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Autore: tata_angel    23/12/2016    2 recensioni
E in quel momento, proprio in quel momento in cui Shade si sistemava sul cuscino per addormentarsi, nel momento in cui Rein iniziò ad accarezzargli dolcemente il volto, aveva l’assoluta certezza che Shade era l’uomo perfetto.
Un piccolo "regalo" di Natale
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NATALE D’AMORE
Il Natale è l’amore in azione. Ogni volta che amiamo, ogni volta che doniamo, è Natale.
 
Quella mattina Rein doveva alzarsi presto, doveva preparare casa per l’arrivo dei suoi genitori, avevano deciso che quell’anno, il Natale, lo avrebbero festeggiato in Argentina.
Jhon voleva vedere la città in cui viveva sua sorella, Chris voleva sapere come sua sorella se la stava passando e se fosse migliorata nella cucina ed Elsa con Toulouse sentivano il bisogno di abbracciare la loro figlia che è sempre lontano e che potevano vedere poche volte l’anno.
Toulouse si era rifiutato, la sua paura delle altezze lo bloccava, ma voleva incontrare sua figlia, quindi cercò di non badarci.
 
Rein si scoprì di fretta, senza preoccuparsi di svegliare Shade che dormiva tranquillamente al suo fianco. Scese le scale per andare in cucina e preparare il caffè. Shade dal canto suo, nonostante il sonno pesante non poté evitare l’odore del caffè che proveniva dalla cucina quindi, usò tutte le forze che possedeva per alzarsi dal letto e trascinarsi in cucina, a proprio quando stava per posare i piedi per terra, la porta della camera scricchiolò un po’ ed entrò Rein che teneva tra le mani un vassoio su cui vi era poggiata la tazzina del caffè e un cornetto.
Rein si avvicinò al letto e si sdraiò al fianco di suo marito e gli porse il vassoio. Si poggiò con la schiena sul cuscino e sorrise dolcemente guardando suo marito mangiare il cornetto. Shade finì la sua colazione e si posò vicina a sua moglie.
-Non preoccuparti  la casa sarà pronta prima che arrivino i tuoi-
-Ho tanto da fare Shade. Devo preparare la camera di là per Jhon e Chris ed è tutto sottosopra- si lamentò la turchina massaggiandosi le tempie
-In due faremo in tempo-
-Mi vuoi dare una mano?- chiese lei
-Certo, non posso lasciarti fare tutto il lavoro con questo pancione, no?- le rispose accarezzandole la pancia nuda.
-Manca poco. Hai mai pensato a come potrebbe essere? A chi potrebbe somigliare?- chiese Rein sistemandosi tra le braccia di suo marito
-Sì, penso che prenderà i tuoi capelli, ma spero che prenda il mio fascino. Senza offesa, ma qui quello affascinante sono io- si pavoneggiò il moro
-Stai dicendo che sono brutta?- chiese irritata Rein
-No, sei bella, ma la bellezza e il fascino sono due cose diverse- le rispose accarezzandole i capelli
-Sì certo- lo prese in giro lei -comunque spero che da te possa prendere gli occhi e lo sguardo- replicò lei
-Il mio sguardo?-
-Sì, amo il tuo sguardo. È così profondo e caldo, ti ci trovi bene sotto il tuo sguardo. Vorrei che prendesse questa tua capacità, la capacità di far star bene le persone- rispose la turchina. Shade le posò un bacio sui capelli e cercò di tirarsi su. Rein si era dimenticata dei suoi doveri, era totalmente persa in quel loro momento personale, intimo, di famiglia. Si era abbandona a quel tepore che le faceva provare un abbraccio di Shade, quell’abbraccio che sapeva di “Casa”.
Era impaziente di poter stringere quel fagotto tra le sue braccia e donargli tutto l’amore che lei e suo marito potevano offrirgli. In momenti come quelli non aveva neanche più importanza a chi avrebbe somigliato o che sesso sarebbe stato, tutto ciò che importava era poterlo stringere e proteggerlo.
