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Autore: Ilee404    30/12/2016    3 recensioni
"Lui mi amava. Nonostante il mio carattere, nonostante la mia loquacità e nonostante lo dessi sempre per scontato, lui mi amava. Nonostante non lo apprezzassi abbastanza, nonostante lo prendessi spesso in giro, nonostante non gli regalassi mai niente, lui mi amava. O, almeno, così diceva."
Questa storia fa parte della serie Life ed è collegata a 2.0 Cities (MarkBam) e 3.0 Days (EunHae).
Il finale integrale potrete trovarlo alla fine di 3.0 Days.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Life '
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Dedico questa ff a mia sorella, Baekyeol addicted ^^
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Seasons
 
Summer

-Buongiorno Baekhyunnie…-
-Uhm? E’ già ora di alzarsi?-
Sbadigliai, mettendomi a sedere sul letto. Nonostante i miei occhi non riuscissero a stare aperti a causa del  sonno e della troppa luce che illuminava la nostra piccola camera da letto, il mio corpo sudaticcio ed appiccicoso sentiva il bisogno di staccarsi dalle lenzuola. Mi stropicciai gli occhi, sgridando Chanyeol per aver spendo il climatizzatore nel bel mezzo della notte.
-Ho spento il clima perché temevo che ti ammalassi con quell’aria fredda addosso ed il sudore sulla pelle.- si giustificò lui, andando nell’altra stanza a preparare la colazione.
-Non sarei sudato se l’avessi lasciato acceso!-
Ero fastidioso di mattina. Beh, a dire il vero lo ero ad ogni ora del giorno, sette giorni a settimana, compresi i festivi.
-Fa talmente caldo oggi che persino la spremuta nel frigo non si è rinfrescata!- mi disse poco dopo, tornando accanto al letto e poggiando il vassoio con il mio primo pasto del giorno sulle gambe che tenevo incrociate. Mi sfregai le mani, leccandomi le labbra alla vista di pane tostato e marmellata. Il mio stomaco brontolò, non lasciandomi nemmeno il tempo di riempirlo per bene con quella colazione invitante.
-Potremmo uscire oggi, che ne dici?- proposi, afferrando la prima fetta che Chanyeol si era occupato di ricoprire di marmellata alle fragole.
-Non credo sia il caso.- rispose lui, afferrandone un’altra e preparandola. Misi il broncio, nonostante avessi la bocca piena.
-Con una bella giornata come questa non possiamo restare in casa, non credi?- brontolai, sputacchiando qua e là. Lui rise, con quel suo vocione profondo.
-E che vorresti fare fuori?-
-Andare al parco, fare una passeggiata lungo il fiume, portare a spasso il cane…-
-Noi non abbiamo un cane, Baek…-
-Come no?-
-No…non ce l’abbiamo.-
-E cosa stiamo aspettando a prenderne uno?!-
Chanyeol mi schiacciò la fetta di pane che teneva in mano fin dentro la bocca, cercando di farmi stare zitto una volta per tutte. Agitai le mani, continuando a discutere con versi incomprensibili. Lui leccò la marmellata che gli era rimasta sul pollice e mi ricordò che ero stato io stesso a non volere un cane.
-Che posso dire…ho cambiato idea!- annunciai dopo aver deglutito.
-E chi se ne occuperà dopo?-
Non riflettei nemmeno un istante prima di offrirmi volontario come “addetto a cibo/acqua/cacca del cane”. Il ragazzo si mise le mani tra i capelli, scuotendo la testa: era già cosciente del fatto che la mia voglia di fare era solo momentanea e  che quella mansione sarebbe comunque toccata a lui. Ma lui mi amava. Nonostante il mio carattere, nonostante la mia loquacità e nonostante lo dessi sempre per scontato, lui mi amava. O, almeno, così diceva.

