Will
you be my Christmas on this earth?
Alex
aveva approfittato del giorno del Ringraziamento per dichiararsi anche
con la
madre e i suoi amici. Tutti l’avevano presa bene, Eliza
specialmente che, dopo
aver attentamente ascoltato il discorso della figlia, l’aveva
raggiunta e
l’aveva abbracciata sussurrandole un: “Ti
voglio bene, Alex. A me importa solo che tu sia felice.”
A conti fatti,
Alex non poteva certamente lamentarsi dell’esito
del suo coming out. Le persone a lei più care
l’avevano presa bene ed ora che
la parte più difficile era stata superata, era completamente
libera di poter
essere se stessa, al cento per cento e senza freni. Come se non
bastasse, anche
le cose con Maggie sembravano aver preso finalmente la svolta
desiderata.
^-^-^-^
Quella
fredda sera di Dicembre, Kara aveva deciso di renderla speciale
invitando Alex
e Maggie a casa sua per una mega pizza.
Dopo il coming out avvenuto con Eliza, sapeva che la sua sorellona
avrebbe
avuto voglia di condividere la felicità - ''Mi
sento libera, Kara.'' - le aveva detto al telefono poco
prima.
Erano
le otto e quindici, Alex l'aveva informata che sarebbero state
lì entro le otto
e quaranta. Era così contenta per sua sorella e
così malinconica verso se
stessa, ultimamente sentiva che qualcosa non andasse nella sua vita e
sapeva
che non riguardava il D.E.O. o James, o Mon-El, beh forse un po' Mon-El
sì, ne
era infatuata? Eliza credeva lui lo fosse di lei, Kara invece non ne
era tanto
sicura.
Alex
e Maggie arrivarono nel bel mezzo dei pensieri di Kara; quanto
sembravano felici.
«Alex!»
Non le diede nemmeno il tempo di entrare che si
ritrovò a stringerla in un abbraccio consolatorio.
«Ehi
ehi, ragazza d'acciaio, vacci piano.»
«S-
Scusa.» Kara indietreggiò di qualche passo.
«Ciao
Maggie!»
«Piccola
Danvers.» Disse in risposta dandole un saluto molto
formale.
«Non
devi fare così soltanto perchè adesso sai che
sono
Supergirl.»
«Hai
ragione.» Fece un passo verso l'entrata dandole
un pugno alla spalla.
Alex rise,
notando la tenerezza di Maggie nel porsi con
Kara, adesso che sapeva tutto, adesso che sapeva che si sbagliava, che
Supergirl, la ragazza di cui Maggie era gelosa, era sua sorella e che
quindi,
non aveva nulla da temere. La seguì scuotendo la testa.
«Allora...»
Cominciò Kara «Io pensavo di ordinare una mega
pizza, metà peperoni e met-»
«Al
formaggio grazie.» Intervenne Maggie sorridendo.
«Aggiudicato.»
Rispose la bionda strizzando l'occhio a sua
sorella.
Maggie le
piaceva, non solo perché piaceva ad Alex, le
piaceva perché sapeva quello che voleva, sapeva che voleva
Alex, e lei
l'ammirava.
«Kara?»
Chiuse la chiamata con la pizzeria e rimise il
telefono a posto. «Sì Alex?»
«C'è
qualcosa che non va?» Chiese avvicinandosi. «Mh.
No,
perché?»
«In
questi giorni sembri più pensierosa del solito.»
«No
va tutto bene, sto bene.» Sorrise abbassando lo sguardo,
cercando di evitare il suo. Alex spostò il peso da un piede
all'altro
mettendosi le mani ai fianchi.
«Kara
Zor-El.»
«Non
chiamarmi così.»
«Ah
quindi è così che ti chiama quando diventa
seria?» La
figura di Maggie spuntò alle spalle della bruna.
«Dai Alex, lasciala stare,
tutti abbiamo qualcosa che ci ruba i pensieri.»
«Io
non ho nes-» Spalancò la bocca arrossendo.
«Io non ho
niente, è sol-» Alex e Maggie si scambiarono uno
sguardo d'intesa e
ridacchiarono. «Cosa c'è di tanto
divertente?» Sbottò l'aliena.
«È
che stai facendo quella cosa.» Ammise Alex. «Quando
vuoi
negare qualcosa che ti tormenta.»
«Io
non sto facendo niente.» Si sforzò per ricomporsi.
«Kara
chi è che al solo pensiero ti fa arrossire così
tanto?»
«Quanto
sei diretta, Sawyer.» Alex le mise un braccio
attorno alle spalle. «Scusami Kara, se vuoi parlare con noi
della persona che
ti fa arrossire non c'è problema.»
«Ma
non c'è ness- cioè, voglio dire, non penso a
nessuno,
non mi piace nes-»
«Guarda
che così peggiori le cose.» Affermò sua
sorella
maggiore.
Si
avvicinarono alla cucina per preparare la tavola, Alex
afferrò immediatamente
tre birre, Maggie i piatti e i tovaglioli mentre Kara si
limitò a prendere dei
bicchieri.
«Allora
come sta andando il tuo lavoro da reporter?» Chiese
la detective mentre apparecchiavano. «Beh, l'altro giorno
sono andata da Lena
e-»
Alex
alzò di colpo lo sguardo dalle bottiglie di birra.
«Da
quando la chiami Lena!?»
«Lena?
La Luthor intendi? Già siamo arrivate al
chiamarsi in modo informale.» Aggiunse Maggie sorridendo.
«E'
stata lei a chiedermi di chiamarla in quel modo! E poi
dopo che ha detto alla segretaria che posso andare nel suo ufficio
anche senza
appuntamento non c-» Kara si sistemò gli occhiali.
