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Autore: RavyOliSykes    24/12/2016    1 recensioni
23 Dicembre 1963, mancano pochissimi giorni al Natale. Due ragazzi, Gaspard e Louis, si trovano nelle loro camere, intenti a finire gli ultimi compiti prima delle "più che meritate" vacanze.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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AUTORE: RavyOliSykes

FANDOM: Gaspard Ulliel

PAIRING: Gaspard Ulliel/ Louis Garrel

RATING:  Giallo

PERSONAGGI: François Arnaud, Antoine Olivier Pilon, Niels Schneider

GENERE:  Generale

AVVERTIMENTI: Lime

NOTE: /

DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono. Gli eventi narrati sono un puro frutto della mia fantasia. Non scrivo a scopo di lucro.



 

Love is a Temple, Love the Higher Law.

by RavyOliSykes

 

23 Dicembre 1963, mancano pochissimi giorni al Natale.

Due ragazzi, Gaspard e Louis, si trovano nelle loro camere, intenti a finire gli ultimi compiti prima delle “più che meritate” vacanze.

New York è forse la città più fredda in inverno, ma è anche vero che viene considerata da molti la metropoli ideale nella quale trascorrere le vacanze natalizie: negozi sempre aperti, svariati divertimenti e l’aria tipica di chi ama questo particolare periodo dell’anno.

Nonostante le vacanze, gli studenti della Columbia University non disdegnano intrattenersi all’interno della struttura qualche giorno in più; passare delle vacanze diverse ogni tanto fa bene a tutti, no?

Sulle loro scrivanie non può di certo mancare una tazza di tè o caffè fumante, il tutto accompagnato da quel suono tipico della macchina da scrivere mai ferma in sottofondo.

Gli studenti creativi non danno tregua al loro libero sfogo, nemmeno durante la pausa natalizia. In ogni camera un giradischi, in ogni giradischi un vinile diverso.


La musica?

Jazz ovviamente, note che riempiono i corridoi e le stanze vuote dell’Università; l’atmosfera è arricchita(e in un certo senso, rilassata) quando piccole luci si accendono tutte intorno alle finestre dei vari plessi del complesso universitario.

Che dire di loro due?

La loro amicizia parte dalle scuole superiori, quando avevano entrambi ancora 14 anni: già da giovani erano così presi dallo studio della letteratura ed accomunati dalla passione per la scrittura, di qualunque genere essa sia, poesia o prosa; da allora decisero di proseguire gli studi insieme presso la Columbia University, un sogno per ogni ragazzo volenteroso e intento a costruirsi una carriera da futuro scrittore o giornalista.

In quegli anni la Grande Mela era terreno fertile di nuove correnti, nuovi modi di vedere e di interpretare il mondo partendo da un concetto assurdo: era scoppiato il movimento anticonformista della Beat Generation.

I professori più illustri della Columbia?

Allen Ginsberg e William S. Burroughs, senza ombra di dubbio: rigidi al punto giusto, solevano assegnare ai propri alunni diversi esercizi di scrittura.

L’aspirante poeta aveva la possibilità di trarre ispirazione da qualunque cosa gli si fosse presentata di fronte ai suoi occhi da compositore visionario, persino il loro stesso compagno di stanza.

Gaspard e Louis?

No, loro non erano compagni di stanza, niente affatto: si diceva fossero migliori amici, niente di più, il perchè di una scelta alternativa per il compagno di stanza non fu mai chiarita e nessuno crede verrà mai chiarita.

Alcuni dei loro amici, François e Antoine, pensano che la loro non sia solo una semplice amicizia, credono che sembri più che ovvio che non lo sia e che gli altri non ne vogliano parlare per non mettersi nei guai: la loro complicità ed empatia, il rispetto reciproco ed altri segnali ancora poco chiari ai due rispettivi compagni di stanza.

Non poteva trattarsi solo di una semplice amicizia, decisamente.

Credono che, sotto sotto, ci sia qualcos’altro, qualcosa di potente, qualcosa di strano e, forse, inusuale per quegli anni.

Ma torniamo a noi: è sera e molti studenti stanno lasciando l’Università per recarsi a casa dalle loro famiglie.

Un loro amico, Niels, sta pensando a  come spendere quelle poche ore che li separano dalla vigilia.

