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Autore: DaianaElena    31/12/2016    0 recensioni
Cassie è una giovane di 17 anni che una notte perse suo fratello Jeremy in un tragico incidente.
Dopo essersi trasferita insieme alla madre, comincia a fare strani incubi su una casa non molto distante dalla sua e sul ragazzo che un secolo prima la abitava.
Scoprirà che i fantasmi sono reali e che c'è una maledizione segnata sulla sua famiglia.
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cosa più difficile da fare per Cassie, era superare la morte di suo fratello, accadde così, per caso un giorno come tutti gli altri. Cassie e Jeremy stavano tornando dalla casa al lago. Per loro era una tradizione andare lì ogni tre mesi, suo fratello era un fotografo perciò amava fotografare il paesaggio mutare nelle varie stagioni. Dopo aver passato il weekend lì, ed aver ammirato quel paesaggio per ore ed ore, decisero di tornare a casa, ma ormai si era fatto buio, pertanto decisero di prendere una scorciatoia per i boschi. Questo fu l'ultimo ricordo che Cassie ebbe di quella notte, non le restava nulla di quello che era successo, se non le bruciature sul petto causate dal defibrillatore ed il racconto di sua madre. Un pazzo stava percorrendo la loro stessa strada in senso contrario e con i fari spenti, <> le disse sua madre piangendo. <>. Queste parole le rimbombavano continuamente nella testa, ma nonostante ci sperasse, Cassie non riusciva a credere che suo fratello fosse morto senza sentire nulla. L’unica cosa di cui era certa, era che Jer era morto e lo era stata anche lei per alcuni secondi, ma nonostante il fatto che lei era ancora in vita, si sentiva come se una parte di lei, fosse morta insieme a lui quella notte.
Quella di trasferirsi, era stata un’idea di sua madre Emily, che vedendo la figlia sempre più triste, pensò che la cosa migliore per lei sarebbe stata ricominciare tutto da capo. <> disse un giorno, <>. Il pensiero di trasferirsi la infuriava tantissimo, non riteneva necessario trasferirsi, ovunque sarebbe andata sapeva che quel vuoto che provava dentro di sé non l’avrebbe mai abbandonata, ma sapeva che anche sua madre aveva bisogno di cambiare vita, dopo la morte del marito avvenuta molti anni prima, la morte del figlio maggiore la stava portando in depressione.
< le disse sua madre sorridendo, poi si alzò per prendere la spazzola per i capelli. Lo faceva ogni sera da quando Cassie era ancora una bambina, quello era il loro momento, una cosa che nessuno avrebbe mai potuto togliere per quanto la situazione potesse essere disperata. Ogni sera sua madre andava verso la mensola e prendeva dal secondo cassetto la spazzola blu che usava da quando Cassie era piccola, ormai era diventato un rito. Amava tanto i capelli della figlia, erano folti e molto lunghi di un colore arancione acceso, per questo ogni tanto si divertiva a chiamarla ‘pel di carota’. Ogni volta che le toccava i capelli, Emily riusciva a rivedere suo marito, lo aveva ben impresso nella mente, aveva i capelli arancioni e tante lentiggini che la figlia aveva ereditato, gli occhi marroni e le labbra carnose. Le uniche immagini che la ragazza aveva di lui erano prese dalle foto di famiglia che sua madre custodiva gelosamente in una scatola riposta sotto il letto. Quella scatola raccontava una grande storia d’amore, era piena di foto e lettere regalatele dal marito, ogni tanto mentre i figli dormivano Emily la tirava fuori e rovistava tra tutti i ricordi che aveva.
<> disse sorridendo, <>.
Cassie aveva paura di quello che l’aspettava, l’idea di incontrare persone nuove non la faceva impazzire di gioia e nemmeno il fatto di cambiare casa. Lei amava vivere lì, ma in ogni caso, sapeva che se ne sarebbero dovute andare, troppi brutti ricordi abitavano quella casa e loro avevano bisogno di tranquillità.
<> Chiese Cassie, la madre smise di spazzolarle i capelli ed andò a sedersi di fronte alla figlia. <> Le rispose sorridendo.  A Cassie venne l’istinto di abbracciare la madre ma si tranttenne, non era tanto il tipo da abbracci, carezze e parole dolci.
Aveva un carattere molto forte, era tutto il contrario della ragazza dolce e timida che di solito piaceva ai ragazzi. Aveva la brutta abitudine di contraddire tutto ciò che le veniva detto. Molte volte Emily litigava con la figlia, l’ultima volta era stata dopo la proposta di cambiare casa.
<> continuava a dire Cassie <>
 <> le ripeteva continuamente sua madre, <>
Era una ragazza con la testa fra le nuvole, le piaceva cavalcare ed il suo passatempo preferito era starsene chiusta dentro casa a leggere.
