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Autore: PrincessintheNorth    31/12/2016    2 recensioni
Sono passati tre anni dalla caduta di Galbatorix.
Murtagh é andato via, a Nord, dove ha messo su famiglia.
Ma una chiamata da Eragon, suo fratello, lo farà tornare indietro ...
"Eragon?" fissai il volto di mio fratello nello specchio incantato. Era contratto dall'ansia e dal dubbio.
"Ciao" mormoro'.
"Che succede?" chiesi insospettito. Sentii Belle piangere, ma ci stava già pensando Katie.
"é ... ti riguarda molto. Molto. Devi tornare immediatamente."
Se vi ho incuriositi, passate a leggere!
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morzan, Murtagh, Nuovo Personaggio, Selena, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO
 
10 ANNI DOPO
 
Dai, Katie. – la esortai, dato che sembrava restia. – Ho perfino lavorato.
A quel punto scoppiò a ridere e afferrò la mia mano, e in un attimo la tirai sul cavallo, tra le mie braccia.
Allora se Murtagh Morzansson ha lavorato non posso farmi scappare quest’opportunità. – sussurrò e mi baciò.
Esatto.
La portai nel fitto della foresta. Era estate, il fiume era scongelato e la coltre di neve aveva lasciato spazio all’erba e ai fiori.
Ci mettemmo un po’ ad arrivare, anche perché non è che spronassi più di tanto il cavallo al galoppo.
Sentivo Castigo fare una corte spietata ad Antares, che da brava dragonessa vanitosa si faceva desiderare.
-  Guarda! – esclamò Katie, meravigliata, indicandomi un nido di rondine. – Non ne vedevo da anni!
Certo, di solito vai a caccia. I poveri uccellini indifesi li ammazzi, no?
Non è vero! – protestò. – Anzi, prima che mi insegnassi non avevo mai nemmeno centrato un bersaglio.
Te l’ho detto. Caccia e armi non sono cose da donne.
Eppure ho imparato! – mi ricordò.
Okay. Hai vinto questo round. – sospirai.
Quanto manca?
Poco, non preoccuparti.
Annuì, ma dopo cinque minuti saltò su. – Siamo arrivati?
No.
Altri cinque minuti. – E adesso? Siamo arrivati?
Te lo dirò io, quando saremo arrivati, o ti faccio andare a piedi. – sbuffai, appropriandomi delle sue labbra soffici e deliziose.
Alla fine arrivammo alla sorpresa che le avevo preparato. Era solo un picnic, niente di che, ma sembrò andare fuori di testa.
NON CI CREDO! – strillò, poi mi saltò in braccio, abbracciandomi forte. – TI AMO!
Il pranzo andò liscio e tranquillo, poi ci sdraiammo sull’erba, lei accoccolata contro il mio fianco, tra le mie braccia.
Stare con lei era rilassante, era come respirare della fresca aria di montagna.
Parlammo del più e del meno, più che altro prendemmo in giro i nobili altezzosi della corte, dandogli nomignoli stupidi ma calzanti.
Oh! – esclamò, indicando un cervo enorme.
Pochi attimi dopo, comparvero al suo fianco una cerva e un piccolo cerbiatto, doveva essere appena nato.
Nel complesso, era una visione bellissima.
Li guardammo incuriositi e meravigliati, e Katie si portò le mani alla bocca dall’emozione quando il cervo abbassò con le corna un ramo di un albero perché il piccolo potesse mangiare le foglie più tenere.
Magari un giorno anche noi saremo così. – mormorai a bassa voce.
Era da un po’ che accarezzavo l’idea, e spesso me l’ero sognata. Ormai stavamo insieme da sei mesi, e non avevo più dubbi sul fatto che lei fosse la ragazza giusta.
Beh, in realtà non ne avevo mai avuti.
Piu che altro, con lei sognavo una famiglia.
Katie, io e un bambino. Anche più di un bambino.
Lei si voltò verso di me, gli occhi sgranati, nei quali ora lampeggiava una scintilla che non seppi interpretare.