 
Autumn
 
-Buongiorno Baekhyunnie…-
Il forte profumo di caffè mi svegliò da un brutto incubo. Era già mattina, dunque? Schiusi gli occhi quanto mi bastava per leggere che ore fossero: le 7 del mattino, non un minuto di più.
-Sono venuto a buttarti giù dal letto presto stamattina!-
Non capivo perché Chanyeol fosse sempre così allegro quando veniva a darmi il buongiorno. C’era davvero qualcosa di bello nelle 7 del mattino?
-Ancora cinque minuti…- lo implorai, rifugiando la testa sotto le coperte. Lui rise rumorosamente. Rideva sempre rumorosamente.
-Spero che tu abbia dormito bene stanotte.-
 Mugugnai. I miei occhi erano così stanchi che rifiutarono di aprirsi nonostante il gigante avesse iniziato a strimpellare quella sua chitarra tutta scordata. Gli piaceva suonare. E a me piaceva vivere delle melodie che componeva per me.
-Ho fatto un bel sogno stanotte, sai?-
-Che genere di sogno? Erotico?- chiesi, scostando il lenzuolo da davanti alla bocca, in modo tale che la mia voce squillante uscisse chiara e forte: improvvisamente, il mio cervello si era svegliato.
-No, non sono te.- rise lui, facendo saltare per errore una delle corde della chitarra e digrignando i denti nel tentativo di rimetterla al suo posto.
-Peccato.- sbuffai, mettendomi a sedere sul letto. Alzai le braccia al cielo, distendendo i muscoli e sentendo le ossa della spina dorsale scricchiolare. Voltai la testa in direzione della finestra, incuriosito da che tempo ci fosse fuori: il vento soffiava forte e le prime foglie morte degli alberi svolazzavano leggere, disegnando dei cerchi nell’aria. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena: la sola idea di uscire di casa mi faceva venire freddo.  
-Ho rischiato di prendermi un bel raffreddore ieri! Il vento soffiava così forte che le punte delle mie orecchie erano diventate rosso fuoco!!-
-Potevi usarle come paravento.- sghignazzai, afferrandomi le orecchie per le punte e tirandole più che potevo, nel vano tentativo di copiare le sue. Lui mise il broncio, abbracciando la chitarra.
-E pensare che ero uscito per comprarti un regalo.-
-UN REGALO?!?- balzai fuori dalle coperte, mettendomi a carponi sul letto. Amavo i regali. E amavo il fatto che lui me li facesse. Aveva sempre avuto l’insolita abitudine di portarmi dei regali senza alcuna ricorrenza particolare. Semplicemente, gli faceva piacere viziarmi.
Si alzò lentamente, posò la chitarra a terra e si accucciò davanti al suo borsone. Frugò per un lasso di tempo infinito prima di riuscire a trovare la sorpresa che mi aveva preparato.
-Tadaaan!- strillò, presentandomi sotto il naso un qualcosa di morbido e mal impacchettato. Lo afferrai con entrambe le mani, scartandolo in fretta e furia come fossi un bimbo di 8 anni la notte di Natale.
-Che mi hai preso? Che mi hai preso?- chiesi a ripetizione, facendo a brandelli la carta regalo. Chanyeol si sedette accanto a me, slacciandosi gli scarponi e  raccomandandomi di fare attenzione a non tagliarmi con la carta.
-U-una sciarpa?- non ero un amante delle sciarpe, anzi, ero solito girovagare con i primi tre bottoni della camicia slacciati.
-L’ho fatta fare apposta per te, perché tu non ti ammala in giornate fredde come questa!-
Era stato davvero premuroso nei miei confronti…peccato che quella sciarpa di lana era davvero troppo lunga.
-Potrei avvolgermi da testa a piedi con questa!- risi, cercando di distenderla, ma le mie braccia erano troppo corte per farlo. Il suo viso emanava una gioia immensa, nonostante il mio poco entusiasmo di fronte a quel regalo. Lui mi amava. Nonostante non lo apprezzassi abbastanza, nonostante lo prendessi spesso in giro, nonostante non gli regalassi mai niente, lui mi amava. O, almeno, così diceva.
 
