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Autore: Pandroso    27/12/2016    5 recensioni
La Principessa Viola è maledetta, la Principessa Viola è un’assassina. La Principessa Viola è l'amante del Re di Dressrosa Donquijote Doflamingo.
Dal testo: «Violet, oggi abbiamo qui un uomo che si dichiara innocente. In verità, mi ha rubato cose che mi appartengono. Sai quanto io non sopporti i traditori. Viola... – Doflamingo la chiamò col suo vero nome – svelaci la sua colpevolezza, facci godere tesoro»
Coppia: Doflamingo ~ Viola (come Oda ci suggerisce, o qualcosa di più).
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Donquijote Family, Monet, Sugar, Violet
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Daughter


1 ~ Verità 

 

“Seen a shooting star tonight
And I thought of me
If I was still the same
If I ever became what you wanted me to be
Did I miss the mark or overstep the line that only you could see
Seen a shooting star tonight

And I thought of me”

 

Erano trascorsi due anni e mezzo dalla sciagurata notte in cui il Diavolo in persona ascese, scatenando il suo maleficio su Dressrosa; quando il sangue degli innocenti venne fatto scorrere per abbeverare avidi propositi, seminando rabbia e rancore, obliterando la verità con fili invisibili. 
Tradito e piegato dal dolore, il popolo dell’isola aveva aperto le gambe in cerca di conforto, e si era lasciato ingravidare dall’inganno per ottenere la soluzione.
Lui, il Diavolo, quella soluzione gliel’aveva data, fatta sentire, inflitta fra scroscianti applausi.
Da allora, il Paese aveva mutato aspetto; nessuno era riuscito ad accorgersene in tempo, perché nessuno poteva ricordare, ad eccetto di pochi sventurati che vennero condannati a sopravvivere inermi e nel silenzio. 

Tra questi, una nobile ragazza aveva imparato a fingere per salvare se stessa e la vita di suo padre, l’unico vero Re di Dressrosa.

 

 

***

 

 

«Cerchiamo di ricostruire come sono andate le cose: gli stupidi nani hanno riempito fino a trentacinque casse di Smile, oggi, del peso di dodici chili l’una, e questo è stato segnato alle 18:30 – disse Gladius, tra le mani aveva un plico di fogli, il registro con le informazioni che stava argomentando – questo fino a quando le casse erano all’interno della fabbrica; ma dopo, al porto mercantile, le casse vengono passate sulla bilancia e la diciassettesima risulta pesare dodici chili, ma di normale insipida frutta», ad ascoltarlo c’era quasi tutta la Famiglia Donquijote, «Non sono stati trovati segni di scasso o manomissione sulla cassa, ciononostante, il nostro cliente, a cui erano stati promessi 420 chili di sorrisi, ne riceve meno. L’affare non si conclude, il cliente non acquista, si arrabbia, la Famiglia non ci fa un bella figura...  – l’ira che animava le parole di Gladius era tanta da rendergli i capelli più ritti e puntuti – Tu sei stato l’ultimo a toccarle, le casse, davvero vuoi farci credere di non sapere cosa sia successo?» domandò l’Ufficiale, rivolgendosi a uno degli inservienti addetti allo smistamento del carico di frutti artificiali, un infelice capitato nel giro sbagliato. Il poveraccio tremava al cospetto delle facce arcigne degli ufficiali, e quasi se la fece addosso vedendo Diamante giocare con fazzoletti di stoffa colorati che a scatti rendeva rigidi e affilati, ottimi per lacerare la carne. 
«V-vi giuro che non ho fatto nulla! Di cosa mi state accusando?! Io sono fedele a Doflamingo! Al nostro Re!», provò a spergiurarsi innocente, in ginocchio, rivolgendosi proprio al Demone Celeste che, annoiato, assisteva all’interrogatorio accompagnando la tediosa visione con una brocca colma di vino rosso. 
«Sei un ladro» lo incolpò il catatonico Dellinger, uno degli ultimi arrivati nella Famiglia, pericoloso quanto bastava per allietare il fenicottero. 
L’accusato si girò verso di lui, Dellinger gli sorrise mostrando i suoi denti da piranha e la voglia esplicita di volerlo massacrare.  
«... No! Non è vero, credetemi!»
La situazione degenerò presto nell’isteria; le urla inutili non erano mai state gradite a Doflamingo, gli ricordavano il pianto angoscioso del suo defunto fratello. 