Murtagh … - sussurrò. Ormai i nostri visi erano talmente vicini che potevo contare le pagliuzze dorate nei suoi occhi e perfino le minuscole lentiggini sul suo naso.
Si?
Arrossì lievemente. – è … è una proposta?
A quel punto sorrisi e la strinsi a me. – Diciamo che è la proposta di una proposta.
Fece un sorriso felicissimo. – Allora si, Cavaliere. Accetto la vostra proposta di una proposta.
E suggellammo quella promessa con un bacio.  
 
 
 
 
- MURTAGH MORZANSSON, PER GLI DEI!
Sospirai, annoiato.
Una Katherine incinta e sclerata veniva verso di me, arrabbiata a livelli estremi.
- Dammi Grace. – mi intimò, indicando la piccola di tre anni e mezzo tra le mie braccia.
- Katie …
-  È troppo piccola per le acrobazie in volo, e lo sai benissimo! Scendete, tutti e due!
Gracie rise e si tuffò tra le braccia della sua mamma, stringendole le braccine intorno al collo.
Scossi la testa e scesi da Castigo, abbracciandola.
Entrambi, anche se avevano trentaquattro e trent’anni, ne dimostravamo circa ventisei e ventidue, grazie all’invecchiamento rallentato di cui i Cavalieri disponevano.
-  Sai che non voglio. – mormorò, abbracciandomi. – Eppure insisti.
-  Mmh … rilassati, amore. – la rassicurai, mentre Killian ci correva incontro.
-  MAMMA! PAPÀ! – gridò.
-  Che c’è?
-  Belle non mi lascia salire su Rhaegar! – protestò puntando il dito contro sua sorella, che ebbra di felicità si librava in volo sul suo drago argenteo.
Rhaegar si era schiuso per lei l’anno prima, rendendo lei felicissima e noi orgogliosissimi.
-  È il suo drago, Killian. – osservai.
-  Abbi pazienza. – Katie gli scompigliò i capelli, mentre Killian la abbracciava. – Tra due settimane ci sarà la cerimonia e parteciperai anche tu.
Il nostro ometto, che avrebbe compiuto undici anni la settimana seguente, fece un gran sorriso e corse di nuovo a giocare, inseguendo Belle.
Lei era diventata una bellissima ragazzina, dai lunghi boccoli biondi e gli occhi grigi e vispi. I lineamenti erano i miei, ma il sorriso era quello della sua mamma.
Veloce come il vento, nostra nipote Guinevere ci passò davanti, inseguita da Eragon.
Anche lui finalmente si era sistemato, con una ragazza della sua stessa età di nome Serena, che era veramente simpaticissima.
E alla fine, anche Arya aveva trovato l’amore in un elfo di nome Aerandir, e insieme avevano avuto la piccola Islanzadì e, due settimane prima, Evandar.  
-  MURTAGH! – Mavis, mia sorella, mi corse incontro e la sollevai da terra.
Lei aveva nove anni ed era nata due mesi dopo il salvataggio di mamma, Katie e i piccoli da Galbatorix. Lei era indubbiamente una piccola Morzansson, altro che mamma.
Capelli scuri, occhi chiari, gusto per la guerra. Papà fatta e finita.
- Che succede, nanetta?
- Okay, prima di tutto chiamami un’altra volta così e lo dico alla mamma. – mi minacciò. – Secondo, Nadara non mi presta i colori. E terzo, dopo mi racconti di quella volta in cui tu, papà e zia Arya avete salvato mamma, Katie, Belle, Killian e Nadara?
- Ancora?! Ma me la chiedi tutti i giorni!
- È una bella storia!
- Se proprio ci tieni, va bene. Adesso arrivo a gestire la disputa.
Andammo da Nadara, che gelosamente custodiva tutti i suoi pastelli.
- Ehi, ragazzina. – le disse Katie, con un sorriso. – Che cos’è questa storia?
Nostra figlia sospirò. – Ma voglio disegnare solo io, mamma! Non è giusto, anche lei ha i pastelli!
