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Autore: padme83    23/12/2016    19 recensioni
"La pendola all'ingresso scoccò la mezzanotte.
Fuori, la neve aveva cominciato da poco a cadere. Un lucente turbinio di fiocchi perlacei nel buio della notte.
Era il 25 dicembre."
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Questa OS partecipa al contest natalizio "A White Rose for Christmas" indetto da orny81 sulla pagina "Lady Oscar fanfiction and love"
(seguito ideale di "Silhouettes")
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Silent Night -
 
 
 
Silent night, holy night,
all is calm, all is bright.”

(Silent Night – Kelly Clarkson)
 
 
 
 
Quell'anno l'inverno si era fatto attendere parecchio.
Colette Leoruf lo avvertì fin dentro le ossa: il bel sole che aveva quasi dipinto di primavera il mese di dicembre ormai trascorso si era esibito, proprio in quella giornata, nella sua ultima – e più sfolgorante danza della stagione.
Poco dopo il tramonto l'aria si era fatta densa e pungente, e una nebbia caliginosa, spessa come una coperta di lana grezza, dal mare era risalita strisciando verso la terraferma, avvolgendo ogni cosa fra le sue spire evanescenti, e sfumando le luci che, dal porto, si srotolavano pigre verso le spiagge e le falesie circostanti.
Colette rabbrividì, stringendosi nello scialle che portava drappeggiato con noncuranza attorno alle spalle, fragili e un po' cascanti; non aveva fatto che pochi passi fuori dalla porta del suo piccolo cottage, e già si ritrovava gelata dalla testa ai piedi. Era impaziente di tornare a scaldarsi accanto al fuoco, in compagnia del marito e di una bella tazza di latte. L'indomani avrebbe dovuto alzarsi presto, per unirsi alla sorella e ai nipoti in chiesa, dove si sarebbe celebrata la solenne messa di Natale. L'intero paese si sarebbe raccolto attorno all'antica abbazia di Notre Dame [1], e Colette, che non aveva mai mancato una funzione natalizia in tutta la sua vita, non vedeva l'ora di poter accompagnare il coro durante l'Adeste Fideles [2]. Tuttavia, aveva ancora un compito da portare a termine, prima di poter finalmente rincasare per la notte.
La Contessa aspettava la sua cioccolata, come ogni sera dal giorno in cui era giunta ad Étretat.
L'anziana donna si chiese con apprensione se non fosse il caso di aggiungere pure qualche biscotto al vassoio che stava preparando. Da quando, quella stessa mattina, anche Monsieur Grandier aveva raggiunto Maison Marguerite, Mademoiselle Oscar non aveva di fatto toccato cibo. Con ogni probabilità, la cena che aveva servito ad entrambi appena un paio d'ore avanti giaceva fredda e intoccata nel portavivande – almeno, questo doveva essere il destino della porzione riservata a Mademoiselle.
Fra quei due è successo qualcosa, ne sono sicura.
D'altra parte, la sola circostanza di essere arrivati in Normandia l'uno tre settimane dopo l'altra era chiaramente indice di una situazione assai distante dalle abitudini consuete; da che Colette aveva memoria, non era mai capitato che Mademoiselle e il suo fidato attendente facessero visite separate alla tenuta normanna della famiglia Jarjayes.
Eppure, nel momento stesso in cui i due giovani si erano quasi scontrati – con le rispettive cavalcature – nel parco della villa, non una parola scortese era uscita dalle loro labbra, non un gesto brusco aveva tradito l'esistenza di una tensione occulta tra loro o rivelato lo scorrere sotterraneo di una rabbia instabile e repressa. Solo, il viso di Mademoiselle Oscar, di norma pallido come una rosa candida, si era d'improvviso tinto di una nuova, tenera, delicata sfumatura cremisi, e i suoi occhi, dapprima cupi, foschi, simili ad oceani in tempesta, si erano via via schiariti, illuminati – di sollievo, forse? – fino a tornare di quello splendente punto d'azzurro che, a seconda dell'intensità della luce, sembrava volersi smarrire per sempre nell'inafferrabile confine tra i cieli più tersi e le acque più limpide.
Ovviamente, Colette non aveva certo avuto modo di scoprire se, una volta rimasti soli, i due ragazzi si fossero parlati – o affrontati – in termini differenti rispetto alle educate frasi di circostanza che, davanti a lei e al marito, si erano scambiati con voce composta e tranquilla prima di ritirarsi, ciascuno nelle proprie stanze, per un breve riposo in attesa del desinare. Il pasto era stato consumato da parte di entrambi in un cauto e rispettoso silenzio, anche se la domestica non aveva potuto fare a meno di notare gli sguardi furtivi ed imbarazzati che, di tanto in tanto, sfrecciavano da una parte all'altra del grande tavolo da pranzo, e dei quali sia Mademoiselle Oscar che André fingevano, con ostinata protervia, di non accorgersi minimamente.
Durante la cena le cose non dovevano essere andate in maniera poi tanto diversa, anche se, una volta raggiunto il salone principale, Colette constatò, con sua enorme sorpresa, che delle pietanze da lei cucinate non erano rimasti che pochi avanzi.
Mademoiselle ha ritrovato la voglia di mangiare, dunque. Ottimo, davvero ottimo. È magra come un chiodo, un po' di sostanza non potrà farle che del bene. Quanto a Monsieur André, non credo che esista qualcosa a questo mondo che sia in grado di levargli del tutto l'appetito [3].
Fu il lieve crepitio di un fuoco acceso e scoppiettante a spingere la donna verso la minuscola porta che, situata in un angolo nascosto alla vista da un esotico paravento, conduceva ad un'intima alcova dalle pareti color crema, la cui principale attrazione era proprio il massiccio camino che, incastonato fra due raffinate e longilinee finestre a volta, diffondeva attorno a sé un piacevole tepore dal tenue profumo speziato.
Nell'atmosfera soffusa e quieta della stanza, la chioma fulgida di Mademoiselle rifletteva i baluginii vermigli del focolare, e splendeva nella penombra come una fiamma vivida e guizzante. Seduto poco distante da lei, Monsieur André sorseggiava calmo del vino rosso, le dita eleganti appena strette attorno al sottile stelo del bicchiere. Il suo sguardo era fisso nel braciere, e delle braci rispecchiava il medesimo fascino, magnetico, ardente, inebriante; un sorriso appena accennato ne increspava le labbra perfette, donando al suo volto fiero e traboccante di vita una forte aura di sicurezza, di piena consapevolezza di sé.
- Lascia il vassoio e torna pure a casa, Colette. Per stasera non ti disturberemo più. -
La voce che proferì queste parole era dolce e carica di gentilezza, una voce diametralmente opposta a quella della donna che, solo poche settimane prima, era piombata ad Ètretat come una furia, sconvolta, annichilita, in preda ad un terribile malessere che sembrava volerle divorare l'anima e sgretolare il cuore.
Allora qualcosa è davvero cambiato qui dentro. Sì, non ci sono dubbi.
- Mademoiselle, Monsieur, auguro loro la buonanotte. -
Colette si inchinò riverente davanti alla Contessa; prima di lasciare definitivamente la stanza, la vecchia cameriera si girò un'ultima volta verso quelle due anime avvolte dalla pace e dal silenzio. Sospirò, in preda ad una vaga inquietudine; poi, ripensandoci, sorrise fra sé, e chiuse piano la porta.
 
