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Autore: _MeAndYou_    22/12/2016    10 recensioni
Qualche giorno prima dei festeggiamenti natalizi, le sorelle Danvers decidono di festeggiare il coming out di Alex con una gratificante pizza. Ma qualcosa modificherà i loro piani.
[Partecipa all'iniziativa FemStmas16]
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Maggie Sawyer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Scritta da me per quanto riguarda le Sanvers e da ImagineWhite per quanto riguarda le Supercorp.]

Will you be my Christmas on this earth?

Alex aveva approfittato del giorno del Ringraziamento per dichiararsi anche con la madre e i suoi amici. Tutti l’avevano presa bene, Eliza specialmente che, dopo aver attentamente ascoltato il discorso della figlia, l’aveva raggiunta e l’aveva abbracciata sussurrandole un: “Ti voglio bene, Alex. A me importa solo che tu sia felice.”
A conti fatti, Alex non poteva certamente lamentarsi dell’esito del suo coming out. Le persone a lei più care l’avevano presa bene ed ora che la parte più difficile era stata superata, era completamente libera di poter essere se stessa, al cento per cento e senza freni. Come se non bastasse, anche le cose con Maggie sembravano aver preso finalmente la svolta desiderata.

^-^-^-^

Quella fredda sera di Dicembre, Kara aveva deciso di renderla speciale invitando Alex e Maggie a casa sua per una mega pizza.
Dopo il coming out avvenuto con Eliza, sapeva che la sua sorellona avrebbe avuto voglia di condividere la felicità - ''Mi sento libera, Kara.'' - le aveva detto al telefono poco prima.

Erano le otto e quindici, Alex l'aveva informata che sarebbero state lì entro le otto e quaranta. Era così contenta per sua sorella e così malinconica verso se stessa, ultimamente sentiva che qualcosa non andasse nella sua vita e sapeva che non riguardava il D.E.O. o James, o Mon-El, beh forse un po' Mon-El sì, ne era infatuata? Eliza credeva lui lo fosse di lei, Kara invece non ne era tanto sicura.

Alex e Maggie arrivarono nel bel mezzo dei pensieri di Kara; quanto sembravano felici.
«Alex!» Non le diede nemmeno il tempo di entrare che si ritrovò a stringerla in un abbraccio consolatorio.
«Ehi ehi, ragazza d'acciaio, vacci piano.»
«S- Scusa.» Kara indietreggiò di qualche passo. «Ciao Maggie!»
«Piccola Danvers.» Disse in risposta dandole un saluto molto formale.
«Non devi fare così soltanto perchè adesso sai che sono Supergirl.»
 «Hai ragione.» Fece un passo verso l'entrata dandole un pugno alla spalla.
Alex rise, notando la tenerezza di Maggie nel porsi con Kara, adesso che sapeva tutto, adesso che sapeva che si sbagliava, che Supergirl, la ragazza di cui Maggie era gelosa, era sua sorella e che quindi, non aveva nulla da temere. La seguì scuotendo la testa.

«Allora...» Cominciò Kara «Io pensavo di ordinare una mega pizza, metà peperoni e met-»
«Al formaggio grazie.» Intervenne Maggie sorridendo.
«Aggiudicato.» Rispose la bionda strizzando l'occhio a sua sorella.
Maggie le piaceva, non solo perché piaceva ad Alex, le piaceva perché sapeva quello che voleva, sapeva che voleva Alex, e lei l'ammirava.
«Kara?» Chiuse la chiamata con la pizzeria e rimise il telefono a posto. «Sì Alex?»
«C'è qualcosa che non va?» Chiese avvicinandosi. «Mh. No, perché?»
«In questi giorni sembri più pensierosa del solito.»
«No va tutto bene, sto bene.» Sorrise abbassando lo sguardo, cercando di evitare il suo. Alex spostò il peso da un piede all'altro mettendosi le mani ai fianchi.
«Kara Zor-El.»
«Non chiamarmi così.»
«Ah quindi è così che ti chiama quando diventa seria?» La figura di Maggie spuntò alle spalle della bruna. «Dai Alex, lasciala stare, tutti abbiamo qualcosa che ci ruba i pensieri.»
«Io non ho nes-» Spalancò la bocca arrossendo. «Io non ho niente, è sol-» Alex e Maggie si scambiarono uno sguardo d'intesa e ridacchiarono. «Cosa c'è di tanto divertente?» Sbottò l'aliena.
«È che stai facendo quella cosa.» Ammise Alex. «Quando vuoi negare qualcosa che ti tormenta.»
«Io non sto facendo niente.» Si sforzò per ricomporsi. «Kara chi è che al solo pensiero ti fa arrossire così tanto?»
«Quanto sei diretta, Sawyer.» Alex le mise un braccio attorno alle spalle. «Scusami Kara, se vuoi parlare con noi della persona che ti fa arrossire non c'è problema.»
«Ma non c'è ness- cioè, voglio dire, non penso a nessuno, non mi piace nes-»
«Guarda che così peggiori le cose.» Affermò sua sorella maggiore.