Winter
 
-L’inverno sta arrivando!!-
Il gigante piombò nella stanza, sbattendo i piedi sul tappetino d’ingresso. La neve si staccava bruscamente dalle sue scarpe, poggiando sul tappeto e sciogliendosi su di esso.
-Con quegli scarponi zuppi e sporchi in camera mia non ci entri! E poi, non mi hai ancora dato il buongiorno!-
Chanyeol strabuzzò gli occhi, indeciso su come raggiungermi senza sporcare il pavimento. Intelligentemente, slacciò le scarpe e le lasciò sul tappeto, balzando poi sul mio letto e travolgendomi con il peso del suo corpo.
-Yah ma che fai?! Se ti eri tolto le scarpe non c’era bisogno di saltare qua e là, potevi benissimo camminare sul pavimento!-
Devo davvero spiegargli tutto?! Ah! Lui rotolò fino a raggiungere i piedi del letto, sedendosi poi accanto ai miei piedi. Mantenne un enorme sorriso stampato sotto il  naso: come si fa a sgridarlo con quel faccione felice?
-Hai ragione, non si ripeterà più!- giurò, distendendo le gambe verso di me.
-Buongiorno Baekhyunnie…-
-Buongiorno a te Park. C’è tanta neve fuori?-
-Abbastanza da farmi scivolare per ben tre volte!- rise. Mi schiacciai il palmo della mano in faccia: come potevo avere un ragazzo così imbranato?
-Non è colpa della neve se ruzzoli a terra, è colpa delle tue gambacce lunghe lunghe e della tua goffaggine!- lo illuminai. Lui rise. Rideva sempre e comunque.
-Che poi…che numero hai di piede? Il ventordici?-
Afferrai con due dita il suo alluce che si agitava avvolto dal calzettone anti-stupro accanto al mio fianco e lo tirai leggermente, sentendolo gridare e ridere contemporaneamente.
-Lo sai come si dice, no?-
-Come si dice cosa?- Perché doveva sempre inventarsi modi di dire?
-Che la lunghezza del piede è proporzionale alla lunghezza del…hai capito.-
-Alla lunghezza del cosa?-
-Hai capito.-
-No, non ho capito.- Si, avevo capito.
-Di quella cosa!- disse lui, disegnando dei cerchi attorno al suo pene, indicandomi la rispost
a.
-Aaaah, ora ho capito.- sbraitai. -Beh, se è così tu sei l’eccezione alla regola!-
Sentendo le mie parole, mi diede una lieve pedata sul fianco: non si era offeso, anzi, era arrossito. Sapeva che mentivo.
-I tuoi piedini invece dimostrano che è vero!- mi stuzzicò. Io rimasi a bocca aperta, portandomi una mano sul petto come una perfetta ragazzina allibita.
-Punto primo: dici il falso. Punto secondo: il seme buono sta nel termos piccolo. Punto terzo: io sono il passivo dei due, quindi la mia Baekonda non ti deve minimamente interessare!-
Ero stato chiaro, preciso, convincente. E lui rideva. Rideva davvero sempre. Rideva davvero per tutto.
-Punto primo: i tuoi primi due punti si contraddicono. Punto secondo: non mi sono mai lamentato di ciò che contiene il tuo termos. Punto terzo: mi importa eccome!-
-Se ti importa, perché non facciamo mai a cambio?-
-Baekhyunnie. Saresti poco credibile. Te ne rendi conto?-
Non è vero. Non è affatto vero. Ok, è vero.
-Hai vinto.- brontolai, incrociando le braccia sul petto e mettendo il broncio. Lui si avvicinò a me, afferrandomi il mento con due dita in modo che lo guardassi dritto nei suoi occhioni marroni.
-Non farei mai a cambio per il semplice fatto che hai un culo da favola.-

Sono Byun Baekhyun. Ho un culo da favola. E lui mi amava. Nonostante gli dicessi che ha il pene piccolo (falso), nonostante trovassi i suoi calzettoni di spugna alti fino al ginocchio la cosa più anti sesso del mondo (vero), nonostante avessi un ego smisurato (vero), lui mi amava. O, almeno, così diceva.
 
