Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: inibizione    27/12/2016    0 recensioni
Dal testo: "(...) Forse Christina assomiglia a Joe, non ama i convenevoli e le formalità, è allegra, spigliata, tutta uno slancio, una questione di forza e fisicità, forse anche lei ha delle storie brevi, fatte di corpi che si tengono vicini e sentimenti che si consumano in fretta come sigarette.
Quello che i giornali hanno sempre detto di lui, invece, è che Nick Jonas è una persona tranquilla. Riservato, taciturno e con un perenne – incantevole - broncio sul viso, Nick è la persona più equilibrata del mondo, sempre impegnato a tenere perfettamente bilanciati tutti gli aspetti della sua vita. Niente colpi di testa, insomma. Nick è il classico bravo ragazzo, con un bel faccino e una collezione di dischi niente male."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Critical'
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What does she want?

 

 

So let’s toast to the good night
just let go, and free your mind
let the beat, be your lifetime
make you feel like the first time
(
First time, JB)

 

 

Alcune cose sono inevitabili, banalmente evidenti pur restando essenziali. Sappiamo che accadranno. Possiamo illuderci che il corso delle cose possa cambiare, ma non lo fa. E’ non è una questione di destino, quello c’entra ben poco. Se lanci una palla, rotolerà. Se dai un pugno, resterà il segno. Se tuona, pioverà. Per questo Chris non da pace all’orlo della gonna, in un misto di ansia, terrore e aspettativa. Sa, e lo sapeva già quando si è guardata l’ultima volta allo specchio, prima di uscire, che Nick la bacerà. Inutile girarci attorno. E’ un appuntamento. Lo sa perché Nick non ha bisogno di chiederle di uscire per vederla e se ha messo su tutto questo teatrino della canzone allora è proprio una cosa seria. E lei ha accettato. Si è stupita di se stessa, si è pentita almeno sette volte e almeno dieci si è sentita sollevata. Felice. Perché questa tensione non la sopporta, questo filo sottile cosi teso e trasparente tra di loro, che rende le cose così precarie e poco definite. O dentro o fuori, pensa.

Nick tossicchia e lei sbatte le palpebre, tornando al presente, rapita dai suoi pensieri e dal nervosismo latente che le è preso quando ha iniziato a guardare le labbra di Nick mentre le raccontava delle vacanze a casa dei nonni. Christina arrossisce, si passa una mano sulla fronte e raddrizza le spalle.

“Scusa, mi sono distratta. Dicevi?”. Vorrei morire di vergogna.

Nick stira la bocca in un accenno di sorriso e scuote la testa. “Non importa. Facciamo due passi?”

“Si” ammette con troppa enfasi. L’aria è pesante nel locale e ha bisogno di una distrazione.

Si offre di pagare la sua metà, ma Nick è categorico, non le lascia margine di replica.

“La prossima volta pago io” borbotta uscendo dal pub, con gli occhi fissi sui bottoni della giacca leggera. Nick assume un’espressione scettica, “contaci” sembra dire. Poi sorride piano, al buio. “La prossima volta” ripete e lei capisce di essersi rovinata con le sue stessa mani.

Passeggiano lungo tutto l’isolato, chiacchierando. La risata di lei è forte ma musicale, contagiosa. Quella di Nick bassa, virile. Dopo circa un’ora ad entrambi gira un po’ la testa. Chris controlla l’orologio e Nick lo prende come un messaggio eloquente.

“Dove hai parcheggiato?”

Chris arrossisce. “Mi ha dato un passaggio Cam, tra un po’ dovrebbe tornare a…”

“Ti accompagno” la interrompe.

“Non ti preoccupare, davvero…”

“Sei di strada”. Nick ammicca e si volta con le mani in tasca, superandola. Si avvicina alla sua auto con un’espressione soddisfatta che lei non può vedere e Chris, dal canto suo, sente le ginocchia tremare.

Le stesse ginocchia che Nick sfiora inavvertitamente scalando le marce, con le nocche fredde. Chris cerca di non sussultare e lui di non indugiare troppo, cercando di assumere un atteggiamento rilassato. Le difficoltà sono palesi già dal primo silenzio imbarazzato, Chris alza appena il volume della radio e canticchia She will be loved.


Quando Nick accosta, nel viale di casa, non sa esattamente che ore sono. L’auto smette di fare le fusa, il motore si spegne e si addormenta; il buio è una costante, intervallato da pochi lampioni accesi. Slaccia la cintura e fa per scendere ma i borbottii disperati di Chris lo portano indietro.

