Percepivo nitidamente ogni singola nota come un taglio sulla pelle, sorprendendomi di quanto una canzone così dolce potesse fare così male.
La ascoltai ripetersi da capo una, due, tre volte, poi accessi un altro drummino, e poi un altro ancora.
Mi persi, ascoltandola.
Tra quelle note, guardando quelle stelle, da sola, al freddo, la notte di Natale, trovai un passaggio per guardarmi dentro piú profondamente di quanto non volessi davvero fare.
Presi in mano il cellulare, stordita dai miei stessi pensieri, ed iniziai a scrivere.