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Autore: Lluvia    31/12/2016    1 recensioni
Esistono vari tipi d'amore al mondo, ciascuno dei quali si può provare in diversi momenti della nostra vita. E ognuno di questi viene recepito in maniera diversa da persona a persona.
- Raccolta: [Pliroy] -
"Quanto lo voleva. Lo voleva così tanto da fare male. Persino osservarlo mentre si allenava lo faceva fremere dalla felicità certe volte, facendogli capire il motivo per cui quel ragazzo aveva attirato così tanto la sua attenzione, ormai. Innamorato? Forse. Sapeva solo di avere bisogno di lui."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jean Jacques Leroy, Un po' tutti, Yuri Plisetsky
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Philia

Philia:  amicizia


Era un tipico cliché.
Pioggia, vento, pioggia, pioggia. Possibile che il destino dovesse essere così crudele da rigirare addirittura il coltello nella piaga?
Se qualcuno sparisce dalla circolazione, il cielo sembra prendersi gioco di tutti i parenti addolorati, costretti a rotolarsi nel fango come maiali per alleviare il dolore.
Il funerale? Una cosuccia semplice, informale, passata veloce. Una piccola chiacchierata con chi di dovere, una mancia come ringraziamento e via, tutti pronti per tornare alle proprie faccende quotidiane.
Yurio no. Con gli occhi fissi in un punto ben preciso e tutti gli abiti fradici, stava ancora osservando attentamente lo spiazzo di terra in cui solo poco prima aveva visto sparire la bara con suo nonno dentro. Sembrava una situazione… irreale? Inevitabile, certo,  ma viverla era assurda. 
L’acqua smise di scrosciargli sulla testa. Quando rialzò gli occhi, vide una giacca tesa sopra di lui come un mantello in modo da coprirlo. Il sostegno di questo intricato complesso architettonico: Jean.
Principessa, ti prenderai un colpo stando senza ombrello mormorò il canadese con un sorrisetto velato di malizia. 
Yurio rimase a fissarlo, poi annuì.
Jean allungò una mano verso il suo viso, scostandogli qualche ciuffo biondo e umidiccio da davanti agli occhi prima di prenderlo per mano come un bambino, trascinandolo insieme a lui dalla parte opposta rispetto a dove si trovavano.
Yuuri stava proprio piangendo come un bambino prima. Infantile da morire, vero?
Yurio annuì.
Un momento di silenzio, poi il canadese ci riprovò. Oh, e quel completo ti fa un culo da favola. Che ne dici se domani andassimo nella stessa boutique in cui sei andato tu per fare un po’ di shopping? Non posso farmi surclassare dal tuo bel sedere!
Esitante, Yurio annuì. Altro silenzio, altro nulla.
Jean si voltò lentamente verso il biondo. …Tra l’altro, questa sera avevo in mente di andare a mangiare un hamburger. Ti va di farmi compagnia? Possiamo anche mangiarlo in camera. Hanno aperto un tale localino vicino all’hotel in cui alloggio che è una cosa fan-
STAI ZITTO!
Jean si fermò non appena vide Yurio afferrare e gettare a terra la giacca che aveva portato poco prima sopra entrambi per proteggerli dall’acqua. STAI ZITTO, STAI ZITTO, STAI ZITTO! Yurio, piegato in avanti e con i lunghi capelli bagnati che gli nascondevano il viso, sembrava più piccolo e gracile di quanto non fosse mai stato. Quando i suoi occhi si inchiodarono su Jean, il canadese riuscì chiaramente a distinguere il dolore per la perdita appena avvenuta rispetto all’odio accumulato per lui.
…Tu non sei così sussurrò Jean, guardando con tanta intensità l’altro ragazzo da riuscire a percepire il suo cambio d’umore causato dalle sue parole. Yurio non si mosse, per questo Jean si tirò da solo uno schiaffo tanto violento da vedere nero per qualche secondo. ...Forza, picchiami, sfogati in qualche modo! Non fare la femminuccia come sempre, non avere bisogno di qualcuno che ti salvi dal pericolo come ogni giorno, REAGISCI! Muovi quel bel sedere che ti ritrovi, fammi vedere cosa sai far-
