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Autore: sissi149    20/12/2016    6 recensioni
Nel Principato di Yomiuri Land, a prima vista, tutto scorre tranquillamente, senza grossi problemi. In realtà il Principe Legittimo è partito da più di un anno per un viaggio senza meta, seguendo uno strano individuo che un giorno si era presentato al castello. Il compito di governare è affidato al fratello e al fedele Sovrintendente, ma il primo è da qualche tempo colpito da misteriosi malori.
Nella foresta, invece, si sta formando un gruppo agguerrito di Ribelli, deciso a porre fine ad alcune crudeli decisioni dell'ultimo periodo prese dalla casa reale.
Tra gli schieramenti trovano posto anche la serva del Signore del Caos e la devota alla Dea dell'Armonia. In più, un tradimento è dietro l'angolo...
[I personaggi sono più di quelli indicati nello specchietto, dove il massimo è 5]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Warner/Ken Wakashimazu, Genzo Wakabayashi/Benji, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Koshi Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Poemi di Yomiuri Land'
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Dopo un paio di giorni in cui la pioggia era finalmente tornata a dare sollievo ai territori del Principato di Yomiuri Land, il sole si era levato caldo e intenso, regalando una stupenda giornata di fine estate. La Cittadella era un tripudio di fiori e colori: tutte le porte e le finestre delle abitazioni erano decorate o con fiori recisi o con fiori di tessuto o con veli multicolori. Le strade erano state pulite, le piazze sgombrate, il cortile della Fortezza rimesso a lustro, pronto ad ospitare fiumi di gente. L'attività era febbrile in ogni angolo: tutti gli abitanti erano in trepidazione per le nozze reali a cui ormai mancava veramente poco.

Il Tempio di Machiko splendeva quasi come uno specchio, le sue colonne erano cariche di corone di fiori e la statua della Dea sembrava sorridere più benevola del solito. Hikaru Matsuyama indossava già la ricca veste color ciclamino, riservata alle celebrazioni nuziali, e passava in rassegna il Tempio, per assicurarsi che tutto fosse perfetto. Stringeva tra le mani un piccolo aquilotto che aveva trovato sul davanzale della sua finestra il giorno dopo la Battaglia della Cittadella, dove la sua Furano era caduta. Sembrava proprio che la Dea avesse deciso di mostrargli la sua benevolenza, inviandogli un altro degli animali a lei prediletti.

Un grido acuto del piccolo lo fece voltare verso l'ingresso: il Principe era arrivato, in anticipo, come sua abitudine. Il Sacerdote gli andò incontro:

“Vostra Maestà, è un piacere avervi qui.”

Jun sorrise felice:

“Credetemi, Matsuyama, il piacere è tutto mio oggi.” Indossava un abito celeste, accompagnato da un mantello di una tonalità leggermente più scura. Nessuno stemma campeggiava sui tessuti, solo il colore del cielo era previsto per gli sposi, di qualunque estrazione sociale essi fossero. Al fianco portava la spada, solo per completare l'insieme, che per una reale necessità. Le sarte reali avevano compiuto un mezzo miracolo a confezionare il tutto in così pochi giorni: dopo il Concilio e dopo che Yayoi aveva accettato di diventare sua moglie, aveva voluto che la cerimonia avvenisse il più presto possibile.

“Venite Altezza, direi che possiamo procedere con l'unzione visto che siete qui. La vostra futura sposa l'ha già ricevuta all'alba.”

Il Principe annuì ed andò ad inginocchiarsi ai piedi della statua della Dea, raccogliendosi un istante in preghiera. Silenziosamente Hikaru lo accostò per pronunciare le parole rituali:

“Vostra Maestà, siete qui oggi obbedendo al desiderio del vostro cuore e libero da qualsiasi altra costrizione?”

“Sì, lo sono.”

“Che la Dea possa esservi testimone.” Così dicendo, con due dita bagnate del profumato olio sacro, il Sacerdote unse la fronte del Principe.

