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Autore: OshiOshiOshi    26/12/2016    8 recensioni
Michele x Sara
Eppure, fino a ieri, era solo una cosa innocente.
[...] Nel cuore della notte, gocce di sudore imperlavano il suo volto, mentre con orrore osservava la propria erezione sforzare il cotone delle mutande. Aveva sognato qualcosa che non andava bene. Non andava bene neanche un po’. Aveva sognato sua sorella, svestita e candida, che si spogliava davanti a lui, completamente. E lo faceva senza pudicizia alcuna, come durante l’estate, quando si stendeva sulla sabbia in topless, vicina a lui, che seduto e con l’espressione burbera, fissava il mare come se dovesse parlargli da uomo a uomo. Sara non aveva paura di Michele. Michele era suo fratello, e con lui, neanche si preoccupava di vergognarsi. [...]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michele Crispino, Sara Crispino
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Esordisco in questo fandom con qualcosa di assolutamente particolare.

Questa storia parla dei fratelli Crispino e si inserisce prima della serie Yuri on Ice. Diciamo che, questo antefatto cercherà di spiegare lo strano comportamento che ha Sara con Michele, quando prima lo avvilisce, e poi, all’improvviso, corre ad abbracciarlo al Kiss and Cry. Il tema Incest è affrontato con estrema serietà, giacché per quanto a me piaccia, comprendo che per due fratelli di sangue la cosa possa avere un peso psicologico non indifferente. Detto questo, nel rispetto delle regole del sito, vi lascio a questa breve storia.

Buona lettura.

Se qualche buon anima commenta, mi fa un regalo.

Oshi-chan

 

Bro - Love

 

Eppure, fino a ieri, era solo una cosa innocente.

Fra i due, Michele era quello più consapevole. Lo era sempre stato, fin da piccolo, quando le parole di suo padre piovevano dal cielo come legge: sei il gemello maggiore, il maschio, devi prenderti cura di tua sorella. E fin quando l’adolescenza non era sopraggiunta, tutto questo gli era anche venuto troppo facile. Sara era una sorellina adorabile, ben diversa dalle piccole pesti che tormentavano i suoi amici. Sara non scarabocchiava i suoi fumetti né gli nascondeva il joystick nella lavatrice. Sara non faceva la spia come quell’antipatica di Martina, e a differenza di Enrica, che comunque era una brava sorella, era bellissima.

Per tutte le scuole elementari, Michele si era vantato in maniera disgustosa di quella meravigliosa fanciulla che si portava appresso. Quando al mattino presto, i due montavano in sella alla bici per raggiungere la scuola del paese, a lui si gonfiava il petto, mentre la sorellina montava in canna, più leggera di una piuma. Erano gemelli, e questo rendeva la loro intesa quasi magica. Molto spesso, a entrambi bastava uno sguardo per raggiungersi, mentre le labbra restavano immobili e la mano di Michele arrivava puntuale a trascinarla via da uno scocciatore.

   Poi ecco l’adolescenza.

Una creatura insidiosa aveva iniziato a pattinare insieme ai due gemelli, un essere appartenente a un altro mondo, assai povero di leggi o di morali.

Quando si pratica uno sport a livello agonistico, il mondo tende a chiudersi intorno agli atleti, e se il grande Viktor Nikiforov aveva dichiarato di esser arrivato sul podio dimenticandosi delle due “L” - Love and Life -, non era stato un caso. Gli Axel non s’imparano dall’oggi al domani, sono salti che domandano energia, e come superbi amanti, non si concedono che dopo innumerevoli sforzi. Giorno dopo giorno, mentre Sara combatteva con curve assai seccanti per una pattinatrice e mestruazioni dolorose, la vita dei due fratelli si faceva sempre più monotona. Casa, scuola e pista di pattinaggio. Pista di pattinaggio, scuola e casa. I loro compagni di scuola guardavano telefilm e si fidanzavano, mentre loro sudavano sul Luz. Una delle più grandi amiche di Sara dette il suo primo bacio, mentre lei imparò a piroettare senza incertezze e Michele velocizzò una difficile sequenza di passi. Casa, scuola e pista di pattinaggio. Pista di pattinaggio, scuola e casa.

I loro allenatori, avendoli subito inquadrati come piccoli prodigi, non avevano perso tempo a intensificare le loro tabelle, isolandoli anche dagli altri artisti.

   Michele e Sara erano ingenuamente entusiasti. Non sapevano che cosa stavano perdendo. Non avevano capito quanto fosse alto il prezzo da pagare, per diventare nomi incisi a fuoco nella storia del pattinaggio. Ogni volta, indossavano i pattini con estremo piacere, frementi di accedere alle gare e di osservare super punteggi dal Kiss and Cry ma non erano soli, in pista.

Una terribile insidia correva con loro.

   Fu un sogno a svegliare definitivamente Michele.

Nel cuore della notte, gocce di sudore imperlavano il suo volto, mentre con orrore osservava la propria erezione sforzare il cotone delle mutande. Aveva sognato qualcosa che non andava bene. Non andava bene neanche un po’. Aveva sognato sua sorella, svestita e candida, che si spogliava davanti a lui, completamente. E lo faceva senza pudicizia alcuna, come durante l’estate, quando si stendeva sulla sabbia in topless, vicina a lui, che seduto e con l’espressione burbera, fissava il mare come se dovesse parlargli da uomo a uomo. Sara non aveva paura di Michele. Michele era suo fratello, e con lui, neanche si preoccupava di vergognarsi.

