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Autore: ThorinOakenshield    27/12/2016    7 recensioni
Il clan di Merida è sempre stato in ottimi rapporti con i nani di Erebor. Un giorno, re Fergus decide di invitare re Thorin nel suo regno, e...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Thorin Scudodiquercia
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Iniziare col piede sbagliato

 
“Merida…” la chiamò dolcemente la regina Elinor. Quella mattina sarebbero giunti come ospiti i nani di Erebor, e sua figlia stava ancora dormendo. Un tempo l’avrebbe gettata giù dal letto e costretta a correre a prepararsi, perché non era decoroso per una principessa fare tardi agli incontri. Ma quei tempi erano passati, dopo la trasformazione in orso, sia lei che Merida erano cambiate.
La principessa dai lunghi riccioli rossi si rigirò nel letto, brontolando. “Dai mamma, ancora cinque minuti…”
Elinor sospirò. “Tra poco i nani di Erebor saranno qui, devi prepararti…”
A quelle parole, la giovane aprì gli occhi di scatto. Veloce come le frecce che scoccava dal suo arco, balzò giù dal letto e si affrettò a prendere il suo solito vestito azzurro, quello che indossava sempre per le occasioni importanti. “Per tutti gli orsetti! È vero! Me n’ero completamente dimenticata!”
La regina incrociò le braccia sul petto e scosse il capo, mentre un sorrisino divertito delineava le sue labbra: dopo quelle particolari vicende, sua figlia era diventata più saggia e matura, ma certe cose non erano cambiate, sarebbe per sempre rimasta il suo uragano impetuoso e scalcagnato. Ma non c’era nessun problema, perché l’amava esattamente così com’era.
Dopo essersi messa il lungo vestito azzurro, Merida si controllò velocemente allo specchio. Fatto ciò, schizzò fuori dalla porta, dicendo: “Spero che sia rimasto ancora qualcosa da mangiare. Conoscendo papà e i miei fratelli, non mi sorprenderei se dovesse essere sparito tutto!”
 
Merida sarebbe corsa ad abbuffarsi sul cibo, se qualcos’altro non avesse catturato la sua attenzione nel momento esatto in cui aveva raggiunto la grande sala: due persone all’ingresso. Una aveva i capelli castani e stava indossando un lungo abito giallo, mentre l’altra era mora, sensuale nei suoi abiti azzurri, i suoi preferiti, quelli a cui proprio non riusciva a dire di no.
Sul volto di Merida si fece largo un brillante sorriso, il quale le andava dall’una all’altra delle orecchie, un sorriso colmo di gioia e di stupore. “Belle! Jasmine!” esclamò felicissima, attirando la loro attenzione.
Le due ragazze si voltarono, dopodiché videro la principessa correre allegra verso di loro. Non appena le raggiunse, le strinse in un forte abbraccio, per poco non caddero tutte e tre a terra.
Jasmine e Belle ricambiarono l’abbraccio, ridendo divertite: sempre così impetuosa, la loro migliore amica, non sarebbe cambiata mai. E questo era un bene.
“Che gran bella sorpresa! Non mi aspettavo che sareste venute!”
“Le ho invitate io stesso” disse re Fergus facendo ingresso nella sala, mentre stava mangiando un cosciotto di pollo. “Pensavo che ti avrebbe fatto piacere rivederle.”
“Mi ha fatto molto piacere” rispose Merida, senza mollarle nemmeno per un secondo. L’erano mancate enormemente, erano le uniche amiche che aveva.
“Comunque ti abbiamo portato dei regali” le disse Belle con un dolce sorriso, non appena l’abbraccio fu sciolto.
La principessa dai lunghi riccioli rossi parve sorpresa. Si indicò, quasi commossa. “Dei regali? Per me?” Il sorriso non aveva ancora abbandonato le sue labbra.
“Certo” le rispose Jasmine. “Li abbiamo messi l…” Non riuscì a finire la frase: Merida si era subito catapultata ad aprire i due pacchi, curiosa come non mai.
Belle rivolse uno sguardo divertito a Jasmine, mentre quest’ultima alzò gli occhi al soffitto, soffiando fuori una risatina.
La principessa mora le aveva regalato delle spezie, delle spezie che Merida adorava, e Jasmine questo lo sapeva benissimo. Infatti l’amica la ringraziò mille volte.
Belle, invece, le aveva donato un libro. Ma non era un libro qualsiasi, infatti quella era una storia che aveva scritto lei personalmente, una storia che parlava proprio di Merida. Quest’ultima si commosse non poco per quel regalo, soprattutto perché Belle aveva speso tutto quel tempo per lei, e ne era uscito fuori un lavoro a dir poco grazioso, con dei disegni accurati che si abbinavano perfettamente con la calligrafia impeccabile della ragazza.
“A che ora dovrebbero arrivare i nani di Erebor?” chiese Jasmine.
“Dovrebbero essere qui tra un po’.”
“Molto bene.” Belle sorrise. “Anche perché ho sentito che il loro re è un nano a dir poco affascinante… non è che qualcuno, qui, potrebbe finalmente trovare l’amore?”
Merida alzò gli occhi al soffitto: odiava quando si toccava quell’argomento. Era tanto strano se voleva rimanere single per tutta la vita? Così non avrebbe avuto nessuno tra i piedi, nessuno che le avrebbe detto cosa fare, come comportarsi e cosa dire. Voleva restare libera. Infatti le chiese seccata: “Quante volte devo dire che non mi interessa assolutamente niente di trovare l’amore?!”
“Non riesco proprio a capirti” ribatté Belle. “Avere qualcuno da amare, qualcuno che rimarrà per sempre al tuo fianco qualsiasi cosa accada, qualcuno che ti completa e con il quale dare alla luce una creatura, è la cosa più bella del mondo.”
“Anch’io la pensavo come te, come ben sai” le disse invece Jasmine. “Ma poi ho conosciuto Aladdin ed è stata forse la cosa più bella che mi sia mai capitata.”
Merida sbadigliò, chiaramente stufa di quella discussione e affatto commossa. “Io avrei fame, che ne direste di andare a mangiare qualcosa?”
 