Un pezzetto di tessuto del vestito si è intrappolato nel gancio accanto al sediolino. Si sporge verso di lei e Chris alza la testa quando le mani di Nick si sostituiscono alle sue nel litigio con la stoffa. Lui tira leggermente e la gonna scopre un centimetro in più della sua gamba. Tutto il corpo di Nick emana calore e Chris lo avverte pur senza sfiorarlo.

Il click del meccanismo li riporta indentro contro i rispettivi sedili, rapidi come molle. Poi Nick la accompagna fino al cancelletto, le mani lungo i fianchi.
“Allora, buonanotte”. Tituba, ma prova a mascherarlo.

Chris lo guarda e deglutisce. Ha smesso di lottare contro la realtà dei fatti mezzora fa e vuole baciarlo. Vuole che lui la baci. Che annulli quei centimetri di distanza e la stringa conto il suo corpo solido. I polpastrelli iniziano a pizzicarle per la voglia di posarsi sui muscoli accennati degli avambracci. Sotto il suo sguardo intenso, Nick muove una gamba in avanti, come stregato dal richiamo dei suoi occhi blu. Poi dondola e sposta il peso su quel piede, mascherando un impulso irrazionale per non spaventarla. Sospira e fa un passo indietro.

Chris abbassa lo sguardo. “Buonanotte, Nick”. Si incammina con le guance in fiamme, impaziente e determinata a sparire il prima possibile.
Si appoggia al pomello per non cadere, respira forte e stinge i pugni per la frustrazione.

“Jonas” sussurra e si volta, marciando verso Nick. Lui ha mosso solo qualche passo. Quando gli è di fronte esita un secondo, poi lo afferra per un braccio e si fa più vicina, la bocca sulla sua. Nick, nonostante la sorpresa, chiude gli occhi e le stringe delicatamente i fianchi. E’ mansueto, paziente, la bacia come se avesse tutto il tempo del mondo, la tiene salda, con decisione, vuole essere egoista e tenerla tutta per sé. I baci di lei sono agitati, vulnerabili, forti, come se il desiderio malcelato nei mesi precedenti irrompesse tutto insieme. Lo bacia con avidità, con trasporto, con le mani nei suoi capelli e detta il ritmo, a cui Nick non puoi far altro che stare dietro, decisamente volentieri. Fino a restare senza fiato.

Quando riapre gli occhi ha lo sguardo smarrito e ha paura di vedere lo stesso sul volto di Chris. Lei, invece, ha gli occhi appannati dal desiderio. Sente il suo fiato su un angolo della bocca e una mano le scivola dalla nuca al petto, senza perdere il contatto. Lui allunga una mano e le scosta i capelli, scorrendo le dita sul suo profilo.

Chris impiega qualche secondo a riprendere lucidità e con un cipiglio corrucciato dice “questa è una buonanotte, Jonas”. Poi si allontana, sorridendo leggermente maliziosa, camminando a ritroso fino alla porta. Il sorriso che Nick le rivolge illumina tutto il viale immerso nell’ombra.

 

L’autostrada è quasi invisibile nel buio, il fascio di luce dei fari è l’unica guida del suo incedere rapido. Joe ruota il polso e da gas, ancora. Il casco nero, il giubbotto di pelle e il jeans scuro, è un tutt’uno con la moto. Gli occhi fissi sulla strada, prova a concentrarsi sulle indicazioni, la linea della carreggiata, le uscite, ma senza traffico è più facile distrarsi. Pensa alla California, alla casa di pietra bianca con la jacuzzi, i party, la troupe. Linda.
E’ un’immagine vivida e luminosa, piena di energia, come lei.

Da quello che è riuscito a carpire dalle conversazioni tra lei e suo fratello – perché lui no, il coraggio di affacciarsi in webcam per un saluto non lo trova – sta bene, lavora, le piace, si diverte, conosce gente. Ragazzi. Un rimescolio fastidioso, il capriccio di un bambino davanti ad un giocattolo che non usava più, tra le mani di un altro bimbo. Un desiderio cieco di riappropriarsene, a tutti i costi. La promessa silenziosa di prendersene cura, di stare più attento, di metterlo sulla mensola nel posto migliore. Scuote la testa, ribalta i pensieri, ma è sempre li. In un cantuccio, una vocina stupida che gli sussurra qualcosa che non riesce a capire.

 

 

   
 
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