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Autore: wislava    24/12/2016    2 recensioni
Stiles e Derek, sposati da anni, stanno trascorrendo il Natale a Beacon Hills e non possono fare a meno di ricordare i vecchi natali che hanno passato insieme, con tanta neve che cadeva dal cielo.
[Sterek!Natalizia]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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White Christmas(es)


 

Stiles stava osservando il proprio giardino dalla finestra della cucina.

Si sentiva malinconico, nonostante non fosse successo nulla per sentirsi così.

Stava per riporre il piatto che aveva appena finito di asciugare sul ripiano al suo fianco quando due grandi mani lo afferrarono per i fianchi, facendogli prendere uno spavento.

“Mi farai venire un infarto prima o poi” commentò appoggiando la stoviglia prima di rigirarsi tra le braccia del proprio marito.

Nonostante ormai il volto di Derek presentasse evidenti tracce di invecchiamento – anche i licantropi non potevano battere più di tanto il tempo che scorreva – egli era ancora bellissimo. Anzi, le rughe intorno agli occhi e vicino alle labbra, quei capelli ormai ingrigiti e le mani rugose con qualche macchia di età non toglievano nulla in quanto bellezza a Derek Hale-Stilinski. Non agli occhi del marito.

Anche Stiles portava dei segni di vecchiaia: purtroppo aveva perso un po' di capelli, lasciandolo con una fronte e cute quasi pelata che lo faceva imbarazzare, ma le mani gli erano rimaste morbide, nonostante anche lui le avesse più tirate e con la pelle non più liscia come un tempo. D'altronde erano passati per lui ormai settantasette anni e stava insieme a Derek da ben cinquantacinque anni.

La loro primogenita, Erika, trovava bizzarro che loro si amassero ancora come se non fosse passato neanche un singolo giorno dal loro primo bacio, si guardavano ancora come se fossero due adolescenti, ma Stiles sapeva che era normale. Amava Derek con tutto il cuore e Derek amava lui.

“Come mai così pensieroso? Avrai detto si e no due parole oggi” disse Derek dopo averlo baciato delicatamente sulle labbra, facendolo tornare in sé.

Stiles sospirò, aprendosi in un piccolo sorriso. “Stavo pensando alla neve” ammise. “Amo Beacon Hills, lo sai. E' casa nostra e il branco è tutto qui, ma mi mancano i natali bianchi dove, sono sempre i più magici.”

Derek sorrise. Sapeva della passione alquanto strana del marito per la neve e infatti ogni Natale si era prodigato per organizzare un viaggio dove Stiles potesse godersi appieno un bianco Natale, ma quell'anno purtroppo avevano dovuto disdire i piani: la loro nipotina, El, che ormai aveva già compiuto venti anni, era rimasta incinta e stava per partorire e Stiles e Derek sarebbero diventati presto bisnonni. Non potevano perdersi il lieto evento.

“Lo so...” sussurrò Derek stringendosi addosso il proprio marito. Nonostante lui avesse la veneranda età di ottantadue anni ne dimostrava una decina di meno e si sentiva ancora in forze.

Improvvisamente, Stiles scoppiò a ridere. “Oddio!” soffiò quando riuscì a parlare, sotto lo sguardo confuso, ma anche rassegnato di Derek. “Ti ricordi il nostro primo Natale insieme?” disse prima di ritornare a ridacchiare. “Quando Scott... quando... oddio non ce la faccio!”

Derek si lasciò sfuggire un sorriso, ricordando.

 

 

Natale 2020 – Seattle

Stiles stava studiando tranquillamente nella propria camera, quando sentì un rumore di vetri rotti verso la cucina. Soffocando un'imprecazione, si diresse verso il fracasso, trovando Scott parzialmente trasformato.

“Ancora?” chiese Stiles lievemente preoccupato. Scott lo guardò reprimendo un ringhio furioso, mentre la mano – che stava evidentemente stringendo il bicchiere, guarì dai tagli in pochi secondi.

Era da un paio di giorni che Scott perdeva il controllo e si trasformava senza volerlo. Il True Alpha aveva attribuito il fatto alla perdita della propria ancora, ma ancora non era riuscito a porvi rimedio.

“Ma com'è possibile?” chiese per la centesima volta Stiles. “Tu sei la tua ancora... come fai a... perdere te stesso? Ti senti depresso? Forse è l'università... e il lavoro... insomma... potrebbe...”

“Stiles!” lo interruppe Scott ruggendo prima di ritrovare il controllo e tornare ad avere sembianze umane. “Non lo so, ok? Ho chiamato Derek prima, ha detto che arriverà il prima possibile.”

Stiles sembrò scettico, ma non si oppose. “Speriamo” sussurrò solamente prima di prendere scopa e paletta.

Derek arrivò la mattina seguente. Aveva guidato tutta la notte e aveva percorso il tragitto in dodici ore, anziché le quindici necessarie.

