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Autore: eppy    21/12/2016    4 recensioni
Fissando quell'albero di Natale issato nel soggiorno di casa sua, Jane ricordò lo scintillio negli occhi di Chris quando le aveva annunciato la decisione presa dai suoi professori: sarebbe stato proprio lui il protagonista di quella trasferta in America che almeno in principio, sarebbe dovuta durare fino a Natale.
Poi però quei meravigliosi occhi verdi, di colpo avevano smesso di brillare, come succede all'albero quando lo si priva delle serie di luci che lo rendono così perfettamente ipnotico, e Chris l'aveva attirata al suo petto per stringerla talmente forte, nella tenera e disperata illusione di colmare così quello spazio che di lì a poco si sarebbe frapposto tra loro.
****** Dedicato a tutti coloro che hanno sognato con me in 'For your eyes only' *******
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Quell'anno l'albero lo aveva fatto più tardi.
L'ottavo giorno del dodicesimo mese, con suo sommo dispiacere, Jane Collins lo aveva trascorso all'università, impegnata a ripetere e disperarsi per le prove intercorso che si sarebbero tenute nei giorni seguenti.
E forse, a ben pensarci, il sottile filo sul quale pareva essersi adagiata la sua vita nei mesi precedenti, aveva cominciato ad allentarsi proprio allora.
Le avrebbe fatto davvero comodo dare tutta la colpa agli esami imminenti, alle giornate infinite di corsi, al poco tempo che aveva a disposizione persino per una chiacchierata con la sua migliore amica, ma la verità era molto più semplice e banale di quanto si potesse immaginare.
Dietro ai musi lunghi, allo stress accumulato, e alla malsana voglia di mollare tutto, c'era il disperato bisogno di sentirsi vicina a qualcuno che fisicamente era lontanissimo.
Chris.
Sempre e solo lui.
La sua partenza per gli States era stata quasi improvvisa, e seppure Jane non avesse tentennato un solo istante e lo avesse spinto ad accettare a piene mani l'opportunità che gli era stata offerta, non poteva non ammettere che ne era stata devastata.
 La notizia che il suo fidanzato fosse stato scelto da alcuni professori come portavoce di un progetto nel quale lui e alcuni compagni di corso si stavano impegnando, era arrivata a fne settembre, poco prima dell'inizio del nuovo anno accademico, e dopo un paio di  mesi che avevano trascorso insieme, e che erano stati meravigliosi, quasi a ripagarli di quei momenti infelici vissuti durante il periodo della sua cecità.
Avevano trascorso il ferragosto a casa dei genitori di Jane, poi Chris l'aveva portata a casa sua per presentarla alla propria famiglia, e nella prima settimana di settembre erano entrambi tornati a Belfast, al campus, nonostante fosse ancora piuttosto presto per l'inizio delle lezioni.
Erano stati bene, si erano amati, coccolati, presi in giro come al solito, e baciati più volte di quante se ne possano contare o ricordare. E poi, proprio come un fulmine a ciel sereno, la partenza per Chicago.
Fissando quell'albero di Natale issato nel soggiorno di casa sua, Jane ricordò lo scintillio negli occhi di Chris, quando le aveva annunciato la decisione presa dai suoi professori, che lo vedeva protagonista di quella trasferta in America che almeno in principio, sarebbe dovuta durare fino a Natale.
Poi però quei meravigliosi occhi verdi, di colpo avevano smesso di brillare, come succede all'abero quando lo si priva delle serie di luci che lo rendono così perfettamente ipnotico, e Chris l'aveva attirata al suo petto per stringerla talmente forte, nella tenera e disperata illusione di colmare così quello spazio che di lì a poco si sarebbe frapposto tra loro.
Considerato il fuso orario, i mille impegni di lei e di lui, era stato difficile persino riuscire a trovare un momento per parlarsi, ma loro due non si erano mai persi d'animo, e anche se con mille ritardi, incoincidenze e difficoltà, erano riusciti a tenersi in contatto costante, almeno nelle prime settimane.
Poi però le cose si erano fatte più complicate.
Avevano cominciato a battibeccare per delle sciocchezze; non perchè ci fosse un reale motivo per farlo, ma semplicemente per la stanchezza, lo stress di una lunga giornata, e la frustazione per essere così maledettamente lontani. Il più delle volte si urlavano contro solo perchè avevano troppo bisogno l'uno dell'altra.
Fingevano che non gliene importasse poi così tanto, quando avrebbero solo voluto passare la notte abbracciati nello stesso letto.

Però dopo qualche ora riuscivano a tornare quelli di sempre: arrivava per entrambi un momento in cui avvertivano la necessità di rassicurarsi a vicenda sul fatto che fosse tutto apposto, che i giorni stessero passando, che presto si sarebbero rivisti e allora sarebbe stato tutto più semplice.