Era giusto così.

Peccato che ultimamente, da quando le era cresciuto il seno, Michele avesse iniziato a distogliere lo sguardo.

   La mano destra, adesso tremante sul ginocchio, rammentava ancora la strana curiosità di recuperare le mutandine della sorella, dal cesto della biancheria sporca. Non l’aveva fatto con nessun demone impuro a sussurrargli all’orecchio, no, se aveva compiuto un gesto tanto strano, era stato solo per osservare quella piccola chiazza rossa nel bianco tessuto intimo. –Sara è diventata una donna, anche se non sembra.- Questo aveva pensato allora.

   Poi erano arrivati i trofei e le trasferte.

Sara era bellissima quando indossava gli abiti lunghi per le serate di gala. Sorrideva come una principessa, e chiaramente, gli uomini le si appiccicavano come gomme da masticare sotto i tavoli. Un’immagine fastidiosa per uno spettacolo dieci volte più irritante agli occhi di Michele. Detestava la fame con la quale gli altri si avvicinavano alla sua bellissima sorella, e non era stato un caso, se un giorno, assolutamente fuori di sé, l’avesse sbattuta contro lo specchio dell’ascensore.

Sara gli aveva rivolto uno sguardo strano, un sensuale mix di paura ed eccitazione che invece di sortire un effetto calmante sul fratello, parve accenderlo ancora di più.

 

-Michele, che cosa ti prende?-

-Tu… Proprio non ti accorgi di niente?-

 

Quella domanda era sfuggita come un basso ruggito, mentre con forza, le grandi mani di lui si stringevano agli avambracci di lei come se dovessero ridurli in frantumi. Sara corrucciò appena la fronte, e lentamente, piegò la testa a lato, mandando una delle lunghe ciocche nere a sfiorare le nocche bianche del fratello. Non era una sciocca, e già da tempo aveva intuito quel che turbava suo fratello, ma essendo una ragazza fin troppo abituata ad essere la bella fra le belle, era stata incapace di agire in maniera responsabile. Sara era fondamentalmente viziata, e in parte, era stato Michele a farla diventare così. Quel continuo proteggerla da tutto e da tutti l’aveva fatta crescere importante, e forse, un po’ altezzosa. I successi sul ghiaccio avevano contribuito a rendere Sara un piccola e intoccabile principessina, assai amante di coccole, complimenti e attenzioni.

Così, davanti ai nuovi sentimenti di Michele, assolutamente delicati e mai eccessivi, Sara aveva taciuto. Non aveva cercato di parlargli. Non gli aveva domandato perché, improvvisamente, ogni volta che lei l’abbracciava, lui irrigidiva.  Troppa era la paura di cacciarsi in una discussione che avrebbe provocato un ovvio allontanamento. Alla domanda – Sara, che cosa vuoi da tuo fratello, Michele? – ella non aveva ancora trovato una risposta precisa. In una maniera infantile e giocosa, Sara non desiderava prendere alcuna posizione. Coccole, attenzioni, vittorie sui pattini e bacetti sulle guance: la situazione, per lei, era già perfetta così.

Ma non per Michele.

   Le porte dell’ascensore si aprirono in quel preciso istante, e allora, Michele fu costretto a lasciarla.

 

-Scusa. Sono solo teso per le gare. Spero di non averti fatta male.-

-Tranquillo, ti conosco, lo so che diventi un po’ irruente, quando c’è in ballo qualcosa di grosso.-

 

Un sorriso, una bugia, e di nuovo, il mondo del pattinaggio a inghiottire ogni cosa.

   Lì, sul filo delle lame in danza, non c’era spazio né per Love né per Life, tuttavia, stavolta, a Sara si era davvero stretto il cuore. Stavolta, negli occhi di Michele aveva letto sofferenza. E i begli occhi di Michele non si meritavano lacrime e dolore, no, soprattutto per colpa sua. Fra i flash e le bollicine di champagne della serata di Gala che faceva da apertura all’Evento, Sara si trovò spesso a indossare una maschera da diva. Fingeva di divertirsi, ma dentro di sé, non poteva che affliggersi. Che doveva fare con suo fratello?

Perché Michele era davvero suo fratello.

La loro situazione non era come quella di certe soap brasiliane, dove due fratelli si innamorano e poi scoprono di non aver alcuna parentela, chiaramente, dopo mille sofferenze. Loro erano usciti dalla pancia della stessa madre. Gemelli. Sì, erano pure gemelli. In preda al panico, verso metà serata, Sara abbandonò le sale sfarzose dell’hotel e cercò un momento di calma sul terrazzo. Uscire senza scialle le costò non pochi brividi, ma ben presto, una giacca calda le fu appoggiata sulla schiena, e levando lo sguardo, eccolo lì, il volto splendido e sempre accorto di Michele.

 

-Perché sai sempre quello di cui ho bisogno, e proprio nel momento più opportuno, eh Michele?-

-Perché sei tu, Sara, che domande mi fai?-

 

Già, lei era Sara.

E per Michele, bastava che fosse questo.                                     

 

Fine

   
 
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