Ad aprirgli fu ovviamente Stiles, dato che Scott era ancora nel mondo dei sogni.

“Allora che succede?” chiese il licantropo dalla nascita accomodandosi sul divano dei due amici, accettando una tazza di caffè appena fatto.

“Non lo so bene” rispose Stiles accomodandosi di fianco al lupo. Ormai avevano raggiunto una tregua. Derek era tornato a Beacon Hills per il loro diploma e, quando la storia tra Lydia e Stiles era finita – era durata neanche tre mesi dopo che avevano sconfitto i Ghosts Riders – Derek era stato molto vicino al ragazzino iperattivo. Erano amici, una specie.

Derek era rimasto a Beacon Hills, accettando un lavoro alla centrale di polizia, al fianco dello sceriffo e di Parrish, proteggeva la città, aiutando Liam e il nuovo branco a mantenere l'ordine.

Erano passati già quattro anni ed era l'ultimo anno di college per Stiles e Scott. Presto si sarebbero laureati, speravano.

“Ha iniziato a trasformarsi dal niente. La prima volta che è successo eravamo fuori da una caffetteria. Ci hanno quasi scoperto. Poi ancora prima di entrare in casa. Non c'è uno schema, fidati, l'ho cercato. Sembra succedere a caso.”

Derek mugugnò mentre pensava. “Ma cosa succede prima?” chiese infine. “Qualche gesto particolare, fa caldo, freddo, qualsiasi cosa.”

Stiles prese sul serio la domanda di Derek, ma dopo pochi minuti decretò che non ci fosse nulla fuori dall'ordinario. “All'inizio l'ho attribuito allo stress. Manca poco alla fine e Scott è molto agitato perché a gennaio avrà due esami molto importanti, ma Scott l'ha escluso. Si sente tranquillo, dice che non avrà problemi.”

La conversazione virò però ben presto su altri argomenti. Stiles avrebbe mentito se avesse detto che non era contento di avere Derek lì. L'ultima volta che lo aveva visto era stato quello stesso Ringraziamento, alla fine di novembre, e rivederlo sotto Natale rendeva tutto migliore.

Stiles non avrebbe mai saputo dire il momento preciso nel quale aveva sviluppato dei sentimenti speciali verso il lupo. Sapeva soltanto che ne era cotto. Delle volte gli sembrava che anche Derek provasse più che amicizia nei suoi confronti, era più espansivo e sorrideva delle volte, rare e speciali. E spesso si ritrovavano vicini, con le braccia o le cosce a contatto, senza rendersi conto di come avessero fatto a finire così vicini.

La complicità finì quando Scott decise di uscire dalla propria camera un paio di ore più tardi.

Fortuna volle che, dopo i primi saluti, Scott perdesse di nuovo il controllo, fino a trasformarsi, artigli, occhi rossi e zanne compresi.

Stiles aveva osservato preoccupato l'amico, per quel motivo non vide Derek osservare dapprima la scena stupito, per poi piano piano aprirsi in una risata divertita.

“Cosa...?” cercò di chiedere Stiles mentre osservava Derek quasi piegarsi in due dal ridere.

Anche Scott scrollò le spalle perplesso dopo aver ritrovato il controllo.

“Siete due idioti!” disse infine Derek ancora sorridente. “Hai il raffreddore Scott!” spiegò.

I due amici si guardarono basiti, senza parole.

“Ma... credevo che i licantropi non si ammalassero” disse Scott.

“Di norma è così, ma a volte capita che alcuni virus siano più forti di altri e che ci facciano venire il raffreddore. Se tu fossi un umano ora saresti a letto con la febbre a 40” spiegò Derek.

“Quindi non ha perso l'ancora?” chiese Stiles. “No” rispose Derek. “Semplicemente ogni volta che starnutisce si trasforma. E' il tuo lupo che cerca di farti guarire in fretta.”

“Ah” fu l'unica cosa intelligente che ai due universitari venne in mente di dire.

Derek scosse semplicemente la testa, segretamente divertito ma anche rassegnato.

 

“Forse è meglio se ti fermi qui per un paio di giorni” suggerì Stiles quando, dopo la lauta cena che aveva preparato si accorse che aveva iniziato a nevicare.

Non era una novità un po' di neve a Seattle, ma quei fiocchi che scendevano dal cielo avevano più la forma di palline da tennis che di piccoli bottoni.

Derek osservò con occhio critico il tempo fuori dalla finestra e quando vide la sua amata Camaro fuori in strada, già quasi sommersa dal quella soffice coperta bianca, si affrettò ad annuire.

“Si grazie.”

Stiles sorrise contento, mentre Scott soffocava uno sbadiglio. “Ti prendo le coperte per il divano e qualcosa da metterti.”

