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Autore: SandFrost    24/12/2016    0 recensioni
Dieci anni dopo...
L’auto corre veloce, per quanto le strade affollate di New York lo permettono ma poco importa, il suo sguardo non si sposta un solo secondo dallo spettacolo di quella città. Tutti quei palazzi, i negozi, le persone. Quando l’auto accosta, quasi non se ne rende conto ed è l’autista a farglielo notare. Dopo averlo pagato, sorride al “Si diverta a New York ma presti attenzione, okay?” ma quando il suo sguardo torna sulla strada, i suoi occhi si illuminano di fronte l’enorme cartellone che presenta il grande incontro della serata, quello che tutti stanno aspettano.
Quello che segnerà la storia di Zayn Malik: il più giovane pugile della storia.
[Continuo di I'll colour me blue] - Ziall/Ziam
Genere: Generale, Slice of life, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Leslie Knope; che non si dica che non mi abbia educata bene.
Alla mia Lee, ovviamente, perché non può esistere Viglia di Natale senza la mia Ziall per te.
Un ringraziamento speciale va al mio piccolo uragano Fra, per avermi ascoltato durante il mio blocco.
Buona Vigilia di Natale dal Grinch.



Un vento caldo sposta i suoi capelli e sorride, con le mani nelle tasche del giacchetto leggero che indossa. Respira profondamente, chiudendo gli occhi e riaprendoli subito dopo. Una mano si libera e ferma un taxi; ha sempre sognato di farlo e sorride di nuovo. Una macchina gialla gli si ferma di fronte, sale e “Insegua quell’auto” dice, scoppiando a ridere subito dopo, quando l’autista solleva un sopracciglio guardandolo dallo specchietto. “Mi scusi, ho sempre voluto farlo” dice, prima di dare le giuste indicazioni.

New York gli piace ed è felice di aver aspettato per arrivarci.

L’auto corre veloce, per quanto le strade affollate di New York lo permettono ma poco importa, il suo sguardo non si sposta un solo secondo dallo spettacolo di quella città. Tutti quei palazzi, i negozi, le persone. Quando l’auto accosta, quasi non se ne rende conto ed è l’autista a farglielo notare. Dopo averlo pagato, sorride al “Si diverta a New York ma presti attenzione, okay?” ma quando il suo sguardo torna sulla strada, i suoi occhi si illuminano di fronte l’enorme cartellone che presenta il grande incontro della serata, quello che tutti stanno aspettano.

Quello che segnerà la storia di Zayn Malik: il più giovane pugile della storia.

Il Madison Square Garden è rumoroso, cosi tanto, che porta le sue mani a coprirsi le orecchie ma si ritrova comunque a sorridere. Da quella parte dello stadio, tutti urlano il nome di Zayn e gli piace. “Devi essere Niall Horan, il giornalista sportivo, dico bene?” un uomo robusto, con dei baffi perfettamente in ordine come il suo vestiario molto anni ‘50, richiama la sua attenzione, urlando sopra il fracasso. Sorride e annuisce all’uomo, senza neanche provarci a parlare. L’uomo ricambia il sorriso e gli suggerisce con un gesto della mano di seguirlo, iniziando a scendere per la scalinata di quel enorme stadio.

Anche se gli hanno offerto la possibilità di sedere con i telecronisti, ha rifiutato per un posto il più vicino al ring, riuscendo a farsi avere un posto vicino alle scale. E non gli importa se è pieno di ragazzini urlanti che aspettano il loro pugile preferito per una foto o un autografo, vuole vederlo quando salirà sul ring per segnare un nuovo traguardo nella sua carriera. Infondo quello è il primo mondiale per Zayn Malilk e non lo avrebbe perso per niente al mondo.

“Ecco a te giovanotto, buona fortuna e stai attento agli spintoni” dice scherzosamente ma con l’aria di uno che non sta scherzando per niente e, dandogli una pacca sulla spalle, se ne torna da dove se n’è venuto. L’osserva fino a quando non lo vede sparire tra la folla, inghiottito tra urla e striscioni. Sorride, lasciandosi cadere sul suo posto a sedere, guardando lontano ma senza concentrarsi su nulla in particolare.