Si avvicinarono alla cucina per preparare la tavola, Alex afferrò immediatamente tre birre, Maggie i piatti e i tovaglioli mentre Kara si limitò a prendere dei bicchieri.
«Allora come sta andando il tuo lavoro da reporter?» Chiese la detective mentre apparecchiavano. «Beh, l'altro giorno sono andata da Lena e-»
Alex alzò di colpo lo sguardo dalle bottiglie di birra.
«Da quando la chiami Lena!?»
 «Lena? La Luthor intendi? Già siamo arrivate al chiamarsi in modo informale.» Aggiunse Maggie sorridendo.
«E' stata lei a chiedermi di chiamarla in quel modo! E poi dopo che ha detto alla segretaria che posso andare nel suo ufficio anche senza appuntamento non c-» Kara si sistemò gli occhiali. «Ho parlato troppo. Vado a prend-»
Alex l'afferrò per un braccio. «Dove credi di andare?!»
Il suono del campanello arrivò giusto in tempo: erano arrivate le pizze.
«Vado io» gridò Kara, allontanandosi con passo spedito verso la porta.
Alex la guardò in sottecchi e corrucciò l’intero viso. Conosceva bene la sua sorellina ed era convinta che le stesse nascondendo qualcosa.
«Non me la conta giusta» borbottò la ragazza dai capelli corti.
Maggie sorrise e in un gesto spontaneo, le porse una bottiglia di birra già aperta.

Kara aprì con troppa forza a causa dell'entusiasmo.
«Salv-» Degli occhi verde smeraldo si presentarono davanti ai suoi. La kryptoniana dischiuse spontaneamente le labbra.
Un: «Oh..» sorpreso le uscì dalla bocca.
«Io I- Lena! Ciao!»
Disse in fretta rendendosi conto di sembrare un'idiota.
 «Disturbo?» Chiese la donna.
«N-»
«Pizzaa!!!» Urlò Alex alle sue spalle, sollevando il braccio con la bottiglia di birra e ridacchiando come una scema.
Kara si voltò imbarazzata. Lena strabuzzò gli occhi.
«Abbiamo ospiti.» Maggie lanciò uno sguardo malizioso ad Alex che abbassò subito la birra. «Ms. Luthor, si unisce a noi?» Chiese gentilmente la detective. «Stiamo aspettando la pizza, ce n'è per tutti.»
«Non vorrei creare disturbo.»
«Non disturba affatto.» La incoraggiò Alex. Lena spostò lo sguardo su Kara, cercando un consenso.
«Certo che puoi restare.»
«Allora accetto volentieri l'invito.» La Luthor le sorrise, dolcemente, e Kara sentì uno strano malessere alla pancia e alla gola. Le fece spazio per farla entrare e richiuse la porta.
«Fai come se fossi a casa tua.»
Alex intanto aveva stappato un'altra birra. «Prego.» - La offrì a Lena che prese posto a tavola.
«Grazie.»
«Bene!» Maggie le porse la mano. «Io sono Maggie Sawyer, ci siamo già viste, possiamo darci del tu?»
«Sì, mi ricordo di te, la detective, vero?» Rispose la donna ricambiando la stretta.
«Esatto.»

«Quindi… Lena!» Alex si schiarì la voce. «Come mai da queste parti?» Chiese, percependo immediatamente la tensione dello sguardo della sorella.
«Dopo una giornata trascorsa tra le scartoffie ho pensato di passare a trovare… un’amica.» Si voltò verso Kara e le rivolse un sorriso che subito contagiò la giovane kryptoniana.
«Oh sì…» mormorò, sorseggiando la birra e guardando di traverso la sua ragazza.
«Che carina!» intervenne quest’ultima.
«Ragazze...» Kara forzò un sorriso e si raddrizzò sulla sedia. Doveva dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma fortunatamente il suono del campanello glielo impedì.
«Salvata in calcio d’angolo» esclamò Alex, fissando con aria divertita la sorella.
Lena, un po’ confusa dalla situazione, forzò un sorriso neutro; perché mai si trovava in quella situazione?
«Vado io» borbottò Kara, roteando gli occhi e allargando le braccia.

Sua sorella adorava prenderla in giro, specialmente quando si trattava di metterla in imbarazzo. Ma seppur Alex stesse insinuando qualcosa su Lena, era sicura stesse facendo un buco nell'acqua, l'unico motivo per cui vedeva spesso Lena erano le interviste e le faccende riguardanti Supergirl.
«Non so voi, ma io ho una fame!» gridò improvvisamente Maggie, sciogliendo l’imbarazzo generale. Un attimo dopo, Kara ritornò a tavola con il cartone della pizza.

Durante l’intera cena, Alex e Maggie non fecero altro che stuzzicare le altre due con commenti e domande inopportune. Gli occhi azzurri di Kara sembravano costantemente attratti da quelli verdi di Lena; non facevano altro che scambiarsi sguardi e sorrisi fugaci, ma non così fugaci da passare inosservati agli occhi delle altre due presenti.
«Senti un po’ Lena-» Alex si pulì le labbra con un tovagliolo. «Non per essere invadente, ma qui siamo tra amiche, no?» sorrise mentre lo sguardo della sorella s’incupì. Che cosa voleva chiederle?
«Chiedi pure» disse Lena, incrociando le braccia sul tavolo assumendo una postura sicura.
Kara scosse leggermente la testa, ma Alex ignorò quel segnale e proseguì.
«Sei impegnata? Sentimentalmente, intendo.»
La kryptoniana si affogò con la sua stessa saliva e cominciò a tossire senza controllo. Non glielo aveva chiesto veramente, vero? Lena si girò di scatto e le poggiò una mano sulla schiena; «Tutto bene?»
«Sì, io… sì.» Cercò di ricomporsi. «Che domanda è questa, Alex?» indurì la mascella.
«Una domanda lecita» rispose disinvolta.
«Già» la spalleggiò Maggie, mangiando l’ultimo pezzetto di pizza.
«No, non sono impegnata.» Ci pensò Lena a mettere fine a quel siparietto. «Ho troppo lavoro da fare per i sentimenti.» La bionda assunse un'espressione strana che ad Alex non sfuggì.
«Bene, io sparecchio» Kara si alzò di colpo e prese il cartone vuoto della pizza. «Torno subito» disse, rivolgendosi per lo più a Lena.
 «Le do una mano» sorrise Alex, recuperando le bottiglie vuote delle birre e raggiungendo la sorella.

