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Autore: Redferne    30/12/2016    7 recensioni
Nick e Judy sono finalmente insieme. Compagni nella vita ma soprattutto per la vita, oltre che nel lavoro. Ma tra loro c'è ancora un nodo irrisolto. Un nodo che forse, complice un inatteso ingorgo di traffico, é arrivato il momento di sciogliere. Per il bene di entrambi.
Una storia breve che analizza un aspetto del film forse in secondo piano, ma non per questo meno importante: il bullismo, in ogni ambito. E le devastanti conseguenze che comporta il ricordo di ciò che si è stati costretti a dover subire.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: Lime | Avvertimenti: Furry
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CICATRICI

 

 

(PRIMA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era notte fonda. Ed erano entrambi a letto, avvolti nel tepore soffuso delle coperte e dalla tenue luce lunare che filtrava dalle persiane socchiuse.

Lei dormiva. Dormiva tranquilla e serena, e lui la abbracciava da dietro, beandosi del soffice e morbido frusciare del pelo della sua minuscola schiena contro quello del suo petto color della crema.

L’attrito delle loro pellicce, causato dal ritmico ondeggiare dei loro respiri quasi simultanei, produsse una tenue fragranza metallica che giunse alle narici di lui. Di quel passo, al prossimo tocco avrebbero certamente iniziato a produrre scintille, illuminando l’intera stanza.

Che vi aspettavate, amici? Profumo di petali di rosa e confetti, forse? Lo sanno anche i sassi che due superfici adeguatamente pelose, sottoposte a continuo e ripetuto sfregamento, finiscono per generare un accumulo di elettricità statica, accompagnato dal tipico odore ferroso e dalle scintille di cui sopra. E’ scienza, ragazzi miei.

Oh, forse ciò che dite voi si riferisce ad un altro tipo di attrito. Quello dei loro cuori, quando si unirono fino a formarne uno solo. Le scintille prodotte in quell’occasione, visibili soltanto a loro perché DENTRO DI LORO ERANO, furono i fuochi d’artificio con cui celebrarono la fine della loro ricerca, una ricerca che durava da una vita intera. Forse, da prima che nascessero, addirittura. Una ricerca che in fondo é sempre la stessa, e che si ripete da quando l’universo ha avuto origine. Ma che non stanca mai di appassionare e coinvolgere coloro che si ritrovano, per scelta o per destino, ad intraprenderla.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nick si discostò leggermente, poggiandosi sul gomito destro. Le dita dell’altra mano cominciarono ad accarezzare dolcemente la testolina di Judy.

Partirono dalla sommità delle sue lunghe e morbide orecchie. Un breve fremito le attraversò, in risposta a quel tocco così lieve e delicato.

Era una coniglietta grintosa e determinata, durante il resto della giornata. Ma, in quei momenti, gli sembrava così delicata e fragile…

Le percorse lentamente fino all’attaccatura, sulla sommità del minuscolo cranio, e da lì scese fino alla fronte.

Gli occhi di Nick erano ben chiusi, in quel momento. Seppur dotato di un’eccellente vista al buio, preferiva di gran lunga l’immagine di lei che gli si formava di fronte alle sue palpebre serrate, man mano che proseguiva il viaggio attraverso le dolci curve dei suoi graziosi lineamenti.

Superò lo zigomo sinistro ed il suo dito indice, per un istante, indugiò sulla guancia di lei. Il polpastrello, grazie alla sensibilità estrema del cuscinetto digitale posto sopra di esso, scorse tre piccoli rilievi sotto il pelo.

Almeno all’apparenza.

Erano l’inizio di tre strisce lunghe e profonde.

TRE CICATRICI.

Nick sospirò. Una spiacevole sensazione iniziò a propagarsi dentro di lui. Gli parve, attraverso quel contatto, di rivivere le sensazioni provate da Judy durante quella terribile disavventura.

Il dolore per il male che le avevano inflitto.

La paura di riceverne ancora, se solo avesse osato reagire.

La vergogna per non essere stata in grado di impedirlo.

Tre ferite, che dentro le avevano causato un danno ancora maggiore che fuori. Sempre pronte a ghermirla nei momenti meno opportuni.

Come quella volta, dopo la conferenza stampa relativa al ritrovamento dei quindici mammiferi scomparsi.