Per fortuna Stiles trovò tra le robe di Scott qualcosa che potesse andare bene e, salutato l'amico che si fiondò a letto per una bella dormita, si diresse senza indugio verso Derek che stava sistemando i cuscini del divano.

“Ecco qui” disse porgendo al licantropo il necessario. “Nel mobile sotto al lavandino ci sono degli spazzolini nuovi.”

Derek ringraziò con un cenno, ancora intento a sistemare il giaciglio per la notte. Si fermò solo quando Stiles si fece scappare un sospiro guardando fuori dalla finestra.

“Cosa c'è?” chiese Derek avvicinandosi.

Stiles fece spallucce. “Mi piace la neve” sussurrò nel silenzio della notte. Il piccolo alberello che lui e Scott avevano addobbato in un angolino era l'unica luce nella stanza che, a intermittenza, illuminava i due intenti a godersi il cadere della neve.

“La prima volta che ho visto la neve è stata quattro anni fa, il primo Natale che io e Scott abbiamo passato a Seattle” confidò Stiles. “Non avrei mai pensato che rendesse il Natale così... magico. Ha la giusta atmosfera capisci? Da quella prima volta mi sono impuntato perché trascorressimo il Natale qui. Gli anni passati venivano sempre Melissa e mio padre, ma quest'anno non hanno potuto. Sono felice che invece tu sia qui.”

Derek annuì. “Capisco quello che dici. La mia prima neve fu quando fuggì a New York dopo l'incendio, con Laura.” Derek si lasciò scappare un sorrisino malinconico. “Eravamo completamente impreparati. Dovevi vedere Laura cercare di mantenere l'equilibrio sul ghiaccio” raccontò perso nei ricordi.

Stiles sorrise vedendo il lupo così aperto e fiducioso e, quando i loro occhi si incontrarono, non ci furono dubbi.

Entrambi si fecero più vicini. Derek portò una mano grande e forte ad appoggiarsi sul fianco del padrone di casa, mentre Stiles istintivamente poggiò un mano sul collo del licantropo.

Il bacio che conseguì da quelle lievi e piccole mosse fu inevitabile, come la valanga causata da un terremoto improvviso.

Tutto nelle vite di Derek e Stiles era stato scosso, ma avevano l'un l'altro a cui aggrapparsi.

Quella notte la passarono insieme, accoccolati nel letto di Stiles a una piazza e mezza che li costringeva a stare molto vicini, non che se ne lamentassero. Non fecero altro se non scambiarsi morbidi baci e carezze tra una parola e l'altra. Dopotutto, la loro storia era appena iniziata e avevano tutto il tempo del mondo.

 

Natale 2075 – Beacon Hills

“Oh quella sera è stata magica” ricordò Stiles.

“Ricordo che tremavi tutto” disse invece Derek stringendosi addosso ancora di più il marito.

Stiles ridacchiò. “Beh, finalmente ti avevo nel mio letto...”

“E non l'ho lasciato più da allora” lo stuzzicò Derek, per poi lasciarlo andare quando Stiles boccheggiò. Nonostante fossero ormai diversamente giovani – Stiles si rifiutava di autodefinirsi anziano – la loro libido non era scemata. Facevano ancora l'amore, anche se con meno frequenza; Derek di certo non aveva bisogno dell'aiuto di nessuna pillolina blu.

 

Dopo aver sistemato la cucina dopo la colazione, Stiles e Derek si ritrovarono sul loro divano, sempre seduti vicini e con le mani intrecciate.

“Cosa ti va di fare?” chiese Stiles soffocando uno sbadiglio.

“Non so” rispose Derek alzando il braccio per far accoccolare il marito sulla sua spalla. “In televisione ci saranno i soliti film di Natale.”

Stiles mugugnò in assenso. “Raccontami qualcosa.”

Finiva sempre così. Quando Stiles era assonnato o comodo e al calduccio tra le braccia di Derek chiedeva a quest'ultimo di raccontare una storia. Poteva essere di tutto, dalla classica fiaba di Cappuccetto Rosso a delle leggende sui mannari. Una sera Derek si era persino spinto a raccontare della conquista della Prussia del 1200, per la noia di Stiles.

“Ah, so cosa posso raccontarti” disse felice Derek sistemandosi meglio.

“Questa storia inizia in una città bellissima in Europa, Vienna.”

Stiles sorrise contento chiudendo gli occhi. Sapeva esattamente quale storia Derek stesse per raccontare.

“Era Natale e la neve che era caduta era così soffice e bianca che sembrava quasi panna montata. Faceva freddo, ma i due ragazzi che stavano passeggiando mano nella mano per le stradine di quella incantevole città non lo sentivano, troppo eccitati per il loro primo giorno da sposati.

Erano il luna di miele e arrivavano dall'America. Le loro fedi brillavano perché si erano entrambi rifiutati di indossare i guanti, non volevano coprire il simbolo del loro amore...”