Una volta che le sorelle Danvers si allontanarono, Lena e Maggie rimasero per qualche secondo in un silenzio imbarazzante.
«Ti piacciono le donne?» Chiese improvvisamente Maggie.
«Scusa?»
«Le donne, o preferisci gli uomini?»
Lena si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio: «Non credo di avere preferenze.»
«Sai Kar-»
«Non ci giri attorno. Cosa vuole chiedermi?» La interruppe Lena, poggiando la schiena alla sedia.
«Io ed Alex stiamo insieme.»
 «E quindi?»
«Ah l'avevi capito.» Maggie si sciolse in un sorriso malizioso. «Quindi tu e Kara?»
«Io e Kara cosa?» Maggie roteò gli occhi. «Siamo solo amiche, detective.»
«Io non credo.»
«E cosa crede?»
«Ho visto come la guardi.» Affermò Maggie, lanciando un'occhiata a Kara che chiacchierava con Alex.

«Cosa ti passa per la testa, Alex?» si lagnò Kara, mantenendo un tono basso.
«Perché, cosa ho fatto?» la interrogò, incrociando le braccia al petto e poggiandosi sul bancone alle sue spalle. «Volevo semplicemente conoscerla meglio, niente di-»
«Non è quello!» la interruppe, scuotendo le mani in un gesto di esasperazione. Cercò comunque di contenersi, visto che Lena avrebbe tranquillamente potuto vederla. «Tutto il resto.»
«Dico solo che, insomma, Lena è una bella donna…»
Kara aggrottò la fronte, provando ad anticipare il discorso della sorella.
«Credevo stessi con Maggie» mormorò, fraintendendo completamente.
«Sì, infatti io sto con Maggie. Non sono interessata a Lena» scosse la testa, sorridendo leggermente.
«Alex, ti prego dillo e basta» sbuffò, seccata dal fin troppo temporeggiare della sorella.
«Hai visto come ti guarda?»
«Come mi guarda?» Chiese Kara.
Alex scosse la testa, strinse le mani sulle spalle di sua sorella e la fece voltare verso Lena. La kryptoniana, che stava asciugando un piatto, dischiuse la labbra e ingoiò a vuoto, sorpresa di ritrovarsi puntati contro quei due diamanti verdi; Lena la stava guardando prima ancora che lo facesse lei. Alex sorrise quando notò il leggero rossore sulle guance della sorella e spostò anche lei la sua attenzione verso le altre due. Le fu impossibile non lasciarsi catturare del gigantesco sorriso di Maggie che con una smorfia divertita, le fece notare il prolungato scambio di sguardi tra Kara e Lena.

«Kara!» bisbigliò Alex. Sua sorella non la sentì. «Kara!» Le diede una gomitata.
«Co-» Le scivolò il piatto dalle mani. Maggie si portò una mano al viso trattenendo una risata, seguita da Lena. «Oh Rao!» esclamò, rendendosi conto di aver appena rotto un piatto. Cosa le prendeva?
Si piegò immediatamente per ripulire il casino da lei stessa creato, ma Alex fece lo stesso e le diede una mano. Lena e Maggie si alzarono nello stesso momento per aiutare le altre due, nonostante Kara avesse insistito per il contrario.
«Bene, direi proprio che sia il momento di andare» disse Alex, raddrizzandosi e guardando la sua ragazza.
«Sì?» le domandò Maggie, confusa. «Sono ancora le-»
Alex le afferrò la mano, interrompendola bruscamente e, fingendo un sorriso, precisò: «Dobbiamo passare a prendere quella cosa, ricordi?»
«Quella cos-?» Maggie spalancò gli occhi, quando colse i segnali che Alex cercava disperatamente di inviarle. «Quella cosa! Giusto, dobbiamo… Sì, direi che è proprio il momento di andare» sorrise, aggrappandosi al braccio della ragazza e baciandola sulle labbra, proprio di fronte agli occhi – imbarazzati – di Lena e Kara.
«Poi me la pagate voi due.» Minacciò Kara.
«Ci ringrazierai.» Disse ridendo Maggie stringendo Alex a lei.
«Scusate, potrei capire di cosa state parlando?» intervenne il capo della L-Corp.
Alex allungò la mano: «Oh, questo lo saprai presto. E' stato un piacere averti a cena.»
Lena la guardò confusa ma ricambiò la stretta energicamente; «Il piacere è stato mio.»
Maggie fece lo stesso e strizzò l'occhio a Kara, che continuava a sostenere uno sguardo non tanto amichevole.
«Bene sorellina, noi resteremo fuori per la notte, non mettere la casa troppo in disordine.»
«Perché dovr- ALEX!»
Quest’ultima trascinò con sé Maggie verso la porta e gridò un «Ciao ragazze!» Prima di uscire.