Terminato il piccolo rituale preparatorio, i due uomini si avviarono tra le colonne del Tempio, godendo della serenità del luogo sacro.

“Matsuyama – esordì Jun – volevo ringraziarvi per il vostro intervento al Concilio, senza le vostre parole non so se tutto questo avrebbe mai potuto esserci.”

Il Sacerdote scosse la testa:

“Ho detto solo ciò che pensavo. Sono convinto che la Dea vi voglia uniti e, se non in questo modo, avreste trovato un altro sistema.”

“La vostra fede è ammirevole.”

Hikaru si arrestò, sistemando una manica dell'ampia veste.

“In questo ultimo anno mi è stata molto di conforto.”

Restarono per qualche attimo in silenzio.

“Come sta vostra cugina?”

“Un po' meglio, il fatto che abbiate fatto luce sui reali accadimenti relativi alla morte del padre ha contribuito a farle trovare più stabilità. In questi giorni, col matrimonio di mezzo a cui pensare l'ho rivista sorridere quasi come un tempo. - Sospirò profondamente – Se penso che tra poco dovrò metterla al corrente di qualcosa che potrebbe destabilizzarla ancora.”

“Credo di sapere a cosa vi riferite. State parlando della sua nascita?”

Matsuyama restò completamente spiazzato:

“Voi sapete?”

Il Principe si passò una mano tra i capelli:

“Lord Fujisawa lavorava alla Fortezza, ricordate? Io e Tsubasa, da bambini, abbiamo visto nostro padre rientrare da una battuta di caccia con vostro zio, ma invece delle prede avevano un fagotto che piangeva. Noi, ehm, abbiamo origliato la conversazione. - Chinò il capo, vergognandosi per quella piccola marachella infantile – Quando papà ci scoprì, ci fece promettere sul nostro onore di Principi di non raccontare nulla a nessuno.”

Hikaru non riuscì a trattenere una piccola risatina all'immaginare i due principini colti sul fatto.

“Direi che fino ad ora avete mantenuto la promessa, ma per contro mio zio mi ha pregato di rivelare la verità a Yoshiko quando avrà vent'anni e tra poco sarà il suo compleanno.”

“Se vorrete potremmo parlarle insieme.” Jun non ebbe remore ad impegnarsi col Sacerdote, aveva sempre sentito una certa affinità con l'uomo che, per certi versi, era stato suo confidente, confrontandosi spesso su argomenti dottrinali.

Matsuyama annuì grato della disponibilità del Principe nei suoi confronti.

“Venite ora: meglio prendere posto, la gente sta cominciando ad arrivare.”

Infatti poco a poco il Tempio stava iniziando a popolarsi, buona parte della nobiltà del Regno era accorsa, anche dalle campagne e dalle città entro un raggio di tre giorni di viaggio. Sicuramente chi stava più lontano avrebbe trovato altri modi per porgere i propri omaggi alla nuova coppia reale. Gli uomini portavano i loro mantelli migliori e le dame facevano a gara a chi avesse l'abito più bello, in una moltitudine di colori e gioielli, per certi versi fuori luogo data la semplicità nell'abbigliamento prevista per gli sposi dal rito.

Il Principe aveva fatto riservare in buona posizione una parte dei posti ai Ribelli: sia lui che Yayoi li desideravano presenti alla cerimonia, incuranti dell'opinione delle famiglie dei nobili.

Il Capitano Wakabayashi portava con orgoglio rinnovato la bianca divisa della Guardia Reale, in versione da cerimonia, corredata di ampio mantello rosso e cappello piumato del medesimo colore. Prima di raggiungere il proprio posto, si inchinò al cospetto del Principe presso l'altare, ricevendo in risposta un cenno del capo. Voleva rilassarsi in quella giornata ed aveva concesso carta bianca al Vice Capitano Izawa per quanto riguardava la sicurezza alla Cittadella, si era pienamente guadagnato la sua fiducia. Aveva anche finalmente chiarito tutte le incomprensioni col Cavaliere Mikami, suo vecchio mentore, tornando a godere della sua benevolenza, ma anche delle sue ingerenze nella propria vita privata, dato che l'uomo lo considerava tuttora un buon partito per la figlia. Li aveva intravisti entrambi qualche fila più indietro, al termine della cerimonia avrebbe dovuto certamente andare a salutarli.