- Beh, tu non hai tutte le bambole che ha lei. – osservai. – Potrebbe decidere di non prestartene nemmeno una.
Lei sospirò, ma intervenne Mavis. – Facciamo un disegno insieme! – propose. – Tu sai disegnare e io so colorare: verrà bellissimo!
Quello fece ritrovare il sorriso a nostra figlia, e lei e Mavis si misero a decidere che cosa disegnare.
Nel cielo sopra di noi volteggiavano i draghi, tra i quali Eridor, il drago di mamma: si era schiuso per lei sette anni prima, ed era di un color verde mimetico.
“Beh, di sicuro il colore è adatto alla spia migliore del regno!”, aveva scherzato.
Strinsi Katie e tornammo dov’eravamo, sedendoci sull’erba soffice che spuntava in estate a Winterhaal. Lei sorrise e alzò il viso, godendosi il calore del sole sulle guance.
- Dovremmo andare al Sud, qualche volta. – rise, mentre cambiavo idea e mi sdraiavo per terra, trascinandola con me.
- Al Sud dove?
Imbronciò le labbra mentre ci pensava.
- Cosa c’è a est dei Monti Beor?
- Non lo so.
Il suo viso si illuminò. – Magari quando i piccoli saranno cresciuti potremo andare in missione!
- È una bella idea. – approvai, poi misi una mano sul pancione, il piccolo tirava calci.
- Ehi, calmati. – lo sgridai. – Ormai tua madre è vecchia.
- EHI! – protestò ridendo e baciandomi.
In momenti come quello, non mi capacitavo che fosse viva.
Quando avevo cercato di guarire la ferita allo stomaco e non c’ero riuscito avevo temuto davvero di perderla, di non poter parlare mai più con lei, perfino di non poterci mai più litigare.
Ma ci aveva pensato papà.
L’aveva salvata all’ultimo secondo, un minuto in più e la sepsi, oltre alla ferita, me l’avrebbe portata via.
-  Smettila di rimuginarci. – brontolò.
-  Non ci stavo rimuginando …
-  Bugiardo di un Cavaliere. Questa bugia è una macchia sul tuo onore, che mai si laverà.
Sospirai e le baciai i capelli, coccolandola.
-  Ricordami la data del parto. – mormorai acchiappando Grace e facendola saltellare.
Katherine rise e scosse la testa. – Manca poco … solo cinque giorni.
Un enorme sorriso affiorò sul mio volto. Finalmente avrebbe sfornato un altro piccolo!
-  Hai sentito cos’ha detto la mamma? – chiesi a Grace. – Tra pochi giorni arriva un fratellino, sei contenta? IO SI!
La bimba rise a crepapelle, e con lei Katie.
Se il cucciolo non la pianta gli stacco la coda, brontolò Castigo, guardando uno dei nuovi cuccioli avuti da Antares.
Mutileresti il tuo stesso erede? Il sangue del suo sangue, artiglio del tuo artiglio, fuoco del tuo fuoco?, lo presi in giro ricordando cos’aveva detto alla nascita dei primi cuccioli.
Quel “fuoco del tuo fuoco” mi aveva fatto morire dal ridere, tanto che ero diventato blu e sarei davvero morto dalle risate se non mi avesse aiutato Katie.
Smettila, psicotico ingravida-Katherine, mi rimproverò, poi prese il cucciolo, Vaghar.
Poi Antares mandò un ruggito di ammonimento alla più piccola, una dragonessa viola di nome Meraxes.
- La situazione sembra sotto controllo. – le sussurrai. – Ci sono i tuoi a guardare i ragazzi. Ti va se …
-  Andiamo a caccia? – tirò ad indovinare.
-  Beh, io pensavo più ad andare a …
-  Murtagh! Con il pancione?
Mi strinsi nelle spalle. – Con, senza … non è il pancione a venire coinvolto, no?
Scoppiò a ridere, arrossendo. – Smettila. Dovrai aspettare.
-  Ma Katie …
-  Niente ma, Murt … ops. – osservò. – Mi si sono rotte le acque.
E lì andai nel panico.