^-^-^-^

Quella mattina Alex, poco prima di andare al D.E.O, aveva recuperato dallo scantinato gli scatoloni colmi di cianfrusaglie natalizie e aveva tirato fuori l’albero di Natale. Quando lei e Maggie rientrarono in casa dopo la serata da Kara, le scatole erano ancora lì, per terra, nel salotto.

«Chissà cosa combineranno quelle due insieme» mormorò Alex, affrettandosi ad accendere il camino. «Kara era totalmente in imbarazzo.»
«Si divertiranno» replicò Maggie, strofinandosi le mani gelate.
«Dici che?» Alex sollevò maliziosamente un sopracciglio, poi scoppiò a ridere.
«Non penso.» Anche Maggie si unì a quella risata. «Tua sorella non mi sembra il tipo... Ma quella Lena, beh… A giudicare dai suoi sguardi, direi che non aspetta altro.»
«Oddio, no ti prego. Cambiamo discorso. È pur sempre mia sorella e… Oddio no!» scosse la testa, come a voler scacciar via quella spiacevole immagine dalla sua testa.
Maggie sorrise e la prese sulla parola, cambiando subito argomento: «Ma questi scatoloni?» le chiese, appena li notò.
«Oh sì» sbuffò, toccandosi i capelli. «Non sono nemmeno riuscita ad aprirli, sono le decorazioni natalizie» spiegò, sedendosi sul divano.
Incuriosita, Maggie avanzò verso i cartoni e ci sbirciò dentro, sorridendo spontaneamente.
«Non riesco mai a trovare del tempo per far nulla, nemmeno l’albero.»
«Questo perché non ti va, Danvers. Non perché non hai tempo» la guardò, sogghignando. «Ad esempio, invece di startene buttata sul divano, a non fare nulla, potresti alzarti e metterti a lavoro.»
«Mhh... A quest’ora?» Fece una smorfia che palesò tutta la sua poca voglia di alzare il suo sedere. «Penso proprio che passerò tutte le vacanze da Kara» convenne, sorridendo.
«Non farti pregare, su» Maggie la raggiunse e le prese le mani. «Facciamolo insieme. Approfitta di questa mia bontà, non ricapiterà» insistette e di fronte a quel faccino dolce, Alex non poté che lasciarsi convincere.
Si alzò con l’aiuto di Maggie ed insieme si avvicinarono agli scatoloni.
«Ti rendi conto di quello che stiamo per fare, vero? È una pazzia!» le fece notare, prima di cominciare.
«Me ne rendo conto. A lavoro, forza!» la incitò la detective, chinandosi verso lo scatolone con le decorazioni per la casa.

Cominciarono ad allestire l’intero appartamento con soprammobili natalizi, nastri di raso colorati, candele, luci e vischio; decorarono anche la cornice del camino. L’atmosfera sembrava essere proprio quella natalizia, specialmente quando la più bassa cominciò ad intonare Jingle Bells, saltellando in giro per la casa.
«Perfetto» sospirò orgogliosa Maggie, dopo aver appeso la ghirlanda fuori dalla porta d’ingresso.
Rientrò nell’appartamento e sorrise nel vedere Alex alle prese con la costruzione dell’albero. Aveva diversi ramoscelli in mano, ma a giudicare dalla sua espressione non aveva idea di cosa farci.
«Ti manca giusto qualcosa» mormorò Maggie, infilandole in testa, a sua insaputa, un berretto da Babbo Natale. «Ora sei impeccabile» sorrise quando l’altra la guardò con un’espressione da cucciolo bastonato.
«Non ti facevo così… Amante del Natale» dichiarò la più alta, felice di vedere la sua ragazza così allegra e spensierata. «Sei anche un’ottima cantante» la prese in giro.
«Tu però non sei un granché con la costruzione di alberi» ribatté.
«Oh sì» Alex tornò a concentrarsi sull’abete. «Questi pezzi sono senza lettera, come capiamo dove vanno messi?» le domandò.
«Danvers, questo albero è tuo! Quelli senza lettera lasciamoli alla fine, no?» consigliò semplicemente, ridacchiando e raccogliendo da terra i primi pezzi da montare. «Si comincia con la lettera ‘E’.»

Partirono dalla base e passo dopo passo, raggiunsero la cima. Alex scoppiò a ridere quando Maggie tentò inutilmente di inserire l’ultimo pezzo, quello nella parte più alta. Nemmeno mettendosi sulle punte ci riuscì. 
«Oh sì, ridi pure» sibilò Maggie, rinunciando ad un ennesimo – inutile – tentativo. «Questo albero è troppo alto.»
«Dammi qui!» Alex si fece passare la punta dell’albero e la posizionò al suo posto con estrema semplicità. «Ecco fatto» affermò, ripulendosi le mani.
«Non sono bassa.»
«Io non l’ho detto» Alex allargò le braccia, come a volersi dichiarare innocente.
«Ma l’hai pensato» l’accusò, strizzando gli occhi per guardarla meglio.
«Sei adorabile così» sorrise l’agente D.E.O, rubandole un rapidissimo bacio sulle labbra.
Un gesto che bastò per far tornare il sorriso sulle labbra della detective e farla scattare a recuperare, dagli scatoloni, le luci colorate. Insieme le avvolsero attorno all’albero e le attaccarono alla presa. Appena terminarono di montare e sistemare accuratamente le luci, rivestirono l’albero con palline, pupazzetti, fiocchi, catenelle e una stella cometa sulla cima.