«Ho parlato troppo. Vado a
prend-»
Alex
l'afferrò per un braccio. «Dove credi di
andare?!»
Il suono del
campanello arrivò giusto in tempo: erano
arrivate le pizze.
«Vado
io» gridò Kara, allontanandosi con passo spedito
verso
la porta.
Alex la
guardò in sottecchi e corrucciò
l’intero viso.
Conosceva bene la sua sorellina ed era convinta che le stesse
nascondendo
qualcosa.
«Non
me la conta giusta» borbottò la ragazza dai
capelli
corti.
Maggie sorrise
e in un gesto spontaneo, le porse una
bottiglia di birra già aperta.
Kara
aprì con troppa forza a causa dell'entusiasmo.
«Salv-»
Degli occhi verde smeraldo si presentarono davanti
ai suoi. La kryptoniana dischiuse spontaneamente le labbra.
Un: «Oh..» sorpreso le uscì dalla bocca.
«Io I- Lena! Ciao!»
Disse in fretta rendendosi conto di sembrare un'idiota.
«Disturbo?»
Chiese la donna.
«N-»
«Pizzaa!!!»
Urlò Alex alle sue spalle, sollevando il braccio
con la bottiglia di birra e ridacchiando come una scema.
Kara si
voltò imbarazzata. Lena strabuzzò gli occhi.
«Abbiamo
ospiti.» Maggie lanciò uno sguardo malizioso ad
Alex che abbassò subito la birra. «Ms. Luthor, si
unisce a noi?» Chiese
gentilmente la detective. «Stiamo aspettando la pizza, ce
n'è per tutti.»
«Non
vorrei creare disturbo.»
«Non
disturba affatto.» La incoraggiò Alex. Lena
spostò lo
sguardo su Kara, cercando un consenso.
«Certo
che puoi restare.»
«Allora
accetto volentieri l'invito.» La Luthor le sorrise,
dolcemente, e Kara sentì uno strano malessere alla pancia e
alla gola. Le fece
spazio per farla entrare e richiuse la porta.
«Fai
come se fossi a casa tua.»
Alex intanto
aveva stappato un'altra birra. «Prego.» - La
offrì a Lena che prese posto a tavola.
«Grazie.»
«Bene!»
Maggie le porse la mano. «Io sono Maggie Sawyer, ci
siamo già viste, possiamo darci del tu?»
«Sì,
mi ricordo di te, la detective, vero?» Rispose la donna
ricambiando la stretta.
«Esatto.»
«Quindi…
Lena!» Alex si schiarì la voce. «Come
mai da queste parti?» Chiese, percependo
immediatamente la tensione dello sguardo della sorella.
«Dopo
una giornata trascorsa tra le scartoffie ho pensato di
passare a trovare… un’amica.»
Si voltò verso Kara e le rivolse un sorriso
che subito contagiò la giovane kryptoniana.
«Oh
sì…» mormorò, sorseggiando
la birra e guardando di
traverso la sua ragazza.
«Che
carina!» intervenne quest’ultima.
«Ragazze...»
Kara forzò un sorriso e si raddrizzò sulla
sedia. Doveva dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma fortunatamente il suono
del
campanello glielo impedì.
«Salvata
in calcio d’angolo» esclamò Alex,
fissando con aria
divertita la sorella.
Lena, un
po’ confusa dalla situazione, forzò un sorriso
neutro; perché mai si trovava in
quella
situazione?
«Vado
io» borbottò Kara, roteando gli occhi e allargando
le
braccia.
Sua
sorella adorava prenderla in giro, specialmente quando si trattava di
metterla
in imbarazzo. Ma seppur Alex stesse insinuando qualcosa su Lena, era
sicura
stesse facendo un buco nell'acqua, l'unico motivo per cui vedeva spesso
Lena
erano le interviste e le faccende riguardanti Supergirl.
«Non
so voi, ma io ho una fame!» gridò improvvisamente
Maggie, sciogliendo l’imbarazzo generale. Un attimo dopo,
Kara ritornò a tavola
con il cartone della pizza.
Durante
l’intera cena, Alex e Maggie non fecero altro che stuzzicare
le altre due con
commenti e domande inopportune. Gli occhi azzurri di Kara sembravano
costantemente attratti da quelli verdi di Lena; non facevano altro che
scambiarsi sguardi e sorrisi fugaci, ma non così fugaci da
passare inosservati
agli occhi delle altre due presenti.
«Senti
un po’ Lena-» Alex si pulì le labbra con
un
tovagliolo. «Non per essere invadente, ma qui siamo tra
amiche, no?» sorrise
mentre lo sguardo della sorella s’incupì. Che
cosa voleva chiederle?
«Chiedi
pure» disse Lena, incrociando le braccia sul tavolo
assumendo una postura sicura.
Kara scosse
leggermente la testa, ma Alex ignorò quel
segnale e proseguì.
«Sei
impegnata? Sentimentalmente, intendo.»
La kryptoniana
si affogò con la sua stessa saliva e cominciò
a tossire senza controllo. Non glielo
aveva chiesto veramente, vero? Lena si girò di
scatto e le poggiò una mano
sulla schiena; «Tutto bene?»
«Sì,
io… sì.» Cercò di
ricomporsi. «Che domanda è questa,
Alex?» indurì la mascella.
«Una
domanda lecita» rispose disinvolta.
«Già»
la spalleggiò Maggie, mangiando l’ultimo pezzetto
di
pizza.
«No,
non sono impegnata.» Ci pensò Lena a mettere fine
a
quel siparietto. «Ho troppo lavoro da fare per i
sentimenti.» La bionda assunse
un'espressione strana che ad Alex non sfuggì.