La madre le fece un grande sorriso <> Cassie ricambiò il sorriso e cominciò a dirigersi verso la sua camera da letto. Mentre saliva le scale, le riaffioravano ricordi di quando era piaccola, di quando suo padre la riaccompagnava in cameretta perché aveva paura del buio, e di quando faceva a gara con suo fratello a chi arrivava prima nella propria stanza. La camera di Jeremy era ancora intatta, nessuno aveva toccato nulla, per Emily quella stanza era ormai diventato una museo intoccabile nel quale raramente entrava, Cassie invece, ogni tanto di nascosto, entrava, si sedeva sul letto del fratello ed iniziava a leggere, oppure a cantare le canzoni che entrambi avevano composto. Sperava che il fratello potesse sentirla ed essere fiero di lei, quelle canzoni erano l’unica cosa che la faceva ancora sentire accanto a lui e le custodiva gelosamente in una cartellina che aveva ormai riposto in una delle tante scatole per il trasloco. Quella sera però non si fermò, andò dritta in camera sua e si sedette sul letto. La stanza era ormai vuota e silenziosa, erano rimasti solo il letto e l’armadio che ormai conteneva i pochi vestiti che le restavano da mettere in valigia. Si affrettò a sistemare tutto e poi si distese sul letto con la faccia rivolta al soffitto. Quella sarebbe stata l’ultima notte in cui avrebbe dormito nella sua stanza. Con un dolce movimento fece passare la mano sotto il materasso ed estrasse il diario che la madre le regalò per i suoi  15 anni.
Emily conosceva la bravura della figlia nello scrivere, ma sapeva anche che lei non aveva molti amici, perciò decise di regalarle un diario, così che lei potesse sfogarsi in quelle pagine.
Da allora Cassie non smise di scrivere, quando più ne sentiva bisogno si immergeva nella scrittura delle sue giornate e dei suoi pensieri, negli ultimi tre mesi aveva scritto quasi ogni giorno, sentiva il bisogno di sfogare la sua rabia con qualcuno, doveva dire a qualcuno quanto la morte del fratello le creò un vuoto dentro.
Prese la penna che era attaccata al diario e cominciò. Le parole le uscivano come se qualcuno gliele stesse dettando, non riusciva a fermarsi, ogni volta era così, non appena toccava la carta la sua mente abbandonava il corpo e tutto ciò che la circondava non aveva più importanza.
‘Una casa grande, circondata da delle staccionate di legna, molto bella all’apparenza. Sembra molto vecchia ed è piena di finestre, Cassie si avvicinò alla porta’ Poi il buio.
Cassie si svegliò di soprassalto, era ancora in camera sua, sul suo letto, aveva ancora in mano la penna e sotto il suo braccio destro c’era il diario. Si mise a sedere sul letto.
Dalla finestra penetrava la luce del mattino.
Se ne stava lì, a fissare quella finestra dalla quale era solita osservare la grande quercia davanti alla sua casa.
All’improvviso un rumore la distolse dal panorama.
Cassie conosceva bene quel rumore, ormai sapeva riconoscere bene i passi della mamma quando saliva le scale, un passo leggero che annunciava il suo arrivo
<> le chiese Emily bussando da dietro la porta.
<> Questa era una delle cose che amava più della madre, non entrava mai in camera senza il suo permesso.
<> disse la donna camminando verso la valigia posata a terra. <>
<> Disse Cassie rivolgendole un sorriso.
Emily diede un leggero bacio sulla fronte della figlia, prese la valigia e s’incamminò per le scale. Cassie si alzò dal letto ed andò in direzione del bagno. Dopo essersi fatta la doccia si fermò davanti allo specchio, aveva i capelli bagnati che le ricadevano sulle spalle e la pelle pallida. Gli occhi verdi, attraverso il riflesso, si rivolsero verso le piccole cicatrici presenti su tutto il corpo. Tagli provocati dall’incidente avvenuto quattro mesi prima. Continuò a studiarsi finché gli occhi non si fermarono sulle due cicatrici più grandi presenti sul suo petto. A Cassie non piacevano quelle cicatrici, ma per lei significavano simboli di guerra. Non ne andava assolutamente fiera, rappresentavano un ricordo orribile che sarebbe rimasto con lei per sempre, impresso sulla pelle. <> disse guardandosi ancora una volta allo specchio, poi si vestì in fretta, si lavò i denti ed andò dalla madre.
<> disse Emily in tono scocciato. <> rispose la ragazza avvicinandosi al tavolo. <>
<> disse la ragazza rivolgendo lo sguardo alla madre ‘Si, per quanto mi riguarda’ la donna si incamminò verso la porta <> Cassie fece un breve sorriso  <>
Erano passate ormai molte ore da quando Cassie e la madre stavano in viaggio. Il potente sole delle due filtrava dal finestrino della macchina, passarono per tante strade meravigliose poi, ad un certo punto Emily svoltò per una stradina secondaria che stava sulla destra dalla strada principale. Sui margini della strada c’erano alberi piantati tutti in fila. <> Disse Emily con un grandissimo sorriso.
   
 
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