«A te l’onore di accenderlo» le concesse Alex, spegnendo le luci della casa e porgendole il telecomando per accendere quelle dell’albero.
Simularono un conto alla rovescia e via, Maggie schiacciò il pulsante. Immediatamente i fili s’illuminarono e luccicarono, regalando immediatamente un clima rassicurante e familiare. Le due ragazze si guardarono e sorrisero, fiere del risultato finale.
«Niente male, Danvers» soffiò roca, la detective.
«Grazie per l’aiuto, Sawyer» rispose, compiendo un passo verso di lei e levandole alcuni aghi dell’albero incastrati tra i capelli. «Ora anche Babbo Natale, invidierà la mia casa» scherzò, accarezzandole il contorno del viso.
Maggie piegò la testa da un lato – in quel suo tipico modo di fare – e le sorrise portandosi le mani dietro la schiena, come a voler recuperare qualcosa.
Alex la guardò incuriosita fin quando questa non rivelò l’oggetto tanto misterioso: un ramoscello di vischio. Lo sollevò tra le loro teste e sorrise divertita dall’espressione sorpresa della sua ragazza.
«Ora sei costretta a baciarmi, Alex Danvers» le fece notare.
«Non avevi bisogno del vischio per questo, Maggie Sawyer» rispose, incorniciandole il viso con entrambe le mani. «E lo sai meglio di me» concluse, mettendo fine a quell’infinita distanza che le divideva.

Alex si chinò per baciarla meglio mentre Maggie salì leggermente sulle punte e lasciò cadere il rametto di vischio sul pavimento per abbracciarla sui fianchi.
«Oggi mi sento romantica» sussurrò sulle labbra di Alex, che non sembrava minimamente intenzionata a mettere fine a quel bacio. «Non capita spesso.»
«Devo approfittarne allora» borbottò la padrona di casa, mordicchiandole il labbro.

^-^-^-^

«Ti chiedo scusa per mia sorella e Maggie.» Cominciò Kara mortificata.
«Non preoccuparti Kara, sono state cortesi con me.» Rispose Lena, raccogliendo gli ultimi cocci del piatto. «Dove li butto questi?»
La bionda frugò nel mobile accanto al frigorifero e tirò fuori una busta di plastica nera.
«Dalli a me.» Tolse frettolosamente i cocci dalle sue mani lasciandoli cadere nel sacchetto.
La giovane kryptoniana sentiva lo sguardo dell'altra seguirla indagatore mentre riordinava la cucina, e quando si voltò, sembrò pensierosa.
«Va tutto bene?» Chiese avvicinandosi.
La bruna annuì.
Kara sospirò e finì di pulire, si sentiva nervosa e forse un po' troppo energica.
Disse a Lena di accomodarsi sul divano, o dove preferiva, mentre lei andava a buttare la spazzatura. Quando tornò, qualche secondo dopo, la ritrovò in camera sua con uno dei suoi dipinti tra le mani, uno di quelli dove aveva ritratto Krypton, o almeno, quello che ne ricordava.
Attirò la sua attenzione con un timido ''Ehi.'' La bruna si girò, le labbra socchiuse, e i suoi occhi, i suoi occhi erano verdi, verdi come la kryptonite, e per un attimo Kara sentì le sue ginocchia tremare.

«Questo è quello che preferisco.» Disse mostrandole la tela.
«Oh…» La bionda fece un passo verso la donna. «Questo è il pos- è il posto che immagino quando mi sento sola, quando sento la mancanza dei miei genitori.» Quando sento la mancanza di casa, avrebbe voluto aggiungere.
«Non è male essere soli in questo posto.» Lena sfiorò delicatamente la tela ripercorrendo le linee dei palazzi rappresentati, del sole rosso e il cielo. «Sembra così reale.» Alzò nuovamente lo sguardo su Kara – «Sei bravissima. Mi piacerebbe averne un- cioè, non che voglia prenderti un quadro, quando non hai nulla da fare, se ti va, mi piacerebbe avere un tuo dipinto nel mio ufficio.»
«Davvero!?» Domandò meravigliata.
Lena ripose la tela – «Ne sarei onorata.» – rispose accarezzando, così come il dipinto, il braccio di Kara, che osservò il gesto. «Cosa ci vorresti nel quadro?»

«Un simbolo. Scegli tu.» Le disse uscendo dalla stanza.
«I- io? Perchè?»
«Sei tu l'artista.» Affermò ridacchiando. Kara si limitò a sorriderle.

Che Lena fosse colta, era un dato di fatto. Diverse volte aveva saputo dimostrare a Supergirl quanto la sapesse lunga sulla tecnologia, semplicemente brillante, e diverse volte aveva saputo dimostrare a Kara Danvers quanto la sapesse lunga sull'arte e soprattutto sulla storia.
Kara ricordò quando si incontrarono al museo di arte contemporanea di National City; si trovava lì per un articolo su cui Snapper insisteva da una settimana, mentre Lena era lì che girovagava con un uomo tra un'opera e l'altra, ricordava ancora come sorrise quando la vide, Kara si sentì debole anche allora, fece cadere il blocco note e la presidentessa della L-Corp non perse tempo nel raggiungerla ed aiutarla.