 

 

Natale 2024 – Vienna

“Ti piace?” chiese Derek guidando Stiles tra le vie di Vienna. La città era affollata, i cittadini correvano di qua e di là parlottando tra di loro in cerca degli ultimi regali di Natale, che sarebbe avvenuto il giorno seguente.

“Molto!” rispose Stiles osservando l'ennesima bancarella di Natale, piena di cianfrusaglie.

Avevano già acquistato una pallina da mettere sul loro albero, una volta tornati a casa, e tanti altri regalini per parenti e amici.

“Sono contento che abbiamo aspettato a sposarci per partire per la luna di miele a Natale” continuò poi Stiles. “Amo il Natale con la neve”.

Derek alzò gli occhi al cielo, ma un sorriso tradiva la messinscena. “Si lo so, ormai stiamo insieme da quattro anni!”.

Stiles rise. “Siamo sposati, sourwolf! Sono tuo marito, te lo ricordi? Me lo hai chiesto tu!” gongolò.

Derek alzò ancora gli occhi al cielo. “Devo aver battuto la testa quel giorno.”

Stiles lo guardò oltraggiato, gonfiando le guance come uno scoiattolo con in bocca delle ghiande.

“Brutto...!” borbottò prima di dargli un colpetto al petto con la mano. “Per questo, ora nasconderò sotto i guanti la mia bella – e nuova aggiungerei – fede così che le belle signorine, e gli affascinanti signori, viennesi mi possano abbordare.”

Stiles fece per tirare fuori il proprio paio di guanti dalla tasca della giacca, ma Derek lo bloccò prima. “Idiota” sussurrò il licantropo prima di spingersi addosso Stiles per baciarlo. “Ti amo” sussurrò.

Questa volta ad alzare gli occhi al cielo fu Stiles. “Lo so lupastro” rispose. “Ti amo anche io, per tua fortuna.”

Furono le ultime parole di Stiles prima che Derek lo spingesse col sedere a terra su un mucchietto di neve. “Aouch! Derek! Che dolore, ah il mio sedere! Questa sera te lo scordi! Avrò su lividi per settimane!”

“Muoviti che devo comprare un regalo a Cora.”

 

Alla fine dello shopping sfrenato, i due neo sposi si ritrovarono di nuovo nell'hotel, un confortevole tre stelle in una stradina vicina al centro città.

La camera non era gigantesca, il letto era quasi attaccato all'unica scrivania presente e l'unica altra stanza era il bagno, ma a Stiles era piaciuto subito. Le pareti erano di un morbido rosa pallido e i mobili erano di legno scuro. Le lenzuola erano morbide e color panna, ma la cosa che gli faceva amare quel posto alla follia era il fatto che fosse tutto per lui e Derek per ben due settimane.

Stiles si gettò sul letto – dove rimbalzò una volta – appena messo piede in stanza, dopo essersi tolto con un calcio le scarpe e aver gettato alla bell'e meglio sciarpa, guanti e cappotto sulla scrivania.

“Stanco?” chiese Derek sistemando le proprie cose nell'armadio, prima di raggiungere il compagno, inginocchiandosi al suo fianco.

Stiles mugugnò, soffocando uno sbadiglio. “Molto” rispose chiudendo gli occhi.

Derek gli rubò un bacio. “Dormi un po' allora” suggerì. “Intanto io avverto tutti che siamo ancora vivi e che non ti ho ucciso.”

“Ah, Ah!” rispose sarcastico Stiles, ma era troppo stanco per ribattere come si deve. “Svegliami tra una mezz'ora per favore” chiese. “Così facciamo la doccia e andiamo a cena.”

Derek gli fece una carezza tra i capelli. Non ebbe bisogno di rispondere, Stiles era già caduto nel mondo dei sogni.

 

Come promesso, Derek svegliò Stiles e, dopo una breve doccia, dove entrambi si divertirono ad insaponarsi l'un l'altro, uscirono di buon passo per provare il ristorantino che avevano visto quella stessa mattina.

La neve aveva iniziato a cadere, rendendo quella serata, per Stiles, ancora più perfetta.

La neve sembrò accompagnarli per tutta la notte, anche quando finalmente si unirono sotto le coperte, amandosi come solo loro sapevano fare.



 

Natale 2075 – Beacon Hills

“E da lì in avanti vissero per sempre felici e contenti” finì Derek divertito.

Stiles gli diede una pacca debole al petto, ma il sorriso che stava sfoggiando rendeva evidente la sua felicità.

“E' stato proprio un bel Natale quello...” commentò poi Stiles.

“Molto... avevi il naso perennemente rosso. Sembravi Rudolph![1]” lo prese in giro il licantropo.

Stiles grugnì, ma non disse niente. Si lasciò cullare dal battito forte e regolare del suo lupo e cadde un sonno profondo.