Ehi, Judy-non-deludi! Eccoci di nuovo qua, per la consueta seduta del corso di auto mortificazione a puntate! Ti eravamo mancate, forse? Piccola, stupida e patetica coniglietta coltiva-carote che non sei altro...é inutile, sai, che continui ad atteggiarti con quell’aria da dura, facendo la spavalda...dentro sei rimasta sempre la stessa. Ti conosciamo bene, noi...é passato taaaanto tempo, ma non é cambiato niente, capito?! NIENTE!! Guarda il tipo che sta sbraitando ed imprecando di fronte a te con quell’aria così minacciosa, ad esempio...che ci venga un colpo se non somiglia a Gideon...te lo ricordi, il buon vecchio Gideon? Te la ricordi quella volta che ti ha messa sotto, e ti ha fatto capire qual’é il tuo posto, nel sacro ordine naturale delle cose? A terra, tremante di terrore, con le tue esili braccine poste ad inutile difesa ed imploranti pietà. QUELLO E’ IL TUO POSTO, MIA CARA. Ma stavolta é diverso: hai il repellente spray con te, USALO!! CHE ASPETTI? Tanto, lui e quelli della sua razza sono tutti uguali: falsi, bugiardi e ingannatori. E violenti. E feroci. E MALVAGI.

In quell’occasione, complice un clima già reso incandescente dalle inopportune dichiarazioni di Judy ai giornalisti, quasi riuscirono nel loro intento, compromettendo la loro amicizia al punto di rischiare di incrinarla per sempre.

I-indietro...sta’ indietro!! N-non ti avvicinare, capito? Non ti permetterò di farmi ancora del male...NON MI FARAI MAI PIU’ DEL MALE, MI HAI SENTITO?! Stà lontano da me, altrimenti io...io…

Tre segni indelebili.

Inconfondibili.

La firma di un suo simile.

LA ZAMPATA DI UNA VOLPE.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Accidenti, carotina! Te l’avevo detto, che avremmo dovuto prendere per la Spinnifex Avenue e proseguire in direzione Acorn Heights. L’avremmo allungata ma almeno non saremmo finiti imbottigliati in questo macello. Lo sai che a quest’ora la Troop Street é impraticabile!!”

“Nick, non cominciare con la tua consueta sinfonia dei TE L’AVEVO DETTO e LO SAI CHE, per favore!!” Replicò Judy, stizzita. “Siamo in piena ora di punta, e in centro c’é traffico ovunque, non solo qui sulla Troop. Quindi, vedi di non rompere le tasche, con le tue lamentele!!”

Avevano da poco terminato il giro di pattuglia e stavano ritornando in centrale. Più facile a dirsi che a farsi, ovviamente: visto l’ingorgo a dir poco bestiale in cui erano finiti, l’operazione di rientro si stava rivelando un’autentica impresa.

“Beh, tanto vale metterci comodi...andando avanti di questo passo ci vorrà un’oretta buona, prima di giungere al distretto.” puntualizzò la coniglietta.

“Sai...io avrei una mezza idea su come ammazzare il tempo tra noi due, se ti va...” propose la volpe, con nonchalance.

“Ni-ick...” rispose lei, cantilenando.

“Come, non lo sai? Dicono che sia l’hobby più sano ed economico, e non sto parlando delle parole crociate...” aggiunse lui, mentre si stiracchiava e protendeva le braccia in avanti, intrecciando le dita.

“Nick!! Si dà il caso che siamo in servizio, nonché circondati da decine e decine di automobilisti, nel caso tu non te ne fossi accorto. Cerca di tenere a freno gli ormoni, per cortesia!!”

“Veramente io mi riferivo all’ASCOLTARE LA RADIO...” la freddò Nick. “Mi sa tanto che qui, se c’é qualcuna che deve dare una calmata ai bollenti spiriti...sei tu, mia cara.”

Detto questo, scoppiò a ridere a crepapelle, mentre la povera Judy avvampò letteralmente di vergogna, a causa dell’inopportuna uscita di poc’anzi.

“Ah, ah, ah!! che assist, che mi hai fornito!” la incalzò lui, senza smettere di ridere. “Fantastico, davvero! Sei veramente impareggiabile, carotina! Come farei, senza di te...”

Era davvero incredibile. Riusciva sempre a fargliela. OGNI VOLTA.

“Dì la verità,” domandò Nick, avvicinando il suo muso alla guancia di lei, con fare sornione. “a che cosa hai pensato, BRICCONCELLA?”

“STA’...STA’ ZITTO!!”