La prima volta in cui avevano litigato sul serio, il calendario segnava proprio l'otto dicembre.
Anzi, a Chicago era l'otto dicembre, a Belfast il nove era iniziato da poche ore.
Chris le aveva infatti telefonato svegliandola nel pieno della notte, mezzo ubriaco, per dirle che non sarebbe tornato per Natale, e nemmeno per Capodanno. Jane era da poco riuscita a chiudere occhio quando il telefono era squillato, troppo in ansia per l'esame del giorno dopo, che per giunta lui pareva aver completamente rimosso dalla memoria.
Quando aveva afferrato il dispositivo e aveva letto il nome del suo fidanzato sul display, nonostante l'ora, nonostante la giornata di merda che aveva appena trascorso, la ragazza aveva instintivamente sorriso.
Aveva subito ingenuamente pensato che il suo Chris si fosse ricordato all'ultimo momento della prova del giorno dopo , e che volesse soltanto rassicurarla un pò.
Non se la prendeva se ogni tanto lui dimenticava qualche particolare come quello. Capiva benissmo che la vita di Chris a Chicago fosse altrettanto stressante, e piena....non poteva ricordare tutte le prove intercorso, (e purtroppo per lei, ne erano davvero tante) che Jane avesse in quel periodo. Lei stessa gli diceva quotidianamente di star studiando, ma pretendere che Chris ricordasse tutte le date delle suddette parti d'esame, beh, sapeva che sarebbe stato pretendere un po' troppo, dato che nemmeno lei riusciva a star dietro a tutti gli impegni di lui.
A causa di quella maledetta distanza, di quel maledetto fuso orario, e di quel fottuto mondo che pareva proprio esserglisi messo irremovibilmente contro, e che si serviva delle strategie più disparate per allontanarli sempre di più.
Proprio come accadeva quando uno dei due stava per mandare un messaggio o appartarsi un attimo per una telefonata. Ecco sopraggiungere qualcuno o qualcosa che li costringeva a rimandare.
Però non c'era istante della giornata in cui Jane non si sentisse per un attimo più leggera al solo pensiero di sentire la sua voce e confidarsi con lui, raccontargli tutto... e quella notte non fece eccezione.
Solo che Chris la stava chiamando da una discoteca, era mezzo ubriaco, le aveva dato una terribile notizia, e per di più, c'era una voce in sottofondo ma terribilmente vicina e pericolosa, che continuava a dire al ragazzo di chiudere la telefonata e tornare a ballare e divertirsi con lei.
Era stato a quel punto che Jane aveva perso le staffe, che aveva chiuso la telefonata arrabbiata e ferita; era stato a quel punto che calde lacrime le avevano bagnato il viso, e che aveva desiderato con tutta se stessa che l'America non fosse mai esistita. In singhiozzi, aveva avuto la sensazione di star lentamente e inesorabilmente perdendo Chris, e allora aveva pianto ancora più forte, perchè non ne sopportava nemmeno l'ipotesi, l'idea.  Lo voleva al suo fianco, per sempre.
Ma lui era spigliato, intelligente, gentile e così dannatamente bello, che sarebbe stato da pazzi non volerlo per sè. 
E lei era pronta a scommettere che le americane non fossero affatto pazze, per sua sfortuna.

Si fidava di Chris, non aveva mai dubitato del suo amore, non dopo tutto quello che lui si era inventato per starle accanto nel periodo più difficile della sua vita, ma saperlo in una discoteca, ubriaco, probabilmente circondato da ragazze, e non poter nemmeno dire quando avrebbe potuto riabbracciarlo, la fece dare di matto.
Ovviamente quella notte non era più riuscita ad addormentarsi, e ovviamente, date le premesse, non era riuscita a concentrarsi durante l'esame, che per inciso, non aveva passato.
Inizialmente si era persino rifiutata di rispondere alle chiamate di Chris, il quale messosi in contatto con Scott e Sophie aveva scoperto tutto, e per farsi perdonare, oltre a mandarle mille messaggi in cui le chiedeva scusa per averla chiamata in quel modo, a quell'ora, per essersi ubriacato, per averle anche solo fatto pensare che potesse dare attenzioni a qualcun'altra, le diceva che l'amava, e che avrebbe fatto l'impossibile per tornare il più presto possibile.
Jane non aveva resistito molto: aveva finito per piangere disperata con lui dall'altro capo del telefono, a gridargli con voce spezzata che le mancava da impazzire, e che avrebbe dato tutto per poter riessere stretta dalle sue braccia, guardata da quegli occhi, e baciata da quelle labbra di nuovo.