Spring
 
-Buongiorno Baekhyunnie…-
-Era ora che arrivassi!- sbraitai, mettendomi in piedi sul letto, con il braccio destro al cielo ed il guinzaglio stretto nella mano.
-Devi portare il cane a fare pipì!-
-E dov’è finito il tuo spirito da “addetto a cibo/acqua/cacca del cane”??-
-E’…finito, come hai detto tu.-
Chanyeol sospirò, sorridendomi.
-Non l’hai mai avuto, diciamo.-
Balzò sul letto, strappandomi il guinzaglio dalle mani.
-PARK! LE SCARPE! MI SPORCHI IL LENZUOLO!- lo sgridai, indicando le sue scarpe, poi il lenzuolo pulito, poi le sue scarpe ed ancora il lenzuolo pulito.
-Ah, hai ragione! Me ne ero scordato!!- si inchinò un centinaio di volte, chiedendo perdono. Poggiò una mano sulla mia spalla per sfilarsi il primo mocassino, come se il mio corpicino potesse sorreggere il suo peso. Quando ebbe tolto anche l’altro, li gettò a terra, spalancando poi le braccia in attesa di un abbraccio. Per tutta risposta, gli diedi uno spintone, facendolo cadere sul materasso. Mentre precipitava dai suoi due metri di gamba, mi afferrò per un braccio, facendomi atterrare sopra di lui. Il suo petto si muoveva su e giù velocemente: stava ridendo. Quando mai non rideva?
-Park. Il cane.- ci tenni a ricordargli. Lui lasciò cadere la testa all’indietro: era già stanco dei miei brontolii inutili.
-Yangmal!! Vieni da mamma!- chiamai il cane a gran voce, vedendolo sbucare dalla porta dell’altra stanza e raggiungerci sul letto.
-Mi chiedo ancora come ho potuto permetterti di dargli un nome così stupido.-
-Non è stupido Park. Tu sei stupido se pensi che sia stupido!-
-Baekhyunnie...hai chiamato il nostro cane “Calzino.” E’ STUPIDO!-
-Non lo è.-
- E poi scusa, ma perché il cane può stare sul letto e le mie scarpe no?! -
- Perché lui è un calzino, mica una scarpa. Se avessi voluto che stesse lontano dal mio lenzuolo pulito l’avrei chiamato “Scarpa di Park”. Non sono mica stupido. -
Non lo ero?  Il cucciolo peloso iniziò a leccare ogni angolo del suo viso, badando bene di lasciarvici abbastanza bava. Chanyeol lo accarezzava con la sua mano gigantesca. Era talmente felice che se avesse avuto una coda avrebbe scodinzolato anche lui.
- Beh, se non ti decidi a portarlo fuori tu, lo faccio io! –
- No, Baek, aspetta! – si allarmò lui, cercando di riprendersi il guinzaglio che gli avevo appena rubato.
- E’ una bella giornata e voglio farmi una passeggiata col mio cane! –
- Baek, non uscire! – mi ordinò, cercando di incastrare i suoi piedoni dentro i mocassini.
- Perché no?! – gridai, esausto dal suo continuo rifiuto al lasciarmi uscire. – Vado al parco, faccio fare pipì a Yangmal e torno da te. Promesso. –
Abbassai deciso la maniglia della porta della mia camera e misi un piede al di là dell’uscio. Era da tanto che non uscivo. Era da tanto che non mi lasciava uscire.
- Baekhyun! Baekhyun!!!! non uscire! Baekhyunnieee!!! –