C’è un ragazzino a due posti di distanza dal suo, non lo avrebbe notato in tutta quella confusione di persone se solo non la smettesse di saltare sul suo posto, continuando a chiedere, a quello che dovrebbe essere suo padre, quanto manca ancora all’inizio. E lo ignorerebbe se solo la sua mente fosse stata in grado di generare un qualche tipo di pensiero ma si sporge verso il ragazzino e “Emozionate, non è vero? È la prima volta anche per me” informa, sorridendo dopo all’uomo che lo guarda, quasi grato per aver distratto il suo ragazzo.

Nel giro di pochi minuti scopre che è un grandissimo fan del pugilato, che suo nonno non fa altro che raccontargli storie di quando lo praticava e del come passa il suo tempo a convincere suo padre a fargli praticare quello stesso sport, senza però successo dato che sua madre lo ritiene uno sport troppo violento. Scoprendo anche che è davvero la sua prima volta in quello stadio e che il padre ha accettato di portarlo solo perché avrebbe combattuto il suo pugile preferito, Zayn Malik. Sorride a quel nome e torna al suo posto quando le luci cambiano e la folla inizia ad agitarsi sui posti impazienti.

Qualcosa dentro di lui si agita ma presta tutta la sua attenzione alle voci distanti dei telecronisti, quasi pentendosi di aver rifiutato quel posto nella loro cabina, quando viene spintonato al bordo ed eccolo, bellissimo proprio come lo mostrano su quei giornali per cui ha iniziato a lavorare. Il suo volto è coperto dall’accappatoio rosso ma soleva lo sguardo e sorride, a quello stesso ragazzino con cui ha scambiato quattro chiacchiere, mentre il suo sorriso si congela sul nascere allargandosi in una O di sorpresa.

E il momento dura solo quello, un solo istante, prima di vederlo andare sempre più lontano da lui, verso quel ring che adesso sembra cosi piccolo e pericoloso.

L’incontro inizia senza che se ne renda conto ma torna vigile quando un gancio destro colpisce l’avversario. I movimenti di Zayn sono veloci, precisi, potenti e la gente lo sta amando, acclamando, urlando di soddisfazione. E il moro non sembra neanche notarlo, cosi concentrato, cosi attento a ogni movimento, ascoltando solo il suo corpo. Il suo avversario cerca di allontanarlo con una serie di jab ma per ogni passo indietro, Zayn ne fa due in avanti. Tutto il suo corpo vuole il K.O. Tutto il suo corpo cerca ancora una vittoria.

Il primo round termina e Zayn si avvicina al suo angolo per bere dell’acqua, non sembra stanco o affaticato e la folla sembra non sorprendersi della cosa. Quando il secondo round inizia, il suo corpo scatta subito sulla guardia, stringe i pugni sotto il mento e il suo avversario lo sa che dovrà provare a essere veloce. L’incontro prosegue per altri tre round, l’avversario sembra sfinito ed è un montante alla milza a farlo finire al tappeto. L’incontro è vinto, ed è Zayn il campione.

 
~


Il suo gancio sinistro colpisce il sacco rosso e una scarica di adrenalina lo invade. Detesta essere un novellino in mezzo ai grandi nomi e detesta tutte le volte che glielo fanno notare, un doppio jab fa muovere il sacco. Detesta infortunarsi e non poter essere sul ring dove appartiene, ancora un doppio jab e dopo un diretto. Detesta New York, i colori, i rumori, le persone, i palazzi, un diretto e un gancio spingo il sacco lontano da lui. Ma soprattutto detesta finire KO e quando il sacco ritorna un diretto al fianco e “Non ti hanno spiegato che è necessario fasciare le nocche prima di colpire in quel modo il sacco?”.

Il suo pugno freme contro la superficie di plastica del sacco ma ancora “Chi stavi immaginando di colpire? Fammi indovinate, la tua ex?” un secondo di pausa “No aspetta, forse il tuo ex?” percepisce un ghigno sul quel viso che non conosce ancora ma sul quale sarà felice di consumare la sua rabbia. Stringe con più forza il pugno ma “O forse sono li ultimi tre avversari che ti hanno mandato KO prima del decimo round?”.