Il tepore, però, non c’era più. Si impose di alzarsi dal letto e andare a sistemare la stanza che avrebbero usato i suoi fratelli.
 
∞∞∞
Finalmente era giunta la sera, e quindi la fine di quella giornata pesante. Dopo l’arrivo dei suoi genitori, andarono tutti a casa di Maria e Daiki. Avevano deciso che Elsa e Toulouse avrebbero passato il soggiorno a casa dei consuoceri che, con molta disponibilità, avevano concesso l’utilizzo della vecchia camera di Shade.
La coppia era sdraiata sul letto a parlare, quando Rein zittì suo marito e gli portò la mano sul pancione
-Lo senti?-
-Sì, senti come scalcia- rispose Shade sorridendole
-Non riesco ancora a credere che sia nostro figlio. Una creatura creata da noi. Tu ci credi?-
-No, non posso crederci- accarezzò il pancione e sussurrò: -ma credo di sapere già cosa farà da grande- disse lui
-Cosa?-
-Il calciatore- rispose semplicemente, poi si avvicinò al pancione
-Ti piace calciare eh? Scommetto che sei un maschietto e da grande farai il calciatore. Non è vero brigante?- sussurrò al pancione Shade, per poi lasciarci un dolce bacio.
-Non vedo l’ora che sia qui con noi. Non vedo l’ora di festeggiare con lui il primo Natale, il suo primo compleanno. Non vedo l’ora di vivere tutte le prime volte di un padre-
-Sono certa che sarai un bravo padre- lo rassicurò Rein.
In quei mesi, Shade, aveva passato dei momenti difficili, dei momenti di paura. Aveva il timore di non essere in grado di crescere un figlio. Aveva paura di non essere abbastanza, ma Rein, con amore, aveva cercato di aiutarlo e fargli capire che le sue erano paure inutili. Sarebbe stato un bravo padre, Rein ne era certa. E in quel momento, proprio in quel momento in cui Shade si sistemava sul cuscino per addormentarsi, nel momento in cui Rein iniziò ad accarezzargli dolcemente il volto, aveva l’assoluta certezza che Shade era l’uomo perfetto.
Mentre gli passava le dita sulla guancia sentiva che Shade era l’uomo giusto con cui formare una famiglia. Sentiva che tutte le paure che aveva suo marito erano solo sciocchezze e la prova era nelle lacrime di gioia a ogni ecografia che vedeva; ogni lacrime di commozione che versava quando, con la mano, sentiva i calci che tirava il loro figlio. La prova era in quella stretta che le aveva dato alla mano quando aveva sentito il cuoricino battere forte. In quella stretta, Rein, aveva sentito tutto l’amore che Shade sarebbe stato capace, in futuro, a dare al loro figlio. Aveva sentito la voglia che cresceva in suo marito di stringere il loro bambino e riempirlo di baci, amarlo e coccolarlo. Non poteva credere che Shade potesse essere un cattivo padre.
Sorrise dolcemente a suo marito, si accoccolò sul suo petto mentre, istintivamente, il braccio di Shade, la strinse forte a sé.
Rein posò un bacio sulle labbra del marito e si abbandonò tra le braccia di Morfeo. 

∞∞∞
Rein era indaffarata in cucina per preparare la colazione a Shade e ai suoi fratelli quando sentì due braccia avvolgerle i fianchi. Sorrise.
-Buongiorno amore- salutò Rein
-Buongiorno anche a te amore- Rein si accigliò
-Amore hai un voce strana, hai per caso il raffreddore?- chiese preoccupata mentre metteva la caffettiera sul fuoco
-Forse-
-Allora dovresti..- iniziò Rein, per poi voltarsi e infuriarsi quando si accorse che dietro di lei non c’era Shade.
-Chris! Ma che ti salta in mente? Pensavo fossi Shade- gridò indispettita la blu
-Me ne sono accorto- rise Chris -quindi non c’è bisogno di urlare- si lagnò, fingendo di pulirsi le orecchie
-Idiota!- lo apostrofò Rein
-Mi ami lo stesso vero?- si imbronciò Chris
-Come no- rispose voltandosi per controllare il caffè
-Adesso mi dici che mi ami o non ti lascio!- dichiarò con tono di sfida Chris
-Lasciami!- urlò Rein quando sentì suo fratello solleticarle i fianchi.
