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Autore: Amantide    31/12/2016    8 recensioni
AU [Percabeth] [Caleo] [Jasper] [Solangelo]
Annabeth è single, esattamente come lo sono le sue migliori amiche: Piper e Talia.
Sembra il presupposto ideale per organizzare una vacanza insieme al mare e rimuovere definitivamente il fantasma dell’ex fidanzato dalla sua vita. A sconvolgere quella che avrebbe dovuto essere una vacanza tranquilla ci penseranno Percy, Jason e Leo. Il primo è un bagnino affascinante che ha abbandonato la città e si è rifugiato al mare, dove conduce una vita sregolata lontano da tutti. Gli altri due sono amici da sempre, di quelli che viaggiano sempre in coppia e non perdono l’occasione di fare nuovi incontri, femminili soprattutto...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason/Piper, Leo Valdez, Percy Jackson, Percy/Annabeth, Talia Grace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: è con un po' di tristezza ma con grande soddisfazione che vi comunico che siamo finalmente giunti alla fine di questa storia. "Siamo", avete letto bene, perchè per me siete stati dei fedeli compagni lungo questo lunghissimo percorso che è durato più di un anno e che in qualche momento ho temuto non vedesse una fine. Vi ringrazio per aver pazientato quando gli aggiornamenti si sono fatti attendere e vi ringrazio ancora di più per le belle parole che avete speso per questa FF, per le mie idee e per il mio modo di metterle nero su bianco. Rileggendo questa storia ho imparato tante cose su me stessa e mi ritengo molto soddisfatta del risultato. Quello che state per leggere è solo un epilogo quindi non stupitevi se sarà breve, è solo un qualcosa che mi si era palesato nella mente molti mesi fa e che mi sembrava potesse essere una conclusione carina per questa storia. Spero che sia di vostro gradimento perchè, arrivata a questo punto, non potrei mai perdonarmi un passo falso. Chiudo questo 2016 con un enorme grazie a tutti voi. Spero che il 2017 mi riservi tanta ispirazione e soprattutto tanto tempo per scrivere qualcosa di bello. Vi auguro il meglio.





EPILOGO

 
 