«Kara? Dove sei andata? Sei mille miglia distante.» La giovane kryptoniana scosse la testa arrossendo. «S- scusa. Pensavo a cosa potremmo fare adesso. Hai qualche idea?»
«A dire il vero sì.» Lena accennò un mezzo sorriso. «Dobbiamo andare a casa mia però prima.»
«Andiamo allora!»

Lena chiamò uno dei suoi autisti, spiegò che era solita tardare a lavoro, quindi aveva aggiunto una fascia oraria che andava oltre le dieci e aveva assunto un autista in più in modo da non prolungare l'orario lavorativo di quello giornaliero.
«Aspettami in auto, ci metto pochissimo.» Così aprì lo sportello e a passo veloce entrò nella hall del suo palazzo, la intravide salutare il portiere e poi scomparire dietro un muro. Lena non fece parola della loro destinazione, tornò in auto qualche minuto dopo, per privacy Kara non volle usare la vista a raggi-x. Ad intuito non notò nulla di diverso, forse aveva soltanto bisogno di controllare che fosse tutto okay a causa dei recenti attentati di Lex Luthor.

«Allora,» Kara si sistemò gli occhiali e si strofinò le mani nervosamente, «dove stiamo andando?»
«In un posto.» Disse in modo vago.
«Ma-»
«Non insistere Kara.» La interruppe sorridendo.
Kara prese un respiro profondo, «V- Va bene.»
La bruna le strinse l'avambraccio per rassicurarla. «Ti piacerà.»
«Okay.» Rispose la bionda abbassando lo sguardo.

Arrivarono ai piedi di una grossa struttura, alta forse cinque piani.

«Entriamo?» Chiese Lena. Aveva preso delle chiavi a casa sua, un grosso mazzo di chiavi.
«Sì.»

La raggiunse davanti al portone in vetro; una volta aperto Lena la prese per mano, Kara benedì la penombra per calore violento che sentì sulle guance.
Il palazzo sembrava ancora in costruzione, c'era odore di pittura fresca. La bruna attivò dal mazzo di chiavi un ascensore, salirono fino al terzo piano.
«Ci siamo quasi» sussurrò. Aprì un'altra porta, questa aveva una sola anta, era buio pesto. «Sei pronta?» Lena le lasciò la mano e Kara ne sentì subito la mancanza.
«Sì. Credo... »

I tacchi rimbombarono nella stanza e si distanziarono dalla piccola Danvers che restò lì, impalata, torturandosi le mani.
Kara sentì la sua mascella cadere; le luci presero vita all'improvviso, era una stanza piena di quadri, le pareti nere cosparse di diversi dipinti di grandezze varie, tutti quei colori, il pavimento era rosso sangue.

«Tu- Questo- Oh Rao... » La bionda boccheggiava.
Riconobbe due dei quadri esposti, Lena era lì che la fissava con uno sguardo ammaliato. «Questi li conosco!» Strizzò gli occhi.

«Sono due riproduzioni personalizzate di Van Gogh.
Questi sono tutti quadri inediti di artisti esordienti.» Allargò le braccia indicando il resto delle opere. Si mosse ed affiancò Kara: «È un progetto che sto cercando di mettere in piedi; una galleria per i giovani artisti, per chi sogna e per chi ha sognato troppo.» Spostò lo sguardo sul viso colmo di ammirazione di Kara, ancora incredula.
«Che ne dici se..» Si schiarì la voce, «vorresti esserci anche tu? I fondi andranno in beneficenza.»

La kryptoniana si voltò scontrandosi con il verde, dolce verde, degli occhi di Lena.
«I- Io?» Forzò una risata che uscì stizzita.
«Sì. Quello che fai è bellissimo, non ti manca nulla rispetto a loro.»
«Non so.»
«Kara.» Insistette la Luthor facendo un altro passo in direzione della bionda. «Sarei felice se tu partecipassi.» Poggiò le mani sulle sue braccia e continuò: «Non è nulla di impegnativo, te lo garantisco, e poi è tutto nelle mie mani.»
Non riusciva a staccarsi da quell'intenso sguardo che sperava in un sì.
«Ci penserò.» Lena sorrise, nuovamente, irradiando il corpo di Kara.
«Hai tempo fino a Febbraio.» L'altra annuì.

Lena le mostrò l'intera galleria, le parlò del suo progetto e di come voleva strutturarlo. In ogni piano avrebbe voluto esporre delle mostre riguardanti diversi tipi d'arte, come la scultura, la scrittura, la musica.

«C'è qualcosa che voglio mostrarti all'ultimo piano.» Spense tutte le luci ed afferrò la mano di Kara. Continuarono a proseguire nella penombra, salirono una rampa di scale, si fermarono al pianerottolo. Sentì le dita di Lena sul suo viso, subito dopo il suo respiro così vicino.
«Chiudi gli occhi, non aprirli finché non te lo dirò io.» Kara aveva decisamente bisogno di una boccata d'aria. Si sentiva soffocare in tutto quel buio. Ascoltò i tacchi di Lena salire qualche altro scalino, susseguiti da un rumore brusco. Tornò indietro velocemente. »Non aprirli ancora.»

^-^-^-^

Qualche minuto e qualche bacio più in là, Maggie, seduta davanti al camino, venne raggiunta da Alex che, nel frattempo, si era procurata delle coperte. In una vi si avvolse dentro mentre l’altra la posò accuratamente attorno alle spalle di Maggie, sedendosi poi al suo fianco.