Quella era stata forse l'unica volta in cui era crollata sul serio, e l'unica volta in cui finì per piangere anche Chris con l'oreccio incollato al ricevitore, devastato per le stesse e identiche ragioni, e animato dagli stessi e identici desideri.
Sembravano due bambini capricciosi, e ne erano perfettamente consapevoli, ma si volevano più intensamente di quanto di possa concepire...ed erano così maledettamente distanti!
Malaguratamente, nei giorni seguenti, Jane aveva capito che quella voce femminile che aveva sentito la sera dell'otto dicembre, apparteneva a una nuova collega di Chris, e la cosa non la faceva stare per niente tranquilla. Lui però continuava a ripeterle che l'amava e che non vedeva l'ora di poterglielo dimostrate come Dio comanda, e le spedì persino una pallina di Natale con la promessa di riuscirla a vedere appesa all'albero prima che quest'utlimo fosse smontato il sei gennaio...un gesto del tutto simbolico, che per loro due però significava tanto.
La promessa di riabbracciarsi presto.
Sarebbe stato quello il regalo più bello che avrebbero potuto contemporaneamente ricevere e donarsi a vicenda. E si sa che a Natale i regali sono quasi d'obbligo.
Ecco perchè quando tutti gli sforzi e i tentativi di Chris di riuscire a concludere la trasferta prima della fine dell'anno, furono resi vani, Jane ci restò malissimo.
Perchè per loro l'ultimo dell'anno non era soltanto San Silvestro, non poteva riassumersi nei preparativi per Capodanno, nei fuochi d'artificio di mezzanotte e nel brindisi con gli amici.
Esattamente un anno prima, quello stesso giorno, Jane e Chris si erano conosciuti in aeroporto.
In un certo senso, anche quello era il loro anniversario...e ci sarebbero stati almeno cinquemila kilometri a dividerli. Se solo lui glielo avesse chiesto, lei avrebbe mollato tutti e lo avrebbe raggiunto...ma Chris pareva non aver minimamente pensato a quella possibilità.
Con quel pensiero in testa, Jane staccò la pallina arrivata direttamente da Chicago dall'albero, sforzandosi di trattenere le lacrime.
Le mancava troppo.

I mesi appena trascorsi erano stati duri, perchè dopo aver riacquistato la vista aveva dovuto faticare parecchio per rimettersi in pari con tutto, e l'essere così distante da Chris non aveva fatto altro che peggiorare le cose. Non di una, ma di cento volte.
Non poterlo guardare negli occhi, non vederlo sorridere, non poter giocare con i suoi capelli, non carezzargi il petto, non sentire il battito del suo cuore sotto la testa, non riuscire a intrecciare le mani con le sue, non baciarlo con tutto l'ardore del mondo, non sentirsi il suo corpo adesso e dentro, era per lei quanto di più frustrante si potesse provare.
Non ce la faceva più. Lo rivoleva indietro.
Forse era un suo limite, ma non era fatta per le relazioni a distanza. 
Ed era più che certa che se non si fosse trattato di Chris, se non si fosse trattato del ragazzo che amava con tutta se stessa e più di stessa, non avrebbe retto.
Ma era impensabile anche solo immaginare di rinunciare a lui, quindi aveva fatto l'impossibile, nonostante i mille ostacoli, perchè aveva davvero il viscerale, sconvolgente, violento, carnale bisogno di averlo vicino.
Nemmeno il Natale aveva senso se lui non c'era.

" Jane" a riportarla alla situazione reale fu la voce di suo padre, il quale le stava porgendo il proprio cellulare "l'hai dimenticato di là, e sta squillando da un pò" aggiunse passandoglielo.
" Sophie" esclamò la ragazza,  rispondendo alla chiamata e salutando la sua migliore amica
" Ei" si sentì dall'altro capo del telefono
" Come stai?" subito dopo
" Bene" rispose lei, dopo un attimo di esitazione
" Dico davvero, Jane" precisò l'altra
" Vorrei solo che fosse qui con me" sussurrò a quel punto lei, mettendo finalmente quella pallina al proprio posto sull'albero. Come per rassegnarsi all'idea di non poterlo stringere.
" Lo so che è folle, ma il Natale ha perso un bel po' della sua magia quest'anno" aggiunse subito dopo
" L'hai trascorso a casa con la tua famiglia...hai fatto l'abero e il presepe come sempre, c'è stato il pranzo di Natale, c'è stata l'insalata russa come da tradizione, i dolci di tua zia, e le tombolate a fine serata. In fondo non è cambiato nulla rispetto agli altri anni" 
" Temo di esser cambiata io. Mi sono innamorata, e mi sento davvero un'ingrata anche solo nel pensarlo, ma tutto questo non mi basta più.
Sono meravigliose le luminarie per strada, le vetrine illuminate, la gente che si accalca alle casse dei negozi per incartare i regali di Natale, ma io quell'amosfera festosa quest'anno non l'ho sentita.