- Baekhyun? Baekhyun? –
La luce di una pila mi accolse non appena aprii gli occhi.
- Che diavolo sta facendo? –
Non riuscivo a vedere chiaramente chi mi stesse puntando quella luce contro.
- Bentornato tra noi, Baekhyunnie. –
- Bentornato? Bentornato dove? Dov’è il nostro cane?! -
- E’ un piacere poterti finalmente conoscere, sig. Byun. –
- Come se non mi conoscessi così bene. Che ti è preso sig. Calzino? Non mi riconosci più? -
- Sei tu, in realtà, a non conoscere me. Io sono il dottor Park. Ma puoi chiamarmi Chanyeol se ti fa piacere. –
- Lo so come ti chiami, stupito! Mi dici che diavolo…oh aspetta. Hai detto “dottor”’? –
- E’ proprio ciò che ho detto. Mi fa piacere che ti sia svegliato così in forze. –
Non riuscivo a capire. Mi ero svegliato? Se sì…stavo dormendo?
- Capisco che tu ti senta disorientato al momento, ma ora ti chiarirò le idee. –
- Dov’è il cane, Park? -
- Ti sei appena svegliato dal coma, Baekhyun. Hai dormito, per così dire, per quasi un anno. Probabilmente, ti sembrerà di conoscermi perché ero qui a vegliare su di te ogni giorno, a darti le medicine e…sì, a portarti anche qualche regalo. –
- …Che cosa? –
- Mi dispiace, Baekhyun. Mi dispiace davvero. –
- No no no fermo aspetta! Noi abbiamo fatto tante cose insieme, ti ricordi? Abbiamo litigato su chi ce l’aveva più lungo, abbiamo litigato per comprare un cane ed abbiamo litigato perché spegnevi costantemente il clima! Abbiamo sempre litigato, ma ci amavamo! Tu mi amavi. O, almeno, così dicevi. -
- Durante il coma, capita spesso che i pazienti vivano un’altra realtà. Le parole che ti dicevo ogni mattina evidentemente sono state rielaborate dal tuo cervello e ti hanno fatto vivere delle scene che nel mondo reale non sono mai accadute. So che può essere traumatico per te, ma noi non abbiamo mai litigato, ne per il cane, ne per il clima, ne tantomeno per chi ce l’ha più lungo! Che, se vogliamo dirla tutta, la lunghezza del piede è proporzionale alla lunghezza del…hai capito. E guarda qua! Ho un piede enorme! –
- Me l’hai già detto, Chanyeol, me l’hai già detto!! E’ esattamente di questo che parlavo! T-ti prego, non dirmi che era tutto un sogno…ti supplico. –
Abbassò lo sguardo, mordendosi un labbro. Era seduto sul mio letto, come ero sempre stato abituato a vederlo. Quel letto, però, era di un ospedale. L’ospedale in cui ero rimasto rinchiuso circa un anno, lasciando che le stagioni si alternassero, schiudendo le palpebre solo nel pieno della primavera. Iniziai a sentire le lacrime rigarmi le guance calde, incontrarsi sulla punta del mio mento e gocciolare sul lenzuolo pulito. Chanyeol, il vero Chanyeol, asciugò quelle lacrime con un pezzo di stoffa dalla consistenza strana. Sembrava quasi…spugna.
- Park, mi stai asciugando le lacrime con un calzino? –
Alle mie parole arrossì, nascondendo il calzino sulla tasca del grembiule da dottore.
- Non è colpa mia se ne porto un paio di riserva nella tasca. –
Il vero Park era, se possibile, più strano di quello con cui avevo vissuto quell’ultimo anno.
- E quindi…noi abbiamo un cane? – cambiò discorso. Annuii.
- Si chiama Yangmal. –
- …è un nome stupido. –
- …sì, lo è. –
Mi asciugai con le maniche della vestaglia le ultime lacrime e gli sorrisi.
- Dottor Park, puoi promettermi una cosa? –
Si alzò dal letto, afferrando la mia cartella clinica ed avviandosi verso l’uscita della mia stanza.
- Certo, dimmi. –
Sorrise. Il sorriso era lo stesso.
- Puoi promettermi che non smetterai mai di indossare quei calzini di spugna, alti fino al ginocchio e decisamente anti sesso? –
Rise. La risata era la stessa.
- Facciamo così: non appena ti riprenderai del tutto, ti prometto che ti porterò nel negozio a comprarne un paio anche per te! Andremo a fare colazione, magari con pane tostato e marmellata di fragole, faremo un giro al parco, passeggeremo lungo il fiume e porteremo a spasso il cane che non abbiamo. Sono curioso di sapere la nostra storia, Byun Baekhyun. –
- Te la farò conoscere, Park Chanyeol. -
Odiatemi pure. Questa era la mia prima ff sulla Baekyeol (e probabilmente l'ultima dato che con un finale del genere sarete tutti fuori da casa mia con torce e forconi), ma spero vi sia piaciuta ^^ Fatemi sapere che ne pensate :3
  
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