Presto non vi fu più un solo posto libero e molti del popolo si accontentarono di restare in piedi ai lati ed in fondo, vicino all'ingresso.

All'ora stabilita il corteo delle Ancelle di Machiko, guidato da Yoshiko in qualità di solista, entrò dal portone principale, precedendo la sposa lungo la navata. La giovane Fujisawa intonava con la sua voce cristallina i versi che narravano la storia d'amore della giovane Hoshi col cavaliere Mitsuo,1 che la Dea innalzò a costellazioni, rendendoli simboli imperituri di amore. Tra una strofa e l'altra il coro delle fanciulle intonava un piccolo refrain di lode a Machiko.

Qualche passo dietro il gruppo avanzava Yayoi, sorridente. Se Jun aveva avuto a disposizione tutte le sarte reali per il suo abito, la Strega aveva dovuto ricorrere all'abilità con ago e filo di Yukari ed alla grande generosità di Lady Sorimachi. Impossibilitate a confezionare qualcosa di nuovo in così breve tempo, quest'ultima aveva ceduto il proprio abito da sposa, affinché fosse modificato e riadattato. Le differenti corporature delle due donne avevano dato modo a Yukari di dimostrare tutta la sua perizia nell'adattare alle diverse forme di Yayoi il nuovo modello. Aveva eliminato le maniche e le decorazioni sul corpetto, che la stessa Yasu non amava troppo, ma che avevano fatto tanto piacere alla madre all'epoca, cambiata la scollatura e accorciata la gonna, per evitare che l'amica ne inciampasse, eliminando anche buona parte del tulle della sottoveste che aumentava il volume: Yayoi aveva preferito una linea più semplice, che cadesse quasi dritta. Unico vezzo, Yukari e Yasu avevano trovato al mercato qualche metro di un tessuto velato quasi trasparente della stessa tonalità di azzurro dell'abito, che avevano deciso di cucire come strato supplementare sopra la gonna, a dare l'idea di un illusione. Lady Sorimachi aveva definito l'effetto finale quasi magico, perciò adatto alla Strega. Col parecchio tessuto eliminato dall'abito originale Yayoi aveva ricavato un nastro da legare al collo, in sostituzione dei gioielli, caldamente sconsigliati alle spose secondo il rito più ortodosso. Era anche risaputo che Matsuyama non amasse spose troppo sfarzose. Altri nastri furono dati da legare al polso alle sue damigelle. Completavano l'insieme fiori bianchi freschi intrecciati nelle lunghe chiome rosse della futura sposa ed un piccolo mazzolino che essa reggeva in mano.

Jun, al culmine dell'emozione, la vide spuntare dietro al coro, che si era diviso per salire i gradini dell'altare e ricomporsi alle spalle del Sacerdote, rimanendo estasiato da quella bellezza e perfezione. Si sentiva l'uomo più fortunato del Regno dopo che quella creatura aveva acconsentito a diventare sua moglie.

Dietro di lei chiudevano il corteo le tre damigelle scelte dalla sposa: Maki, Yasu e Yukari, ognuna con abiti in tonalità chiare.

Raggiunto l'altare, Jun le andò incontro, accogliendola con un bacio sulla fronte e Matsuyama impartì un primo segno di benedizione alla coppia.

Il canto delle Ancelle di Machiko si interruppe ed il Sacerdote prese la parola:

“Oggi siamo tutti qui per celebrare l'amore e vivere un momento di gioia. Tuttavia è desiderio degli sposi di non dimenticarsi dei caduti dei giorni scorsi: essi hanno espresso il desiderio di ricordarli con una preghiera prima di procedere al rito nuziale vero e proprio.”