Non hai idea di quante canzoni natalizie abbia ascoltato in questi giorni, perchè le adoro e adoro il Natale, e voglio che torni ad essere bello e magico come quando ero bambina, ma non ho trovato un solo verso che non mi riportasse a Chris"
" Sono una cretina, lo so, ma mi manca da morire Soph. Oggi più di sempre"
" L'anno scorso a quest'ora eravate ancora convinti di trascorrere il Capodanno a Londra" ricordò Sophie
" Ti rendi conto che quello mi ha baciato il giorno stesso in cui ci siamo conosciuti?" rise a quel punto Jane, ricordando quella giornata così insolita
" E questo dovrebbe bastare ad assicurarti che ti ha amato sin dal primo istante, prima che potesse rendersene conto. 
E tu non sei stata da meno! Non si bacia proprio chiunque allo scoccare del nuovo anno, sopratutto se lo si conosce solo da qualche ora "
" Ultimamente però lo sento distante" ammise Jane a bassa voce
" E ci credo! C'è un oceano a dividervi!"
" Jane ma seriamente...che ti aspettavi?! Tu hai letto troppi romanzi! La distanza complica le cose, è un dato di fatto. E' normale litigare per le schiocchezze, è normale appellarsi a ogni pretesto, è normale sentirsi stanchi ed esausti. E' difficile, tremendamente, e io lo so bene, perchè mio padre ha vissuto lontano da noi per anni e non sai quante volte ho visto mia madre coprirsi il viso con le mani per non farmi notare le lacrime.
Sai bene che sono arrivati quasi a separarsi definitivamente, però non sono riusciti ad andare fino in fondo.
La vita li ha messi a dura prova, ma loro non sono capaci di rinunciare l'uno all'altra. Questo è l'amore.
E nel vostro piccolo, tu e Chris state vivendo la stessa esperienza.
Ti conosco, e so bene che se non fossi stata davvero perdutamente innamorata, avresti già lasciato perdere...oppure ti saresti abituata accettando di saperlo distante. 
Ti devo forse ricordare di Jonas? La sua lontananza non ti è mai pesata davvero, siete andati avanti per inerzia, nessuno dei due si è disperato, vi siete semplicemente rassegnati a vivere distanti, e non avete mai provato l'impluso di mandare tutto al diavolo semplicemente perchè non vi siete mai voluti abbastanza. Non è stata la distanza a separarvi.
Con Chris è diverso. Vi amate così tanto che vi è impossibile pensare di mollare, e vi è impossibile abituarvi a vivere senza potervi stringere e baciare. Ecco qual è il vero problema.
Se non fossi completamente persa per lui, non staresti facendo una tragedia del fatto che non sia lì con te"
" Avevo il sospetto di starne facendo una tragedia...ma grazie per avermelo confermato" rise a quel punto Jane
" D'altronde se non lo amassi  non ne faresti una tragedia. Praticamente non hai scelta, Jane. Lo ami troppo, e perciò stai male per ogni studipo dettaglio.
Ma lui ti ama allo stesso modo, e presto tornerà da te"
" Mi uccide non sapere quando"
" Non starà per sempre a Chicago. Ha detto a Scott che è troppo frenetica come città per poterci vivere a lungo, e poi  ci manchi tu" la rassicurò Sophie
" Però sai che ti dico? Che se si fosse trattato di me, avrei reagito mille volte peggio. Non gliela avrei fatta passare liscia per per avermi fatto fallire un esame, per avermi fatto ingelosire come se non ci fosse un domani di quella sua collega...con me non sarebbe stato così semplice fare pace. E se fossi stata in lui non l'avrei fatta passare liscia neanche a te, per esserti dimenticata, a causa dei troppi impegni all'università, di chiedergli come fosse andata la presentazione del progetto. Quindi, e fammi finire altrimenti perdo definitivamente il filo del discorso, considerato tutto questo, mi stupirei se non stessi così giù oggi.
Penserei che c'è qualcosa che non va se non stessi pensando a quanto cavolo ti manca quel cretino, se non ti stessi sforzando per non piangere di fronte all'albero di Natale. Perchè lo so che sei sul punto di farlo.
Perchè si sa che il Natale è sinonimo di festa, di famiglia...e dal momento in cui la tua vera famiglia è diventata lui, non puoi che sentirti incompleta quando non c'è.
Però, da migliore amica, devo dirti che anche se ti capisco, sei una stupida lo stesso, perchè ti stai perdendo le ultime ore dell'anno, perchè dovresti essere qui, e nonostante tutto dovremmo festeggiarlo insieme l'inizio di questo 2017.....guarda che saresti ancora in tempo! Mando Scott a prenderti?"
