ha aperto nel loro quartiere e acquistargli quel CD dei Linkin Park che da tredicenne non aveva avuto i soldi per comprarsi. Anche se ora Taehyung ascolta altri generi, quel gruppo musicale ha tenuto loro compagnia quando ancora non immaginavano che il loro futuro li avrebbe portati a frequentare lo stesso college; Jungkook li aveva raggiunti non appena terminato l’esame di stato poiché, nonostante gli ottimi risultati ottenuti e la conseguente possibilità di frequentare qualche prestigiosa scuola a Seoul, aveva preferito rimanere con i suoi due amici d’infanzia; gli stessi con i quali aveva condiviso quasi vent’anni della sua vita, gli stessi per i quali “avere un fratello rinomato per la sua bravura negli studi” non aveva granché importanza, gli stessi per i quali Jeon Jungkook era una persona in gamba anche se le sue energie non venivano spese tutte a favore dello studio e dei bei voti. Jungkook aveva una bella testa, ma gli piaceva preservarla dalle troppe ore passate sui libri; magari usava quel tempo per imparare a suonare la chitarra guardando qualche tutorial improvvisato, o per allenarsi in vista delle importanti competizioni di Taekwondo della sua città.
«Perché, ti sembro un idol?» La domanda di Jimin  lo risveglia dal torpore e lo costringe ad incrociare uno sguardo tanto lusingato quanto curioso.
Jungkook si fa sfuggire volutamente un lieve sbuffo. Sa che Jimin è alla continua ricerca di conferme e che si fida ciecamente del suo giudizio, ma non ammetterà mai che quel rosso gli dona particolarmente, perché vorrebbe dire aver perso la battaglia contro il volersi tingere ad ogni costo. Dopotutto Jimin va bene così com’è.
«Sta chiudendo».
Rifugge abilmente la richiesta dell’amico frenando all’improvviso e guardando la serranda del tanto agognato negozio chiudersi di botto, dall’altra parte del marciapiede, ponendo fine a tutte le loro buone intenzioni. Almeno per quel giorno.
«Cavolo! Tutta questa strada per niente!» Jimin ha le mani congelate dal freddo, perché nella fretta ha dimenticato di indossare i guanti. «Che poi non potrebbe scaricarselo, quel CD?»
Jungkook non risponde, un po’ perché sa che la domanda di Jimin è dettata dall’esasperazione, piuttosto che dal buon senso – avere un CD originale per le mani non è di certo la stessa cosa che sentirlo in bassa definizione sull’ipod - un po’ perché è rimasto catturato dalla fragranza che ha percepito quando una folata di vento gli ha accarezzato le narici, facendolo bloccare sul posto per cercare di indovinarne gli ingredienti. È quasi sicuro che provenga dal negozio di CD, perché non ci sono altre attività aperte nei dintorni, a parte un bar che solo a guardarlo sembra sapere di vecchio e muffa. Sente Jimin intimargli di tornare a casa, ma proprio quando è riuscito ad identificare quella sensazione frizzante e intensa, la sagoma di una ragazza appare da una porticina accanto alla vetrina principale. Fa appena in tempo a scorgerne i capelli color ebano sparsi sul giubbotto in lana cotta che se la ritrova a pochi metri di distanza; il rumore degli stivaletti ticchetta sull’asfalto e suggerisce un andamento frettoloso. Potrebbero fermarla per chiederle gli orari del negozio, dopotutto l’hanno vista chiaramente uscire di lì per ultima, ma Jungkook non riesce a far altro che notare il rossore su quel piccolo naso riprendere il colorito acceso delle labbra, per poi abbassare lo sguardo imbarazzato quando lei ricambia di sfuggita la sua occhiata, mentre Jimin si gusta la scena in silenzio, sbatacchiando il più piccolo non appena la ragazza ha voltato loro le spalle.
«Avrò pure l’aspetto di un idol, ma quella sembrava aver occhi solo per te».
Jungkook si scosta un poco da lui, come se gli avesse punzecchiato un fianco. «M-ma che dici hyung, è solo perché stavamo qui impalati che lei-»
«Scu-scusami ma tu… tu sei un idol per caso?»
Una voce flebile, quasi sussurrata, interrompe le giustificazioni sconclusionate di Jungkook. Entrambi si voltano a guardare due ragazzine imbacuccate dalla testa ai piedi e strette l’una all’altra, gli occhi a mandorla puntati sulla bella chioma cremisi di Jimin.
«Aehm…»
Il più grande si gratta la nuca, colto alla sprovvista; sta per scuotere la testa in segno di diniego, ma Jungkook è più veloce e lo vince sul tempo.
«Sì, fa parte di un gruppo che debutterà tra qualche mese» butta lì, mal celando un sorrisetto compiaciuto.
«Davvero?!» Le ragazzine spalancano le palpebre e sembrano non stare più nella pelle. «E come si chiamerà questo gruppo?» domanda la più bassa, soffiando aria calda sui morbidi guanti a moffolina.
«Bang… tan Sonyeondan» butta lì Jungkook, non riuscendo più a fermare quel teatrino.
«Ban… CHE?!» Jimin è sconvolto a tal punto da non riuscire più a formulare una frase di senso compiuto, mentre il più piccolo si copre la bocca per non  scoppiare a ridere e rovinare la scena.
«Wow! » Stavolta è la più alta a parlare. «Buona fortuna allora! Spero davvero che il tuo gruppo riesca ad affermarsi. Ora scusaci ma dobbiamo andare…» Detto questo sorride imbarazzata a si trascina dietro l’altra, che però non vuole andarsene senza prima averlo salutato degnamente.
«Sei molto carino!» esclama infatti, ridacchiando e fuggendo via insieme all’amica.
Jimin vorrebbe ringraziare ma non fa in tempo, perciò decide che mollare un pugno sulla spalla di Jungkook sia un ottimo modo per sfogare il suo disappunto.
«Ma che cavolo ti è venuto in mente?!» Arrossisce ripensando alla figura che gli ha fatto fare e gli regala un altro pugno quando vede che il più piccolo non la vuole smettere di ridere.
«Sei tremendo» lo rimprovera, mentre imboccano la via principale che li avrebbe portati alla metro.
In realtà, Jungkook si è preso forse una piccola rivincita, o magari lo ha fatto a causa di quell’odore di legni e fiori d’arancio che non cessava di stordirgli la mente, così come quegli occhi dolci e svegli che hanno ricambiato inaspettatamente il suo sguardo, facendogli dimenticare per un brevissimo istante l’insolito freddo polare di quell’inverno a Busan.
 