Rein cercò di divincolarsi, mentre Chris cercava di lasciarle dei baci nelle orecchie che sapeva avrebbero infastidito sua sorella.
-Ehi ehi, qualcuno mi sta tradendo qui?- vennero interrotti da una voce proveniente dalla porta della cucina. I due si voltarono e trovarono Shade e Jhon sulla porta a guardarli scioccati
-Stai cercando di rubarmela?- chiese Shade
-Pff, anche se non fossimo fratelli non te la ruberei, stai tranquillo- rispose Chris
-Ehi!- si lamentò Rein schiaffeggiandolo sulla nuca -porta un po’ di rispetto screanzato!- esclamò la donna
-E poi mamma e papà mi chiedono perché voglio essere figlio unico- si lamentò Jhon sbruffando
-Ti comprendo Jhon, ti comprendo- rispose ridendo Shade
-Scappiamo insieme Shade. Lontano da qui. Solo io e te. Costruiamoci una nuova vita- chiese Jhon
-Lo farei, ma c’è un’altra creatura innocente che non può essere abbandonata con questi due-  spiegò Shade
-E sia!- esclamò Jhon, mentre Rein e Chris continuavano a urlarsi a vicenda -Scappiamo quando sarà abbastanza grande. Che sia un maschio o che sia una femmina che importa? Basta che non sia come questi due- continuò Jhon indicato i due fratelli
-Pensa se li avessi in Italia tutto l’anno-
-Per carità!- esclamò indignato -Quando dico che sei la mia persona preferita in questo mondo, è a questo che mi riferisco, cognato, al fatto che mi hai tolto almeno un macigno. Tienitela, grazie-
-Farò questo sacrificio, cognato- scherzò Shade
-Non ti azzardare a uscirtene con qualcosa di sdolcinato come al tuo solito o abbandono in via definitiva questo appartamento e non mi vedrete mai più in Argentina- lo avvertì il più piccolo
-Ma quanto sei scorbutico!- si lamentò Shade -Voglio vedere quando ti innamorerai tu-  

∞∞∞
Rein, Elsa e Maria avevano appena finito di fare le loro ultime spese per i regali. Si erano ridotte all’ultimo momento per la pigrizia di Rein, se non si considerano le fitte che aveva sentito negli ultimi giorni. Quindi si erano ritrovate al centro commerciale nel giorno della vigilia di Natale per comprare gli ultimi regali. Stavano aspettando che Shade venisse a prenderle quando si erano sedute al tavolo del bar, Rein sentiva i piedi andare a fuoco. Non si sarebbe sorpresa se, tornata a casa, si sarebbe ritrovata con due piedi gonfi come mongolfiere. Sospirò per prendere un po’ d’aria. Si sentiva strana da quando erano uscite dall’ultimo negozio, ma non ci aveva dato molto peso. Cercò di distrarsi parlando di altri argomenti con sua madre e sua suocera.
-Spero che a Daiki piacerà il regalo che gli ho comprato- iniziò Maria
-Spero gli possa piacere anche il mio- rincarò Rein
-Tesoro, gli hai fatto un regalo?- le chiese Maria
-Certo. Non potevo?- scherzò Rein
-Non è quello. Potevi evitare, tanto il regalo che più desidera sta per arrivare- le rispose Maria, posandole la mano sulla pancia
-Siamo tutti impazienti di vederlo- si aggiunse Elsa
-Se non si sbriga, gliela faccio pagare-
-Non esagerare- la riprese Elsa
-stavo riflettendo- riprese poi, cambiando argomento -Ogni volta che ne parliamo, ci rivolgiamo al maschile. Sarà un segno?- scherzò la donna
-Sinceramente parlo al maschile perché vorrei fosse maschio. Shade, invece, pensa sia maschio e che diventerà un calciatore- rispose Rein
-A mio figlio non devi ascoltarlo, alle volte è un vero cretino- asserì Maria
Vennero interrotte dal suono di un clacson, si voltarono e notarono la macchina di Shade posteggiata a qualche metro di distanza. Salirono in macchina velocemente. Dovevano arrivare a casa e preparare per il cenone.