" Ma no...a momenti arriveranno zii e cugini e non posso più filarmela" 
" Tu però, goditi queste ultime ore per tutte e due, mi raccomando" ammonì Jane
" Io c'ho provato lo stesso" ridacchiò Sophie
" Grazie " disse soltanto lei, pensando a quanto potesse volerle bene
" Ci sentiamo dopo per gli auguri baby"  e in quel modo la sua migliore amica la salutò.

" Jane, ma non hai ancora appaecchiato la tavola?"
" Mamma, sono stata fino ad ora al telefono con Sophie"
" Sbrigati perfavore...tra poco saranno tutti qui" le raccomandò la donna, sparendo di nuovo in  cucina
" Ma quanti siamo in tutto?" face appena in tempo a domandarle 
" Sedici" rispose la signora Collins
" Ah no, scusa mi sono confusa. Siamo quindici" ritrattò subito dopo
" Chi è che non viene?" si informò a quel punto lei, cominciando a disporre i piatti
" Avevo contato anche la ragazza di Peter, ma non ci sarà" si affrettò ad aggiungere la mamma
" D'accordo" disse lei, passando a disporre i bicchieri.
Pochi secondi dopo le arrivò un messaggio, e lasciando alcuni commensali privi di posate, Jane afferrò il cellulare per leggerlo.
Lo aprì e la prima cosa che vide fu un albero di Natale gigantesco sullo sfondo e Chris in primo piano.
' Buongiorno amore, qui è tutto pronto per la grande festa di stasera. Voi come ve la state cavando?'
" Jane...te lo faccio volare quel cellulare se non ti-"
" E' Chris" la interruppe lei con un sorriso triste, e la madre alzò gli occhi al cielo, sapendo di aver già perso in partenza. Quando si trattava di lui Jane mollava tutto e tutti.
' Mia madre mi ha appena minacciato di far volare il mio cellulare, ma le ho detto che eri tu e c'ha rinunciato'
' hahahahahaha hai preparato le lenticchie?'
' sì, ma c'è talmente tanta roba che non so se avrò ancora spazio quando arriverà il loro turno'
' mangiale ;)'
' perchè?'
' potrebbero portare fortuna'
Proprio in quel momento fu interrotta dall'arrivo dei parenti. Salutò zii e cugini, e poi, con il suo solito ritardo andò a cambiarsi in camera sua.
Indossò un vestitino che le stava d'incanto, il primo vero regalo che Chris le aveva fatto dopo aver riacquistato la vista, e poi tornò il salone, giusto in tempo per l'antipasto che sua madre e sua zia stavano già servendo. Tra un boccone e l'altro recuperò il cellulare e riaprì la conversazione con il suo ragazzo (che era rimasta alle lenticchie fortunate) ma notò che lui non si connetteva da allora, e pensò che fosse impegnato con i preparativi per la serata. Le aveva detto semplicemente che avrebbe aspettato l'arrivo del nuovo anno nella piazza più famosa di Chicago, assieme alle persone che aveva conosciuto in quei mesi trascorsi in America.
Di certo Jane non poteva immanginare che fosse stato costretto a impostare la modalità aereo.
Tra una chiacchiere e l'altra, passarono i primi, i secondi, i contorni. Aiutò le donne di casa a servire le varie portate e si intrattenne per un po' con zii e cugini in salotto.
Ogni tanto controllava se Chris se le avesse mandato un messaggio, ma niente, nessun segno di vita.
Solo Sophie che continuava inperterrita a riempirle la memoria del cellulare di foto della festa che era stata organizzata a Belfast, alla quale lei e Scott avevano preso parte, e alla quale ovviamente era stata invitata anche Jane.
Prima che potesse rendersene conto da sola, vide i suoi familiari imbaccuccarsi da capo a piedi e dirigersi verso la porta. A quel punto si accorse del conto alla rovescia in tv, e realizzò che mancavano meno di trenta secondi alla mezzanotte. Il suo cuore sussultò, perchè avrebbe voluto un bacio da Chris più di qualsiasi altra cosa al mondo.
E invece non sarebbero nemmeno riusciti a scambiarsi gli auguri allo scoccare del nuovo anno... perchè a Chicago erano ancora le quattro di pomeriggio, dannazione!
" Dai Jane, ci siamo quasi" fu suo cugino Peter a prenderla sotto braccio e spingerla fuori, dove tutti gli altri erano già pronti per vedere i fuochi d'artificio e stappare lo spumante.
Durante il countdown la ragazza si imbambolò a fissare il cielo stellato. 
Si chiese dove diavolo fosse Chris in quel momento e immaginò che stesse facendo lo stesso, dandosi della stupida il momento successivo..sempre perchè a Chicago doveva essere ancora giorno.
