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Autore: hirondelle_    22/12/2016    2 recensioni
[Personaggi originali]
Yuu è un ghoul.
Masa no.
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“Hai mangiato?” chiede, e lo fissa. Un brivido gli percorre la spina dorsale, perché la risposta non la vuole mai sapere. Eppure si ostina a fargli quella domanda, ogni sera. Perché, Masa? Perché lo ama. Non sarebbe sicuro di amarlo se non glielo ripetesse ogni notte.
“Non ancora.” afferma, dolcemente. Così innocuo. “Offri tu, stasera?”
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sono brevi e spumosi gli sbuffi di fumo della sigaretta: Masa ha appena il tempo di osservarli, prima che la sua attenzione venga catturata da un bacio violento. Gli occhi rossi di Yuu lo guardano spiritati e il ragazzo non chiede il perché.
“Sei stato così strano oggi.” commenta solo, arricciando le labbra e sorridendo. Un rivolo di sangue gli scivola dalle labbra e cade sul cuscino. “Non riuscivo a capirti.”
“Tu non mi capisci mai.” mormora soltanto il cameriere,, e affonda i canini nella sua spalla. Masa lascia andare un gemito: hanno un modo strano di fare l’amore.
“Non ti capisco più.” sussurra infatti, appena il dolore si attenua. “Non ti capisco più da quando...”
La mano di Yuu è ruvida. Le unghie gli graffiano la faccia, facendola sanguinare. E il moro soffoca un altro urlo.
“Dillo.” ghigna la voce. Masa vorrebbe piangere. “Prova a dirlo.”
Masa lo guarda, e un brivido gli attraversa la spina dorsale. Intreccia una mano nella sua nell’illusione che la sua follia possa in qualche modo essere contrastata. Yuu lo guarda ad occhi sbarrati, mentre il bianco che circonda il rosso si trasforma in un nero pece.
“Ghoul.”

Lacrime scure

Quando entra nel bar dopo aver finito il suo turno di lavoro lo trova nel retro, a bere un caffè con Jun. Lo osserva un poco, in disparte, in modo da non palesare la sua presenza. Il collega del suo ragazzo ha preso con una forchetta un pezzo di dolce avanzato e scherza un po’, facendolo volteggiare sotto il naso del moro ridendo stupidamente.
Yuu ride con lui e Masa lo vede addentare il dolce. Non deglutisce.

Di cosa sapeva?”
“Putrefazione.”

Masa avrebbe potuto impedirlo. Non l’ha fatto. Aspetta un po’ prima di tossicchiare, nervoso, fingendo una gelosia che in realtà è appena velata.
“Masa-kun, sei geloso?” ride Yuu, lo guarda e ride, ride come se non fosse successo nulla. “Lo sai che Jun è il mio migliore amico.”
Recita.
“Mi assicuro soltanto che non ti metta le mani addosso.” brontola in risposta, e osserva il ragazzo in cagnesco. Finge un gesto di disapprovazione.
È tutta una recita.

Non sei stanco di fare l’attore?”
“Io non mi stancherei mai, se da ciò dipendesse la mia sopravvivenza.”

Yuu esce dal bagno e insieme tornano a casa. Mano nella mano, come fidanzati. Sono fidanzati. Da quando, lui non saprebbe dirlo.
Gli porge una rosa, nascondendosi dalla gente. C’è sempre l’occasione di eludere lo sguardo di Taiyou e rubare qualcosa: che sia una rosa, una margherita, una calla. Ogni sera è un fiore diverso, ma Yuu accoglie quel regalo come qualcosa di prezioso. Arrossisce sempre, come una ragazzina innamorata, nascosto dalla sciarpa. Lui che di notte è pallido come la neve...
“Grazie Masa, è un pensiero bellissimo.”

Che te ne fai?”
“Li brucio.”

“Hai mangiato?” chiede, e lo fissa. Un brivido gli percorre la spina dorsale, perché la risposta non la vuole mai sapere. Eppure si ostina a fargli quella domanda, ogni sera. Perché, Masa? Perché lo ama. Non sarebbe sicuro di amarlo se non glielo ripetesse ogni notte.
“Non ancora.” afferma, dolcemente. Così innocuo. “Offri tu, stasera?”
Masa non risponde. Sente la mano della creatura stritolargli le dita, in una presa ferra come il tempo. Guarda i fiocchi di neve che scendono sulle loro teste.