«Bene,
io sparecchio» Kara si alzò di colpo e prese il
cartone vuoto della pizza. «Torno subito» disse,
rivolgendosi per lo più a
Lena.
«Le
do una mano» sorrise Alex, recuperando le
bottiglie vuote delle birre e raggiungendo la sorella.
Una
volta che le sorelle Danvers si allontanarono, Lena e Maggie rimasero
per
qualche secondo in un silenzio imbarazzante.
«Ti
piacciono le donne?» Chiese improvvisamente Maggie.
«Scusa?»
«Le
donne, o preferisci gli uomini?»
Lena si
portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio:
«Non
credo di avere preferenze.»
«Sai
Kar-»
«Non
ci giri attorno. Cosa vuole chiedermi?» La interruppe
Lena, poggiando la schiena alla sedia.
«Io
ed Alex stiamo insieme.»
«E
quindi?»
«Ah
l'avevi capito.» Maggie si sciolse in un sorriso
malizioso. «Quindi tu e Kara?»
«Io
e Kara cosa?» Maggie roteò gli occhi.
«Siamo solo
amiche, detective.»
«Io
non credo.»
«E
cosa crede?»
«Ho
visto come la guardi.» Affermò Maggie, lanciando
un'occhiata a Kara che chiacchierava con Alex.
«Cosa
ti passa per la testa, Alex?» si lagnò Kara,
mantenendo un tono basso.
«Perché,
cosa ho fatto?» la interrogò, incrociando le
braccia al petto e poggiandosi sul bancone alle sue spalle.
«Volevo
semplicemente conoscerla meglio, niente di-»
«Non
è quello!» la interruppe, scuotendo le mani in un
gesto
di esasperazione. Cercò comunque di contenersi, visto che
Lena avrebbe
tranquillamente potuto vederla. «Tutto il resto.»
«Dico
solo che, insomma, Lena è una bella
donna…»
Kara
aggrottò la fronte, provando ad anticipare il discorso
della sorella.
«Credevo
stessi con Maggie» mormorò, fraintendendo
completamente.
«Sì,
infatti io sto con Maggie. Non sono interessata a Lena»
scosse la testa, sorridendo leggermente.
«Alex,
ti prego dillo e basta» sbuffò, seccata dal fin
troppo temporeggiare della sorella.
«Hai
visto come ti guarda?»
«Come
mi guarda?» Chiese Kara.
Alex scosse la
testa, strinse le mani sulle spalle di sua
sorella e la fece voltare verso Lena. La kryptoniana, che stava
asciugando un
piatto, dischiuse la labbra e ingoiò a vuoto, sorpresa di
ritrovarsi puntati
contro quei due diamanti verdi; Lena la stava guardando prima ancora
che lo
facesse lei. Alex sorrise quando notò il leggero rossore
sulle guance della
sorella e spostò anche lei la sua attenzione verso le altre
due. Le fu
impossibile non lasciarsi catturare del gigantesco sorriso di Maggie
che con
una smorfia divertita, le fece notare il prolungato scambio di sguardi
tra Kara
e Lena.
«Kara!»
bisbigliò Alex. Sua sorella non la sentì.
«Kara!» Le diede una gomitata.
«Co-»
Le scivolò il piatto dalle mani. Maggie si portò
una
mano al viso trattenendo una risata, seguita da Lena. «Oh
Rao!» esclamò,
rendendosi conto di aver appena rotto un piatto. Cosa
le prendeva?
Si
piegò immediatamente per ripulire il casino da lei stessa
creato, ma Alex fece lo stesso e le diede una mano. Lena e Maggie si
alzarono
nello stesso momento per aiutare le altre due, nonostante Kara avesse
insistito
per il contrario.
«Bene,
direi proprio che sia il momento di andare» disse
Alex, raddrizzandosi e guardando la sua ragazza.
«Sì?»
le domandò Maggie, confusa. «Sono ancora
le-»
Alex le
afferrò la mano, interrompendola bruscamente e,
fingendo un sorriso, precisò: «Dobbiamo passare a
prendere quella cosa,
ricordi?»
«Quella
cos-?» Maggie spalancò gli occhi, quando colse i
segnali che Alex cercava disperatamente di inviarle. «Quella
cosa! Giusto,
dobbiamo… Sì, direi che è proprio il
momento di andare» sorrise, aggrappandosi
al braccio della ragazza e baciandola sulle labbra, proprio di fronte
agli
occhi – imbarazzati – di Lena e Kara.
«Poi
me la pagate voi due.» Minacciò Kara.
«Ci
ringrazierai.» Disse ridendo Maggie stringendo Alex a
lei.
«Scusate,
potrei capire di cosa state parlando?» intervenne
il capo della L-Corp.
Alex
allungò la mano: «Oh, questo lo saprai presto. E'
stato
un piacere averti a cena.»
Lena la
guardò confusa ma ricambiò la stretta
energicamente;
«Il piacere è stato mio.»
Maggie fece lo
stesso e strizzò l'occhio a Kara, che
continuava a sostenere uno sguardo non tanto amichevole.
«Bene
sorellina, noi resteremo fuori per la notte, non
mettere la casa troppo in disordine.»
«Perché
dovr- ALEX!»
Quest’ultima
trascinò con sé Maggie verso la porta e
gridò
un «Ciao ragazze!» Prima di uscire.
^-^-^-^
Quella
mattina Alex, poco prima di andare al D.E.O, aveva recuperato dallo
scantinato
gli scatoloni colmi di cianfrusaglie natalizie e aveva tirato fuori
l’albero di
Natale. Quando lei e Maggie rientrarono in casa dopo la serata da Kara,
le
scatole erano ancora lì, per terra, nel salotto.