Shade frenò bruscamente a un semaforo che aveva scattato improvvisamente il rosso, Rein si afferrò allo sportello
-Ma sei scemo? Sta attento!- si lamentò lei, continuava a sentire altri dolori. Si stava innervosendo
-Scusa amore.-
Stavano per partire mentre un: -Oh, cielo!- ruppe il silenzio nel veicolo
-Qui è bagnato-
-Cosa?- urlarono gli altre tre scioccati. Maria si issò aiutandosi con il sedile di suo figlio per vedere meglio cosa stesse succedendo
-Oddio Rein!- esclamò eccitata la donna
-Ma dai amore- si lamentò Shade, gli sguardi delle consuocere erano su di lui, -Non potevi aspettare di arrivare a casa per fare pipì? Dovevi per forza bagnarmi la carrozzeria della macchina?-
In un istante calò un silenzio inquietante. Maria sentì improvvisamente la pelle d’oca, guardando la testa di sua nuora alzarsi lentamente verso suo figlio. Si posò adagio sul sedile e si voltò verso la sua consuocera:
-Ve l’ho detto che alle volte è un vero idiota- fece spallucce
-Tu! Razza di cretino patentato, ascoltami attentamente: adesso tu premi quel cavolo di piede sul pedale dell’acceleratore e mi porti viva all’ospedale. Perché questa non è pipì, questo è il segnale che sta per arrivare tuo figlio!- parlò con calma Rein, calma che fece raggelare il sangue di tutti i presenti
-Adesso!- urlò autoritaria
-Figlio mio corri- lo affrettò sua madre
 
∞∞∞
-Certo che nostro figlio, o figlia, ha scelto proprio una bella giornata non trovi tesoro?- chiese allegro Shade.
Rein tirò un altro sospiro, le avevano detto che in quel momento era fondamentale una buona respirazione.
-Voglio dire, è la vigilia di Natale e c’è un bel clima. Non trovi sia fantastico?- continuò l’uomo
-Sarebbe fantastico se ti tappassi la bocca, cretino!- ringhiò Rein indispettita.
Erano passate sette ore da quando era entrata al reparto ginecologia e, di tanto in tanto, continuava a sentire dolori lancinanti e fastidiosi. Non vedeva l’ora di porre fine a quel supplizio, ma aver sentito che la donna che aveva partorito aveva passato dodici ore di travaglio non l’aiutava proprio. E suo marito era il suo peso più grande. Era convinta che se suo marito non fosse stato lì, avrebbe vissuto il momento con più tranquillità, ma quando la sua mente veniva attraversata da un scintilla di lucidità, sapeva che non poteva buttarlo fuori (come avrebbe voluto), soprattutto perché suo marito stava facendo di tutto affinché si distraesse e non pensasse al dolore. Sorrise dolcemente quando posò il suo sguardo negli occhi blu di suo marito. Sperava con tutto il suo cuore che il loro figlio (o figlia) prendesse i suoi occhi profondi.

∞∞∞
L’infermiera si avvicinò a Rein e Shade posando quel piccolo fagotto tra le braccia della donna
-Complimenti, è un bellissimo maschietto-
Rein strinse a sé il loro bambino, il frutto del loro amore e gli accarezzò piano la guancia, attenta a non fargli male. Sembrava fatto di porcellana, sembrava si potesse rompere da un momento all’altro.
-E’ bellissimo, amore- asserì suo marito singhiozzando
-Amore, stai piangendo?-
-No- rispose orgoglioso suo marito.
Rein si girò verso Shade e gli posò un bacio proprio sulla lacrima
-Non posso usare le mani- gli spiegò.