Niels è il più piccolo del gruppo, il tipico studente belloccio: capelli biondi e ricci, occhi castani ed un fascino non propriamente da americano.

Non crede che una serata all’insegna della cultura sia l’ideale, non a quest’ora almeno: molto probabilmente il Museo di Storia Naturale sarà già chiuso.

Louis propone di fare un giro per la West Side Avenue: la zona è costellata da pub aperti fino a notte tarda, l’ideale per cinque ragazzi intenti a iniziare con il piede giusto la loro pausa invernale.

Antoine non sta più nella pelle per la felicità: è molto legato a questa festività, gli ricorda di quando la passava a casa con i suoi fratelli a Montréal, l’odore di cannella e di biscotti allo zenzero appena sfornati, ricordi d’infanzia.

Passa un pò di tempo prima di trovare il pub ideale, nel frattempo François cerca di mantenere la calma: tra i cinque è il più smodato, anche se  uno dei più grandi, a volte vorrebbe tanto insegnare agli altri qualcosa, prima di bere quell’ultimo bicchiere ogni santa volta e non badare nemmeno più a sé stesso.

In seguito  a vari giri decidono di entrare in un locale quasi alla fine della strada, un certo “Little Temple”.

L’interno non era poi così male: le pareti erano in legno scuro con qualche foto in bianco e nero sparsa quà e là, sul tetto qualche rametto di vischio, come da tradizione, su ogni tavolino una candela rossa, unica fonte luminosa.

Il posto era abbastanza buio eccetto la zona del palco, illuminata da due riflettori; con un poco di fortuna, potrebbero assistere ad uno spettacolo di musica dal vivo.

9:00 p.m.: il pub è affollato, ma per fortuna i cinque sono già seduti in un tavolino all’angolo, proprio vicini al palco.

Gaspard e Louis, seduti vicinissimi l’uno all’altro, ordinano una birra, mentre François, Antoine e Niels optano per un bicchiere d’assenzio, il primo di una lunga serie.

Così la serata continua, canzone dopo canzone, birra dopo birra, ridendo e criticando “l’ebbra politica americana che prosegue come un soldato nazista in punto di morte”.

I cinque hanno più o meno la stessa età, sono ancora tutti scapoli ed adorano vivere liberi da problemi e costrizioni.

Louis sembra più adulto degli altri, così notevolmente disinvolto e riflessivo.

Gaspard ama la poesia, non perde mai l’occasione per citare un verso della sua poesia preferita, “Le Bateau Ivre” di Arthur Rimbaud, tentando di sistemare la situazione e aggiungere un pizzico di originalità.

D’un tratto, tra risate e rumore di bicchieri in sottofondo, una donna di colore di circa cinquant’anni sale sul palco, aggiusta il microfono e comincia a cantare una canzone forse non molto conosciuta all’epoca: lei era Ella Fitzgerald e la canzone era “The Man I Love”.

Non passano pochi istanti che l’intera folla si sposta verso il centro del locale, ballando lentamente.

Gaspard guarda Louis che osserva attentamente la donna, la sua calma e la sua devozione verso quel brano.

Qualche secondo dopo Niels sussurra delle parole incomprensibili a François.

La sua reazione?

Sorride immediatamente a Louis, ignaro di quello che l’amico abbia potuto dire e nei confronti di chi.

Ora François chiede ad Antoine di ballare con lui, come due giovani appena sposati, solo per scherzare: a questo punto sono entrambi affogati nell’alcool e quello che potrebbero comprendere scende ad una soglia bassissima.

Niels applaude, applaude ancora, probabilmente incosciente in parte anche lui, urla frasi sconnesse, qualcosa come: “Siete fantastici! Continuate così! Fategli vedere chi è il re della serata!”.

Per qualche strana ragione, Gaspard si sente di troppo in mezzo a tutta quella gente: prende il suo cappotto ed esce fuori dal pub, fermo di fronte alla porta sotto la neve, fumando una sigaretta.

Ora è solo.

Louis è ancora all’interno, sta finendo il suo secondo boccale di birra, dopo si mette gli occhiali e si guarda intorno: non aveva notato da subito che l’altro era sparito.

Decide di uscire fuori per cercarlo: poco importa della sua giacca, indossa solo un maglione ed una sciarpa, l’importante è trovare Gaspard e riportarlo dentro.

12:00 a.m., la vigilia di Natale.