«Chissà
cosa combineranno quelle due insieme» mormorò
Alex, affrettandosi ad accendere
il camino. «Kara era totalmente in imbarazzo.»
«Si
divertiranno» replicò Maggie, strofinandosi le
mani
gelate.
«Dici
che?» Alex sollevò maliziosamente un sopracciglio,
poi
scoppiò a ridere.
«Non
penso.» Anche Maggie si unì a quella risata.
«Tua
sorella non mi sembra il tipo... Ma quella Lena, beh… A
giudicare dai suoi
sguardi, direi che non aspetta altro.»
«Oddio,
no ti prego. Cambiamo discorso. È pur sempre mia
sorella e… Oddio no!» scosse la testa, come a
voler scacciar via quella
spiacevole immagine dalla sua testa.
Maggie sorrise
e la prese sulla parola, cambiando subito
argomento: «Ma questi scatoloni?» le chiese, appena
li notò.
«Oh
sì» sbuffò, toccandosi i capelli.
«Non sono nemmeno
riuscita ad aprirli, sono le decorazioni natalizie»
spiegò, sedendosi sul
divano.
Incuriosita,
Maggie avanzò verso i cartoni e ci sbirciò
dentro, sorridendo spontaneamente.
«Non
riesco mai a trovare del tempo per far nulla, nemmeno
l’albero.»
«Questo
perché non ti va, Danvers. Non perché non hai
tempo»
la guardò, sogghignando. «Ad esempio, invece di
startene buttata sul divano, a
non fare nulla, potresti alzarti e metterti a lavoro.»
«Mhh...
A quest’ora?» Fece una smorfia che
palesò tutta la
sua poca voglia di alzare il suo sedere. «Penso proprio che
passerò tutte le
vacanze da Kara» convenne, sorridendo.
«Non
farti pregare, su» Maggie la raggiunse e le prese le
mani. «Facciamolo insieme. Approfitta di questa mia
bontà, non ricapiterà»
insistette e di fronte a quel faccino dolce, Alex non poté
che lasciarsi
convincere.
Si
alzò con l’aiuto di Maggie ed insieme si
avvicinarono
agli scatoloni.
«Ti
rendi conto di quello che stiamo per fare, vero? È una
pazzia!» le fece notare, prima di cominciare.
«Me
ne rendo conto. A lavoro, forza!» la incitò la
detective, chinandosi verso lo scatolone con le decorazioni per la
casa.
Cominciarono
ad allestire l’intero appartamento con soprammobili natalizi,
nastri di raso
colorati, candele, luci e vischio; decorarono anche la cornice del
camino.
L’atmosfera sembrava essere proprio quella natalizia,
specialmente quando la
più bassa cominciò ad intonare Jingle
Bells, saltellando in giro per la casa.
«Perfetto»
sospirò orgogliosa Maggie, dopo aver appeso la
ghirlanda fuori dalla porta d’ingresso.
Rientrò
nell’appartamento e sorrise nel vedere Alex alle
prese con la costruzione dell’albero. Aveva diversi
ramoscelli in mano, ma a
giudicare dalla sua espressione non aveva idea di cosa farci.
«Ti
manca giusto qualcosa» mormorò Maggie, infilandole
in testa,
a sua insaputa, un berretto da Babbo Natale. «Ora sei
impeccabile» sorrise
quando l’altra la guardò con
un’espressione da cucciolo bastonato.
«Non
ti facevo così… Amante
del Natale» dichiarò la più
alta, felice di vedere la sua ragazza così
allegra e spensierata. «Sei anche un’ottima
cantante» la prese in giro.
«Tu
però non sei un granché con la costruzione di
alberi»
ribatté.
«Oh
sì» Alex tornò a concentrarsi
sull’abete. «Questi pezzi
sono senza lettera, come capiamo dove vanno messi?» le
domandò.
«Danvers,
questo albero è tuo! Quelli senza lettera
lasciamoli alla fine, no?» consigliò
semplicemente, ridacchiando e raccogliendo
da terra i primi pezzi da montare. «Si comincia con la
lettera ‘E’.»
Partirono
dalla base e passo dopo passo, raggiunsero la cima. Alex
scoppiò a ridere
quando Maggie tentò inutilmente di inserire
l’ultimo pezzo, quello nella parte
più alta. Nemmeno mettendosi sulle punte ci
riuscì.
«Oh
sì, ridi pure» sibilò Maggie,
rinunciando ad un ennesimo
– inutile – tentativo. «Questo albero
è troppo alto.»
«Dammi
qui!» Alex si fece passare la punta dell’albero e
la
posizionò al suo posto con estrema semplicità.
«Ecco fatto» affermò,
ripulendosi le mani.
«Non
sono bassa.»
«Io
non l’ho detto» Alex allargò le braccia,
come a volersi
dichiarare innocente.
«Ma
l’hai pensato» l’accusò,
strizzando gli occhi per
guardarla meglio.
«Sei
adorabile così» sorrise l’agente D.E.O,
rubandole un
rapidissimo bacio sulle labbra.
Un gesto che
bastò per far tornare il sorriso sulle labbra
della detective e farla scattare a recuperare, dagli scatoloni, le luci
colorate. Insieme le avvolsero attorno all’albero e le
attaccarono alla presa.
Appena terminarono di montare e sistemare accuratamente le luci,
rivestirono
l’albero con palline, pupazzetti, fiocchi, catenelle e una
stella cometa sulla
cima.
«A
te l’onore di accenderlo» le concesse Alex,
spegnendo le luci della casa e
porgendole il telecomando per accendere quelle dell’albero.