-Ci credi amore? È nostro figlio, abbiamo creato questa splendida creatura- cambiò discorso Shade. Anche lui non poteva crederci. Aveva vissuto il momento più bello di tutta la sua vita. Era riuscito a stare vicino a sua moglie, stringendole la mano per infonderle il coraggio di cui aveva bisogno. Avevano vissuto un altro momento che, sentiva, era riuscito a rafforzare il rapporto. In quel momento, mentre accarezzava i capelli di Rein e la guancia rossa dallo sforzo di suo figlio, sentiva che il loro rapporto era ancora più forte e saldo di prima. Sentiva che quella creatura, che la donna che amava stava stringendo, era il lucchetto che legava i loro cuori.
E niente al mondo era una certezza, ma sentiva che suo figlio sarebbe diventato il fulcro della sua vita, della loro vita. Il loro figlio li avrebbe legati per sempre, anche se fosse arrivata una separazione e, poi, un divorzio aveva la certezza che Mayron, li avrebbe uniti per sempre.
Sorrise alla moglie dolcemente, le si avvicinò e le stampò un bacio sulle labbra.
La baciò con trasporto per poi staccarsi e sussurrargli a fior di labbra la prima cosa che gli era venuta in mente: -Grazie. Grazie per avermi regalato il dono più bello che un uomo possa ricevere in questo mondo-
Perché la gioia che stava provando in quel momento, per l’ennesima volta, era grazie a Rein. Per l’ennesima volta era riuscita a rendere completa la sua vita.
Shade uscì dalla sala parto e andò a stringere forte suo padre: -Finalmente è arrivato Mayron-
-Speriamo abbia preso dallo zio- sospirò Chris
-Se prende il tuo quoziente intellettivo siamo fregati, fratello- ribatté Jhon
-Concordo pienamente- s’intromise Milky

∞∞∞
-Ciao amore- salutò Shade spuntando dalla porta
-Ciao Shade- rispose Rein mentre cercava di muovere lentamente la culla
-Buongiorno- salutò Shade le altre donne nella stanza
Si avvinò lentamente a sua moglie e si adagiò sul letto, al suo fianco.
-Sta dormendo?- chiese sporgendosi un po’ per guardare suo figlio
-No, stavo provando a farlo addormentare, ma ha gli occhi spalancati e non accenna a chiuderli- rispose sorridendo
-Gli altri stanno fuori, aspettano un mio messaggio per farli entrare.- Rein sorrise e annuì per fargli capire che poteva chiamarli.
Non servì molto tempo prima di sentire la voce inconfondibile di Jhon
-Com’è passare il Natale qui, sorellona?-  chiese con tono allegro, si accorse subito, però, che tutti gli sguardi delle donne presenti nella stanza erano su di lui e sentì un improvviso brivido di freddo. Suppose fosse paura, perché la stanza era ben riscaldata.
-Meriteresti di uscire da qui e non farti più vedere- rispose Rein lapidaria
-Ok- disse semplicemente dirigendosi alla porta
-Dove pensi di andare cuore di pietra? Qui c’è tuo nipote!- lo richiamò Rein
-Hai ragione. Rimango solo per lui, sia chiaro- chiarì Jhon.
-E’ bellissimo Rein, anzi è perfetto!- esclamò Elsa accarezzando la guancia paffuta del nipote
-Ci credi amore, siamo nonni- disse euforica Maria avvicinandosi a Elsa
-Questo non significa che io sia vecchio, giusto?- chiese perplesso Daiki
-Cretino- lo apostrofò Maria
L’ora di visita era già terminata e la famiglia dovette abbandonare la stanza per lasciare un’ora di tranquillità e intimità ai due genitori.
-Come ti senti a passare il Natale qui?- chiese Shade sorridendo
-Molto bene. Vederlo e stringerlo a me ripaga di tutti gli sforzi che ho fatto. Anche il fatto di aver passato il Natale all’ospedale- rispose Rein
-Ho portato una cosa per te- disse Shade
-Cosa?-
-Aspettami- rispose.