Il suo pugno si stacca dal sacco, si volta grugnendo dalla rabbia ma “Ehi, contieni la tua rabbia fuori dal ring Malik, ne abbiamo già parlando”, il ragazzo da cui non ha ancora spostato i suoi occhi ride e “E tu piantala di fare l’idiota Payne, non ti avevo detto di iniziare il tuo allenamento di riscaldamento?” lo riprende, a quanto parte, il loro allenatore. “Yes, Boss” risponde prontamente, accompagnando le parole con uno stupido saluto miliare “Mi sono solo distratto a osservare qualcosa di più eccitante di colpire un sacco” è sicuro di avergli sentito esclamare prima di vederlo sparire nello spogliatoio.

~


C’è fracasso anche nella sala conferenze ma se ne resta in silenzio, cercando di mettere ordine tra i suoi pensieri. Dopo l’incontro è rimasto così incantato dalla bellezza e dalla forza di Zayn, che quasi si perdeva il suo ritorno nello spogliatoio. Quel tratto di corridoio tra le due scalinate, dove i loro occhi si sono incontrati, giusto un secondo, prima di vederlo sparire.

Ma la delusione è durata poco sul suo viso quando lo strano uomo che l’ha accompagnato al suo posto, cattura di nuovo la sua attenzione, offrendogli di fargli strada verso il luogo della conferenza stampa. Quando alla fine ha messo piede nella sala per la conferenza post incontro, si è solo seduto senza fiatare, forse quello sguardo sarà durato anche solo pochi secondi ma è riuscito a portare via tutte le parole.

La sala si zittisce all’improvviso e, frastornato dai suoi pensieri, soleva lo sguardo e i loro occhi si ritrovano di nuovo, o forse non hanno mai smesso di guardarsi, non attraverso i suoi occhi almeno. Le sue retine hanno immortalato a fuoco quegli occhi intensi e allo stesso tempo ancora caldi. Lo segue con lo sguardo mentre si siede e scambia due parole con una ragazza, qualcuno che lavora per lo staff, pensa, dato che dopo torna con un bicchiere d’acqua e delle sigarette. Ne prende una sotto lo sguardo di disapprovazione del suo coach, sorride emettendo un suono basso ma comunque in grado di catturare l’attenzione di Zayn.

La sigaretta non viene accesa, come la sua attenzione non si degna di ascoltare. Quel articolo da scrivere è solo qualcosa da rimandare al giorno dopo e ha già un piano per rimediare alla sua mancanza ma gli occhi di Zayn lo stanno ancora osservando, cercando di capire, cercando di ricordare. Sorride ancora, passando i denti sul labbro inferiore, quel tanto che basta per far sentire il moro scomodo e farlo muovere sulla sedia. Ridacchia, incapace di spostare lo sguardo a sua volta. Zayn non dice molto, provocando delusione per tutti i giornalisti nella sale e alle sue orecchie.

“Andiamo Zayn, smettila di fare il bambino, adesso tu fili a letto e basta” e forse Zayn cerca di replicare perché “Ti ho forse fatto credere che questa fosse una negoziazione? Tu farai quello che ti dico, fine della conversazione”. La sala si sta svuotando ed è in grado di ascoltare lo sbuffo di Zayn mentre l’allenatore si allontana da lui. “Suppongo non ti venga ancora naturale obbedire a delle regole ma se ti dessi la scusa per infrangerle?” il moro si volta e il suo corpo smette di funzionare.

Il sopraciglio destro del moro si solleva e un ghigno nasce sulle sue bellissime labbra. Le sue mani si allargano, il suo capo si china e le sue labbra di muovono, tutto a incitarlo a continuare con la sua proposta, se solo non fosse diventato cosi difficile parlare. Prende un respiro profondo e “Dovresti portarmi a cena fuori e quando e se il tuo coach scoprirà che non sei tornato correndo a letto come ti aveva ordinato, potrai dirgli che un giornalista ti ha rapito” dice senza prendere fiato “Allora, ci stai?”.

 
~


Una luce artificiale disturba i suoi occhi stanchi, cerca di strizzarli e dopo di coprirli con un braccio ma niente da fare, quella luce ha disturbato il suo sonno. Grugnisce aprendo un solo occhio e “Buon giorno splendore, credevo fosse una battuta il fatto che dormivi in palestra ma non ti pagano una casa di lusso a Manhattan?”, fa un respiro profondo, placcando la sua rabbia già pronta a esplodere e da un’occhiata all’orologio scoprendo essere le sei di mattina. Si alza e si stiracchia, strascinandosi verso gli spogliatoi.