«Sono felice di essere qui.» Fu la detective la prima a rompere il silenzio. «Con te.»
«Ti stai proprio rammollendo, Sawyer» la schernì giocosamente.
«Lo so e la cosa mi preoccupa» disse, guardando Alex con uno sguardo serio.
L’agente D.E.O colse il significato nascosto di quella dolce confessione e senza pensarci un minuto di troppo, come a volerla rassicurare, le prese la mano e la intrecciò nella sua. Pochi istanti dopo, Maggie la invito chiaramente ad avvicinarsi a lei e Alex non la fece attendere. Allargò la sua coperta, la unì a quella della sua ragazza e si strinse a lei, posando la testa sulla sua spalla.
«Chissà Kara e Lena…» borbottò la detective, immaginandosi dei possibili risvolti tra le due.
«Oh Dio! L’avevo quasi dimenticato… Che dici le mando un messaggio?» Alex sollevò la testa, rimanendo però ben arpionata al braccio muscoloso della compagna.
«Sì!» annuì Maggie, impaziente di saperne di più. «Scrivile, scrivile» la esortò, frenetica.
Alex, seppur a malincuore, si allontanò dal calore emanato dal camino, dalla coperta e specialmente, dal corpo di Maggie e recuperò il suo cellulare, tornando poi a sedersi al suo posto.

^-^-^-^

Kara scosse la testa. La percepì dietro di lei, l'afferrò per i fianchi e la spinse verso le altre scale da salire.
«Questo è quello che io chiamo 'universo parallelo'.» Adesso era accanto alla bionda, le strinse la mano: «Puoi guardare.» Kara di scatto indietreggiò, era completamente buio.

«Questo... Oh...»

«Museo astronomico.» Disse Lena, raggiungendo il centro della cupola.

Il soffitto era alto, c'era una luce soffusa data dalle costellazioni presenti nel pavimento e sulle mura laterali; il soffitto era scoperto e c'era una vetrata da dove si vedevano il cielo, le stelle e la luna. Quel posto rappresentava il più bell'albero natalizio che abbia mai visto.
I binocoli e i cannocchiali erano rivestiti di un acciaio color oro. Attraversò tutto lo spazio osservando i mappamondi, i pianeti disegnati su alcune pareti.

«Vieni a vedere.» La invitò la bruna.

Era vicina ad un grosso telescopio che puntava alla notte. L'eroina obbedì, senza dire una parola. Le mostrò la galassia, o almeno quello che si vedeva dal telescopio, d'altronde gli esseri umani non avevano la tecnologia di Krypton, era così che loro vedevano i corpi celesti.
«È fantastico Lena, io non pensavo che…» Kara non riusciva a trovare le parole.
«Un Luthor potesse fare tutto questo?»
«No. Che ti appassionasse l'astronomia.»
«Mi ha trasmesso tutto Lex.» Disse con un tono amaro.
«Ti manca?» Chiese d'istinto la bionda.
«A volte, ma adesso non è il momento di pensarci.»
Non riusciva a vederle il volto, a parte qualche sprazzo di luce blu, ma era sicura che Lena fosse lì a un passo da lei, percepiva il suo calore e il suo silenzio. Capiva in un certo senso quello che provava, essere delusa da suo fratello, una persona per cui provava un amore smisurato, era come lei, delusa dai suoi genitori. Non sapeva se amarli per quello che le hanno dato o odiarli per quello che le hanno nascosto. Lena era una delle persone più vicine e più distanti a lei, erano così diverse eppure con un trascorso così simile.

«Mi dispiace, non volevo ricordart-» Due braccia le circondarono la vita, fermando le sue parole, e la strinsero, immediatamente tutto prese forma nella testa di Kara.
Sentì il naso freddo dell'altra sul suo collo e il suo respiro irregolare, accompagnato da un profumo forte e squisito.
La kryptoniana si permise di usare il superudito, e il battito cardiaco di Lena accelerava, non doveva ricordarle Lex.
Ricambiò l'abbraccio portando la bruna più vicina, era di poco più bassa di lei. Le parve un'eternità. Quando Lena si staccò da lei, portandosi anche il suo ardore, Kara poteva chiaramente vedere i suoi occhi, una delle costellazioni le stava illuminando quella porzione del viso.

«Scusami.» Fece la più bassa allontanandosi.
«No!» Kara le prese il braccio e l'avvicinò di nuovo, forse un po' troppo vicino. Arrossì violentemente e brivido le entrò sotto la pelle.
«Io- Io- va bene! Puoi abbracciarmi, è- è normale per gli esseri umani abbracciarsi, non che io non sia umana, cioè- lo sono, sono umana e anche a me piacciono gli abbracci. A te forse non piacciono perché sei p-»

«Ehi ehi! Rallenta!» Lena rise divertita.
«Scusa, a volte comincio a dire montagna di cose senza un nesso logico.»
«Tranquilla. Sei carina quando lo fai.» Ammise.
Per una frazione di secondo Kara cercò le sue labbra, scostò  lo sguardo, sperando di non essere notata.
«Grazie.» Borbottò.
«C'è qualcosa che non va?» Chiese piegando la testa da un lato.
«È bellissimo qui, è un po' come il mio disegno.»
«Sì, hai ragione.»