Non le si affacciò alla mente nessun altro motivo per il quale il suo ragazzo avrebbe potuto avere di meglio da fare, piuttosto che fissare il cielo.
Partecipò assieme alla sua famiglia agli ultimi dieci secondi del conto alla rovescia,  perchè in fondo erano dei momenti che aveva sempre amato, carichi di aspettative e speranze; e forse fu proprio perchè era troppo impegnata a gridare senza distogliere lo sgaurdo delle stelle, che si perse ciò che stava accadendo giusto alle sue spalle.
Non si accorse minamente che quei 'dieci' 'nove' 'otto' erano interrotti da degli spintoni seguiti da 'ma guarda che modi!' e intanto 'sette' sei' 'cinque' quattro' 'permesso, permesso' 'tre' 'ma è-' 'due' 'non ci credo!' 'uno', e poi il solito boato, le solite esclamazioni di goia, i soliti spettacoli pirotecinici e la solita allegria.
Ma Jane restò ferma e immobile, per un battito di ciglia confusa e incredula quasi come quando aveva scoperto che Harry e Chris fossero la stessa persona.
Perchè nell'istante esatto in cui aveva finito di gridare 'uno', si era ritrovata con le labbra impegnate in un bacio da capogiro.
Ma le bastò un decimo, o forse un centesimo di secondo per riconoscere il suo sapore, il suo respiro sulla propria bocca, e capirci sempre meno lasciandosi andare completamente.
Chris?! Era troppo bello per essere vero, eppure era lui, e la stava baciando proprio come uno che è in astinenza di linfa vitale da mesi.
Come uno che ha aspettato quel momento da sempre.
Come uno che si è sentito solo per troppo tempo.
Come uno che ha avuto paura di rovinare tutto con la distanza.
Come uno che ha lottato, e finalmente ha vinto.
Come uno che è felice di essere di nuovo a casa.
Come uno che non avrebbe potuto perdersi quel bacio per niente al mondo.
Come se necessitasse di lei per riprendere a respirare.
Si baciarono fino a restare senza fiato.
" Chris" fronte contro fronte "ma..come...che" Jane non c'aveva capito proprio niente, ma era talmente felice da non riuscire nemmeno ad articolare parole.
" Ogni ragazza merita di essere baciata allo scoccare dei dodici rintocchi, e io non potevo permettere che proprio alla mia non accadesse" sussurrò, prendendole il viso tra le mani, occhi negli occhi.
Lei fece fatica a trattenere una lacrima, perchè quella frase la riportò immediatamente all'anno precedente.
Esattamente 365 giorni prima, non un minuto in più, non un minuto in meno, lui le aveva detto proprio così per giustificare il bacio improvvisato.
" Ti amo" sussurrò Jane, emozionata più che mai, e a quel punto Chris l'attirò a sè e la strinse forte, fortissimo.
" Anche io, amore mio. Non immagini nemmeno quanto mi sei mancata" aggiunse con il viso nascosto nel collo di lei, finalmente a casa.
Restarono così per un po', senza sentire il bisogno di dire nulla, semplicemente avvinghiati l'uno all'altra, mentre tutti gli altri erano ormai tornati dentro, si erano già dati gli auguri, e brindavano al nuovo anno.
Ma loro due non c'erano per nessuno. Se ne stavano sotto le stelle abbracciati, e si baciavano lentamente, consapevoli di avere ora tutto il tempo del mondo.
Si decisero a raggiungere il resto della famiglia solo quando si resero conto che rischiavano un congelamento vero e proprio; Chris abbracciò i genitori della ragazza, i quali gli strizzarono l'occhio complici, e poi salutò tutti i parenti. Raccontò qualcosa della sua esperienza in America, con Jane seduta sulle sue ginocchia, e ammise di aver coinvolto i genitori di lei in quell'improvvisata.
Tutti furono d'accordo nel dire che la sopresa fosse riuscita benissimo, Jane per prima.
L'orologio segnava quasi le due del mattino quando i parenti tolsero il disturbo, e i genitori della ragazza andarono a dormire lasciandoli soli.
" Saliamo anche noi?" domandò a quel punto lei, ancora seduta sulle sue ginocchia e con le braccia legate attorno al collo di lui
" Tra un minuto" sussurrò Chris, baciandole dolcemente la fronte
" Che hai in mente?" 
" Ti fidi di me?" 
" Sì" Jane rispose senza la minima esitazione.
Come se i momenti difficili non ci fossero mai stati.
Come se Chicago non si fosse mai intromessa tra loro.
Come se non fossero mai stati così lontani.
Come se quella mancanza al centro del petto non fosse stata così dilaniante.
Bastava guardarsi negli occhi lucidi di felicità e stare abbracciati stretti stretti sul divano di casa, per annullare tutto il resto.