Percy raggiunse il terzo piano facendo i gradini tre alla volta, il fiato corto e il cuore che batteva a mille. Aveva volutamente ignorato l’ascensore per evitare la coda e senza essersene accorto aveva seminato Annabeth a metà del secondo piano. Davanti a lui c’era una porta munita di maniglione antipanico sul quale era affisso un cartello con numerose indicazioni, ma lui aveva troppa fretta per soffermarsi a leggerle tutte. Spalancò la porta e imboccò il corridoio che gli si parò davanti senza saper bene dove andare. C’era molta gente e nonostante parlassero tutti con un tono di voce abbastanza alto alle sue orecchie giungeva solo un brusio confuso e fastidioso.
Camminò per qualche metro guardandosi intorno e proprio in quel momento una voce conosciuta spiccò tra le altre.
“Percy alla reception hanno detto reparto C!” Era Annabeth, l’aveva finalmente raggiunto e solo dopo aver afferrato la sua mano gli fece notare che stava andando nella direzione sbagliata.
“Cosa?” fece Percy disorientato cercando di ritrovare un barlume di lucidità.
“Il reparto C è di qua” ripeté Annabeth indicando il cartello sopra la porta che conduceva ad un altro corridoio affollato.
“Sì, giusto” convenne Percy riprendendo a camminare a passo svelto mentre Annabeth lo seguiva sorridendo.
La chiamata era arrivata all’improvviso e da quel momento Percy era andato in tilt. Era stato il suo patrigno a chiamare, dicendo che Sally aveva le contrazioni e che Charlie sembrava aver deciso che il tre di settembre era un buon giorno per venire al mondo.
“Percy!” Esclamò Jason dal fondo del corridoio, “finalmente ce l’avete fatta!”
“Dov’è?” domandò lui avvicinandosi di corsa, l’adrenalina che aumentava ad ogni passo.
“In sala parto” spiegò Talia facendogli cenno di sedersi, “Paul è appena entrato, penso che ci vorrà ancora un po’.”
“Quindi non è ancora nato?” s’informò Percy che sembrava incapace di rilassarsi.
“Ancora no” lo rassicurò Talia facendogli nuovamente segno di sedersi.
“Eravamo dall’altra parte della città e c’era traffico” spiegò Percy a Jason che se ne stava in piedi appoggiato al muro smanettando con il cellulare.
“La verità è che quando è arrivata la chiamata di Paul, Percy non ha capito più niente” sussurrò Annabeth all’orecchio di Talia, “era così agitato che non riusciva a distinguere il freno dall’acceleratore e ci ho messo dieci minuti a convincerlo che era meglio se guidavo io… ma tu non dirgli che te l’ho detto.”
Talia soffocò un risolino e afferrò Percy per un braccio costringendolo a mettersi seduto.
“Scusa ma in piedi mi metti ansia!” disse in risposta al suo sguardo interrogativo.
Percy incrociò lo sguardo di Annabeth che gli sorrise incoraggiante. “Andrà tutto bene” gli assicurò prima di baciarlo dolcemente sulle labbra.
Decise di credergli. Annabeth aveva lo straordinario potere di infondergli sicurezza grazie alla sua saggezza e alla sua razionalità. Sapeva essere rassicurante e in quel caso Percy era più che certo che lei avesse ragione, sarebbe andato tutto bene. Non gli restava che aspettare, conscio del fatto che da un momento all’altro non sarebbe più stato figlio unico.
L’attesa era snervante, la tensione era palpabile e nel silenzio della sala d’attesa Jason pensò bene di ascoltare un messaggio vocale che fece trasalire tutti quanti. Era la voce squillante ed inconfondibile di Leo che diceva di non poterli raggiungere perché era andato al mare per trascorrere qualche giorno con Calipso, a quanto pare la loro storia era più seria di quanto chiunque di loro immaginasse.
“E Piper?” Domandò Annabeth che in tutto quel trambusto non aveva ancora notato la sua assenza.
“Ha un esame… dovrebbe finire entro un’oretta, appena sarà fuori la chiamo.” Rispose Jason cogliendo Annabeth di sorpresa.
“Quindi vi state frequentando ancora” constatò Annabeth ammirata.
“Così pare” Jason fece spallucce.
“Sono sconvolta quanto te” le bisbigliò Talia all’orecchio.
Paul uscì dalla sala parto venti minuti più tardi annunciando che Charlie pesava tre chili e duecentocinquanta grammi e che stava bene. Aveva le gote arrossate, gli occhi lucidi e ancora visibilmente carichi di lacrime di gioia. Percy incrociò lo sguardo del suo patrigno e corse ad abbracciarlo affondando il viso nella sua spalla deciso a mascherare le lacrime che stavano per tradire tutta la sua emozione. Paul lo strinse forte e poi gli assestò una serie di pacche sulla spalla.
“È giunto il momento di conoscerlo” gli disse Paul sciogliendo l’abbraccio e facendo un cenno con il capo in direzione delle porte che lo separavano dal fratello.
Percy si voltò a guardare gli amici, come se avesse bisogno della loro approvazione e quando li vide sorridere incoraggianti si decise a varcare quella porta. Annabeth notò la sua commozione e felicità e ripensò al ragazzo che aveva conosciuto al mare solo pochi mesi prima, quello che non riusciva a cambiare lo sfondo del cellulare perché era ancora innamorato della ex e che a causa sua aveva rimediato un’ordinanza restrittiva, quello che passava il suo giorno libero a smaltire i postumi di una serata triste trascorsa al bancone di un bar privo di compagnia. Quello che, in un modo che ancora le era sconosciuto, era riuscito a risvegliare in lei il desiderio di amare e le aveva fatto trovare il coraggio di provarci di nuovo.
  
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