 

 

“Erika ha detto che El sta bene” annunciò Derek quando chiuse la chiamata. “Sono in ospedale, ma non è ancora arrivato il momento del parto.”

“Spero che vada tutto bene” mugugnò Stiles stropicciandosi gli occhi, ancora assonnato. Aveva dormito solo per una mezz'ora prima di essere bruscamente svegliato dalla suoneria del telefono.

“Vedrai che andrà tutto bene. El è un licantropo, sarà facile per lei guarire e sopportare il dolore” ragionò Derek.

Stiles sbuffò infastidito “dannati licantropi e i loro super poteri lupeschi del cavolo.”

Dopo anni, ancora provava un certo fastidio ad essere l'unico umano. Anche i loro figli, Erika e Vernon, erano licantropi. Erika era capitata grazie a Cora, che aveva gentilmente donato il suo ovulo e si era offerta anche come madre surrogata, così che tra il suo DNA e quello di Stiles uscisse comunque un mannaro; infatti Erika era una versione femminile di Stiles, alta e magra, dotata di grandi occhi vispi color miele e una mente fuori dal comune. Solo i capelli ricordavano molto Cora, castani e ondulati.

Vernon invece era avvenuto grazie a Derek e – sorprendentemente – a Lydia. La ragazza si era offerta di fare da surrogato e, quando Vernon era nato, aveva urlato così forte che la madre non poteva essere nient'altro che una banshee. Il piccolo però assomigliava molto a Derek: stessi capelli, i lineamenti marcati erano molto simili e anche il sorriso. L'unica cosa che Stiles sapeva Vernon non avesse preso da Derek erano gli occhi. Il secondogenito possedeva due bei occhi verdi, ma le sfumature non erano quelle del licantropo; aveva gli occhi di Lydia.

Ma per Stiles non faceva differenza. Sarebbero potuti anche uscire con la pelle blu e le squame e gli avrebbe amati lo stesso. Erano i suoi figli e di Derek, era la sua famiglia....

 

 

Natale 2034 – Minnesota

Stiles pensava solo di fare una toccata e fuga, sul serio.

Lavorava come chimico ambientale – una passione nata all'università – e si occupava principalmente dei macchinari che, per un motivo o per l'altro si rompevano e a lui toccava recarsi sul luogo per aggiustarlo.

Il lato positivo era il poter viaggiare molto. I macchinari dell'azienda per cui lavorava erano in tutto il mondo e, con la scusa del lavoro, era riuscito a vedere Dubai, Roma, Zurigo, Pechino, persino Wellington, capitale della Nuova Zelanda.

Il lato negativo era che poche volte era riuscito a portare con sé Derek e i figli e, durante il periodo in cui era all'esterno, sentiva la loro mancanza come se non riuscisse a respirare.

Però, quel Natale, era riuscito a portarli con sé. Doveva essere un lavoro breve, urgente – altrimenti non si sarebbe trovato lì il 24 Dicembre – ma di poche ore soltanto.

Invece, per una dannata tempesta di neve, erano rimasti bloccati a Lilyday, una ridente cittadina a solo 15 minuti di macchina da Saint Paul, la capitale di quello stato.

Per fortuna avevano trovato un hotel poco distante da un grande magazzino, dove avevano acquistato tutto l'occorrente per almeno una settimana di permanenza. Non avevano portato molto con loro e Vernon – che aveva ormai già sette anni – iniziava a diventare impaziente senza neanche un giochino con il quale passare il tempo.

“Dio! Mi dispiace” sussurrò Stiles abbracciandosi il corpo. Si sentiva in colpa, se non avesse tanto insistito per portarli tutti e tre con sé a quest'ora, almeno loro, sarebbero stati a casa, in compagnia dello sceriffo, Melissa e il resto del branco. Invece erano bloccati in un hotel che non aveva neanche camere per quattro, ma solo per due con una brandina aggiunta per l'occorrenza.

Derek alzò gli occhi al cielo. “Stiles, è la quinta volta che ti scusi. Te l'ho detto. Preferisco essere qui con te, bloccato in un hotel neanche decente, che saperti qui da solo e triste la notte di Natale, ok?”

Stiles annuì, ma non del tutto convinto. “Non abbiamo con noi neanche i regali per i ragazzi” sussurrò amareggiato.

“E allora?” disse Derek. “Li troveranno quando torneremo.”

Stiles annuì ancora, ma Derek poteva annusare tristezza e commiserazione a ondate provenire dal marito.

“Dai” cercò di consolarlo abbracciandolo – ignari degli sguardi puntati attenti su di loro dei due figli – “vedrai che andrà tutto bene, mhn?”

 

 

La bufera continuava imperterrita. C'era così tanto vento che la neve cadeva quasi orizzontalmente dal cielo.

Stiles sospirò sentendosi in colpa, chiudendo piano gli occhi, abbracciando il figlio che era già crollato mezz'ora prima. Si erano stretti stretti nel grande letto, con lui e Derek ai poli per tenere i due figli al centro e al caldo.