Dopo il primo anno a New York, la palestra con cui ha firmato per sponsorizzarlo, gli ha fatto dono di una casa. Una bellissima casa in centro, con quella enorme vetrata che si vede di solito nei film, quella che offre il panorama dell’intera città. Ci ha vissuto per un mese fino a quando quella vista non ha iniziato a stancarlo. Passare dalla casa di lusso alla palestra è stato facile. Anche provandoci, non riuscirebbe ad addormentarsi in un letto.

Quando torna in palestra per iniziare il suo allentamento al sacco, quel Liam Payne è ancora lì, sul ring, a provare qualche attacco contro un avversario invisibile. Sembra stupido ma non può evitare di fermarsi a osservarlo, con quei capelli bagnati che gli ballano sulla fronte o i muscoli delle braccia in tensione. Si passa inconsciamente un dito sulle labbra quando il castano se le morde perso in chissà quale incontro nella sua testa. “Resterai a osservarmi ancora per molto o hai intensione di salire sul ring con me?”.

Deglutisce stralunato ma si toglie la maglietta, afferra la fasciatura, i guantoni e sale sul ring. “Aspetta, ti aiuto io” si offre il castano, avvicinandosi e togliendogli le fasce dalle mani. Si perde a osservarlo, tutto concentrato a passare la fasciatura intorno alla sua mano, attento a stringerla il giusto, prendendosi però il suo tempo per toccargli la pelle delle dita. Quando ne finisce una, passa subito all’altra, sollevando lo sguardo e sorridendogli, tanto da lasciarlo a corto di fiato. “Adesso possiamo iniziare splendore”.

Fa qualche saltello e lo Zayn senza fiato ed estasiato di prima sparisce, e al suo posto ecco Zayn il pugile, pronto a osservare il suo avversario per metterlo KO. Liam è un in-fighter, abile negli attacchi all’interno della guardia e sicuramente un abile incassatore. Punterà ad andare oltre la sua guardia con una raffica o combinazioni di ganci e montati. Ghigna respirando con il naso e prepara la sua guardia, pronto ad un corpo a corpo, dato che entrambi i loro stili amano combattere a distanza ravvicinata.

Il primo ad attaccare è ovviamente Liam, che si fa sotto con un gancio ma è più veloce e un jab accompagnato da un diretto si scontrano contro i suoi pugni alzati e, come immaginava, li para senza nessun problema. Il castano gli si avvicina, cercando di distruggere la sua guardia ma di nuovo, lo colpisce con una combinazione ma il ragazzo neanche indietreggia, tenendo alta la sua guardia e avvicinandosi di ancora qualche passo, puntando a un colpo basso.

E fa l’errore di abbassare la guardia per un solo secondo, che Liam lo colpisce alla spalla, facendolo traballare all’indietro. Stordito non nota il montante che lo fa finire KO ma non ha il tempo di arrabbiarsi che il castano è sopra di lui, con i guantoni ai lati del suo volto e “E io che credevo che avrei dovuto lottare per molto più tempo. Se è stato cosi facile distruggere la tua guardia, mi chiedo quanto sarà facile portarti a cena fuori” ridacchia, abbassandosi troppo vicino alle sue labbra e “Non ti preoccupare, non ti bacerò, almeno che non sia tu a chiedermelo”.

Ancora non può credere di aver accettato l’invito del castano di andare a cena fuori, o di aver accettato di fargli scegliere il ristorante e il corso della loro serata insieme. Ma ancora di più, non riesce ancora a realizzare dove ha trovato la forza di non baciarlo in quello stesso istante. “Carino qui, non trovi? È molto romantico” esclama il castano, con un sorriso vittorioso sul volto. Ovviamente ordina per entrambi, parlando di qualche piatto che dovrebbe assolutamente provare e neanche ci prova a protestare, non adesso che non sente la sua guardia alta.

Lo ascolta parlare di cibo, di luoghi che ha visitato, della sua infanzia e non credeva avrebbe trovato di nuovo interessante ascoltare argomenti di quel livello, invece che parlare del loro sport. Da quando si è trasferito a New York, ormai da due anni, ha solo parlato di pugilato, del suo stile, della sua tecnica e degli allentamenti mentre Liam Payne gli ha appena chiesto qual è il suo cibo preferisco durante l’infanzia e ride alzando il bicchiere di vino appena riempito, trovando quel ragazzo affascinante.

