L'acqua scorreva, e con essa i miei pensieri.
Avrei voluto lavar via quelle macchie scure che incrostavano la mia pelle, privandola del suo innato pallore rosato.
Questa tiritera si è ripetuta ieri, e il giorno ancora prima.
Si sta ripetendo anche oggi, adesso.
Con l'acqua che mi circonda, sfrego nuovamente con tutte le mie forze quegli aloni neri come catrame, ma per quanto ci provi, essi non fanno altro che allargarsi su di me, dentro di me.
Piango.
Lacrime dense ed amare, che si mischiano all'acqua che mi avvolge, che mi lambisce le membra, così pulita e pura, così in contrasto con il mio lerciume, che non se ne va.
Puoi lavare via le macchie opache di luridume dal corpo, ma non puoi eliminare quelle nere ed eteree che ti avvolgono l'anima, rubandoti i sorrisi sinceri, trasformati in ghigni finti e impersonali, relegando la gioia e la speranza in anfratti reconditi ed inaccessibili, nubi di fumo che rischiano continuamente di essere (dis)perse da un leggero refolo di un vento improvviso.
Tutti pensano che stia bene, ma quando la gente ti chiede "come va?" , non vuole una vera risposta.
Mi riscuoto dal grigiore tetro dei miei pensieri, dal mio personale e segreto piccolo Inferno di occasioni sprecate, desideri inespressi, fiducia mal riposta e promesse fatte a me ma mai mantenute.
Riemergo dall'acqua fumante della vasca da bagno.
Indosso un accappatoio, mi guardo allo specchio, che riflette un viso che in un primo momento non riconosco.
Provo un sorriso finto, uno di quelli che la gente scambia per veri, non so se per ingenuità o menefreghismo.
Sì, questo può andare bene.
Mi preparo.
Mi preparo ad immergermi nella vita brulicante del mondo, dove sconosciuti amici mi chiederanno "come è andato il tuo week end?"
Ma ho imparato che le persone ti fanno questa tipologia di domanda semplicemente perché vogliono raccontarti il loro, di fine settimana.
Credono che io non l'abbia ancora capito.
Ingenui, o forse soltanto menefreghisti?