Stiles si addormentò sentendo la propria mano intrecciarsi con quella del marito che, anche nel sonno, percepiva il suo turbamento. Stiles, come ultimo pensiero, pregò soltanto che la tempesta desse loro una tregua, almeno abbastanza lunga a poter far godere la neve ai bambini.

 

Come per magia, la mattina dopo tutto sembrava tranquillo.

La neve era caduta a secchiate dal cielo durante la notte e ora vi erano più di sessanta centimetri a terra, ma il cielo era limpido e il sole illuminava tutto con i propri raggi.

Stiles si sentì rinfrancato da quel panorama quando si svegliò la mattina di Natale.

“Sveglia!” urlò entusiasta dopo una capatina al bagno.

I tre ancora addormentati, saltarono sull'attenti per lo spavento. Stiles adorava questo fatto nei mannari; bastava un suo urlo per farli mettere in guardia.

“Papà...” mugugnò Vernon. “Che hai da urlare? Io ho sonno” disse interrotto da uno sbadiglio.

Erika invece si limitò a fulminare il padre con uno sguardo gelido – degno di Cora Hale – e a infilarsi in bagno.

“E Natale!” annunciò felice Stiles, indicando la finestra. “Guarda Verny-Jelly!”

Il bambino in questione sbuffò infastidito, incrociando le braccia e mettendo su un broncio lungo fino a terra. “Non chiamarmi Verny-Jelly, pa! Lo odio.”

Stiles gli pizzicò una guancia, prima di fargli il solletico per farlo ridere.

“Non ti va di giocare a palle di neve?” chiese dopo aver dato spazio al figlio, che ansimava stanco dopo l'attacco.

“Palle di neve?!” chiese felice Vernon. Stiles vide con la coda dell'occhio Derek sorridere. Quella era solo la seconda volta che Vernon vedeva la neve. Non sempre Derek e Stiles riuscivano ad organizzare viaggi durante il periodo di Natale e in California non vi era, ovviamente, la neve.

“Hai detto neve?” chiese Erika facendo sbucare la testa da una piccola fessura della porta del bagno, da cui uscì tantissimo vapore.

“Yep!” confermò Stiles. “Forza, sbrigati con la doccia, Erika-pan-di-zucchero. Così andiamo a divertirci!”

Erika alzò gli occhi al cielo all'ennesimo nomignolo del padre, ma ubbidì: amava la neve tanto quanto il padre.

 

La famiglia trascorse una bellissima mattinata. Poco distante dall'hotel vi era un parco gigantesco e completamente deserto.

Fecero una famiglia di pupazzi di neve, giocarono a rincorrersi e a sfidarsi in una lotta tutti contro tutti a palle di neve.

Finirono infradiciati e bagnati fino all'osso, ma i loro volti erano rossi e accaldati, con grandi sorrisi e occhi luminosi.

“Il più bel Natale di sempre!” urlò Vernon prima di gettarsi di peso in un cumulo di neve per farvi un angelo, agitando le braccia e la gambe.

“Si” sussurrò Derek all'orecchio di Stiles. “E' un bellissimo Natale.”

 

 

Natale 2075 – Beacon Hills

“Stiles” lo chiamò Derek. “E' pronto il pranzo.”

Stiles si riscosse e, con non poca fatica, si tirò su dal divano. “Oh, ci sono. Ci sono” annunciò sotto lo sguardo impaziente di Derek, che stava mescolando il sugo della pasta.

“A che cosa stavi pensando?” chiese però.

Stiles sorrise ancora ripensando al Natale in Minnesota.

“Ti ricordi Lilydale?” Al cenno affermativo e al lieve sorriso di Derek, Stiles seppe che aveva capito.

“Era adorabile Vernon con il suo cappellino rosso e le muffole e gli scarponcini... ora ha dei piedoni che battono persino i tuoi!” commentò Stiles.

“Ed Erika? Ma ci pensi che aveva solo nove anni e invece adesso sta per diventare nonna?” disse invece Derek.

“Ah, non farmici pensare!” commentò Stiles. “Noi stiamo per diventare bis-nonni! Non farmi sentire più vecchio di quel che sono.”

“Ma non siamo vecchi” ribatté Derek. “Noi siamo maturi”.

Per tutta risposta, Stiles gli lanciò un pezzo di pane facendogli il verso.



 

Natale 2054 - Montréal

Stiles e Derek si erano concessi una fuga romantica.

Da quando i ragazzi erano diventati ormai adulti e avevano lasciato, come si sul dire, il nido, Stiles e Derek avevano molto tempo per loro.

Stiles continuava a lavorare per la stessa compagnia, ma ora non viaggiava più per il mondo, limitandosi alle città e stati vicini alla California, e Derek aveva abbandonato il proprio impiego presso la centrale di Beacon Hills. Non avevano certo bisogno di soldi ed erano felici di avere più tempo libero a disposizione.