 










 
 
 


__________
 
Ciao a tutti! ^^
Vi ringrazio per aver aperto questa storia ed essere giunti fin qui. Vorrei spendere giusto qualche parola per chi ha deciso di provare a seguirla. I protagonisti saranno, come da banner, Jeon Jungkook e Lee Ji-Eun, meglio conosciuta nel mondo kpop come IU. I motivi per cui li vedo bene insieme sono tanti, ma capisco che la scelta può essere condivisibile o meno; in ogni caso, della bella Ji-Eun prenderò in prestito solamente l’identità, in quanto non la seguo assiduamente come cantante, perciò non sono in grado di rendere fedelmente la sua personalità. Con questo intendo che forse, anche se non li avete mai pensati come possibile coppia, questa storia potrebbe piacervi lo stesso, anche perché si tratta di un’AU: sarete voi a decidere se darle o meno una possibilità. :)
L’idea è quella di articolarla in quattro capitoli (per l’appunto, quattro stagioni), più un prologo e un epilogo. Si tratta di una raccolta, ma gli eventi avranno, ovviamente, sia un senso logico che cronologico.
Grazie ancora per aver letto, spero di potervi ritrovare anche al prossimo capitolo! 

Ps. Non so ancora se riuscirò a pubblicare di nuovo prima delle feste; nel caso, auguro a tutti voi un Buon Natale!

 

Vavi
  
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