Tutti i presenti si raccolsero silenziosamente per qualche istante, facendo correre ancora una volta i loro pensieri alla Battaglia della Cittadella.

Matsuyama si recò all'urna dove la fiamma consacrata a Machiko ardeva imperitura e da essa accese un bastoncino di legno che posizionò in un piccolo bacile metallico, dove prese ad ardere vivacemente. Si avvicinò alla sposa e glielo porse. Questa vi gettò il suo mazzo di fiori, affinché vi vi venisse bruciato. Lentamente iniziò a spargersi per il tempio un dolce profumo, considerato segno della benevolenza della Dea alle nozze: era credenza che fosse segno di malaugurio che i fiori offerti dalla sposa alla fiamma non sprigionassero alcuna fragranza nell'aria.

“Come l'essenza scaturita da questa fiamma, attraverso l'aria giunge ad ognuno di noi, penetrando nei nostri animi e donandoci gioia, così il vostro amore, giovani sposi, trabocchi dai vostri cuori e giunga ad accarezzare l'anima dell'altro. Prendetevi ora per mano.”

La coppia si voltò in modo da potersi guardare. Il Principe afferrò tra le proprie le mani che Yayoi gli porgeva, sentendole un poco rovinate, ma allo stesso tempo delicate: erano mani che avevano curato molte ferite. Si accorse che tremavano. La Strega abbandonò le proprie mani in quelle grandi e gentili di Jun, rendendosi conto che erano meno salde di quanto si aspettasse: tradivano l'emozione dell'uomo.

“Se siete pronti, è il tempo delle promesse. Vostra Altezza.”

Il Principe si schiarì la voce e recitò la formula tradizionale:

“Io, Jun, prometto che il mio amore per voi, Yayoi, sarà per me più puro dell'acqua, più forte della roccia, più ardente del fuoco e più vitale dell'aria. Sarò il vostro porto sicuro e le vostre ali per volare nella vita.”

“Io, Yayoi, prometto che il mio amore per voi, Jun, sarà per me più puro dell'acqua, più forte della roccia, più ardente del fuoco e più vitale dell'aria. Sarò il vostro porto sicuro e le vostre ali per volare nella vita.”

Lady Sorimachi sentì un nodo in gola, ricordando il momento in cui aveva scambiato le sue promesse con Kazuki, ma sentì che faceva meno male del solito.

Matsuyama sollevò entrambe le braccia:

“Davanti a Machiko avete compiuto un sacro giuramento. La Dea accetta i vostri impegni e veglierà su di voi nel cammino che da questo momento percorrerete insieme.”

Il Coro delle Ancelle di Machiko intonò un canto costituito da due moduli di cinque note sovrapposti che si ripetevano continuamente, creando un effetto ipnotico.

Guidati dalla musica, Yayoi e Jun entrarono in una specie di stato alterato, perdendo contatto con la realtà fisica che li circondava. Nelle orecchie sentivano il rimbombare vorticoso dei loro cuori secondo due ritmi nettamente distinti. Improvvisamente, questi si arrestarono un lungo momento. Poi ripresero a battere all'unisono, come un unico alito di vita.

La voce del Sacerdote li riportò nel presente:

“Con la benedizione di Machiko, potete baciarvi.”

Fu un bacio intenso e vero, non propriamente il casto bacio simbolico prescritto dal cerimoniale, ma Matsuyama non ebbe nulla da obiettare, anzi, sorrise compiaciuto, due giovani che si amano non dovrebbero essere frenati nelle reciproche manifestazioni d'affetto.

Il Principe si voltò verso i fedeli accorsi al Tempio ed annunciò:

“Abitanti della Cittadella, amici accorsi da lontano e fedeli sudditi, ecco la vostra nuova Principessa!”

Gli applausi scrosciarono, molto più calorosi tra i Ribelli, la Guardia ed il popolo che tra i nobili, non ancora del tutto convinti della scelta del Sovrano.