«Signori, state calmi e non arrabbiatevi. Questo interrogatorio sta facendo perdere tempo a tutti, possiamo risolverla in modo molto più semplice e senza commettere errori» disse il diavolo rosa con fare spiccio, allargando le braccia come a volersi spiegare meglio. 
«Certo Dofy, hai ragione, ammazziamolo!» propose Lao G, battendo un pugno contro il palmo aperto.
«Bravi, così se veramente questo imbecille ha rubato gli Smile non sapremo mai dove li ha nascosti o a chi li ha rivenduti»
«Possiamo torturarlo e fargli sputare fuori la verità! In caso lasciatelo a me, voglio divertirmi io con lui» si candidò Dellinger, succhiandosi il pollice con gusto. 
In quella sala della reggia sembrava si stesse disputando una gara del sadismo e della depravazione. 
Doflamingo rise: «Monet » si rivolse alla donna che aveva al suo fianco, accanto al trono. 
Lei, sentendosi chiamata, sospirò eccitata.
Il fenicottero le porse la mano, la donna la afferrò con lo stesso ardore che s’userebbe per impugnare la forma oblunga dell’oggetto dei desideri  tutto femminile e, soprattutto, come chi era abituata a farlo.
«Monet, ho bisogno di te»
«Qualunque cosa Signorino» rispose lei; ora, dagli occhi di rapace della donna traspariva la voglia esigente e bestiale di rendere quell’apparenza un vero atto sessuale.
Doflamingo, che aveva inteso e ne era lusingato, portò alle proprie labbra sottili la mano fredda come ghiaccio che stringeva nella sua, grande e calda; e lì, sulla pelle diafana dell’arpia più pericolosa al mondo, sussurrò il suo ordine:
«Portami qui Violet»  

 


***

 

 

La Principessa Viola guardava il suo corpo magro riflesso nello specchio interno all’armadio. Le ante del mobile erano aperte a mostrare l’intero guardaroba pieno di colori e su cui la sua esile figura monocroma si stagliava a spezzare quella vivacità festosa e inadatta. 
Era nuda nella sua stanza e da ore stava cercando un abito da indossare, ma tra tutti quelli che provava, per quanto belli e intessuti con stoffe pregiate provenienti dalle migliori sartorie del Nuovo Mondo, non ce n’era uno che riuscisse a nascondere la sua colpevolezza. 
I vestiti erano doni del suo carceriere, indossarli era come andarsene in giro con un cartello che portava affissa la scritta traditrice di Dressrosa.
Guardava se stessa, poi gli abiti, e sperava andassero a fuoco per autocombustione.
Chiudere gli occhi e lasciare che il caso la guidasse era ciò che preferiva fare quando l’ansia iniziava ad assalirla con violenti attacchi di panico, che le davano l’impressione di stare per impazzire o di andare in frantumi al prossimo respiro; e non poteva far sì che accadesse, altrimenti, chi avrebbe protetto suo padre?
Era una tortura, non sarebbe mai finita, ai due anni raggiunti chissà quanti altri se ne sarebbero sommati. Non doveva pensarci; scelse un vestito vermiglio dalle maniche trasparenti ricamate con un motivo floreale e che le scendeva sulle gambe con una gonna lunga accostata sui fianchi. Uno spacco alto lasciava intravedere una coscia.

Lo indosserò per te papà, e mai per lui.

 

 

***

 

 

Solo il fenicottero sapeva sciogliere la donna di neve, obbligandola ad ubbidire; anche quando il compito affidatole poteva ferirla o ucciderla, Monet era pronta a dare la vita per il suo Re. 
Quando il decaduto Drago Celeste le aveva chiesto di andare a prendere Viola, per l’arpia era stato come ingoiare una manciata di pezzi di vetro, masticandoli bene prima, mentre aveva risposto sì, e ridendo dopo, felice, con la bocca piena di sangue perché a lui piaceva così. 
Monet era contenta se il Signorino era contento, e morire di gelosia era indiscutibilmente accettabile.