Simularono un
conto alla rovescia e via, Maggie schiacciò il
pulsante. Immediatamente i fili s’illuminarono e luccicarono,
regalando
immediatamente un clima rassicurante e familiare. Le due ragazze si
guardarono
e sorrisero, fiere del risultato finale.
«Niente
male, Danvers» soffiò roca, la detective.
«Grazie
per l’aiuto, Sawyer» rispose, compiendo un passo
verso di lei e levandole alcuni aghi dell’albero incastrati
tra i capelli. «Ora
anche Babbo Natale, invidierà la mia casa»
scherzò, accarezzandole il contorno
del viso.
Maggie
piegò la testa da un lato – in quel suo tipico
modo
di fare – e le sorrise portandosi le mani dietro la schiena,
come a voler
recuperare qualcosa.
Alex la
guardò incuriosita fin quando questa non rivelò
l’oggetto tanto misterioso: un ramoscello di vischio. Lo
sollevò tra le loro
teste e sorrise divertita dall’espressione sorpresa della sua
ragazza.
«Ora
sei costretta a baciarmi, Alex Danvers»
le fece notare.
«Non
avevi bisogno del vischio per questo, Maggie
Sawyer» rispose, incorniciandole
il viso con entrambe le mani. «E lo sai meglio di
me» concluse, mettendo fine a
quell’infinita distanza che le divideva.
Alex
si chinò per baciarla meglio mentre Maggie salì
leggermente sulle punte e
lasciò cadere il rametto di vischio sul pavimento per
abbracciarla sui fianchi.
«Oggi
mi sento romantica» sussurrò sulle labbra di Alex,
che
non sembrava minimamente intenzionata a mettere fine a quel bacio.
«Non capita
spesso.»
«Devo
approfittarne allora» borbottò la padrona di casa,
mordicchiandole il labbro.
^-^-^-^
«Ti
chiedo scusa per mia sorella e Maggie.» Cominciò
Kara mortificata.
«Non
preoccuparti Kara, sono state cortesi con me.» Rispose
Lena, raccogliendo gli ultimi cocci del piatto. «Dove li
butto questi?»
La bionda
frugò nel mobile accanto al frigorifero e tirò
fuori una busta di plastica nera.
«Dalli
a me.» Tolse frettolosamente i cocci dalle sue mani
lasciandoli cadere nel sacchetto.
La giovane
kryptoniana sentiva lo sguardo dell'altra
seguirla indagatore mentre riordinava la cucina, e quando si
voltò, sembrò
pensierosa.
«Va
tutto bene?» Chiese avvicinandosi.
La bruna
annuì.
Kara sospirò e finì di pulire, si sentiva nervosa
e forse un po' troppo
energica.
Disse a Lena di accomodarsi sul divano, o dove preferiva, mentre lei
andava a
buttare la spazzatura. Quando tornò, qualche secondo dopo,
la ritrovò in camera
sua con uno dei suoi dipinti tra le mani, uno di quelli dove aveva
ritratto
Krypton, o almeno, quello che ne ricordava.
Attirò la sua attenzione con un timido ''Ehi.'' La bruna si
girò, le labbra
socchiuse, e i suoi occhi, i suoi occhi erano verdi, verdi come la
kryptonite,
e per un attimo Kara sentì le sue ginocchia tremare.
«Questo
è quello che preferisco.» Disse mostrandole la
tela.
«Oh…»
La bionda fece un passo verso la donna. «Questo è
il
pos- è il posto che immagino quando mi sento sola, quando
sento la mancanza dei
miei genitori.» Quando sento la mancanza di casa, avrebbe
voluto aggiungere.
«Non
è male essere soli in questo posto.» Lena
sfiorò
delicatamente la tela ripercorrendo le linee dei palazzi rappresentati,
del
sole rosso e il cielo. «Sembra così
reale.» Alzò nuovamente lo sguardo su Kara
– «Sei bravissima. Mi piacerebbe averne un-
cioè, non che voglia prenderti un
quadro, quando non hai nulla da fare, se ti va, mi piacerebbe avere un
tuo
dipinto nel mio ufficio.»
«Davvero!?»
Domandò meravigliata.
Lena ripose la tela – «Ne sarei onorata.»
– rispose accarezzando, così come il
dipinto, il braccio di Kara, che osservò il gesto.
«Cosa ci vorresti nel
quadro?»
«Un
simbolo. Scegli tu.» Le disse uscendo dalla stanza.
«I-
io? Perchè?»
«Sei
tu l'artista.» Affermò ridacchiando. Kara si
limitò a
sorriderle.
Che
Lena fosse colta, era un dato di fatto. Diverse volte aveva saputo
dimostrare a
Supergirl quanto la sapesse lunga sulla tecnologia, semplicemente
brillante, e
diverse volte aveva saputo dimostrare a Kara Danvers quanto la sapesse
lunga
sull'arte e soprattutto sulla storia.
Kara ricordò quando si incontrarono al museo di arte
contemporanea di National
City; si trovava lì per un articolo su cui Snapper insisteva
da una settimana,
mentre Lena era lì che girovagava con un uomo tra un'opera e
l'altra, ricordava
ancora come sorrise quando la vide, Kara si sentì debole
anche allora, fece
cadere il blocco note e la presidentessa della L-Corp non perse tempo
nel
raggiungerla ed aiutarla.
«Kara?
Dove sei andata? Sei mille miglia distante.» La giovane
kryptoniana scosse la
testa arrossendo. «S- scusa. Pensavo a cosa potremmo fare
adesso. Hai qualche
idea?»
