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Autore: SephireY    31/12/2016    0 recensioni
Percepivo nitidamente ogni singola nota come un taglio sulla pelle, sorprendendomi di quanto una canzone così dolce potesse fare così male.
La ascoltai ripetersi da capo una, due, tre volte, poi accessi un altro drummino, e poi un altro ancora.
Mi persi, ascoltandola.
Tra quelle note, guardando quelle stelle, da sola, al freddo, la notte di Natale, trovai un passaggio per guardarmi dentro piú profondamente di quanto non volessi davvero fare.
Presi in mano il cellulare, stordita dai miei stessi pensieri, ed iniziai a scrivere.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti. Temo di non avere un ganchè da dire riguardo a questa one-shot.
Scusate in anticipo. 
Un grande saluto,
SephireY


Un'altra giornata di festa era volta al termine.
Mi arrampicai fino all'ultimo piano della casa, una soffitta abbandonata da tempo nella quale nessuno sarebbe mai salito, tanto meno a quell'ora di notte, e mi ranicchiai all'esterno, in un angolo del balcone, seduta sopra un blocchetto di cemento.
Affondai le mani nelle tasche in cerca di tabacco, filtri, accendino e cartine, e li usai per girarmi quattro drummini, il piú velocemente possibile.
Le cuffiette erano giá al posto loro, il volume giá alzato al massimo, premetti "play" e mi affidai alla riproduzione automatica.
Subito le note di "Your song" m'investirono con la loro dolcezza.
Speravo capitasse qualche pezzo rap, ma per qualche strana ragione non cambiai canzone:
Quella era perfetta in quel momento.
Impostai il telefono in modo che la riproducesse automaticamente in loop, appoggiai la schiena al muro, accesi il primo drummino e chiusi gli occhi.
Percepivo nitidamente ogni singola nota come un taglio sulla pelle, sorprendendomi di quanto una canzone così dolce potesse fare così male.
La ascoltai ripetersi da capo una, due, tre volte, poi accessi un altro drummino, e poi un altro ancora.
Mi persi, ascoltandola.
Tra quelle note, guardando quelle stelle, da sola, al freddo, la notte di Natale, trovai un passaggio per guardarmi dentro piú profondamente di quanto non volessi davvero fare.
Presi in mano il cellulare, stordita dai miei stessi pensieri, ed iniziai a scrivere.
 
 
"Mel. Mi dispiace scriverti a quest'ora... Ma non so con chi altro parlare di questo.
Ho capito una cosa:
Non durerá con Massimo.
Non durerá con nessuno.
Perché non ameró mai piú nessuno come ho amato Lui.
In maniera così spassionatamente sincera e senza filtri, in maniera così bellissima e completa.
Nemmeno Lui, se tornasse.
Perché non ho piú amore da dare. A nessuno.
Ho un blocco.
Per farlo passare servirebbe qualcuno che mi dia tanto, tantissimo amore da subito, come ho fatto io con Lui.
Sono vuota. Di un vuoto d'amore che solo qualcun'altro puó riempire. Qualcuno che non sia io.
Sono sbagliata, perché sono da convivenza. Sono da amore per i piccoli gesti quotidiani.
E per questo rimarró sola.
Perché ci vuole tempo per queste cose, ed io di tempo non ne ho, é qualcosa di cui ho bisogno subito e che non arriverá mai in tempo.
Lo odio, Melissa.
Mi ha rovinato la vita.
Ha preso i miei sentimenti e li ha buttati nel cesso, ferendomi così tanto nel profondo da non poter piú guarire.
Lo odio perché é stato l'amore della mia vita, e mi ha precluso la possibilitá di averne altri.
Non saró mai piú così felice.
Non ho piú niente.
L'Amore, quello vero, é un rischio, una scelta che si puó prendere una volta sola nella vita, una pistola con una sola cartuccia.
Ed io l'ho sparata, quella cartuccia.
