Il regalo di Natale
“Miss Danvers,
benvenuta! Spero che scriverà meraviglie del mio piccolo party di Natale!” Il
sindaco di National City la accolse con un grande sorriso e Kara,
sorpresa che la donna conoscesse il suo nome, si aggiustò gli occhiali con nervosismo.
“Di certo non è piccolo, sindaco
Keller.” Rispose. La padrona di casa rise e poi con un cenno la salutò
spostando la sua attenzione alla coppia di nuovi arrivati.
Kara si guardò attorno, l’atmosfera era
di certo natalizia, ovunque vi erano alberi di Natale e luci colorate, oltre
che ghiaccio e neve finti. I camerieri vestivano eleganti completi da elfi così
come i barman e i musicisti. Tutto brillava e tutto risplendeva e gli ospiti
non erano da meno: le persone più ricche e influenti di National City erano
tutte presenti e indossavano vestiti da sogno. La festa ricordava a Kara i party che aveva organizzato per Cat
e il ricordo la fece sorridere. Era felice di non doversi preoccupare della
consegna delle casse di champagne o della scelta della musica. Essere un report
aveva i suoi vantaggi, poteva godersi la festa senza troppa agitazione.
Si avvicinò ad una montagnola di
pasticcini e ne prese un paio per poi infilarseli velocemente in bocca.
“Kara?”
Cercò di trangugiare in fretta e poi si voltò pulendosi la bocca, maledicendosi
per non aver osservato meglio la sala.
“Lena, ciao!” Salutò incontrando il
sorriso della donna, i cui occhi brillarono.
“Non immaginavo di vederti qui.”
“Oh, è per un articolo, il mio
caporedattore ha deciso che ero la più adatta a cito testualmente: parlare di
sciocchezze e frivolezze.”
“Qualsiasi sia il motivo, sono felice
che tu sia qui.” Kara sorrise alla donna, senza
sapere cosa rispondere, aveva avuto l’intenzione di fare un giro, assaggiare
tutte le prelibatezze che il sindaco offriva e poi andarsene alla vera festa,
quella con la sua famiglia e i suoi amici. Lena però continuò a parlare
togliendola dall’imbarazzo. “Natale non è mai stato un periodo felice per me,
anzi in realtà tutte le feste sono sempre… tristi.” Il sorriso della donna
questa volta non si espanse ai suoi occhi e Kara ne
percepì la sofferenza.
“Immagino che non sia facile quando
tutta la tua famiglia…” Si interruppe arrossendo e Lena fece una smorfia.
“Puoi dirlo sai. Tutta ciò che resta
della mia famiglia è in prigione. Comunque non sarebbero delle belle feste
anche se loro fossero fuori dal carcere.” L’amarezza nel suo tono era più che
evidente, ma la donna scosse la testa e sorrise. “Ma non parliamo di questo, è
Natale e bisogna fare discorsi più allegri.”
“Giusto.” Approvò Kara.
Lena sorrise poi, nel veder passare un cameriere, lo fermò e prese due
bicchieri di champagne dal vassoio offrendone uno a Kara.
“Allora, quali sciocchezze e
frivolezze scriverai su questo elegante party natalizio?” Lena si era seduta su
un piccolo divanetto rosso facendo cenno a Kara di
imitarla.
“Non ne ho idea, non è il genere di
cosa su cui vorrei lavorare…”
“Hai un dono naturale per la
scrittura, sono sicura che troverai qualcosa di interessante da dire.” Lena
sorrise e Kara si ritrovò a pensare che era bella. I
capelli scuri raccolti in uno chignon mettevano in evidenza i suoi penetranti
occhi verde-azzurri e l’abito dal color borgogna, sobrio, ma elegante
rispecchiava la sua personalità. “Posso aiutarti in qualche modo?” Chiese
allora Lena, gli occhi fissi nei suoi, un sorriso sulle labbra.
“Ehm… ehm…” Si mise ad annuire mentre
il suo cervello cercava una risposta a quella domanda; era strano, ma quando
parlava con quella donna finiva sempre col rincorrere i suoi pensieri. “Cosa
desidera trovare sotto l’albero Lena Luthor?” Chiese
di getto. La donna rise.
“Bella domanda.” E, come sempre, non
ebbe bisogno di riflettere prima di rispondere: “La neve.”
“La neve?” Chiese Kara
perplessa.
“Sì, ricordo ancora le magnifiche
nevicate invernali. Io e Lex giocavamo all’esterno e
lui mi permetteva di scegliere dove costruire il pupazzo di neve e mi lasciava
sempre mettere la carota per il naso, sapeva che era la cosa che mi piaceva di
più fare.” I suoi occhi si persero nel ricordo, poi la donna sospirò e si
strinse nelle spalle. “La neve nasconde tutto, porta il silenzio e rende il
paesaggio magico, ma qui, a National City, fa tropo caldo e non nevica, quindi:
ecco ciò che mi piacerebbe trovare sotto l’albero.” Kara
che aveva estratto in fretta il taccuino lo ripose senza aver scritto una riga,
quello che le aveva detto Lena era profondamente privato e non le sarebbe
sembrato giusto metterlo sotto il naso di migliaia di lettori.
