Quella di trasferirsi, era stata un’idea di sua madre Emily, che vedendo la figlia sempre più triste, pensò che la cosa migliore per lei sarebbe stata ricominciare tutto da capo. <
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Cassie aveva paura di quello che l’aspettava, l’idea di incontrare persone nuove non la faceva impazzire di gioia e nemmeno il fatto di cambiare casa. Lei amava vivere lì, ma in ogni caso, sapeva che se ne sarebbero dovute andare, troppi brutti ricordi abitavano quella casa e loro avevano bisogno di tranquillità.
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Aveva un carattere molto forte, era tutto il contrario della ragazza dolce e timida che di solito piaceva ai ragazzi. Aveva la brutta abitudine di contraddire tutto ciò che le veniva detto. Molte volte Emily litigava con la figlia, l’ultima volta era stata dopo la proposta di cambiare casa.
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Era una ragazza con la testa fra le nuvole, le piaceva cavalcare ed il suo passatempo preferito era starsene chiusta dentro casa a leggere.
La madre le fece un grande sorriso <
Emily conosceva la bravura della figlia nello scrivere, ma sapeva anche che lei non aveva molti amici, perciò decise di regalarle un diario, così che lei potesse sfogarsi in quelle pagine.
Da allora Cassie non smise di scrivere, quando più ne sentiva bisogno si immergeva nella scrittura delle sue giornate e dei suoi pensieri, negli ultimi tre mesi aveva scritto quasi ogni giorno, sentiva il bisogno di sfogare la sua rabia con qualcuno, doveva dire a qualcuno quanto la morte del fratello le creò un vuoto dentro.
Prese la penna che era attaccata al diario e cominciò. Le parole le uscivano come se qualcuno gliele stesse dettando, non riusciva a fermarsi, ogni volta era così, non appena toccava la carta la sua mente abbandonava il corpo e tutto ciò che la circondava non aveva più importanza.
‘Una casa grande, circondata da delle staccionate di legna, molto bella all’apparenza. Sembra molto vecchia ed è piena di finestre, Cassie si avvicinò alla porta’ Poi il buio.
Cassie si svegliò di soprassalto, era ancora in camera sua, sul suo letto, aveva ancora in mano la penna e sotto il suo braccio destro c’era il diario. Si mise a sedere sul letto.Dalla finestra penetrava la luce del mattino.
Se ne stava lì, a fissare quella finestra dalla quale era solita osservare la grande quercia davanti alla sua casa.
All’improvviso un rumore la distolse dal panorama.
Cassie conosceva bene quel rumore, ormai sapeva riconoscere bene i passi della mamma quando saliva le scale, un passo leggero che annunciava il suo arrivo
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Emily diede un leggero bacio sulla fronte della figlia, prese la valigia e s’incamminò per le scale. Cassie si alzò dal letto ed andò in direzione del bagno. Dopo essersi fatta la doccia si fermò davanti allo specchio, aveva i capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle e la pelle pallida. Gli occhi verdi, attraverso il riflesso, si rivolsero verso le piccole cicatrici presenti su tutto il corpo. Tagli provocati dall’incidente avvenuto quattro mesi prima. Continuò a studiarsi finché gli occhi non si fermarono sulle due cicatrici più grandi presenti sul suo petto. A Cassie non piacevano quelle cicatrici, ma per lei significavano simboli di guerra. Non ne andava assolutamente fiera, rappresentavano un ricordo orribile che sarebbe rimasto con lei per sempre, impresso sulla pelle. <
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Erano passate ormai molte ore da quando Cassie e la madre stavano in viaggio. Il potente sole delle due filtrava dal finestrino della macchina, passarono per tante strade meravigliose poi, ad un certo punto Emily svoltò per una stradina secondaria che stava sulla destra dalla strada principale. Sui margini della strada c’erano alberi piantati tutti in fila. <