Lena si voltò per andare verso il balcone.
 «Guarda Kara, qui c'è il-»
Kara la prese per un braccio e fece sparire la distanza tra loro. Le sue labbra trovarono riposo in quelle, morbide e soffici di Lena. Era come baciare la notte, come baciare il cielo stellato e sentirne il sapore, sentirsi perso e maledettamente debole.
Fu assalita da una tremenda paura di aver sbagliato, forse non doveva baciarla, ma la bruna rispose approfondendo il bacio cercando la sua bocca ancora di più.

Una vibrazione interruppe l'atmosfera e il bacio. Kara si distaccò rossa in volto, Lena la guardò confusa e la bionda volle ritrovare quell'intimità ma il cellulare vibrò di nuovo.
«Sc- scusa.» Armeggiò con la borsetta e prese il cellulare. «È un sms di Alex.» Disse timidamente.

^-^-^-^

Sorellina, come procede? È ancora da te?????
Alex inviò il messaggio, scambiandosi un’occhiata d’intesa con Maggie.
– No, siamo all’osservatorio astronomico di Lena. È successo qualcosa?

«Ha risposto, ha risposto!» Esclamò Alex, spostandosi di scatto sulle ginocchia. «Ha detto che sono all’osservatorio astronomico» la informò e non fece in tempo ad aggiungere altro che la detective le strappò il cellulare dalle mani per vedere con i suoi occhi. «Ehy, il mio telef-»
«Ssssh» l’azzittì Maggie, iniziando a digitare.

^-^-^-^

Ohohoh piccola Danvers, la Luthor ti sta facendo vedere le stelle?
Kara lesse il messaggio appena arrivato ad alta voce.

 «La luth... veder-» Le sue guance si accesero.
«Cosa dice?» Chiese Lena sporgendosi.
La bionda si portò il cellulare al petto, «N- Nulla. Mi ha chiesto se è tutto okay.»
«Kara va tutto bene?» L'altra si ricompose ed annuì con convinzione;

Maggie! Ma che domande sono!? Lena è qui accanto a me!

^-^-^-^

Alex si lanciò – letteralmente – sopra la detective, nel tentativo disperato di recuperare il suo cellulare.
«Magg- dammi il telef-ono!» farfugliò, strattonandosi con l’altra.
«No, voglio parlar-» Maggie non riuscì a concludere la frase che Alex s’impadronì del cellulare, rendendosi conto di aver inviato a Kara un messaggio a dir poco ridicolo.

Maggie mi ha rubat vdsdhsfdmsofos il teeelfo sodksokado

«Ecco, ora dopo questo posso anche scordarmi che Kara mi risponda ancora. Contenta?» rimproverò la detective, che subito assunse un’espressione da bambina imbronciata.

^-^-^-^

«Se ha bisogno di te non preoccuparti, posso riaccompagnarti a casa.»
«Oh- N- No! Sai, è soltanto protettiva.» Disse in fretta Kara. Per non essere fraintesa decise di rispondere ad un ultimo messaggio per poi, beh, approfond– si erano appena baciate e lei stava rispondendo ai messaggi ridicoli di Alex.
«Come tutte le sorelle più grandi.» Aggiunse Lena.
«Le dico che va tutto bene e continuiamo il nostro ap-» Ridacchiò imbarazzata «La nostra uscita.»
 «Bene.» Sussurrò la bruna con tono fermo e caldo. Sussultò quando sentì il cellulare vibrare nuovamente;

Maggie mi ha rubat vdsdhsfdmsofos il teeelfo sodksokado
Kara alzò un sopracciglio.
Non voglio nemmeno immaginare cosa state facendo tu e Maggie. Ci sentiamo più tardi.

Con un semplice gesto lasciò cadere lo smartphone nella borsetta e raggiunse Lena. Il vento faceva in modo che i suoi capelli corvini brillassero sotto il chiarore lunare, eppure, pensò Kara, nonostante lei fosse una kryptoniana, un essere forte rispetto al resto delle persone che hanno sempre vissuto sulla terra, di fronte a Lena, lei sentiva le stesse debolezze degli umani.

«Ehi.» Borbottò Kara.
«Eccoti.» Sorrise la donna. E sì, Kara sentiva lo stesso dolore degli umani, proprio adesso.

^-^-^-^

Non voglio nemmeno immaginare cosa state facendo tu e Maggie. Ci sentiamo più tardi.
Alex lesse il messaggio e dopo aver gettato una rapida occhiata a Maggie, ancora imbronciata a causa del precedente rimprovero, rispose.
Mi dichiaro innocente!! A più tardi sorellina.

«Che ha detto?» bisbigliò Maggie con timore.
«Che sei una scema!» rispose Alex, lasciando il cellulare per terra.
«Davvero?»
L’agente roteò gli occhi e facendo leva sulle ginocchia, si chinò per recuperare un cuscino che poi tirò dritto in faccia alla detective che, colta alla sprovvista, cadde all’indietro.
«No che non è vero. Però che sei scema, beh questo è vero» Alex scoppiò a ridere, ma subito venne azzittita dalla cuscinata di risposta che la colpì proprio sulla bocca.

 


Note Autrici.
Innanzitutto ci tengo a ringraziare la mia collega per questa bellissima collaborazione. È stato uno spasso scrivere insieme, confrontarci e trovare dei compromessi. Siamo molto diverse e sicuramente ve ne renderete conto, ma ci siamo trovate benissimo e se dovessimo riscontrare pareri positivi, chissà magari la continueremo con un bel rating rosso, che dite? Proponete, noi ascolteremo le vostre proposte.
Baci.

  
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