Con il livore a fior di pelle, l’arpia s’era recata nell’ala est del Palazzo Reale, dove stava la stanza della sua ormai dichiarata peggiore rivale. Era entrata senza bussare e farsi sentire, e s’era trovata a scoprire il corpo tronfio, nudo e bello come quello di una Venere, della Principessa Viola, la quale non si era accorta di lei.
Monet ne aveva sia una visione posteriore che anteriore, riflessa nello specchio. Viola era perfetta: le natiche a mandolino, dalla forma dolce, i seni alti e corposi, le gambe snelle e tornite, il viso di vergine immacolata.
L’invidia e la gelosia insidiarono l’arpia, i suoi occhi ribollirono d’astio. Avrebbe voluto deturparla, sbucciarla a morsi.
Da quando quella ragazzina stupida era sbocciata, con la sua bellezza impudente, il Signorino le rifilava troppe attenzioni. Stava accadendo da mesi e Monet se ne era accorta.
L’arpia ebbe un’idea malvagia, ne rise silenziosa: ubbidire al Signorino era piacere estremo, l’esistenza della rivale un fastidio; ma la rivale poteva anche morire ed entrare a far parte del piacere. Monet si immaginò ricoperta dal sangue della giovane, con il Re Doflamingo a succhiare ogni goccia che le imbrattava il corpo, a leccarla fra le gambe, dove all'arpia piaceva essere morsa da lui. 


Troverò un modo per farti fuori... 


«Principessa Viola!», la ragazza sussultò, spaventata; detestava quando i componenti della Famiglia si rivolgevano a lei con l’appellativo di principessa. Sapeva che era un modo per schernirla ricordandole la fine della sua famiglia, la famiglia Riku.
«Monet, quando sei entrata? Non ti ho sentita arrivare», Viola ancora non si era vestita e stringeva la stoffa rossa tentando di coprire le sue vergogne.
Monet le girò attorno, noncurante dell’imbarazzo della giovane, «Il Re chiede di voi, dovete seguirmi, avete un compito da svolgere»
«Un compito?» domandò Viola preoccupata, perché quando il fenicottero la cercava era per un solo terribile motivo.
«Sì, potete immaginare di cosa si tratti, siete qui per adempiere le sue esigenze. Ne vale della vostra vita e di quella di qualcun altro. Su, sbrigatevi e vestitevi, senza farlo attendere»
Viola odiava anche questo, la finta cortesia nei suoi confronti utile a trattarla come una schiava. Il qualcun altro era suo padre.
Ubbidì, non poteva fare altrimenti, ma non senza obiettare la presenza della donna di neve, che la stava squadrando con occhi pesanti, sembrava volesse mangiarla.
«Monet, ti ringrazio per essere venuta a chiamarmi, ma potresti uscire dalla mia camera, vorrei un po’ di privacy mentre mi vesto, oppure nemmeno questo mi è concesso?»
Anche lei non si risparmiava, e ricambiò la cortesia beffarda. 
L’arpia ghignò, «Certo, come desiderate, Principessa».

 

 

***

 

«Perché non mi credete?! Aaahrg! Vi prego basta! Oddiooo! Noo!»

In attesa dell’arrivo di Viola, l’accusato continuava ad esser messo sotto torchio, letteralmente, perché, per ammazzare il tempo, Doflamingo aveva concesso che gli fosse fatto del male, non tanto da fargli perdere coscienza ma sufficiente a farlo gridare di dolore. Ecco, le urla di dolore erano un’eccezione a quelle inutili. Quelle di dolore il fenicottero le sopportava volentieri. 
Ci stava pensando Dellinger, che aveva legato l’uomo a una sedia e gli stava rompendo le dita, una per una; gli ufficiali lo lasciavano fare, era l’ultimo arrivato della famiglia, aveva il diritto di sfogarsi e battezzare così la sua appartenenza ad essa.
«Ah ah ah, non vedo l’ora che la tua colpevolezza venga confermata, ci divertiremo insieme, hai tante di quelle ossa da spaccare!» disse, sgranando la bocca. E il disgraziato gridò più forte, raggiungendo acuti che nemmeno i castrati potevano cantare.
Dellinger era pronto a spappolargli il dito indice della mano sinistra, con l’uso di un martello, ma fu costretto a fermarsi quando arrivò la preferita del fenicottero.