Dopo qualche minuto tornò in stanza con una busta
-Non puoi bere spumante, ma possiamo sempre brindare con del succo, no?- propose Shade mentre toglieva dalla busta due bicchieri e un cartone di succo
-Pesca?-
-Rigorosamente alla pesca- rispose Shade.
Shade versò il succo nei bicchieri e ne porse uno a sua moglie per poi accomodarsi al suo fianco. Sorseggiarono il succo, come se stessero in un parco a festeggiare il Natale.
-Ho chiamato Fine per avvertirla. Ha detto che appena ha la possibilità verrà qui per venirci a trovare-
-Come sta?- chiese Rein
-Ha detto che va tutto bene, anche se Auler è un marito complicato. Mi ha anche chiesto per quale motivo lo abbia sposato- rispose sorridendo.
Rein rise divertita poi, tra i due, calò un silenzio confortevole, in cui Rein si godette il tepore dell’abbraccio di suo marito che le era mancato tanto in quelle ore.
 -Ci pensi? È il nostro primo Natale da genitori. Siamo diventati genitori di un bellissimo bambino- disse entusiasta Shade rompendo il silenzio. Da quando era arrivato a casa non riusciva a tenere a freno la sua felicità. Provava un misto di felicità, paura e preoccupazioni, ma non riusciva a spegnere il sorriso.
-Non sai quanta gioia io stia provando- rispose Rein prendendogli la mano
-Prima che mi dimentichi- cambiò discorso il moro. Si alzò dal letto e rovistò nella busta tirando fuori un pezzo di cartone verde, lo aprì accuratamente e rivelò a sua moglie la forma del vischio. Lo alzò sulle loro teste e sorrise a Rein
-Scemo, ma guarda che vai a pensare-
Stavano per scambiarsi un bacio, ma Shade si fermò subito -manca qualcosa- dichiarò poi.
Si alzò dal letto, prese in braccio loro figlio, attento a non farsi vedere dall’infermiera dal costante cattivo umore, e si sedete di nuovo sul letto -O meglio, qualcuno-  si corresse lasciando una bacio sulla guancia di suo figlio. Lo porse a Rein che lo accolse con cura tra le braccia, avvolse il suo braccio protettivo attorno ai due, l’altro lo posò sulla testiera del letto, facendo pendere il vischio sulle loro teste e baciò sua moglie.
La baciò con trasporto. Con quel bacio voleva ringraziarla di tutto quello che gli aveva donato.
In quel bacio c’era una promessa. La promessa di proteggerli e prendersi cura di loro.
Su quel letto di ospedale, con quel bacio, Rein e Shade, festeggiavano il Natale, la loro felicità e diedero il benvenuto alla loro nuova vita da genitori.
Davano il benvenuto al loro futuro.
 
 
***
Saaalve,
Sono tornata, avete sentito la mia mancanza? (anche no)
Volevo tornare con una nuova fan fiction, ma non è neanche lontanamente pronta e volevo augurarvi delle buone feste, quindi quale modo se non scrivere almeno una piccola one shot? Sappiate che ho qualcosa in cantiere, ma ancora non è completa.
Cosa ne pensate di questa One shot? Mi è venuta in mente così d’improvviso, due giorni fa, spero vi possa piacere. Volevo scriverla al presente (forse alcuni di voi capiranno il perché), ma sinceramente non mi piaceva per niente come era venuta, quindi ho cambiato il tempo verbale. Non odiatemi.
So che non c’entra molto la citazione che ho messo con la one shot, ma dato che doveva essere qualcosa di natalizio e mi piaceva l’ho inserita.
Fatemi sapere cosa ne pensate. Prima che mi dimentichi, per l’anno nuovo probabilmente cambierò nickname (sempre se mi verrà in mente qualcosa di decente, ovviamente). Non so neanche perché ve lo sto dicendo. Sto vaneggiando.
Vi auguro di passare delle buone feste con la vostra famiglia. Sarebbe troppo presto se vi facessi gli auguri per l’anno nuovo? (se sì, fate finta che io non abbia detto nulla)
A presto, un bacio a tutti.
  
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