Yayoi, incoraggiata da uno sguardo del marito, pronunciò le sue prime parole come Principessa:

“Il Principe ed io saremmo molto lieti di avervi tutti come ospiti al banchetto ed alle danze preparate nel cortile della Fortezza.”

Solitamente i Principi aprivano il banchetto di nozze in una sala della Fortezza solo ai parenti ed alle più importanti famiglie nobili, ma Yayoi e Jun avevano deciso che tutti fossero presenti per festeggiare non solo le nozze, ma anche la liberazione del Principato dal tiranno.

Tenendosi ancora per mano i due sposi scesero le scale dell'altare e percorsero tutta la navata verso l'uscita, seguiti dal Coro delle Ancelle di Machiko che intonava un inno di lode alla Dea. Al passaggio della coppia Reale tutti gettarono ai loro piedi foglie verdi provenienti dagli imponenti alberi di Kira situati nella Foresta Meiwa, come augurio di fertilità.

I Principi raggiunsero una piccola carrozza scoperta che li attendeva e partirono alla volta della Fortezza.

 

 

 

 

 

Il sole stava iniziando a calare, il tramonto era prossimo. L'uomo si arrestò poco lontano dalla Cittadella avvolto nel mantello da viaggio. Osservò le mura perfette e le torri della Fortezza Musashi ergersi maestose a dominare l'abitato. La vista famigliare gli riscaldò il cuore, era stato lontano decisamente troppo a lungo. Aveva inseguito un sogno ed un ideale, scoprendo nuovi territori ed usanze, ma ora era tempo di tornare a casa.

Spronò il suo destriero per raggiungere al trotto l'accesso principale della Cittadella. Poco prima di essere troppo vicino ai Guardiani della Porta decise che forse era meglio entrare in maniera più discreta e deviò il suo percorso verso il passaggio segreto, che gli avrebbe anche consentito di arrivare ai quartieri più elevati, non lontano dalla Fortezza.

Sbucato all'interno della cinta muraria, fu subito colpito dall'aria di festa che si respirava, a cominciare da tutte le decorazioni sulle abitazioni: sicuramente si festeggiava qualcosa di importante, ma non gli sembrava di ricordare ci fossero ricorrenze particolari in quel periodo. Più si avvicinava alla Fortezza, più il vociare e la musica invadevano le sue orecchie.

Giunto davanti al portone, lo trovò aperto, sorvegliato distrattamente da uno dei servitori mentre una coppia di giovani usciva tenendosi per mano e ridendo felice. Pareva proprio che il cuore dei festeggiamenti fosse all'interno del cortile.

La sua curiosità aumentò. Smontò e legò il cavallo allo steccato del viale d'accesso, avrebbe pensato più tardi a portarlo nelle stalle.

Approfittando del fatto che l'uomo all'ingresso fosse impegnato a ricevere un rifornimento alimentare, entrò senza dare troppo nell'occhio.

Da un lato era posizionata una lunga tavola imbandita dei resti di un lauto banchetto. Alcuni uomini della Guardia Reale vi si aggiravano intorno, forniti di boccali di birra. Al centro del cortile vi era lo spazio riservato alle danze, dove la maggior parte della gente era accalcata. Cercò di farsi strada per vedere meglio, facendo anche scivolare via il cappuccio. I musicisti reali stavano suonando una danza tradizionale, con l'aggiunta di un flauto suonato da un uomo con i capelli lunghi che indossava la divisa della Guardia. Non lo riconobbe.

Soli a danzare, con i palmi delle mani destre che combaciavano a metà strada tra loro e le braccia sinistre dietro le rispettive schiene, c'erano solamente il Principe, in abiti nuziali, e quella che doveva essere la sua sposa. Per poco non gli venne un colpo: Jun si era sposato e lui se l'era perso.

Si soffermò sulla neo principessa: i tratti del viso e l'espressione erano molto dolci, a prima vista sembrava adatta al Principe, mentre per quanto riguardava lui, era parecchio tempo che non lo vedeva sorridere a quella maniera.