L'ho sparata per la persona sbagliata. E non ho piú munizioni.
Ho sbagliato tutto.
Ogni carezza é stata un errore che non ho modo di cancellare.
Vorrei perdere la memoria, dimenticare anche chi sono... E ricominciare da capo, con un'innocenza nuova, quella che io non ho piú e che non c'é modo di far tornare.
Ho sbagliato un sacco di cose nella vita, ma Lui, mi aveva fatto credere che quegli errori non esistevano piú, perché ha fatto arrivare qualcosa di piú grande che sembrava averli cancellati tutti.
E poi é finita. E mi sono ricaduti addosso con il peso di un macigno.
Era la mia ultima possibilitá e io l'ho donata alla persona sbagliata.
Sono stata una stupida.
Perché avrebbe dovuto amarmi?
Cosa avevo io da offrire?
Cos'ero io, per credere di poter essere felice per davvero?
Per credere che l'Amore, quello vero potesse toccare proprio a me?
Ero solo una ragazzina sporca.
E stupida.
Che stupida sono stata... Per pensare di poter essere speciale per qualcuno.
La prima scelta di qualcuno.
Non lo sono mai stata.
Sono sempre stata la fottutissima seconda scelta.
Una puttanella che regalava amore.
Ed ora non ne ho piú.
Che stupida sono stata...
É come per il fuoco:
Non riuscivo a ricordare che mi sarei bruciata e mi avvicinavo sempre troppo, al punto da riempirmi di ustioni... Ero innocente.
Adesso non mi brucio nemmeno se ci metto le mani in mezzo.
La scorza é troppo dura per bucarla.
Passeró la vita come la vecchietta del Titanic:
Vivendo una vita intera, con la consapevolezza che il meglio é giá passato, che indipendentemente da tutto non staró mai piú così.
Lei non ha raccontato la sua vita col marito, ha raccontato la sua storia con Jack, perché non importa quanto sia stata breve:
Lui era scelta. Lui era colui a cui aveva sparato la sua cartuccia.
Lo odio.
Mi ha illusa. Mi ha fatto sentire così felice da poter credere che sarebbe stato per sempre.
Non crederó mai piú una sciocchezza del genere.
Che stupida, Melissa. Che stupida che sono stata. Vorrei tornare indietro e picchiarmi.
Vorrei non averlo mai conosciuto.
Vorrei non essermi mai persa nei suoi occhi, perché non ho piú visto niente apparte quelli da allora.
Mi sono legata a Lui, ma Lui era la persona sbagliata.
Ho sbagliato.
Ho sbagliato tutto.
Persino quell'unica volta che non avrei dovuto sbagliare.
L'unica occasione per essere così felice da dimenticare qualunque altro sbaglio passato.
Che schifo che faccio.
Me la cavo nelle situazioni piú stupide, e poi non valgo un cazzo nelle situazioni importanti.
Devo parlargli.
Devo sputargli addosso il mio odio.
E devo parlare con Massimo.
É un ragazzo magnifico, non se lo merita di portare una croce come me.
Sono un cazzo di fardello.
Sono un casino.
E nessuno vuole stare con un casino.
Nessuno vuole risolvere problemi prima ancora di cominciare.
Mi sento di morire. Mi ha lasciata da due anni ed io ancora mi sento di morire.
Mi manca qualcosa. Sono incompleta. Da buttare.
Non valgo piú niente.
Ho sparato quella stupida cartuccia, ed era l'unica cosa che mi dava valore.
L'unica prima volta che contasse davvero qualcosa.
E per cosa? Per aver creduto al suo sorriso. Per aver creduto che sorridesse per me.
Che cazzo di stupida idiota.
E adesso Lui dice a quella cagna, quello che IO dicevo a Lui.
Prova quello che provavo io, ma per un'altra.