“E dai...pare che faccia bene alla coppia, raccontarsi a vicenda le proprie fantasie più morbose...io, ad esempio, se in questo momento avessi in mano una bella bomboletta di panna vegetale spray, ed un sacchetto dei tuoi succulenti mirtilli, ti...”

“SMETTILA, HO DETTO!!”

“Ok, come vuoi. Sei tu, il capo.” rispose Nick, rimettendosi composto ed iniziando ad armeggiare con la radio.

“A proposito, che stazione vuoi che mettiamo?” chiese poi, mentre pigiava il pulsante alla ricerca della prima frequenza disponibile. “Rock? Hip Hop? Oppure Dance? O magari Country: voi di campagna ne andate matti!!”

“Vai al diavolo.” replicò Judy, troncando il discorso.

 

 

 

 

 

 

 

 

Era passato circa un quarto d’ora, ed erano ancora bloccati nello stesso punto di prima.

Nell’abitacolo risuonava una dolce ballata di Tim McClaw. Nick ciondolava lentamente la testa a destra e a sinistra, al ritmo della musica. Judy, invece, rimaneva in silenzio, assorta nei propri pensieri.

La guardò. C’era sempre da preoccuparsi un poco, quando era così. Di solito, voleva significare che stava per escogitarne una delle sue. Ma la situazione in cui si trovavano non invogliava né suggeriva certo qualche strana trovata. Chissà, forse stava semplicemente osservando il traffico e l’ambiente circostante, per vedere se era tutto tranquillo e sotto controllo. Del resto, il crimine può colpire dove meno te l’aspetti, anche nel bel mezzo di un ingorgo stradale. E rimanerne impantanati dentro non era certo una ragione sufficiente per astenersi dal proprio dovere di poliziotto. Mai rinunciare a fare il proprio lavoro, sosteneva carotina. Neanche in un simile frangente. A maggior ragione, semmai.

Nick pensò che tra un istante, come minimo, sarebbe uscita e si sarebbe issata sul tettuccio della volante, di vedetta.

Magari se l’era solo presa per la battuta di prima. Ma, patema d’animo o meno, qualunque fosse il movente vi era un solo rimedio efficace, per contrastare tale comportamento: l’agire, in qualunque modo. Doveva sbrigarsi a fare, o anche solo a dire, qualcosa.

QUALSIASI COSA, anche la più stupida, prima che lei si mettesse in moto.

Quasi avesse intuito le intenzioni del suo partner, forse grazie al destarsi improvviso di inaspettate doti telepatiche, o più banalmente alla sintonia e alla confidenza reciproche ottenute dopo tanto tempo trascorso insieme, sul lavoro e non, fu Judy a muoversi per prima.

Premette il pulsante e silenziò la radio.

“Che succede, carotina? Tutto bene?” Chiese Nick, allarmato.

“Non...non é niente, tranquillo.” lo rassicurò lei.

“Stavo...stavo solamente ripensando alla conferenza stampa, tutto qui.” confessò, un attimo dopo.

“Quale, delle tante?” domandò lui.

“Non fare lo scemo.” lo ammonì Judy. “Lo sai benissimo, a cosa mi riferisco. Riflettevo sul fatto che non ti ho mai detto perché mi sono comportata a quel modo, dopo aver parlato con i giornalisti. Sai, quando stavo per mettere mano al flacone di repellente spray...”

“Beh, non c’é poi molto da spiegare...e neanche nulla di cui tu debba biasimarti, credimi. E’ vero, avevamo da poco ritrovato tutti i predatori scomparsi, ma ancora non si conoscevano le cause del loro comportamento feroce. Inoltre, non c’era nemmeno l’ombra di un rimedio che potesse farli tornare alla normalità. Tanto meno un antidoto, visto che non si sapeva ancora che i fantomatici ULULATORI NOTTURNI fossero fiori velenosi. Eri confusa e spaventata, al pari delle altre prede come te. Tutto qui. Avrei dovuto capirlo subito, ed invece...”

“Ciò che dici é corretto, Nick. Ma é solo una parte, della verità. C’era dell’altro, sotto.”

“Che intendi dire?”

“Accadde quando avevo nove anni. Già allora sognavo di fare la poliziotta. E giravo con il mio costumino a riparare i torti e a difendere i miei amichetti più deboli e timorosi. Ero convinta che mi sarebbe stato utile per entrare nell’ottica futura. Tu pensa che ingenua...”