***
 
La sala, piano piano, si era riempita. Infatti non erano stati invitati solo i nani di Erebor, bensì anche gli altri clan, quelli che tempo addietro avevano seguito Fergus nella caccia all’orso Elinor.
Volava cibo da tutte le parti e non mancavano oscenità varie.
Jasmine non ci fece molto caso e non si impressionò, mentre Belle si sentiva leggermente fuori luogo.
Merida, ovviamente, non era da meno e si comportava rozzamente proprio come suo padre e gli altri uomini lì presenti.
Elinor non disse nulla: si era arresa ormai da tempo, con suo marito e sua figlia. Così erano fatti, e così doveva tenerseli. C’era ben poco da fare.
C’era talmente tanta confusione, che nessuno nella sala si era accorto dell’arrivo dei nani di Erebor, nemmeno la regina.
Così quei poveretti rimasero fermi all’ingresso, in attesa che qualcuno si accorgesse di loro.
In quel preciso momento, Merida, ridendo euforica, stava per lanciare un osso di pollo sulla testa di suo padre, ma questo fu svelto e si spostò, così esso finì addosso ad un’altra persona. Niente meno che il re della Montagna Solitaria, il rinomato e rispettato Thorin Scudodiquercia.
Solo allora la gente si accorse della sua presenza, e la principessa ammutolì, sperando che nel pavimento si aprisse una voragine e la risucchiasse al suo interno. Aveva fatto proprio una gran bella figura e, una lavata di capo da parte di sua madre, non gliel’avrebbe tolta nessuno.
La regina Elinor si passò le mani sul viso: sua figlia aveva lanciato un osso di pollo sul re di Erebor. Sarebbe potuta andare peggio di così?
 
L’Antro di Lucri:
 
LUCRI IS BACK PEOPLE!!! B-)
Vi sono mancata? Avete passato delle buone feste? In ogni caso, vi auguro un Buon Natale in ritardo XD.
Allora… che devo dire? Questa storia l’avevo in mente da un po’ di tempo e vorrei dedicarla a Innamoratahobbit96 e SLVF, perché gliel’avevo promessa da un po’.
Vi avverto che non ne verrà fuori una long vera e propria, avrà pochissimi capitoli. Potrebbe finire addirittura col prossimo AHAHAH.
Comunque, se siete arrivati fino a qui, io vi ringrazio e… alla prossima :D!
 
Lucri
 
P.s. Che scema! Mi stavo dimenticando di spendere un due parole sul titolo! Allora, prima di tutto il titolo sarebbe il nome di una musica dei Two Steps from Hell. In secondo luogo, perché ho scelto questo titolo? Beh, togliendo il fatto che adoro quel duo musicale, sia Merida che Thorin – i protagonisti di questa storia – hanno un cuore intrepido, quindi penso che Heart of Courage li rappresenti al meglio.

 
   
 
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