“Hai dato un’occhiata ai giornali di questa mattina?” domanda, lasciando cadere dei giornali scandalistici sul pavimento, stringendo i pugni subito dopo. “Cosa? Non ti piace la foto che hanno scelto? Secondo me siamo molto carini” scherza il castano, con la sua aria sarcastica, continuando a sollevare i pesi come se niente fosse. “Sapevo che non avrei dovuto accettare il tuo invito, è stato stupido cenare in un luogo cosi pubblico” si ripete come una cantilena, camminando avanti e indietro.

“Oh, non mi dire che i giornali non hanno mai parlato di te. Sei un volto pubblico, succede” esclama Liam, lasciando stare i pesi e sfogliando una delle tante riviste. “Certo che hanno parlato di me ma mai di quello” sospira, passandosi le mani tra i capelli “Per questo, quando sono arrivato a New York, ho creato la regola di non uscire con nessuno ma poi arrivi tu e…” non riesce neanche a finire di parlare che si ritrova gli occhi nocciola del castano di fronte e “Vieni a fare il tifo per me oggi”.

“Mi vedi andare nel panico perché i giornali hanno parlato del nostro appuntamento in un ristorante dannatamente romantico e tu mi chiedi di venire a vederti? Spero tu stia scherzando”, la risata e il bacio sul naso del castano lo lasciano, ancora una volta, disarmato. “Ti ho chiesto di venire a fare il tifo per me, che è diverso. Voglio che tu stia sotto il ring, voglio vederti. Cosa c’è di cosi assurdo in questo? E poi i giornalisti parlano già di noi, no? Bene, diamoli qualcosa di interessante da raccontare, non vuoi?”.

 
~


Salire sui taxi gli piace ma scendere dal mezzo per trovarsi di fronte un cartellone con la faccia di Zayn Malik, gli piace ancora di più e potrebbe benissimo essere scambiato per un fanboy ma non gli dispiace. Anche perché, a differenza di tutti i fans urlanti, ha un pass da giornalista che gli permette di entrare dove vuole, come nella palestra dove il moro si allena ogni giorno. Fa un sospiro profondo e questa volta non si farà avere un no come risposta.

“E io che mi immaginavo uomini sudati a giocare con i loro attrezzi, che deluse” fa notare la sua presenza nella palestra vuota, eccetto per Zayn che viene distratto dalla sua intrusione e finisce per essere colpito dal sacco. Cerca di trattenere la risata ma fallisce miseramente. “Che ci fai qui e come hai fatto a entrare?” chiede, pulendosi le labbra con uno dei guantoni, prima di toglierli e metterli intorno al collo, risultando estremamente sexy. “Bhe, sono un giornalista sportivo, non ti hanno detto che praticamente abbiamo il potere su tutto?” risponde con fare ovvio, per poi sorride.

“Ma a parte gli scherzi” si affretta a dire, mentre lo vede muoversi verso gli spogliatoi “Sono qui perché mi devi un intervista” lo informa, seguendolo ed entrando nello spogliatoio. Il luogo è stranamente profumato e piccolo. “Ah si, e perché mai? Non ti hanno detto che non concedo interviste?” dice prima di lasciare cadere delicatamente quei guantoni sulla panca, e iniziando a srotolare via le fasciature dalle sue mani. “Ne sono a conoscenza ma sono riuscito ad arrivare a New York con la promessa di un articolo incredibile su di te ma per colpa tua non ho seguito molto della conferenza stampa, quindi mi devi un intervista o un pranzo, a te la scelta”.

“Ti fa davvero schifo fare interviste se hai accettato a venire a pranzo con me” ridacchia mentre passeggiano per le strade meno affollate di New York. Ovviamente il moro ha accettato di andare a pranzo ma non di farlo in un ristorante, quindi hanno comprato qualcosa sulla strada e adesso sono di nuovo in marcia verso la palestra quando: “Oh, guarda, un parchetto. Ti va di fermarci per qualche minuto? Devo ancora digerire quel panino e ho bisogno di riposo” dice, passandosi una mano sulla pancia. Zayn accetta con un movimento della testa ma con la mente da un’altra parte.