«Violet!» le diede il benvenuto Doflamingo. La ragazza rimase immobile, scioccata dalla scena dispiegata di fronte ai suoi occhi: la Sala dei Semi, non era solo il luogo dei troni, il luogo dove venivano architettati i complotti della Famiglia; quella sala era un tribunale di messa a morte; lì lei veniva obbligata a vestire il ruolo della testimone. Questa era la sua condanna, che Doflamingo sfruttava dandole in cambio la sicurezza che a suo padre, l’ex Re Riku Dold III, non venisse fatto alcun male.
Viola non si mosse, era inorridita alla vista della piega innaturale che avevano assunto le dita dell'uomo legato alla sedia.
«Quando lui vi rivolge la parola voi dovete rispondere!» le sussurrò all’orecchio e con voce ispida l’arpia che la scortava.
«Mi hai fatta chiamare, in cosa posso esserti utile Re Doflamingo?»
«Fu fu fu, per te sono Dofy, lo sai... Avvicinati»
Monet, gelosa oltre il limite, dopo aver sentito la confidenza che il Signorino elargiva alla rivale, la afferrò per un braccio, con forza, pizzicandola con le unghie, e la sollecitò a camminare verso il trono, dove il fenicottero sedeva scomposto e con le gambe spalancate.

«Violet, oggi abbiamo qui un uomo che si dichiara innocente. In verità, mi ha rubato cose che mi appartengono. Sai quanto io non sopporti i traditori. Viola... – Doflamingo la chiamò col suo vero nome –  svelaci la sua colpevolezza, facci godere tesoro»

La ragazza si voltò in direzione dell’accusato, cercò i suoi occhi e li trovò. Lei lo capiva, ne comprendeva la sofferenza come persona piegata alle ingiustizie ed alle efferatezze di quella banda di esseri immondi. 
Riconobbe in quel volto straziato il suo di volto.
«Forza Violet, dicci la verità!»
La inneggiò Diamante. Tutti i presenti aspettavano il prodigio dei suoi poteri, il fenicottero più di chiunque altro.
«Viola...» la intimò ancora Doflamingo. Non lo sopportava quando la chiamava per nome, era soffocante, come averlo troppo vicino, invadente a prendersi un’intimità che lei non voleva cedergli.
La ragazza si avvicinò all’uomo, e con un gesto della mano aprì lo scrigno del suo cuore. Nessuno poteva mentirle, era questo il potere donatole dal frutto Fix Fix: leggere nella mente delle persone. E proprio grazie alla straordianaria capacità posseduta, Viola aveva stipulato un patto col Diavolo e si era fidata di lui, perché aveva letto la sua mente e s'era sincerata che non le mentiva. Suo padre non sarebbe stato ucciso. Lei doveva solamente continuare a svolgere il suo ruolo.

«Ti prego, di’ loro la verità, fammi liberare!» la implorò il sospettato che, in realtà, le stava chiedendo di negarla.
Ah, quante volte si era trovata di fronte una simile situazione? Aveva perso il conto. 

«Allora Violet, ci dai l’ok per ammazzarlo?» domandò Dellinger stanco di aspettare.

Mi dispiace, ma io non posso salvare nessuno. Non posso fare nulla.

Pensò, vinta e perduta.

«È colpevole, ha rubato lui gli Smile, e i frutti sono ancora all’interno della fabbrica, nascosti in un’altra cassa» disse con voce cinica, alienandosi da ogni sentimento umano; era l’unico modo per continuare a sopravvivere.
Doflamingo si accarezzò il mento, soddisfatto «Perfetto», gli ufficiali sorrisero all’apice della loro crudeltà, corroborati all’idea di poter trucidare il ladro.
«È una bugiarda! Non è vero, non datele ascolto, si sta inventando tutto! È una maledetta bugiarda!» la insultò il futuro cadavere.
Viola era abituata all’odio, a subirlo, alla fine la odiavano tutti. E non era finita:
«Non ha agito da solo, c’era un complice ad aiutarlo ed è un tontatta, ma aspettate... il tontatta è stato costretto ad agire per lui»