 

La pendola all'ingresso scoccò la mezzanotte.
Fuori, la neve aveva cominciato da poco a cadere. Un lucente turbinio di fiocchi perlacei nel buio della notte.
Era il 25 dicembre.
- Tanti auguri, Oscar. -
- Ti ringrazio, André. Davvero. -
 
 
 
- André? -
- Sì? Dimmi Oscar. -
- Sono così felice che tu sia qui. -
 
 
 
 
Il vero amore è una quiete accesa.”
(Giuseppe Ungaretti)
 
 
 
 
[1] https://fr.wikipedia.org/wiki/%C3%89glise_Notre-Dame_d'%C3%89tretat
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Adeste_fideles ci stiamo dentro per un pelo! Al massimo Colette canterà la versione non definitiva del testo;
[3] Ok, immagino che, al culmine delle sue sfighe, l'appetito l'abbia perso pure lui. Ma, in fondo, Colette ha ancora di lui l'immagine di un ragazzo, che cavalca insieme ad Oscar sulla spiaggia, per poi tornare a casa stanco ed affamato. Perché il mare fa venir fame, è risaputo. ù.ù
 
 
 
 
 

 

Nota:

Toh, chi non muore si rivede!

Approfitto del contest natalizio indetto da orny81 sulla pagina "Lady Oscar fanfiction and love" per tornare con una piccola storiella che, come avrete forse capito, costituisce una sorta di seguito abbozzato di "Silhouettes". Naturalmente, essendo André un vero e proprio santo, dopo aver smaltito la – giusta – rabbia per il trattamento riservatogli da Oscar, non si perde in chiacchiere e la raggiunge in Normandia. Qui, dopo essere rimasta a macerare un po' nel suo brodo, la nostra eroina è più che ben disposta ad accoglierlo perlomeno in modo civile. La vicenda si evolverà? Oppure è destinata a fermarsi qui (data la dubbia qualità di ciò che ho scritto, direi che è proprio questa l'opzione migliore)? Boh, nel frattempo prendete per buona questa OS – il resto lo lascio tutto alla vostra immaginazione! (tranquille, si tratta pur sempre di Oscar, cosa volete che succeda -_-)

Questa volta, l'accompagnamento musicale – che non poteva comunque mancare – non ha bisogno di presentazioni ;-)

Intanto vi ringrazio sin d'ora se avrete voglia di scrivermi cosa pensate di questi piccola OS, e se vorrete aggiungerla in una delle liste messe a disposizione da EFP.
Ringrazio, naturalmente, anche i tutti lettori silenziosi che verrano a dare un occhio da queste parti :-)
La mia pagina fb, Lost Fantasy, è aperta a tutti, e vi aspetta numerosi! Vengino, signori, venghino! (per raggiungermi in fretta, basta schiacciare l'icona con i due gioppini vicino all'immagine del profilo).

A presto e...

BUON NATALE A TUTTI!!!

Baci baci baci :*

 

padme

 
   
 
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