“Io, invece, non credo affatto che tu fossi ingenua.”

“Una volta lo pensavi anche tu, però...”

“Già. Ma ora non più. E tutto per merito tuo, direi. Ho imparato che non bisogna più ridere dei sogni altrui.”

“Grazie, Nick. Davvero.”

“Di niente, figurati.”

“Come ti dicevo, a quei tempi scorrazzavo su e giù per Bunnyburrow con la mia bella divisa in miniatura. Mi portavo avanti con il lavoro, insomma. Lo vedevo come una sorta di gioco appassionante. Sai, tutte le bambine, quando giocano con le bambole e le loro casette si preparano, più o meno inconsapevolmente, al loro eventuale ruolo di future mamme. Io, al contrario, al mio futuro ruolo di agente. Non so se mi spiego.”

“Ti sei spiegata benissimo, invece. Continua.” la esortò Nick, sempre più incuriosito.

“Quel giorno capii che combattere il crimine, guardando il MALE dritto negli occhi, NON E’ UN GIOCO. Soprattutto se non sei così forte e preparata come credevi di essere. La fiducia in sé stessi e l’entusiasmo non bastano a tirarti fuori dai guai, senza un adeguato addestramento. La verità é che avevo soltanto avuto fortuna, fino a quel momento. La fortuna che non mi fosse mai capitato nulla di brutto, nonostante i miei comportamenti avventati. Ma ti puoi rendere conto di ciò in un solo modo. Quando subisci in prima persona la brutalità di qualcuno che ha l’animo nero come la pece.”

Nick trasalì, a quelle parole.

“A-aspetta...aspetta un attimo: m-mi stai forse dicendo che, da piccola, sei stata ASSALITA DA QUALCUNO?”

“Sta’ tranquillo. E’ acqua passata, ormai.” lo rassicurò lei.

“Chi é stato? Chi ti ha aggredita? Dimmelo, per favore!!” la sollecitò lui, con voce irata. Si stava trattenendo davvero a stento.

“Non preoccuparti, ti dirò tutto quanto. Ma ti avverto: ciò che sentirai potrebbe non piacerti.” riprese la parola Judy, con tono calmo e pacato. Sembrava stesse narrando una fiaba ambientata in tempi remoti ed in luoghi lontani. “Dunque, c’era questo mio compagno di scuola, Gideon Grey...ed era il bullo della nostra scuola. Un vero stupido. Era arrogante, rozzo e prepotente. Ed era...cioé, é una VOLPE, proprio come te.”

“...Ora capisco tutto quanto.” disse Nick, con un sospiro. “Avrei dovuto immaginarlo...”

“Intendiamoci: non era malvagio. L’ho rivisto tempo fa, dopo aver dato le dimissioni dalla polizia ed essere tornata a Bunnyburrow, a vendere ortaggi alla bancarella dei miei. Pareva persino più imbranato ed impacciato di come lo ricordassi. Balbettava, addirittura, mentre mi chiedeva scusa per come si era comportato nei miei confronti. Era davvero mortificato, poverino. Non riusciva nemmeno a guardarmi in faccia.”

“Beh, perlomeno l’inesorabile scorrere del tempo gli ha fatto guadagnare un po' di sale in zucca.” buttò lì Nick. “Quanto basta da capire di essersi comportato male.”

“Oggi lo definirebbero un ragazzino difficile, problematico.” continuò Judy. “CARATTERIALE, come direbbero alcuni. Ma ai tempi era un’autentica persecuzione, per noi tutti. Eravamo le sue vittime. Ci costringeva a fare qualunque cosa gli passasse per l’anticamera di quel suo cervello bacato. Era...grande e grosso, cresciuto fin troppo alla svelta, per uno della sua età. E quando picchiava, faceva male come avrebbe potuto far male un adulto, almeno dal nostro punto di vista. Non osavamo ribellarci, in alcun modo.”

“Ma quel giorno, di fronte all’ennesima angheria, ti giuro che non ne potei davvero più. E decisi di affrontarlo. Aveva appena preso con la forza dei biglietti ad una mia amica, una pecorella, ed io intervenni. Mi...buttò a terra, io reagii tirandogli un calcio in pieno muso e poi lui...lui mi...mi...”

La voce le si incrinò. Nick le mise una mano sulla spalla.

“Non c’é bisogno che tu vada avanti con il racconto, carotina.” disse. “Direi che può bastare.”

“NO!!” Rispose lei, con un’espressione ostinata.