No. No. No. No.

“Va bene.” mormora, e Yuu lo abbraccia, stringendolo dolcemente. Una coccola, un sorriso amorevole, un capriccio sottinteso. Si blocca e si ferma. Masa si volta verso di lui, serio, cercando di nascondere i brividi: il freddo, pensa, è solo il freddo.
Yuu si alza sulle punte dei piedi e gli si avvicina all’orecchio. A Masa sembra di vedere per un attimo la sua pupilla farsi rossa. Non indietreggia, non fa niente. Se ne resta immobile e lo sente sussurrare: “Stasera voglio la gamba.”
Yuu sorride come se avesse detto la cosa più romantica del mondo, e riprendono a camminare.

“Mi ami?”
“Ne dubiti?”

La notte illumina le strade. Attorno a loro è un pullulare di gente, i negozi sono aperti, le bancarelle sostano per le vie più affollate. Masa pensa che il giorno dopo sarà Natale e lui non ha ancora un regalo. Si ferma a una bancarella e osserva gli oggetti esposti, soprappensiero. Yuu lo strattona per la giacca, infantile.
Ci sono un sacco di gioielli, vestiti, dolci, libri. Masa li osserva un po’, chiede il prezzo, sorride.
Si ricorda che a Yuu interessa solo una cosa.

“Sei nato così?”
“Non ci posso fare nulla.”

Pensa che stia accadendo tutto troppo velocemente. Lo pensa salendo le scale, lento, lo pensa quando Yuu gli grida di muoversi da un piano più in su, lo pensa arrivando davanti alla porta e appoggiando la mano alla maniglia, lo pensa tastando nelle tasche se le chiavi ce le ha ancora.
Si ferma.
Si ferma con la mano sulla maniglia e le chiavi nel palmo. Lo fissa. “So che non te lo ripeto spesso.” ammette, sperando di non arrossire nel mentre. “Ma ti amo.”
Yuu sorride e gli soffia le chiavi da sotto il naso. È lui ad aprire la porta.

“Aspetta.”
“Non ho tempo.”

Entrano nell’appartamento e già il mostro ha perso le sembianze di uomo. Yuu sospira, come se fosse stato troppo tempo in apnea. È girato di schiena, ma Masa vede comunque i suoi muscoli contrarsi innaturalmente. Si appiattisce contro la porta e aspetta.
Yuu si volta e i suoi occhi hanno preso il colore nero della morte, che si arrampica in poche venature sulla pelle cadaverica. A Masa fanno paura perché li tiene sempre spalancati.
“Stai tranquillo, non ho fretta. Sarai stanco anche tu.” sorride, e sembra quasi amarlo davvero. “Vuoi che ti prepari qualcosa?”

“A volte mi sembra di riconoscerti.”
“Già. A volte. Suppongo sia una buona cosa.”


Masa si siede sul divano e aspetta. Yuu è in cucina e gli prepara il caffè, canticchiando qualcosa di stupido. A volte si Masa si chiede se l’uomo e il ghoul vedano la realtà allo stesso modo. Se fossi un ghoul, pensa, socchiudendo le palpebre appesantite, lo saprei.
“Ehi, cerca di non crollare subito!” sbotta scherzoso il fidanzato, vedendolo assopirsi. “Io ho fame!”
Masa non risponde, non lo fa mai, e sente appena il suo compagno sederglisi di fianco facendosi inghiottire dal divano. Apre gli occhi e incrocia il suo sguardo.

“Non puoi proprio nasconderli? Quegli occhi...”
“Ti danno fastidio?”

Mormora un “grazie” prima di prendere a due mani la tazza di caffè. Sorseggia piano la bevanda e, non appena Yuu si accoccola contro il suo fianco, alza la coperta. “Non hai freddo?” mormora, stringendolo un po’ in gesto raramente affettuoso. Yuu alza gli occhi rossi su di lui e sorride: lo bacia, per sentire il sapore del caffè anche sul suo palato.
“Per favore, cerca di mettere meno zucchero Yuu-kun. Anche a noi umani piace amaro.”
“Va bene.” soffia Yuu, e come un gatto si abbarbica sulle sue gambe, stavolta senza aspettativa. A Masa piace molto di più. Potrebbe addormentarsi lì, se solo nella sua testa non ci fosse una domanda.