Yurio non si fece pregare. Tirò così tanti pugni e schiaffi al canadese che si sentì bruciare le nocche e i palmi delle mani. E Jean non si ribellò mai al suo volere, perché ci teneva da morire a Yurio, perché voleva di nuovo vederlo infuriarsi con lui come faceva al solito senza il bisogno di sentirsi dire di farlo. Voleva essere la sua valvola di sfogo, fare in modo che dopo quella rissa gli saltasse addosso per baciarlo e ringraziarlo di quello che aveva fatto per lui, perché era abbastanza egoista da voler mantenere intatti i suoi desideri anche in un momento simile. Yurio stava gridando con così tanta forza che le sue urla stavano diventando rauche, i singhiozzii che erano diventati tanto incontrollabili da farlo crollare a terra in ginocchio. Stava per vomitare, aveva la nausea, sentiva le lacrime rigargli le guance bollenti al confronto della pioggia, il petto che sobbalzava così tanto ogni volta che cercava di riprendere fiato da fargli uscire la saliva a fili dalle labbra. Non ce la faceva più. Gli faceva male da morire il petto, la testa, tutto. Voleva solo che le cose tornassero normali. Non si ricordò mai esattamente il corso preciso degli eventi, ma dopo quella che gli sembrò un'eternità, si ritrovò stretto tra le braccia di Jean. Entrambi immersi con le gambe nelle pozzanghere e nel fango, un re in rovina che voleva far stare bene almeno in parte la sua regina, due persone di cui non si riusciva a distinguere la più disperata.
Yurio serrò le dita attorno alla camicia dell'altro, sentendo il tessuto tendersi sotto la sua stretta....Perché? C-che senso ha dirmi queste cose? Perché devi farti… odiare?!
Perché Yuri non è così.
Fu la frase che fece smettere di singhiozzare il russo. Jean gli prese il mento fra le dita, alzandogli la testa per poterlo guardare negli occhi nonostante fosse alquanto difficile, visto quanto era gonfia la sua faccia dopo tutti quegli schiaffi. Perché Yuri non piange anche se è nei momenti peggiori, perché… mi manca vederti come al solito, Yuricontinuò a mormorare Jean, avvicinandosi così lentamente alle labbra tremanti dell'altro da quasi non riuscire ad accorgersene. Era… sempre stato classificato come amico, era sempre stato nei secondi posti, era ora di cambiare qualcosa. Non sarebbe stato… l'amico di Yurio per sempre, amico che Yurio a stento accettava vicino a sé. Ma questi pensieri lo facevqno stare ancora peggio. Un amico avrebbe dovuto esserci sempre e comunque, lui stava mirando a un posto più alto.
Jean fece scivolare una mano tra i capelli bagnati dell'altro ragazzo, tenendolo fermo per la nuca per evitare che si ritirasse. Voleva che Yurio si scordasse per un attimo della persona che era stata da sempre tutta la sua famiglia e che capisse che proprio di fronte a lui aveva chi sarebbe stato disposto a prendere il suo posto. Diamine… lui era un re, anzi, il re, chi gli impediva di arrivare dove voleva?
...Yuri
Tutta la magia -almeno da parte di Jean- fu infranta quando questi si vide letteralmente portare via Yurio, il quale era stato aiutato a rialzarsi da un nobile cavaliere in scintillanti abiti di pelle. Cosa sta succedendo?
Yurio, per un attimo disorientato, fissò il ragazzo davanti a sé, ritrovandosi coperto da una giacca calda e asciutta e da un ombrello nel giro di qualche secondo. Solo quando un profumo lo avvolse riuscì a capire di chi si trattava. 
Otabek sussurrò il biondo, aggrappandosi alla maglia dell'altro senza aggiungere altra parola, limitandosi a schiaffarsi una mano sulla bocca per evitare al suo corpo di riprendere a singhiozzare. Il nuovo arrivato lo guardò con un velo di preoccupazione, spostando poi gli occhi su Jean, adocchiando subito la sua faccia livida. Non riuscì a trattenersi quando, mentre conduceva lontano di qualche passo il suo amico, gli lanciò un'occhiata interrogativa. Che cosa poteva essere successo per aver ridotto entrambi in delle condizioni così pietose?