Il biondo è all’angolo della strada, sta fumando la terza sigaretta: non vede che il suo amico è fuori e sta camminando verso lui.

Forse vuole domandargli qualcosa: cosa sta succedendo, perchè è qui, perchè ha tenuto lo sguardo fisso su di lui tutta la sera senza proferire parola, cercando sempre un minimo contatto visivo.

Gaspard decide di non rispondere a Louis, il suo sguardo perso nel buio della notte. Improvvisamente si gira e fissa a lungo l’insegna luminosa del pub, “Little Temple”.

Ora Louis si trova di fianco a lui, accende la sua ultima sigaretta prima del giorno di Natale, forse: in Università è concesso fumare solamente nelle loro camere con una finestra aperta.

Qualche secondo dopo, Louis sente che Gaspard sta stringendo la sua mano gelida.

 

“Sei un tipo strano Lou, l’ho pensato da subito, dal primo istante in cui ti ho visto.
Ogni singola parola che mi hai detto, tutti i tuoi pensieri e i tuoi segreti…
Tutti i tuoi fottuti ragazzi, li ho sempre odiati, ognuno di loro…”

“Gaspard… va tutto bene?”

Un brevissimo sguardo, solo uno sguardo prima che Gaspard poggi le sue labbra su quelle di Louis per la prima volta: sognava da sempre questo momento, da anni, finalmente ora ce l’ha fatta.

Le sue mani freddo sul volto del moro, in piedi di fronte a lui, che di conseguenza chiude gli occhi e stringe il biondo dalla vita.

Si spostano verso la parete del pub, sulla quale preme la schiena di Louis, un brivido gelido corre lungo tutto il corpo.

Gaspard trema quando l’altro cerca di stringerlo più forte a sé, in modo tale che i due corpi siano completamente uniti.

Anche se non completamente sicuro di quello che sta per fare, Louis vorrebbe far incontrare, anche se solo per qualche secondo, le loro lingue e… riesce nell’intento.

Ciò suscita una risatina da parte di Gaspard, forse per troppa
timidezza, forse perchè non si sarebbe mai aspettato qualcosa del genere.

Passa qualche minuto e vengono raggiunti da Niels: non comprende ciò che sta succedendo, solamente li supplica di tornare dentro e di tornare all’Università.

In effetti, non sarebbe una cattiva idea dato l’orario e la loro condizione fisica e mentale.

 

Prima di rientrare nella sua camera, Louis viene fermato da Gaspard: non osa immaginare quello che potrà dirgli, in fondo, non è successo niente di male.

“Sarò veloce, altrimenti Antoine mi farà dormire fuori tutta la notte.

Ricordi quel compito che ci aveva assegnato il prof...?

Dovevamo scrivere pochi versi su qualcosa…

Bhè, ho scritto su di te, su quello che pensavo potesse accadere stasera…”

Tira fuori dalla tasca un fogliettino con i suoi versi, erano due poesie differenti.

La prima credo abbia avuto ispirazione da un sogno: “Mi domandavo/ perché/ abbiamo dormito/ insieme/ quelle notti/ e cosa abbiamo perso.”

La seconda, come aveva affermato, sarebbe stata la conseguenza di quella serata: “Il mio amore disse/ i tuoi occhi/ sono bellissimi/ e lui/ mi lasciò.”

Abbastanza tristi, ma è quello che pensa che sia: un’”amicizia” rovinata con poco.

Provare pietà non serve, in fondo è quello che pensava anche Louis, nulla in contrario.

In questi casi non servono le parole, risulterebbero inutili ed inadeguate.

Si salutano con un abbraccio che sembra infinito, anche se vorrebbero che sia veramente così, e tornano ognuno alle proprie camere.

Non vogliono pensare al mattino dopo a quello che gli altri potrebbero dire o potrebbero aver visto, ne è valsa la pena.



NOTE AUTORE: Eccomi qua, secondo lavoretto. Una piccola OS che avevo promesso di scrivere entro Natale, così amata ed allo stesso tempo odiata senza mai capire il perchè. Il secondo capitolo di "Shut Up and Dance with Me" non è ancora finito, colpa della scuola, come al solito. Molti dicono che imparo molto dai miei personaggi, da come li faccio comportare e da cosa gli faccio dire, spero sia veramente così. E dopo questo, Merry Christmas and... Live Long and Prosper.

 
  
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