Gli prese la mano e se l’appoggiò sulla guancia sinistra. Nick sentì una serie di irregolarità sulla superficie e capì al volo.

“M-ma...ma queste...sono...”

“Li senti, vero?” Gli domandò Judy. “Mi graffiò in faccia, lasciandomi questi tre segni. Ero completamente paralizzata, in quel momento. Spaventata a morte. Temevo mi avrebbe UCCISA, se soltanto mi fossi azzardata ad emettere un solo fiato. Fu terribile, credimi. Ma imparai una cosa molto importante. Che stare dalla parte dei buoni non significa automaticamente VINCERE, purtroppo. Ma non per questo bisogna smettere di LOTTARE, sempre e comunque. DOBBIAMO ESSERE NOI I BUONI, NICK! AD OGNI COSTO!! PERCHE’ A QUESTO MONDO, DI CATTIVI, CE NE SONO GIA’ FIN TROPPI. TROPPI...”

“Credo che tu abbia ragione.” intervenne Nick. “Ma...”

“E’ solo ed unicamente per questo motivo, che quella volta ho reagito a quel modo.” lo interruppe lei. “Quando ti ho visto avvicinarti con quell’aria minacciosa, mi é tornato alla mente Gideon. E ho avuto paura. Nient’altro.”

“E’ stato quello a farmi perdere il controllo,” aggiunse poi, mortificata. “non il fatto che tu fossi un predatore. Avrei dovuto dirtelo subito, ma non sono più riuscita a spiegarmi. Ed é venuto fuori un pasticcio tremendo. E tutto per colpa mia. Scusami: sono stata davvero una stupida.”

“Stà tranquilla, non importa.” la rassicurò Nick con un leggero sorriso. “Piuttosto, prima che mi stoppassi, stavo per dirti una cosa molto importante. E cioé che anch’io credo di doverti qualche spiegazione, in tal proposito.”

“C-che vuoi dire?” Domandò Judy, sorpresa.

“Anch’io ho frainteso, quella volta. Non furono le tue parole a farmi arrabbiare, ma ciò che vidi sugli schermi televisivi alle tue spalle.”

“C-cosa?”

“Proprio così. Vedere quei predatori come me, quei poveretti mentre venivano trascinati ed imprigionati, con la museruola ed il laccio al collo, mi fece ricordare quella brutta disavventura con gli scout...quella volta in cui i miei compagni mi fecero quell’orribile scherzo. Ma, in quel momento, ero troppo fuori di me per capire le vere ragioni della mia rabbia. Se mi fossi fermato a riflettere un solo attimo, uno soltanto...”

“Nick, io...”

“Beh, suppongo di essere il primo stupido, da queste parti.” aggiunse la volpe. “Comunque, direi che é giunto per entrambi il momento di rimediare. Comincio io, se permetti.”

Si avvicinò di scatto, baciandola sulla guancia sinistra.

“Perdonami, amore mio.” disse soltanto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Pare che i personaggi della mia long non siano gli unici, a non mantenere la parola data, per una ragione o per l’altra…

Vi avevo promesso una storia extra per la fine dell’anno, ed eccola qua. Quello che non mi aspettavo é che venisse fuori così lunga...quindi, ho deciso di dividerla in due parti (lo so, mi vorrei uccidere, a mia discolpa. Ma poi come farei a finire THE PROMISE YOU MADE? Almeno, aspettate che la finisca!!).

Ho deciso di scrivere questa breve storia perché...la verità é che non ce la faccio più a vedere Nick e Judy separati. E dato che nella mia long lo resteranno ancora per un bel pezzo, a giudicare da come si stanno mettendo le cose (se non addirittura DEFINITIVAMENTE, ma questo lo scopriremo solo vivendo, come diceva una nota canzone, e leggendo), mi sembrava doveroso fargli un piccolo regalo. Prendetelo come un risarcimento per tutto quello che vi sto facendo passare, ragazzi.

Riguardo a questa, non preoccupatevi: a breve posterò la seconda ed ultima parte.

Spero vi piaccia.

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno letto (e stanno leggendo) l’ultimo capitolo della mia long ed in particolare a Plando, salamander92, MizukiZukishima28, Freez shad e nami92 per le recensioni. E a DeniseCecilia per la doppia recensione (Bentornata!!).

Colgo l’occasione per augurare un felice anno nuovo a voi tutti!!

 

Alla prossima,

 

See ya!!

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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