Jean non rimase neanche un secondo a guardare quella scena straziante: si alzò dal fango e si avviò da solo per la sua strada. Aveva già perso su tutti i fronti, non voleva qualche… spocchioso, irritante perfettino che infierisse!
Che scena deprimente. Se lo diceva pure da solo, quanto poteva essere penoso?! Ed ecco la caduta del re JJ… osservare mentre l'amore della sua vita -che lo aveva costantemente picchiato, offeso e umiliato più volte in pubblico e che lo considerava niente più che un conoscente- se la spassava sotto l'ombrello con un tipo che neanche si sapeva mettere in modo stiloso gli occhiali da sole! Grazie al cielo riusciva ad affrontarla decentemente in pubblico, perché era certo che non appena messo piede in hotel avrebbe chiamato sua madre per sfogarsi a furia di piangere.
Fu quando sentì dei rapidi passi dirigersi verso di lui che il battito del suo cuore ebbe un'impennata. Riuscì a vedere con la coda dell'occhio una zazzera di capelli biondi, mentre la pioggia sulla sua testa sembrò fermarsi. Anzi, non sembrò e basta, da dove era comparso quell'ombrello?
…Otabek mi ha offerto un passaggio. Ho rifiutato, quindi mi ha dato il suo ombrello in compenso. È stato gentile
Jean strinse le labbra e ricacciò nello stomaco il groppo che gli era salito in gola. Annuì.
Un momento di silenzio, poi il russo ci riprovò.…Stai piangendo?
Esitante, Jean annuì. Si sentì uscire dalle labbra un verso che era un misto tra un singhiozzo e un rantolo. Si portò una mano a coprirsi il viso per la vergogna, continuando a frignare come se fosse un vero e proprio neonato. Aveva fatto un sacco di scemenze, a partire dal suo modo di provare a far distrarre Yurio fino ad arrivare al suo egoismo.
Jean si passò il palmo di una mano sugli occhi.M-mi d-dispiace… mi dispiace c-così tanto…
Yurio sospirò, distogliendo lo sguardo prima di dare qualche pacca sulla schiena dell'altro.
…So cosa stavi cercando di fare. Ma ti sei comportato da incredibile cazzone in un momento delicato, e…Le parole gli morirono poco a poco in gola. Non c'era altro da dire.
Così camminarono in un silenzio glaciale fianco a fianco, cambiando tra loro solo il fatto che fu Jean quello a tenere in mano l'ombrello. Le cose tra loro non dovevano per forza cambiare, pensò il canadese. Forse… era il destino che li voleva insieme come amici e basta, no? Era già qualcosa di importante.
…Otabek mi aveva proposto di andare a mangiare un hamburger a casa sua, stasera. E… un passaggio in motodisse Yurio per rompere il silenzio.
Ecco, si ricominciava. Infieriva anche lui.
Jean abbozzò un sorrisetto, forse un po' troppo tirato.Oh? Ehi, mi sembra un'idea… geniale! Non mi sarebbe mai venuta in mente. Perché… non hai accettato? Puoi andare, non devi per forza seguire me, ecco…
Yurio si voltò verso di lui. Per la prima volta nel giro di un bel po' di tempo, Jean lo vide sorridere. Ed era un sorriso di cuore, un sorriso che gli curvava le guance con ancora le lacrime secche stampate sulla pelle. 
…Tu non capisci proprio niente, vero? Stasera... vorrei mangiare con te. Hamburger?

***

Note d’autrice: Salve a tutti! Se state leggendo queste note, vuol dire che siete arrivati alla fine del secondo capitolo, che… non mi ha soddisfatta molto devo dire, quindi spero sia solo una mia impressione e basta. Inoltre ci tenevo a precisare che questa e quelle che ci saranno più avanti sono solo delle visioni personali riguardo i vari tipi d’amore esistenti, quindi chiedo scusa in anticipo nel caso di errori nell’interpretazione, errori che ovviamente siete liberissimi di farmi notare. E niente, grazie mille a tutte le persone che finora si sono interessate a questa storia, spero continui ad essere di vostro interesse :3     



 

   
 
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