La musica terminò e decise che era arrivato il momento di palesarsi:

“Posso avere l'onore di un ballo con la sposa?”

Tutti si voltarono verso di lui e rimasero a bocca aperta.

“Tsubasa!” Esclamò Jun, tra stupore e gioia, inchinandosi poi al fratello maggiore, imitato da Yayoi.

Il Principe Legittimo sorrise ed avanzò di qualche passo per offrire la sua mano al Principe Reggente:

“Fratello mio! Non c'è bisogno di queste cerimonie tra di noi, alzati. Anche tu sorella. - Aiutò entrambi ad alzarsi e li abbracciò – Sono contento di essere a casa.”

Si voltò e notò che tutti gli invitati al matrimonio si erano genuflessi in suo onore. Guardò il fratello e si grattò la nuca:

“Jun, io non volevo rovinare la tua festa. Alzatevi tutti e che la musica ricominci. Allora danzerete con me Principessa...?”

“Yayoi, vostra Altezza. Ne sarei onorata.”

La Strega venne trascinata in una danza rapida da Tsubasa, seguita presto da molti degli invitati. Durante il ballo fu riempita di domande da parte del Principe Legittimo.

Jun, invece, si allontanò un poco ed incrociò Lady Sorimachi, che commentò sarcastica:

“Già che c'era poteva starsene via un altro paio di giorni. Perfino al tuo matrimonio riesce a concentrare tutta l'attenzione su di sé.”

Il Principe Reggente sollevò leggermente le spalle.

“Che ci vuoi fare, è fatto così.” In qualità di fratello minore era abituato a farsi rubare la scena da Tsubasa e, anche se a volte aveva provato del fastidio, quel giorno nulla poteva distoglierlo dalla felicità raggiunta. O dal dare una spintarella ad altri sulla via per ottenerla.

“Yasu, dovresti invitare Wakashimazu a ballare, sareste una bella coppia.”

Lady Sorimachi arrossì leggermente, ma non perse il suo spirito battagliero:

“Per farmi uccidere da Genzo? Un'altra volta magari. Poi ora Ken è impegnato a suonare. Con permesso.”

Si allontanò con passo veloce verso il tavolo del banchetto, dove recuperò un boccale di birra.

Jun si ritrovò a ridacchiare.

Poco dopo Tsubasa ricomparve con Yayoi, per ricondurla a lui.

“Jun, tua moglie è davvero adorabile. Credo di essermi perso un sacco di cose stando via, non avrei mai immaginato di tornare e trovarti sposato.” Ammise colpevole il maggiore dei Principi.

Jun annuì, poi spalancò gli occhi, come colto da un pensiero improvviso:

“Tsubasa, noi... non ti aspettavamo per oggi. Da quando sei partito io occupo gli alloggi nella Torre Centrale, che sarebbero tuoi. Sono stati preparati per noi stasera e... Se avessi saputo li avrei fatti preparare per te e io sarei tornato nell'altra torre.”

Tsubasa posò una mano sul braccio al fratello per arrestare quel fiume di parole:

“Jun, non ho alcuna intenzione di sfrattarti la tua notte di nozze. Ci sarà un posto negli alloggi degli ospiti. Domani sistemeremo tutto e mi aggiornerai su molte cose. A proposito, come mai non vedo Koshi?”

Yayoi e Jun si scambiarono un'occhiata preoccupata, che non passò inosservata al Principe Legittimo: aveva toccato l'unico argomento che avrebbe potuto intaccare la gioia di quel giorno. Il Principe Reggente rispose:

“È una lunga storia, ne riparleremo.”

Per il momento Tsubasa sembrò accontentarsi e lasciò la coppia per andare ad intrattenersi con i vari ospiti.

I festeggiamenti continuarono anche quando fu necessario riempire i cortili di fiaccole e candele. La nuova coppia reale ballò e scambiò parole cortesi con tutti, nobili e non, amici o semplici conoscenti.