«A
dire il vero sì.» Lena accennò un mezzo
sorriso. «Dobbiamo
andare a casa mia però prima.»
«Andiamo
allora!»
Lena
chiamò uno dei suoi autisti, spiegò che era
solita tardare a lavoro, quindi
aveva aggiunto una fascia oraria che andava oltre le dieci e aveva
assunto un
autista in più in modo da non prolungare l'orario lavorativo
di quello
giornaliero.
«Aspettami
in auto, ci metto pochissimo.» Così
aprì lo
sportello e a passo veloce entrò nella hall del suo palazzo,
la intravide
salutare il portiere e poi scomparire dietro un muro. Lena non fece
parola
della loro destinazione, tornò in auto qualche minuto dopo,
per privacy Kara
non volle usare la vista a raggi-x. Ad intuito non notò
nulla di diverso, forse
aveva soltanto bisogno di controllare che fosse tutto okay a causa dei
recenti
attentati di Lex Luthor.
«Allora,»
Kara si sistemò gli occhiali e si strofinò le
mani nervosamente, «dove stiamo
andando?»
«In
un posto.» Disse in modo vago.
«Ma-»
«Non
insistere Kara.» La interruppe sorridendo.
Kara prese un
respiro profondo, «V- Va bene.»
La bruna le
strinse l'avambraccio per rassicurarla. «Ti
piacerà.»
«Okay.»
Rispose la bionda abbassando lo sguardo.
Arrivarono ai piedi di una grossa struttura, alta forse cinque piani.
«Entriamo?»
Chiese Lena. Aveva preso delle chiavi a casa
sua, un grosso mazzo di chiavi.
«Sì.»
La
raggiunse davanti al portone in vetro; una volta aperto Lena la prese
per mano,
Kara benedì la penombra per calore violento che
sentì sulle guance.
Il palazzo
sembrava ancora in costruzione, c'era odore di
pittura fresca. La bruna attivò dal mazzo di chiavi un
ascensore, salirono fino
al terzo piano.
«Ci
siamo quasi» sussurrò. Aprì un'altra
porta, questa aveva
una sola anta, era buio pesto. «Sei pronta?» Lena
le lasciò la mano e Kara ne
sentì subito la mancanza.
«Sì.
Credo... »
I
tacchi rimbombarono nella stanza e si distanziarono dalla piccola
Danvers che
restò lì, impalata, torturandosi le mani.
Kara sentì la sua mascella cadere; le luci presero vita
all'improvviso, era una
stanza piena di quadri, le pareti nere cosparse di diversi dipinti di
grandezze
varie, tutti quei colori, il pavimento era rosso sangue.
«Tu-
Questo- Oh Rao... » La bionda boccheggiava.
Riconobbe due dei quadri esposti, Lena era lì che la fissava
con uno sguardo
ammaliato. «Questi li conosco!» Strizzò
gli occhi.
«Sono
due riproduzioni personalizzate di Van Gogh.
Questi sono tutti quadri inediti di artisti esordienti.»
Allargò le braccia
indicando il resto delle opere. Si mosse ed affiancò Kara:
«È un progetto che
sto cercando di mettere in piedi; una galleria per i giovani artisti,
per chi
sogna e per chi ha sognato troppo.» Spostò lo
sguardo sul viso colmo di
ammirazione di Kara, ancora incredula.
«Che ne dici se..» Si schiarì la voce,
«vorresti esserci anche tu? I fondi
andranno in beneficenza.»
La kryptoniana
si voltò scontrandosi con il verde, dolce
verde, degli occhi di Lena.
«I-
Io?» Forzò una risata che uscì
stizzita.
«Sì.
Quello che fai è bellissimo, non ti manca nulla
rispetto a loro.»
«Non
so.»
«Kara.»
Insistette la Luthor facendo un altro passo in
direzione della bionda. «Sarei felice se tu
partecipassi.» Poggiò le mani sulle
sue braccia e continuò: «Non è nulla di
impegnativo, te lo garantisco, e poi è
tutto nelle mie mani.»
Non riusciva a
staccarsi da quell'intenso sguardo che
sperava in un sì.
«Ci
penserò.» Lena sorrise, nuovamente, irradiando il
corpo
di Kara.
«Hai
tempo fino a Febbraio.» L'altra annuì.
Lena
le mostrò l'intera galleria, le parlò del suo
progetto e di come voleva
strutturarlo. In ogni piano avrebbe voluto esporre delle mostre
riguardanti
diversi tipi d'arte, come la scultura, la scrittura, la musica.
«C'è
qualcosa che voglio mostrarti all'ultimo piano.» Spense
tutte le luci ed afferrò la mano di Kara. Continuarono a
proseguire nella
penombra, salirono una rampa di scale, si fermarono al pianerottolo.
Sentì le
dita di Lena sul suo viso, subito dopo il suo respiro così
vicino.
«Chiudi
gli occhi, non aprirli finché non te lo dirò
io.»
Kara aveva decisamente bisogno di una boccata d'aria. Si sentiva
soffocare in
tutto quel buio. Ascoltò i tacchi di Lena salire qualche
altro scalino,
susseguiti da un rumore brusco. Tornò indietro velocemente.
»Non aprirli
ancora.»
^-^-^-^
Qualche
minuto e qualche bacio più in là, Maggie, seduta
davanti al camino, venne
raggiunta da Alex che, nel frattempo, si era procurata delle coperte.
In una vi
si avvolse dentro mentre l’altra la posò
accuratamente attorno alle spalle di
Maggie, sedendosi poi al suo fianco.
«Sono
felice di essere qui.» Fu la detective la prima a rompere il
silenzio. «Con
te.»