Si lascia cadere per terra ed esclama di soddisfazione “Non sei uno che ama parlare molto, non è cosi?” chiede quando lo vede sedersi su una panchina “Ma almeno potresti sederti accanto a me. Conosco un ottimo modo per togliere le macchie d’erba” ridacchia ma è felice quando vede il moro alzarsi di mala voglia e buttarsi al suo fianco “Come i vecchi tempi” sussurra piano e dopo, alzando la voce “Allora, tu e Liam, eh? Devo confessare che ho avuto anch’io il mio momento Ziam e, dopo avete rotto e…mi fai conoscere Liam?” chiede senza giri di parole “Cosa? Sono un suo fan e da quando si è ritirato è davvero difficile da rintracciare” risponde in fretta allo sguardo omicida di Zayn “Quindi, mi puoi mettere in contatto con lui?”.

~


L’odore di pasta frolla invade le sue narici ma sono le risate a svegliarlo completamente, scoprendo di essere solo nel letto. Grugnisce e si alza quasi indignato della cosa, dirigendosi in cucina con passo veloce - per quanto la sonnolenza lo permetta, ovviamente. “Ed ecco il mio dormiglione preferito. Buongiorno splendore” lo accoglie il castano, pronto a ricevere il bacio mattutino che non riceverà. “Mi hai fatto svegliare da solo, se pensi di meritare il tuo bacio, te lo scordi” esclama sedendosi al bancone della cucina.

“E io? Lo merito un bacio?” esclama Waliyha con un sorriso a trentadue denti “Se baci lei allora voglio il mio bacio anch’io. È stata lei a farmi alzare dal letto” mette il broncio Liam, lasciando stare i biscotti e incrociando le braccia “Ma cosi non vale, non è stata colpa mia ma delle pesti dei vostri nipoti, che hanno iniziato a saltare sul letto perché volevano preparare i biscotti con i loro zii preferiti” risponde con un tono di voce innocente. “Smettetela, nessuno dei due avrà il proprio bacio eccetto le mie due piccole perfezioni preferite” dice scendendo dallo sgabello e correndo verso i suoi due nipotini.

Pensare a Waliyha come donna spostata con due figli, gli fa ancora strano, dato che nel suo cuore è ancora la bambina che lo svegliava per via di un incubo ma non può negare la felicità che vede nei suoi occhi. E poi essere zio lo rende felice. “Allora, sentiamo, chi è il vostro zio preferito?” chiede, prendendo la piccola Aalia e il piccolo Jawaad tra le braccia. “Zio Leeyum” rispondono in coro, come sempre. “Cooosa?” domanda offeso facendoli girare e volare, fino a farli scappare e rincorrerli o almeno fino a quando Liam non lo tira a sé e lo intrappola tra le sue braccia grandi.

“Correte piccoli, zio Leeyum lo terrà imprigionato per voi” gli incinta il castano e vorrebbe tenere il broncio ma gli scappa un sorriso. “Adesso, lascia stare i bambini o tua sorella e torniamo al mio bacio” gli sussurra il castano nell’orecchio provocandogli una scarica lungo la schiena. Prova a scappare dalla presa ma “Tu non te ne andrai di qui senza prima il mio bacio. Mi conosci da quasi cinque anni, quand’è stata l’ultima volta che ho rinunciato al mio bacio?” chiede ma sa già che la risposta è mai, non ci rinuncia mai.

Da quando sono diventati una coppia, praticamente da dopo il loro primo appuntamento, ha sempre vinto Liam. È riuscito perfino a farlo dormire in un vero letto, soprattutto dopo aver scoperto che riusciva a dormire ma solo tra le sue braccia. Per questo detesta svegliarsi da solo la mattina e per questo prova sempre a negargli quei dannati baci che tanto ama ma gli ama anche lui e cede tutte le volte. Infatti, sbuffando e con un finito broncio sulle labbra, si arrende e lo bacia. Adora i loro baci tanto quanto il castano li desidera, ed è tanto.