Al momento opportuno, Genzo chiese la parola:

“Come molti di voi sapranno, è tradizione in occasione dei matrimoni reali che il Capitano della Guardia offra un piccolo dono agli sposi prima che si ritirino a rendere completa la loro unione: una coppa di Shutetsu da dividersi.” Batté le mani ed il suo Attendente Morisaki presentò il vassoio con la coppa colma del liquore tipico dei soldati ancora fumante.

Il Capitano proseguì:

“Prima la Principessa.”

Jun riuscì a sussurrare all'orecchio di Yayoi, prima che bevesse:

“Solo un sorso, quella roba è parecchio forte.”

Yayoi bevve, sentendo il liquido caldo scenderle fino in fondo allo stomaco e da lì irradiarle una piacevole in tutto il corpo fino alla punta delle dita, poi passò la coppa al marito, che la terminò, tra gli applausi dei presenti e qualche coretto goliardico.

“Credo sia giunto il momento che io e mia moglie ci ritiriamo nelle nostre stanze.”

Prese dolcemente la Strega per mano ed insieme si diressero verso la scalinata che conduceva alla Torre Centrale, sparendo in breve oltre la pesante porta d'ingresso, su per le scale, fino al talamo nuziale.

Nei cortili si proseguì a cantare, a ballare, a brindare alla nuova coppia, al ritorno di Tsubasa e alla ritrovata pace nel Principato, sotto le stelle che splendevano alte nel cielo.


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1Secondo il sito che ho consultato, letteralmente Hoshi significa stella e Mitsuo uomo scintillante.


Ebbene, eccoci giunti al termine di questa storia. In questo finale i Ribelli sono restati decisamente sullo sfondo, ma il loro lieto fine l'avevano avuto durante il Concilio, quando avevano visto ufficialmente riconosciuti e ripagati i loro sforzi e sacrifici. Qui è stato tutto dedicato alla coppia reale, con un matrimonioa metà strada tra la cerimonia religosa ed il rituale magico, ed al tanto sospirato ritorno di Tsubasa-Re Riccardo. Tra i due Principi ci sarà molto da chiarire e discutere, ma mi sembrava giusto chiudere così, col giubilo generale. Devo dire che sono rimaste aperte delle porticine per eventuali seguiti o spin-off, e la cosa non mi dispiace, ma per un po' sento la necessità di staccare con questo "mondo". è dal 2012 che mi sto portando appresso questa storia, aiuto!
Nella mente ci sono già altre idee e progetti, devo vedere a quale dare la precedenza. Comunque mi impegno a non pubblicare finché non avrò abbastanza materiale per non lasciare la storia in sospeso per mesi (a meno che non si tratti di raccolte di one-shot).

Veniamo all'angolino ringraziamenti: ringrazio tutti coloro che hanno seguito e dato una possibilità a questa storia, chi l'ha letta silenziosamente, chi ha recensito, chi l'ha inserita in una delle varie liste. Grazie a tutti.
Un grazie particolare va nuovamente a berline, per avermi concesso di utilizzare il suo personaggio originale Yasuko Wakabayashi, che doveva solo essere una guest star del capitolo 13, ma che è diventata un personaggio ricorrente negli ultimi capitoli. Grazie ancora. ;)

Per finire un piccolo regalo per chi avrà la pazienza e la voglia di approfondire il mondo sonoro della Ballata, visto che siamo anche sotto Natale. XD Questo è un Sanctus da una messa di Giovanni Pierluigi da Palestrina, un compositore operante nelle maggiori basiliche di Roma nella seconda metà del 1500. E' un esempio di come io immagino le atmosfere create dal Coro delle Ancelle di Machiko.
https://www.youtube.com/watch?v=F0YcwzjG_sY

Invece qui ci spostiamo in Irlanda, con il compositore Turlough O'Carolan per avere un'idea delle danze durante la festa di matrimonio di Jun e Yayoi.
https://www.youtube.com/watch?v=HLna7v3lH6A
 

  
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