«Ti
stai proprio rammollendo, Sawyer» la schernì
giocosamente.
«Lo
so e la cosa mi preoccupa» disse, guardando Alex con uno
sguardo serio.
L’agente
D.E.O colse il significato nascosto di quella dolce
confessione e senza pensarci un minuto di troppo, come a volerla
rassicurare,
le prese la mano e la intrecciò nella sua. Pochi istanti
dopo, Maggie la invito
chiaramente ad avvicinarsi a lei e Alex non la fece attendere.
Allargò la sua
coperta, la unì a quella della sua ragazza e si strinse a
lei, posando la testa
sulla sua spalla.
«Chissà
Kara e Lena…» borbottò la detective,
immaginandosi
dei possibili risvolti tra le due.
«Oh
Dio! L’avevo quasi dimenticato… Che dici le mando
un
messaggio?» Alex sollevò la testa, rimanendo
però ben arpionata al braccio
muscoloso della compagna.
«Sì!»
annuì Maggie, impaziente di saperne di più.
«Scrivile,
scrivile» la esortò, frenetica.
Alex, seppur a
malincuore, si allontanò dal calore emanato
dal camino, dalla coperta e specialmente, dal corpo di Maggie e
recuperò il suo
cellulare, tornando poi a sedersi al suo posto.
^-^-^-^
Kara
scosse la testa. La percepì dietro di lei,
l'afferrò per i fianchi e la spinse
verso le altre scale da salire.
«Questo
è quello che io chiamo 'universo parallelo'.»
Adesso
era accanto alla bionda, le strinse la mano: «Puoi
guardare.» Kara di scatto
indietreggiò, era completamente buio.
«Questo...
Oh...»
«Museo
astronomico.» Disse Lena, raggiungendo il centro
della cupola.
Il
soffitto era alto, c'era una luce soffusa data dalle costellazioni
presenti nel
pavimento e sulle mura laterali; il soffitto era scoperto e c'era una
vetrata
da dove si vedevano il cielo, le stelle e la luna. Quel posto
rappresentava il
più bell'albero natalizio che abbia mai visto.
I binocoli e i cannocchiali erano rivestiti di un acciaio color oro.
Attraversò
tutto lo spazio osservando i mappamondi, i pianeti disegnati su alcune
pareti.
«Vieni
a vedere.» La invitò la bruna.
Era
vicina ad un grosso telescopio che puntava alla notte. L'eroina
obbedì, senza
dire una parola. Le mostrò la galassia, o almeno quello che
si vedeva dal
telescopio, d'altronde gli esseri umani non avevano la tecnologia di
Krypton,
era così che loro vedevano i corpi celesti.
«È
fantastico Lena, io non pensavo che…» Kara non
riusciva a
trovare le parole.
«Un
Luthor potesse fare tutto questo?»
«No.
Che ti appassionasse l'astronomia.»
«Mi
ha trasmesso tutto Lex.» Disse con un tono amaro.
«Ti
manca?» Chiese d'istinto la bionda.
«A
volte, ma adesso non è il momento di pensarci.»
Non riusciva a
vederle il volto, a parte qualche sprazzo di
luce blu, ma era sicura che Lena fosse lì a un passo da lei,
percepiva il suo
calore e il suo silenzio. Capiva in un certo senso quello che provava,
essere
delusa da suo fratello, una persona per cui provava un amore smisurato,
era
come lei, delusa dai suoi genitori. Non sapeva se amarli per quello che
le
hanno dato o odiarli per quello che le hanno nascosto. Lena era una
delle
persone più vicine e più distanti a lei, erano
così diverse eppure con un
trascorso così simile.
«Mi
dispiace, non volevo ricordart-» Due braccia le circondarono
la vita, fermando
le sue parole, e la strinsero, immediatamente tutto prese forma nella
testa di
Kara.
Sentì
il naso freddo dell'altra sul suo collo e il suo
respiro irregolare, accompagnato da un profumo forte e squisito.
La kryptoniana si permise di usare il superudito, e il battito cardiaco
di Lena
accelerava, non doveva ricordarle Lex.
Ricambiò l'abbraccio portando la bruna più
vicina, era di poco più bassa di
lei. Le parve un'eternità. Quando Lena si staccò
da lei, portandosi anche il
suo ardore, Kara poteva chiaramente vedere i suoi occhi, una delle
costellazioni le stava illuminando quella porzione del viso.
«Scusami.»
Fece la più bassa allontanandosi.
«No!»
Kara le prese il braccio e l'avvicinò di nuovo, forse
un po' troppo vicino. Arrossì violentemente e brivido le
entrò sotto la pelle.
«Io- Io- va bene! Puoi abbracciarmi, è-
è normale per gli esseri umani
abbracciarsi, non che io non sia umana, cioè- lo sono, sono
umana e anche a me
piacciono gli abbracci. A te forse non piacciono perché sei
p-»
«Ehi
ehi! Rallenta!» Lena rise divertita.
«Scusa,
a volte comincio a dire montagna di cose senza un
nesso logico.»
«Tranquilla.
Sei carina quando lo fai.» Ammise.
Per una
frazione di secondo Kara cercò le sue labbra,
scostò lo
sguardo, sperando di non
essere notata.
«Grazie.»
Borbottò.
«C'è
qualcosa che non va?» Chiese piegando la testa da un
lato.
«È
bellissimo qui, è un po' come il mio disegno.»
«Sì,
hai ragione.»
Lena
si voltò per andare verso il balcone.
«Guarda
Kara, qui c'è il-»
Kara la prese per un braccio e fece sparire la distanza tra loro. Le
sue labbra
trovarono riposo in quelle, morbide e soffici di Lena. Era come baciare
la
notte, come baciare il cielo stellato e sentirne il sapore, sentirsi
perso e
maledettamente debole.