Avevano scelto come meta il Canada. Stiles aveva visto poco di quel grande Paese e Derek, invece, non vi aveva mai messo piede, la scelta era stata quasi d'obbligo.

Così si trovavano in un bellissimo hotel in una stanza per due spaziosa e con i toni del rosso. I mobili erano con legno di acero, a completare il tutto.

“Che ti va di fare come prima cosa?” chiese Derek sistemando la valigia nell'armadio.

Stiles aveva in mano un libretto turistico e sfogliava febbrilmente le pagine.

“Qui dicono che è molto bella e caratteristica la Rue St-Paul. E' tipo la 5th Avenue Newyorkese. Potremmo già prendere qualcosa ai ragazzi o dei souvenir.”

Derek annuì. “Va bene, iniziamo a fare un giro lì così magari mangiamo anche qualcosa” disse guardando l'orologio che segnava già le undici e dieci.

“Però poi io voglio andare alla Basilica di Notre-Dame.”

Stiles lo guardò confuso. “Ma si chiama così perché i Canadesi hanno copiato i Francesi o...?”

Derek scosse la testa divertito. “No, è semplicemente una coincidenza.”

“Ah... bizzarro” commentò soltanto Stiles.

 

Alla fine di quella folle giornata avevano comprato bel due regali a testa per i loro figli e tanti stupidi ricordi per parenti e amici. Scott si era beccato una bella tazza con disegnato un monte e una corona reale. Stiles l'aveva presa apposta per mandarlo in confusione con quel semplice rebus.

Stavano giusto per uscire di nuovo dalla stanza d'hotel quando sentirono la suoneria del telefono di Stiles fare capolino dalla tasca di quest'ultimo.

Stiles e Derek si guardarono straniti. Avevano avvertito tutti di non chiamarli per evitare di spendere troppi soldi, optando per chiamate e messaggi vocali solo via internet come whatsapp, skype o altre app del genere.

Quando poi sul display comparve il nome di Erika, per poco Stiles non andò in panico.

“Hey, tesoro” disse rispondendo. “Cosa succede? Perché chiami?”

Nulla papà. Solo che non potevo più aspettare per dirvelo.”

La voce di Erika era allegra, quasi euforica. Stiles guardò stranito Derek, che si era avvicinato pur sentendo bene grazie all'udito lupesco.

L'ho appena saputo!” continuò Erika. “Neanche Sam lo sa.”

Alla menzione del marito della figlia, Stiles corrugò ancora di più la fronte. “Cosa devi dirci tesoro?” chiese con il cuore che batteva. Non poteva essere nulla di grave, Erika era troppo felice, ma poteva essere anche che Vernon si fosse rotto un braccio. Il bizzarro gusto di divertimento di Erika era leggenda nelle loro famiglia.

Erika prese un profondo respiro. “Io lo sospettavo per questo sono andata a fare una visita... e il dottore me lo ha confermato: sono incinta! Congratulazioni nonni!”

Stiles per un attimo non capì bene le parole della figlia, ma quando incontrò gli occhi di Derek seppe di aver capito bene. Proruppe in un urlo felice e incredulo. “Oddio! Oddio! Oddio! La mia bambina sarà mamma! La mia Erika-pan-di-spagna! Amore di papà” disse confuso prima che delle lacrime gli caddero dagli occhi.

Derek prese il controllo e gli afferrò la mano, impedendogli di asciugarsi le guance con il telefono. “Tesoro” disse con la voce roca. “Sono orgoglioso di te e ti sento felice. Questo è tutto quel che conta, oltre che tu e il...” fece una pausa per schiarirsi la gola, emozionato. “E il bambino stiate bene.”

 

Quando la telefonata fu conclusa, Stiles e Derek non poterono fare altro che abbracciarsi.

“Sono così felice Der...” sussurrò Stiles sul collo del marito.

Derek strinse a sé più forte Stiles. “Ho passato anni da solo, senza una vera famiglia. Avevo Cora, certo, ma l'incendio...”

Derek scostò Stiles per guardarlo in viso. “Grazie a te ne ho formata una meravigliosa, grazie Stiles.”

Il bacio che si scambiarono fu il più dolce mai visto.

 

 

Natale 2075 – Beacon Hills

“I nostri Natali più belli sono stati accompagnati dalla neve ci hai mai pensato?” chiese Stiles quella sera, prima di scostare le coperte del letto matrimoniale prima di sedersi, come d'abitudine.

Derek, che dall'altro lato stava facendo lo stesso, gli sorrise. “Ogni nuovo Natale con te è sempre più bello” sussurrò prima di baciare lieve il marito.

 

 

Derek si svegliò di buon'ora la mattina seguente.

Durante la notte gli era venuta in mente una bella sorpresa per Stiles e intendeva compierla.