“È un bel regalo.” Lena sorrise,
guardandola con quegli occhi intensi che la spiazzavano più di ogni altra cosa
al mondo, facendola arrossire senza un reale motivo.
“Miss Luthor!”
La donna si voltò verso il sindaco che la chiamava a gran voce.
“Pausa finita, devo tornare a
lavorare.” Sul volto apparve tutto il dispiacere che la donna provava,
velocemente nascosto da un sorriso. “Alla prossima volta, Kara,
spero di averti aiutato.”
“Oh, certo, grazie Lena.” La donna
annuì per poi allontanarsi e raggiungere il gruppetto di invitati campeggiato
dalla Keller.
Kara rimase ancora un momento alla festa
chiedendo agli invitati cosa avrebbero desiderato trovare sotto l’albero. Alla
fine sarebbe stato un bell’articolo, grazie a Lena. Quando ebbe raccolto un
certo numero di desideri natalizi Kara uscì, ma non
prima di aver gettato un ultimo sguardo alla donna intenta a chiacchierare
amabilmente con un gruppo di ricchi banchieri. I loro occhi si incrociarono e
Lena le sorrise poi le fece un cenno di saluto con la testa e tornò alla sua
discussione.
“Allora? Com’era la festa?” Chiese
Alex nel vederla arrivare.
“Mmm…”
“So che il commissario e sua moglie
ci andavano.” Affermò Maggie passando loro accanto con un cappello da elfo
sulla testa.
“Sì, il commissario sotto l’albero
vorrebbe trovare un Natale senza crimini.”
“Sicuro, così non dovrebbe far finta
di leggere i nostri rapporti e potrebbe andarsene alle Hawaii con la moglie per
capodanno.” Alex rise, all’affermazione della sua ragazza. “Ma questo non lo
scrivere.” Aggiunse Maggie con un sorriso. Kara si
guardò attorno, avevano deciso di festeggiare in Natale nell’appartamento di
Alex che era stato decorato per l’occasione, ma non era quello a rendere
speciale la festa, ma il fatto che fossero lì tutti assieme.
Alex si avvicinò a Maggie e le mormorò
qualcosa, le due risero, complici.
Hank le consegnò una fetta di torta
mentre continuava a chiacchierare allegramente con Eliza.
Poco più in là Mon-El, Winn
e James stavano complottando qualcosa parlando fitto, fitto, avrebbe potuto
ascoltare, ma era troppo educata per farlo.
Kara sorrise, felice di avere una
famiglia che l’amava e felice che i suoi amici ne facessero parte. Gli occhi di
Mon-El si alzarono fissandosi nel suoi e sul volto
del giovane apparve quel sorriso dolce che da qualche tempo le dedicava. Kara sorrise di rimando, ma si rese conto, con un tuffo al
cuore, che erano di un’altra persona gli occhi in cui voleva specchiarsi.
Osservò l’orologio che segnava quasi
la mezzanotte e poi spinse il suo udito lontano, ascoltando con concentrazione.
“Grazie Arthur, credo sia finalmente giunta l’ora di tornare a casa.”
Riconobbe senza difficoltà la voce
stanca di Lena.
“Torno subito.” Annunciò poi,
ricordando che Maggie non doveva vederla volare via, raggiunse la porta
d’ingresso e uscì.
In volo sopra la città seguì, da
lontano, la macchina di Lena raggiungere la L-Corp,
dove, all’ultimo piano, vi era l’appartamento della Luthor.
L’osservò mentre scendeva dalla macchina, salutava l’autista ed entrava
nell’edificio. Allora scattò in alto nel cielo, catturò in un vortice una
piccola massa nuvolosa e la spostò sopra al palazzo, infine usò il suo soffio
congelante su di essa. Pochi istanti e le gocce d’acqua si condensarono
iniziando a cadere sotto forma di delicati fiocchi di neve.
Kara sorrise, non era stata sicura di
farcela, ma aveva funzionato. Con i raggi X vide Lena uscire dall’ascensore,
entrare nell’appartamento e fermarsi di botto davanti alla grande finestra
dalla quale era ben visibile la neve cadere lenta.
La giovane Luthor
lasciò andare la borsa e poi uscì sul balcone alzando le mani verso il cielo
cercando di catturare qualche fiocco. Grazie al suo super-udito riuscì a
sentire la donna ridere.
Kara sorrise arrossendo un poco, chissà,
forse quell’anno, sotto l’albero, lei aveva trovato qualcosa di più che
un’amicizia.
“Buon Natale, Lena.” Mormorò, poi
volò via, un sorriso felice sulle labbra.