Fu assalita da una tremenda paura di aver sbagliato, forse non doveva
baciarla,
ma la bruna rispose approfondendo il bacio cercando la sua bocca ancora
di più.
Una vibrazione
interruppe l'atmosfera e il bacio.
Kara si distaccò rossa in volto, Lena la guardò
confusa e
la bionda volle ritrovare quell'intimità ma il cellulare
vibrò di nuovo.
«Sc-
scusa.» Armeggiò con la borsetta e prese il
cellulare.
«È un sms di Alex.» Disse timidamente.
^-^-^-^
– Sorellina, come procede? È ancora da
te?????
Alex
inviò il messaggio, scambiandosi
un’occhiata d’intesa con Maggie.
–
No, siamo all’osservatorio astronomico di Lena. È
successo qualcosa?
«Ha
risposto, ha
risposto!» Esclamò Alex, spostandosi di scatto
sulle ginocchia. «Ha detto che
sono all’osservatorio astronomico» la
informò e non fece in tempo ad aggiungere
altro che la detective le strappò il cellulare dalle mani
per vedere con i suoi
occhi. «Ehy, il mio telef-»
«Ssssh»
l’azzittì Maggie, iniziando a
digitare.
^-^-^-^
– Ohohoh piccola Danvers, la Luthor ti sta
facendo vedere le stelle?
Kara
lesse il messaggio appena arrivato
ad alta voce.
«La
luth... veder-» Le sue guance
si accesero.
«Cosa
dice?» Chiese Lena sporgendosi.
La
bionda si portò il cellulare al
petto, «N- Nulla. Mi ha chiesto se è tutto
okay.»
«Kara
va tutto bene?» L'altra si
ricompose ed annuì con convinzione;
–
Maggie!
Ma che domande sono!? Lena è qui accanto a me!
^-^-^-^
Alex si
lanciò –
letteralmente – sopra la detective, nel tentativo disperato
di recuperare il
suo cellulare.
«Magg- dammi il telef-ono!» farfugliò,
strattonandosi con l’altra.
«No, voglio parlar-» Maggie non riuscì a
concludere la frase che Alex
s’impadronì del cellulare, rendendosi conto di
aver inviato a Kara un messaggio
a dir poco ridicolo.
– Maggie mi ha rubat vdsdhsfdmsofos il
teeelfo sodksokado
«Ecco,
ora dopo
questo posso anche scordarmi che Kara mi risponda ancora.
Contenta?» rimproverò
la detective, che subito assunse un’espressione da bambina
imbronciata.
^-^-^-^
«Se ha
bisogno di te
non preoccuparti, posso riaccompagnarti a casa.»
«Oh- N- No! Sai, è soltanto protettiva.»
Disse in fretta Kara. Per non essere
fraintesa decise di rispondere ad un ultimo messaggio per poi, beh,
approfond–
si erano appena baciate e lei stava rispondendo ai messaggi ridicoli di
Alex.
«Come tutte le sorelle più grandi.»
Aggiunse Lena.
«Le dico che va tutto bene e continuiamo il nostro
ap-» Ridacchiò imbarazzata
«La nostra uscita.»
«Bene.»
Sussurrò la bruna con tono fermo
e caldo. Sussultò quando sentì il cellulare
vibrare nuovamente;
– Maggie mi ha rubat vdsdhsfdmsofos il
teeelfo sodksokado
Kara alzò un sopracciglio.
– Non voglio nemmeno immaginare
cosa
state facendo tu e Maggie. Ci
sentiamo più tardi.
Con un semplice
gesto
lasciò cadere lo smartphone nella borsetta e raggiunse Lena.
Il vento faceva in
modo che i suoi capelli corvini brillassero sotto il chiarore lunare,
eppure,
pensò Kara, nonostante lei fosse una kryptoniana, un essere
forte rispetto al
resto delle persone che hanno sempre vissuto sulla terra, di fronte a
Lena, lei
sentiva le stesse debolezze degli umani.
«Ehi.»
Borbottò Kara.
«Eccoti.» Sorrise la donna. E sì, Kara
sentiva lo stesso dolore degli umani,
proprio adesso.
^-^-^-^
– Non voglio nemmeno immaginare cosa state
facendo tu e Maggie. Ci sentiamo
più
tardi.
Alex lesse il messaggio e dopo aver gettato una rapida occhiata a
Maggie,
ancora imbronciata a causa del precedente rimprovero, rispose.
– Mi dichiaro innocente!! A
più tardi
sorellina.
«Che
ha detto?»
bisbigliò Maggie con timore.
«Che sei una scema!» rispose Alex, lasciando il
cellulare per terra.
«Davvero?»
L’agente roteò gli occhi e facendo leva sulle
ginocchia, si chinò per
recuperare un cuscino che poi tirò dritto in faccia alla
detective che, colta
alla sprovvista, cadde all’indietro.
«No che non è vero. Però che sei scema,
beh questo è vero» Alex scoppiò a
ridere, ma subito venne azzittita dalla cuscinata di risposta che la
colpì
proprio sulla bocca.
Note Autrici.
Innanzitutto ci tengo a ringraziare la mia collega per questa
bellissima
collaborazione. È stato uno spasso scrivere insieme,
confrontarci e trovare dei
compromessi. Siamo molto diverse e sicuramente ve ne renderete conto,
ma ci
siamo trovate benissimo e se dovessimo riscontrare pareri positivi,
chissà
magari la continueremo con un bel rating rosso, che dite? Proponete,
noi
ascolteremo le vostre proposte.
Baci.