“Vorrei solo entrare un po’ nel tuo mondo.”
“È difficile. Non lo vuoi davvero.”

Quando Yuu avvicina le sue labbra alla pelle, Masa chiude gli occhi. Si fa sfuggire un sospiro più forte degli altri appena i denti del ghoul si schiudono sulla sua carne, lentamente. Non l’ha ancora morso e già trema, serrando le labbra che iniziano subito a farsi bianche.
Yuu non si muove per attimi interminabili. Lo guarda e si scosta, lasciando appena il segno dei denti: “Stai tremando.” appura, sollevandosi un po’ sui gomiti. Si avvicina al suo viso e lo bacia, lento, sorridendo flebile, quasi a volerlo rassicurare.

“Scusami.”
“No. Non sei costretto.”

“Dove vai?” chiede, e nasconde a malapena il panico. La creatura si è voltata verso la terrazza, cammina, si ferma solo per aprire la porta. Masa segue Yuu e non chiede perché, sente solo il suo cuore battere forte. Se fossi un ghoul, pensa, se fossi un ghoul capirei.
“Potevi dirlo, che non ti andava.” mormora il castano, appoggiandosi alla ringhiera, senza voltarsi. “Devi dirmele le cose. Anche se fanno male.”
“Io non ho paura.” Quasi grida, e il nodo alla gola blocca il respiro. “Io non ho paura di te.”

“Io non ho paura.”
“Lo dici sempre.”

“Avresti potuto dirmelo.” ripete il ghoul, e salta sulla balaustra. Arriccia i piedi nudi e resta in piedi, in bilico, sospeso nel vuoto. Si gira con la grazia di un funambolo. “Lo sai, io sono un viziato. Sono un viziato manipolatore. E tu non devi assecondarmi, Masa. Non è nella tua natura.”
Masa vorrebbe arrabbiarsi. È troppo debole per parlare, troppo debole per tutto. E mentre Yuu si accuccia e lo bacia sulla fronte, gli stringe la mano. “Non andare.” lo prega.

“Dove vai?”
“Mi dispiace. Ho troppa fame.”

“Fai attenzione. Torna presto.” sussurra, vedendolo scuotere la testa. Abbassa lo sguardo e rabbrividisce per il freddo. Sa anche lui che rischio corre, ha già incontrato gli agenti con la valigetta un milione di volte.
“Te lo prometto.” lo rassicura Yuu, e sorride piano. Si lascia cadere nel vuoto, preso dall’ebbrezza, e Masa ancora prima di sporgersi dalla terrazza sa che la creatura è spiccata in alto, correndo fra i tetti della città come l’ombra di un incubo.

 

Se fossi un ghoul,
pensa con una semplicità che lo spiazza
se fossi un ghoul
li potrei
ammazzare.

Due uomini con la valigetta sono nel loro appartamento e Masa non chiede perché. Semplicemente sa, come sa che Yuu è morto, nascosto in qualche disgustosa valigetta nel centro della CCG, e che lui non può recuperarlo.
“Che relazione aveva con Yuu?”
Yuu era un ghoul. Dovrebbe mostrarsi terrorizzato. E invece se ne sta là, incerto se ridere o piangere, con due assassini a fissarlo come se fosse pazzo. “Era il mio compagno.” spiega tranquillamente, e recita.
“Non aveva notato nulla di sospetto
?”


Se fossi un ghoul, pensa, e ride, se fossi un ghoul li potrei ammazzare.


“Nulla. Proprio nulla.”


Se fossi un ghoul li potrei divorare.


“Le dispiace se le facciamo degli esami? Dovrebbe venire con noi.”


Se fossi un ghoul lo avrei potuto trattenere.


Non c’è problema: io non sono un ghoul.”


Se fossi un ghoul lo avrei potuto salvare.


“Certo, non ne dubitiamo.”


Se fossi un ghoul non mi avrebbe amato.

   
 
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