Gli auguro una vita lunga, serena e priva di imprevisti e sfortune... ma spero che la viva tutta, fino alla fine, con la mia stessa infelicitá, con la mia stessa consapevolezza di essere da buttare, di non poter piú provare niente di grande, con la mia stessa voglia di squarciarmi il petto e mettermi ad urlare. E buttare via quel cuore maledetto che mi ha tradita, che ha fatto la scelta sbagliata.
Lo odio cazzo lo odio.
Non ce la faccio piú a stare così.
Vorrei urlargli contro quanto lo odio, quanto mi ha fatto male.
Che bastardo. Che testa di cazzo.
Che idota.
Che idiota sono stata.
Lui non ce l'ha un cuore.
Lui ha fatto finta di averlo.
Lui aveva sparato la sua cartuccia e gli serviva qualcuno che lo ricaricasse dell'amore che aveva speso inutilmente.
Quindi ha derubato me.
Ha preso il mio, per poterlo dare a qualcun'altro.
Era tutto ció che potevo dare.
E Lui l'ha dato a qualcun'altro.
Maledetto.
Mi ha fatta a pezzi.
Ed io gliel'ho lasciato fare.
Che cazzo di stupida Mel.
Dovevo capirlo, che il lieto fine esiste solo nelle favole.
Ed ora non ho piú niente.
Lo odio. Ha ucciso l'ultima parte di me che poteva salvarmi da me stessa.
Quella che Credeva.
In Qualcosa.
Qualcosa di bello.
E Lui l'ha calpestata.
Che senso ho io adesso?
Non sorrido di cuore da tantissimo tempo.
Era tutto per Lui. Ha rubato i miei sorrisi.
Come faccio adesso?
Senza quella lucina negli occhi, non ho piú un sorriso.
Ho solo una smorfia. Un'imitazione di un ricordo...
E mi dispiace, mi dispiace di assillarti così, mi dispiace di non essere gioiosa e senza problemi, mi dispiace si essere un casino, so di essere pesante, mi dispiace. Mi dispiace da morire per tutto, mi dispiace di essere così drammaticamente fragile, mi dispiace di non poter essere una buona amica, perché ho troppo BISOGNO per aiutare qualcun'altro se ce n'é la necessitá.
Mi dispiace Mel. Scusami tanto.
Ti voglio bene, vorrei essere migliore, per poter rendere migliore anche la vita degli altri. Invece riesco solo a renderla peggiore, perché non ho piú niente da dare, ma ho così tanto bisogno di chiedere.
Non ti biasimeró se ti stancherai di me, e di tutti i miei discorsi.
Avresti ragione.
Tu sei una buona amica. E lo sei diventata in così poco tempo da farmi paura.
Grazie per questo.
Ti voglio tanto bene.
Aurora."
 
Mi fermai con le mani tremanti, e cercai di calmarmi, ma ero scossa dai singhiozzi.
"Invia".
Guardai il cielo, perdendomi in quella stella che guardavamo insieme quando eravamo lontani, per ricordarci che in fondo eravamo sotto lo stesso Cielo.
Affondai di nuovo le mani nelle tasche finché non trovai ció che stavo cercando:
Punta di bisturi 12mm.
Mi scoprii il polso e il mio braccialetto porta fortuna perse la sua ultima perla.
"Pazienza." pensai.
Ascoltai "Your song" perdersi nella sua ultima nota, per poi ricominciare, e la lama affondó.
La pelle si tagliava come burro, era quasi poetica tutta quella situazione.
Non vedevo piú dove passava la lama, né la mia pelle bianca, c'era solo rosso.
Alzai di nuovo lo sguardo e la vidi, la nostra stella.
Mi rilassai.
Stava venendo a prendermi.
Chiusi gli occhi mentre la sua luce mi avvolgeva e finalmente sentii il cuore di nuovo al caldo.
E poi vidi Lui.
Che mi guardava come solo Lui mi poteva guardare.
Che mi stringeva facendomi sentire felice come solo Lui era in grado di fare.
Sorrisi.
Dopotutto, era stato uno splendido Natale.
  
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