“Hey, piccioncini, abbiamo dei biscotti da dover finire. Questa festa di Natale non si organizza da sola” li riporta alla realtà Waliyha mostrando loro una renna di pasta frolla appena finita. “Non mi ricordare quella stupida festa, perché la dobbiamo organizzare ogni anno a casa nostra?” domanda ancora assonnato e ancora tra le braccia del castano “Perché mi ami e perché io amo il Natale” risponde subito Liam, facendolo sedere sulle sue gambe e “Fai cheese” dice in fretta scattando una loro foto e “Il nostro fandom la amerà” postandola subito su Instagram con l’hashtag “Team Ziam”.

 
~


Ancora incredulo, aspetta di fronte una porta chiusa che Liam Payne venga ad aprirli. Con Zayn che gli sta accanto con le braccia incrociate e la sua aria di indifferenza. “Ciao splendore, è sempre uno spettacolo vederti alla mia porta” è il primo commento del castano, amicando al moro. Sbatte gli occhi stordito e “E tu devi essere il famoso Niall, dico bene?” e vorrebbe dire qualcosa di sensato ma finisce solo per annuire facendo ridere il castano. “Allora, ci fai entrare o dobbiamo organizzare una festa sul portico di casa e invitare anche i vicini?” ed è la voce di Zayn a riportarlo alla realtà e fare brontolare Liam, prima di invitarci ad entrare.

La presentazione dura quasi un’ora, parlando di tutto, anche se Zayn ha preferito ascoltare, Liam ha risposto a ogni possibile domanda, sul pugilato e no. Durante i saluti, Zayn ne approfitta per andare al bagno e rimane da solo con il castano. Quando è sicuro essere solo con il ragazzo, fa un respiro profondo e “Liam?” richiama l’attenzione del castano che sta camminando verso la cucina con le tazze del tè ormai vuote “Stai per ammettere la vera ragione per il quale hai chiesto a Zayn di portarti qui, Nialler?”.

Ridacchia e “Sì, o qualcosa del genere” dice aspettando che il castano si fermi e lo guardi di nuovo “Volevo ringraziarti a dire il vero, per esserti preso cura di Zayn in questi anni. So che dice che non ne ha bisogno e che se la può cavare anche da solo, ma sappiamo che ha bisogno di amore e di qualcuno che creda in lui” dice con tanta gratitudine negli occhi. “Allora credo di dover fare la stessa cosa” risponde subito Liam, sorridendo dolcemente. “Come?”.

“Bhe, sto lasciando Zayn in buone mani dopo tutto e, ad essere completamente sincero, sono felice che sarai tu, quindi grazie. Grazie per prenderti cura di Zayn in tutti gli anni in cui non lo potrò fare io” sorride e gli si riscalda il cuore. Vorrebbe aggiungere ancora qualcosa, improvvisare una spiegazione ma Zayn sbuca dalla porta della cucina e “Se avete finito di fare salotto ma soprattutto finito di parlare di me, mi trovate all’ingresso” ridacchiano insieme, guardandolo andare via.

 
~


“Sono nervoso e il braccio ha ricominciato a farmi male” piagnucola Liam, massaggiandosi una spalla “E non c’è niente che possa farmi sentire meglio” mette su un finto broncio. Sbuffa e “Non capisco perché mi ostino a farti compagnia nello spogliatoio quando mi usi solo come macchina per i baci” si lamenta ma lo bacia lo stesso, sorridendo subito dopo. “Oh, mia piccola meraviglia, se tu che mi chiedi sei puoi farmi compagnia, per me sei solo una distrazione, per questo mi prendo delle piccole ricompense”.

Nasconde un sorriso e “Come va il braccio? Fa ancora male?” domanda preoccupato. Anche se ne hanno parlato a lungo, alla fine Liam ha scelto per sé e ha deciso di combattere, anche se non si è ripreso ancora completamente dall’ultimo scontro. “Ancora un po’ male ma sono sicuro che non sentirò più nulla se mi dai ancora un bacino” si indica le labbra, sporgendole leggermente. Ridacchia ma lo fa felice e lo bacia. “Ti do tutti i bacini che vuoi ma non farti male, okay? Ti amo”.

Ha un brutto presentimento quando Liam sale sul ring e la folla esulta. È amato da tutti, con le sue facce buffe e sempre la frase pronta per ogni occasioni. Ha iniziato a lottare come difesa personale alle medie e a continuato a farlo per passione. In molti lo hanno convinto a farlo in maniera professionale ma ha sempre rifiutato, fino a cinque anni prima, quando ha firmato con il suo stesso allenatore, solo per lui. Ha riso quando gli ha raccontato di averlo visto sul ring e di essersene innamorato e di come avrebbe fatto di tutto per incontrarlo. Anche iniziare a combattere da professionista.