" Allora vieni" e così dicendo, Chris la scostò appena per potersi alzare, e prendendole la mano, la trascinò proprio sotto l'albero di Natale.
Luccicava esattamente come aveva fatto per tutti i giorni precedenti, ma per Jane non era mai stato più bello di quella notte, semplicemente perchè lo stava guadando insieme a lui, dopo averci sperato e averlo agognato dal primo minuto.
Chris sfiorò con le dita la pallina che lui stesso aveva acquistato a Chicago, mentre con l'altro braccio teneva Jane stretta a sè.
" Te lo avevo promesso che sarei riuscito a vederla appesa all'albero" disse soltanto, un attimo prima di sfilarla dal ramo e prenderla in mano.
E in quel momento Jane rivide se stessa fare lo stesso e identico gesto, infinite volte, nel disperato tentativo di sentirlo più vicino. Poi però successe una cosa che non si aspettava: Chris svitò il gancetto che teneva insieme le due metà della pallina di Natale.
" Ma non la vorrai mica romp-" e le parole le morirono in gola, perchè si accorse che lui reggeva tra le mani una catenina d'oro bianco con un ciondolo appeso, che a sua volta riproduceva una pallina di Natale con una J intrecciata a una C incisi sopra. Sul retro del ciondolo, piccolissima, vi era incisa una scritta: Natale 2016.
" Amore mio, ma è bellissima!" 
" Ti piace davvero?"
" E' il secondo regalo più bello della serata, dopo il tuo bacio di mezzonotte. L'adoro!"
" L'ho comprata il giorno in cui i professori mi hanno detto che probabilmente non saremmo riusciti a terminare il progetto prima della metà di gennaio. Lo stesso in cui mi sono ubriacato per la rabbia e per la tua mancanza e ho finito per sputarti addosso quella bella notizia nel peggior modo possibile.  Avrei potuto ritrattare tutto il giorno dopo, dicendoti che avevo l'intenzione di fare l'impossibile per tornare almeno per il trentuno, ma poi mi sono immaginato questo momento, ho sognato te che mi guardavi esattamente come hai fatto quando hai realizzato che fossi davvero qui con te, e ho capito che non avrei potuto perdermelo per niente al mondo.
E' stata una corsa contro il tempo, una sfida contro me stesso, uno schiaffo in faccia ai cinici che non credono nell'amore e nel Natale: ho giurato che sarei tornato da te in tempo per allacciarti questa catenina al collo, e per dirti che mai, nemmeno per un secondo, ho smesso di pensare a noi.
So bene di non essere stato un fidanzato modello in quest'ultimo mese, ma l'unico motivo per il quale andavo sempre di fretta, ero perennemente nervoso e stanco, era amputabile al fatto che dovessi studiare e lavorare al progetto giorno e notte, per finirlo in tempo, e mantenere la mia promessa. L'unica cosa di cui mi importava era liberarmi al più presto di tutto quello che mi separava da te"
" Chris, ci sono stati giorni in cui ti ho amato fino ad odiarti" ammise la ragazza, il cuore in mano
" E giorni in cui ho odiato il fatto che mi mancassi così dannnatamente tanto" continuò
" Mi sono mancate le piccole cose di ogni giorno, le stupidaggini. Il messaggio del buongiorno che non riuscivi a mandarmi per via del fuso orario, per esempio.
E  una miriade di altre cose che se ti elencassi ora, considererei cavolate pure io. E poi mi sono mancati i baci, gli abbracci, la carezze, i pizzicotti, le prese in giro, le battute, e i tuoi occhi.
Quelli mi sono mancati più di qualsiasi altra cosa, a parimerito solo con la bocca che immaginavo ogni notte su di me.
E i nervi a fior di pelle, la gelosia, il nervosismo e la stanchezza sono stati solo una conseguenza  del disperato bisogno che avevo di sentirti vicino.
Però ora che sei qui e che mi guardi finalmente negli occhi, ora che baci e che mi stringi, non mi importa più di quanto sia stato diffiicile. Adesso è tornato tutto a posto, adesso sto bene"
Chris la strinse forte a sè e la bacio più volte sulle labbra, prendendole il viso tra le mani, baciandola con passione, fino a restare senza respiro.
A quel punto le allacciò la catenina al collo, e poi tornò a baciarla di nuovo "l'unico posto in cui mi sento a casa è dove sei tu, e voglio restarci il più a lungo possibile" sussurrò tra un bacio e l'altro, attirandola sempre di più contro di sè.