L’ennesima verità rivelata lasciò il pubblico astante a pensare, specialmente Doflamingo che storse la bocca in un sorriso al contrario.
«Costretto o meno resta un complice! Che si sono messi in testa quei nani schifosi?! Diamante, avvisa Señor Pink, digli di trovare il piccolo bastardo e di impalarlo in mezzo alla fabbrica, che serva da esempio per tutti!» ordinò il fenicottero; non dava a vederlo ma temeva la possibilità di una coalizione tra i tontatta, e un atto di insubordinazione, se non punito, sarebbe potuto sfociare presto in una rivolta. L’insorgere di un’epidemia andava estirpata alla radice. 
Diamante balzò avanti, alzandosi dal seggio di quadri come se gli bruciassero le chiappe; quando era Dofy a comandare la negligenza non era ammessa.
«Capo, che ne facciamo di lui?» chiese Dellinger che stringeva di nuovo, stavolta con una tenaglia, l’indice sinistro del colpevole.
«Lo lascio a te, fanne ciò che vuoi, ma fuori di qui. Se sporchi ricordati di pulire»
Dellinger si leccò le labbra imitando il vezzo solito del fenicottero. L’uomo legato alla sedia, constatato l'arrivo della sua fine, non si trattenne, si pisciò addosso; venne portato via dagli ufficiali di Doflamingo, ma prima di sparire: «Morirai maledetta vigliacca! Morirai anche tu, assassina!»
Le parole gridate con voce strappata e singhiozzante erano dirette a Viola.

Lei aveva gli occhi gonfi di pianto, si stringeva le mani al petto, le palpitazioni l'avrebbero fatta svenire.
Quell’uomo non si sbagliava ad ingiuriarla, era davvero una vigliacca assassina, per colpa sua due vite stavano per essere stroncate.

«Viola», d'improvviso una mano le toccò la spalla, rompendo il suo precario equilibrio, ma lei non cadde, «Fu fu fu, sei stata bravissima», Doflamingo le era vicino, a soverchiarla con la sua stazza.

Ti odio, ti odio con tutta me stessa.

Il fenicottero la costrinse a voltarsi verso di lui.

«Ero certo che il rosso fosse il tuo colore, è aggressivo e spietato come te, fu fu»

Monet assistette all’elogio, i vetri che aveva ingoiato le stavano causando una emorragia interna rapida e copiosa da allagarle lo stomaco di sangue e veleno.

«Tuo padre dovrebbe essere grato di avere una figlia tanto fedele, devota... che dice sempre la verità».

 

“Seen a shooting star tonight slip away
Tomorrow will be another day
Guess it's too late to say the things to you that you needed to hear me say
Seen a shooting star tonight slip away”

 

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Canzone scelta che accompagna il testo da ascoltare cliccando qui! Brano ipnotico, conisgliato.

Buonasera, ho parecchie cosette da pubblicare, chi mi segue lo sa e sta aspettando, ma in barba alle mie previsioni inizio con questa, vi anticipo che la storia si fermerà a 4 capitoli. Non uno di più. La coppia trattata Dofy ~ Viola, ce l’ha servita il Maestro Oda nelle sbs del volume 83, ringrazio Swan per avermi fatto notare tempo fa che le sbs le pubblicano pure on-line, credevo sempre e solo di potermele leggere sul manga cartaceo. Grazie Swan! :-*
E quindi trattiamoli, seriamente (spero), come è possibile, che è accaduto tra ‘sti due?
La storia si svolge due anni dopo che Dofy ha conquistato Dressrosa, ho voluto che Monet fosse ancora presente e gelosa a fare schifo di Viola. Un triangolo? Boh, forse, non ve lo dico. 
Per Viola: mi sono sempre chiesta come abbia potuto fidarsi della promessa di Dofy di non uccidere suo padre, e la risposta era semplice, lei sa quando qualcuno mente, evidentemente il fenicottero non le ha mentito, e questa sua caratteristica la  sfrutterò più avanti, da genio malefico che sono. ^_^
Dai, aspetto vostre impressioni, pareri, vi piace come inizio, vi fa schifo. Eh?!
Non c’è la solita illustrazione, la rimando al proximo capitolo!