Ha provato a insegnargli alcuni dei suoi colpi e quando lo vede osservare l’avversario, sorride fiero. Si girano intorno, saltellano, Liam schiva il primo colpo e passa sotto il secondo, cercando di tenere a freno l’aggressore dentro di lui. Digrigna i denti quando sfera un diretto e dopo un gancio. Evita ancora un diretto e ne approfitta con una serie di Jab e ancora un diretto. Tenendo la guardia alta, inizia con un montante alto, dritto al mento e dopo un altro gancio ma questa volta alla milza. Il suo avversario traballa ma prima di cadere viene colpito al braccio infortunato e la sente, la scarica di dolore come sulla sua stessa pelle.

“Che cosa significa che ti vuoi ritirare?” non urla ma il suo corpo si muove veloce, come a compensare il suo tono di voce sbagliato. Non sa neanche perché gli da cosi tanto fastidio, in fondo a Liam non è mai importato davvero essere un professionista, anche se ama il pugilato, forse anche più di lui. E aveva spesso fatto battute sul suo ritiro, dato che aveva il suo cuore e la sua missione era finita ma saperlo dalla stampa, da voci di corridoio. Non riesce a restare calmo.

“Smettila di urlare e vieni qui accanto a me” risponde calmo il castano, indicando lo spazio accanto al suo letto. Il corridoio dell’ospedale è pieno di giornalisti che vogliono sapere la salute di Liam ma la metà di loro cerca solo qualche gossip sulla loro coppia. Essere la coppia sportiva più discussa non è facile ma Liam si diverte a dare loro qualcosa di cui parlare. Gli si siede accanto e si fa piccolo piccolo. “Ne abbiamo già parlato, Zaynie” sussurra con il naso tra i suoi capelli “Il pugilato professionista non ha mai fatto per me e sai che, se ho combattuto per tutti questi anni, era solo per te”.

Si soleva per guardarlo dritto negli occhi e “Se ti ritiri, lo farò anch’io” afferma sicuro, perché niente in quel momento ha importanza come Liam Payne e il suo amore per lui. “Cosa?” urla il castano, digrignando dopo i denti per il dolore. “No, tu non lo farai. Questo è il tuo sogno e il tuo sogno va oltre me. Il tuo sogno, il pugilato, esisteva anche prima di me”. Fa per alzarsi, per replicare ma tutto tronca sul nascere e “Non ti permetterò di mollare, Zayn. Non adesso. Non quando sei cosi vicino al tuo primo mondiale. Hai combattuto per tutta la tua vita, per due anni lo hai fatto da solo qui a New York puntando al mondiale. Per cinque ho avuto l’onore e il privilegio di farlo con te, al tuo fianco”.

Una lacrima scende indisturbata sul viso di Liam, un’altra si prepara a scendere sul suo. “Non sarò la scusa al tuo arrenderti, non cosi. Se doveva finire in qualche modo, sono felice che sia cosi però. Lottando ancora una volta, al tuo fianco, per il tuo sogno. Sarò per sempre al tuo fianco e ti amerò fino al mio ultimo giorno. Porta a casa quel mondiale splendore e rendici tutti fieri di te, Zayn” gli passa la mano libera da ingessature sulla guancia, sorridendo. “Ti amo anch’io, Leeyum”.

~


È pomeriggio inoltrato quando il suo capo lo chiama per dirgli che Zayn Malik ha accettato per un intervista con lui. Ha dovuto chiedere conferma un paio di volte prima di farsi dire il dove e il quando. Ci mette quasi meno di un ora per arrivare alla palestra dove il moro si allena. Ancora più stranito entra e quasi non si sorprende di non vedere la receptionist dietro il bancone o alcun essere umano. Ignora la stranezza e continua a camminare, fino all’interno della palestra, dove si ritrova il diretto interessato sul ring e “Hey biondo, guarda, ho vinto”.

“Brutto stronzo, lo sapevo che anche se sono passati dieci anni, non ti sarei potuto dimenticare di me”.
  
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