" Puoi restarci anche per sempre" 
" Proprio quello che intendevo" e la baciò ancora, stringendole i fianchi, e spostando le labbra sul collo di lei, seguendo la traccia segnata dalla catenina che le aveva appena legato al collo, e scendendo sempre più giù, fino all'incavo dei seni. Spostò le mani dai fianchi alle cosce coperte dalle calze di nylon, e con un gesto veloce e impulsivo le intrufolò sotto il vestito delle ragazze per poterle tirare giù.
Jane sussultò ma non si oppose, anzi, provò un solletico ormai familiare nel basso ventre, e improvvisamente tanto caldo, come se non fosse il primo gennaio, e Chris non la stesse spogliando davanti all'albero di Natale acceso.
 A quel punto lui si abbassò all'altezza delle sue cosce, dove erano rimaste le calze, e lentamente le spinse giù fino a sfilargliele del tutto, baciandole dolcemente la pelle man mano che si avvicinava alle caviglie. Con le calze le sfilò anche le scarpe,e Jane poggiò i piedi nudi su quelli di lui per non prendere freddo.
" Voglio fare l'amore con te" sussurrò Chris, guardandola dritto negli occhi
" Non resisto più" aggiunse un attimo dopo, completamente disarmato
" E voglio spogliarti qui, di fronte a questo albero"
" Ma se escono i miei dalla camera, se ci sentono o-" fu costretta a trattenere il respiro quando Chris portò le mani sotto le sue natiche coperte e la sollevò, attorcigliandosi le gambe nude della ragazza ai fianchi e facendo scontrare le proprie intimità, già in estasi. Avanzò fino bloccare la schiena di Jane al muro più vicino, e riprese a baciarla sulle labbra, sempre meno pudicamente, infilando le mani sotto il vestito e carezzandole il ventre. Lei di nuovo trattenne il respiro.
" Obiezioni?" sussurrò sulle sue labbra già gonfissime di baci.
Jane fece segno di no con la testa, poi gli sbottonò la camicia con le mani tremanti dal'eccitazione e dal desiderio.
In un secondo il ragazzo le sfilò sia le mutandine che il reggiseno, lasciandole il vestito addosso.
" Chris" lo riprese con voce roca, in un misto tra un rimprovero e una preghiera a sorprenderla sempre così
" Come la prima volta" disse soltanto lui, occhi negli occhi, fronte contro fronte. 
Poi tornarono a baciarsi: le mani di Jane finirono sulla sua cintura, e quelle di lui sul vestito, che abbassò per lasciare completamente scoperti i seni. Totalmente esposti a lui.
Con solo i boxer addosso, prese a baciarle il collo, poi i seni, mentre con le mani la palpava dappertutto, e lei si contorceva dal piacere a ogni suo tocco, tirandogli i capelli e spingendolo con la testa sempre più in basso. Intanto il vestito cadeva giù, più sotto dell'ombellico.
Poi, con il solo aiuto delle dita dei piedi e della parte inferiore delle gambe Jane  riuscì a tirargli giù i boxer, muovendosi inevitabilmente con il bacino contro quello di lui, mentre Chris la lasciava fare e si concedeva un minuto per guardarla estasiato.
Quasi completamente nuda, eccitata e vogliosa, con i floridi seni al vento, le labbra rosse e gonfie, la catenina da lui regalatale legata al collo che brillava sulla sua pelle, le luci dell'albero di Natale che si riflettevano sul suo corpo a intermittenza, e quel che era rimasto del vestito di Capodanno attorcigliato poco più in basso della vita, era una visione da capogiro.
Troppo bella per essere reale. Eppure lo era, era la sua meravigliosa fidanzata, pronta a far l'amore con lui, dopo mesi e mesi di attesa.
Senza interrompere il contatto visivo, le strappò pure quell'ultimo pezzo di stoffa.
" Ti amo Jane Collins, ti amo davvero tanto" sussurrò baciandole la fronte, poi gli occhi, il naso, le labbra
" Anch'io Chris, ti amo da morire" e gli rubò un ennesimo bacio
E  per qualche istante restarono così, completamente nudi e avvinghiati, a guardarsi con occhi innamorati e corpi accaldati, con un albero di Natale a fare da testimone a quella meravigliosa e insolita scena d'amore. Poi acchiapparono i vestiti sul pavimento e tenendosi per mano corsero su per le scale, fino alla camera di lei; vi entrarono, lasciarono cadere gli indumenti dove capitava, e si chiusero la porta alle spalle.
Il risveglio del mattino successivo fu il più bello del mondo per entrambi.  Erano esausti, ma banalmente felici



BUONSALVEEEE!!!!
Dopo mesi di silenzio, sono tornata con questa one-shot tipicamente natalizia.
Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta, e aspetto come sempre di sapere cosa ne pensateee ;)
Un bacione, E BUON NATALE a tutti voi <3<3<3<3                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      
 























  
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