Sapeva poi di avere tutto il necessario in cantina.

Quando Stiles si svegliò, invece, trovò il lato del letto di Derek freddo e, scese con attenzione le scale, lo trovò in cucina a preparare la colazione.

“Buon giorno” bofonchiò confuso Stiles. Di solito toccava a lui preparare la colazione, soprattutto il 25 dicembre.

“Buon Natale” lo salutò Derek quando lo vide. “Ha chiamato El, il bambino è nato”.

“Bambino?” chiese Stiles felice.

“Noah” confermò Derek annuendo.

Stiles sentì gli occhi inumidirsi. Aveva amato tremendamente suo padre e quando lo sceriffo lo aveva lasciato era quasi caduto in una sorta di depressione.

“Vuoi il tuo regalo?” chiese Derek cercando di far tornare il sorriso sul volto del marito.

Stiles ridacchiò, riconoscendo la tattica. “Mi conosci bene eh? Buon Natale anche a te sourwolf.”

Derek alzò gli occhi al cielo a quel nomignolo, ma non disse niente, limitandosi a farsi da parte per permettere a Stiles di notare la sorpresa che aveva preparato. Stiles avrebbe ricevuto anche un maglione e un nuovo paio di scarpe ortopediche, ma Derek ci teneva che avesse quello che in realtà più desiderava.

“Derek! Oh mio dio!” esclamò Stiles quando capì. Dalla finestra della cucina, Stiles poteva vedere tanti piccoli fiocchi di neve cadere.

“Come...? Hai fatto nevicare in California!” rise Stiles prima di abbracciare il marito.

Derek si strinse nelle spalle. “Il vecchio generatore di neve finta funziona ancora.”

Stiles si affrettò ad afferrare il leggero piumino che teneva vicino alla porta prima di correre – per quanto poteva – verso la porta sul retro.

Si ritrovò davanti ad un piccolo spazietto da dove il generatore sparava la finta neve dal tetto per cadere esattamente davanti la finestrella.

Non era vera, la temperatura era abbastanza calda e vi erano solo due metri per tre di neve, ma a Stiles bastava. Bastava eccome.

“Ti amo, lo sai?” disse quando Derek lo raggiunse. I capelli del licantropo si riempirono in fretta di quei fiocchi caldi, restando lì, senza sciogliersi. Eppure nonostante le rughe, nonostante i capelli non più nerissimi come un tempo e il corpo non più tonico come quello di un modello, per Stiles, Derek era sempre bellissimo.

Derek guardò il marito. La testa quasi pelata, il pigiama che ancora indossava di Batman – Stiles non aveva mai perso quel vizio – le pantofole grigie che lui stesso gli aveva regalato per il compleanno con su un paio di orecchie lupine e il giubbino blu elettrico che lo rendeva ben più che eccentrico. Ma era Stiles, con i suoi occhi luminosi color del miele, il sorriso grande e perenne e le mani calde con le dita lunghe, e tanto bastava. Bastava per tutta la vita.

“Ti amo anche io.”

 


 

Note:
[1]Rudolph → è una renna con il naso illuminato di rosso. Qui un'immagine
Il lavoro di Stiles esiste sul serio! Non so bene come si chiama o in che consiste di preciso, ma lo fa mio cugino.

Salve a tutti!
Eccomi qui con una storiella di Natale. Stavo scrivendo tutt'altra storia – o meglio, finendo la scena rossa della ff che devo pubblicare da mesi – e mi è venuta in mente questa. Non so, ero nello spirito del Natale quel giorno così eccola qua.
Come avrete capito, si svolge dopo gli avvenimenti di questa stagione, in un universo dove tutto si è risolto bene e Derek è tornato dal branco.

Gli avvenimenti, se non vi sono chiari sono così:

1 – Stiles(22 anni) e Derek (27) a Seattle si mettono insieme
2 – Stiles (26) e Derek (31) si sposano (Luna di Miele a Vienna)
3 – Stiles (27) e Derek (32) hanno Erika, la loro prima figlia
4 – Stiles (29) e Derek (34) hanno Vernon, secondo genito
5 – Erika (30) ha una figlia, Eleonor, chiamata El (in onore di Eleven in Stranger Things)
Stiles ha 57 anni e Derek 62
6 – Eleonor (20 anni) ha un figlio, Noah e Stiles e Derek hanno rispettivamente 77 e 82 anni.
7 – Vernon è un zitello di 48 anni perché si

E niente. Spero che questa FF vi sia piaciuta e che vi abbia fatto un po' sorridere.

Ringrazio GirlWithChakram che mi ha betato la storia, un grazie a chi è arrivato fin qui e a chi recensirà o inserirà questa storia tra le preferite/seguite/ricordate.

Auguri a tutti e vi auguro di passare un Buon Natale! :D

A presto,
Wislava <3  

   
 
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