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Qui sotto vi linko tutte le mie altre storie, consigliate Mein Herz Brennt e l’ultima recentemente pubblicata (che si basa sugli ultimi fatti del manga) A Zou si affrontano problemi ontologici.

 

A Zou si affrontano problemi ontologici

Aveva lasciato un biglietto, doveva sposarsi, prometteva di tornare. Tutti erano preoccupati per lui.
A Zoro non interessava.
One Shot breve, Yaoi della coppia ZoSan, per voi fan e per me felicemente disperata a riguardo delle sorti di Sanji. Contiene Spoiler.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!

 

Mein Herz Brennt

TERZO CAPITOLO PUBBLICATO, NUOVA ILLUSTRAZIONE
Non importa quanto si creda crudele, ogni cuore è capace di ferirsi.
A volte, le ferite non guariscono, continuano a sanguinare, diventano più profonde, e uccidono, se si è fortunati. Ma se si sceglie di non morire, queste si tramutano in una spietata condanna.
Raccolta dedicata alla Famiglia Donquijote. NON è una Yaoi anche se... scopritelo da soli.
Dal TERZO CAPITOLO: 
«Lo senti?… Quanto mi sei mancato»
Fa schifo.
La donna fece scorrere le sue unghie lunghe giù e su per un binario isolato, che non accennava la partenza di alcun treno.
«Fratellino perduto, giuramelo…»
Andrai all’Inferno, Dofy.
«Il tuo cuore mi appartiene e batterà solo per me, fu fu fu»
La smetterai di ridere.
Consigliata come lettura serale. Ma attenzione che i contenuti sono forti, l’ho messo pure nelle note.
Pubblicata: 10/09/16 | Aggiornata: 13/10/16 | Rating: Arancione
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Corazòn, Donquijote Doflamingo, Donquijote Family, Donquijote Rocinante, Trafalgar Law 
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
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Curami (Zoro/Perona/Mihawk) NEW: pubblicato IV CAPITOLO!
Una convivenza forzata, un addestramento in corso e forse un’attrazione accidentale che non vuole nessuno. L’isola Kuraigana non è solo un luogo di morte; e Perona e Zoro non sono soltanto una coppia di disgraziati spediti sulla stessa macchia di terra.
Facciamo luce su due anni di buio.
Buona lettura.
III capitolo on-line
Pubblicata: 11/09/13 | Aggiornata: 31/08/16 | Rating: Arancione
Genere: Azione, Romantico | Capitoli: 4 | In corso
Tipo di coppia: Het | Note: Missing Moments | Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Drakul Mihawk, Perona, Roronoa Zoro
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Loverman…
Sanji non avrebbe mai dovuto provarlo, non avrebbe mai voluto scoprirlo, non avrebbe mai dovuto desiderarlo. Anche la più piccola mancanza di volontà verso se stessi è ripagata con un tormento peggiore; a meno che si accetti la propria natura.
Consiglio: lasciate perde’ sto trip di parole, buona lettura.
Pubblicata: 15/08/16 | Aggiornata: 15/08/16 | Rating: Arancione
Genere: Angst, Introspettivo | Capitoli: 1 | In corso
Tipo di coppia: Yaoi | Note: Nessuna | Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Mugiwara, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
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L’impensabile inaspettato (Zoro/Sanji) 
Sanji ha un urgente problema. Zoro… beh, lui fa quello che può.
One Shot che disturba persino chi l’ha scritta, attenzione alle note. E a voi la lettura.
Pubblicata: 03/11/13 | Aggiornata: 03/11/13 | Rating: Rosso
Genere: Angst, Introspettivo | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Yaoi | Note: Lime | Avvertimenti: Nessuno
Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro 
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Ultime previsioni prima di Dressrosa (Rufy/Nami/Trafalgar Law) 
Meno di un giorno all’arrivo sulla prossima isola. A bordo della Sunny chi può si riposa, altri non dormono: si incontrano casualmente, o per mistico volere.
Una One Shot breve e indolore, e con i personaggi IC; però spetta a voi valutarlo.
Buona lettura.
Pubblicata: 20/10/13 | Aggiornata: 20/10/13 | Rating: Giallo
Genere: Sentimentale | Capitoli: 1 - One shot | Completa
Tipo di coppia: Het | Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Trafalgar Law | Coppie: Rufy/Nami
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