-  Come, ti si sono rotte le acque? Mancano cinque giorni, Katherine! Cinque fottutissimi giorni, come possono essersi rotte le acque? Quando sono iniziate le doglie?!
- Ieri mattina. – confessò con un sorriso. – Volevo farti una sorpresa … potresti accompagnarmi in camera? Dovrei partorire.
- Tu non puoi partorire adesso! Hai detto che il bambino sarebbe arrivato tra cinque giorni!
- Beh, è arrivato adesso. Andiamo, per favore?
La presi in braccio e raggiunsi papà con la mente.
Il bambino sta arrivando, guarda i ragazzi.
Perfetto. Ti mando la mamma, e fammi sapere se qualcosa non va, rispose.
 
Il parto fu estremamente veloce e indolore, per quanto un parto lo possa essere, con mamma a farle da levatrice.
-  Puoi entrare, adesso. – mi disse, elettrizzata.
Appena entrai, rimasi piacevolmente sconvolto.
Katherine teneva tra le braccia due bambini.
- Due gemelli … - non mi accorsi nemmeno di averlo detto ad alta voce.
- Un bimbo e una bimba. – disse orgogliosa, con le lacrime agli occhi.
Un bimbo! Finalmente Killian avrebbe avuto un compagno di giochi, anche se non è che ne fossi molto certo, data la differenza d’età.
-  Vieni, dammi una mano …
Mi sedetti sul bordo del letto e Katie mi consegnò il maschietto.
-  Ehi … - sorrisi al piccolo, sfiorandogli la manina.
-  Guarda come ti somiglia! – esclamò Katherine, le lacrime agli occhi.
-  Ha i tuoi occhi, amore mio … - gli occhietti del bimbo erano castano dorati, dolci e gentili, come quelli della sua mamma. – E invece lei chi è?
La neonata tra le braccia di Katherine era piccolissima, il maschietto era più grande di lei.
Lei aveva i capelli della sua mamma, biondo scuro dai riflessi miele, ma gli occhi e i lineamenti del viso … erano miei.
No, forse il naso e la bocca erano di Katie. Onestamente, era difficile stabilirlo, era talmente bella da essere unica.
Entrambi lo erano.
Le diedi un bacio sulla guancia, accarezzandole i capelli.
- Mamma! – gridò Belle entrando in camera come un uragano. Aveva il viso rosso dalla corsa ed era preoccupatissima.
Fece per dire qualcosa, ma era completamente rapita dai suoi fratellini.
-  Due? – sussurrò e annuii, cercando di trattenere le lacrime.
-  Come si chiamano? – chiese portandosi le mani alla bocca.
Guardai Katherine, in attesa che si facesse venire in mente un nome per i nuovi arrivati.
-  Liam ed Alienor? – disse poi.
-  Liam ed Alienor. – approvai. – Liam Murtaghsson, Principe del Nord, ed Alienor Katherinesdaughter, Principessa del Nord. Belle! Ho una missione per te.
Trattenne il respiro, sconvolta.
-  Ma papà, non ho completato l’addestramento!
-  Non m’importa. Va con Rhaegar e Killian. Andate nelle maggiori città del regno e annunciate la loro nascita.  
-  SI! – esultò felicissima, poi mi abbracciò. – Grazie! Ciao Liam! Ciao Alienor! Ci vediamo presto! RHAEGAR! – strillò correndo fuori come un fulmine.
Un minuto dopo, vedemmo lei e suo fratello librarsi in volo.
- Ehm … e se si facesse male? – fece Katherine, insicura e preoccupata.
- Non si farà niente. Abbiamo fatto la strada insieme decine di volte. – la rassicurai, poi presi in braccio il piccolino.
Era leggerissimo e bellissimo.
-  Vieni qui, stupida. – mormorai e strinsi Katie tra le braccia, baciandola.
-   Idiota di un Cavaliere. – sussurrò contro le mie labbra.
-   Ti amo, amore mio. Adesso e per sempre.
Fece un sorriso. – Sei sempre stato uno affascinante.
- Dieci anni fa mi avresti dato del ruffiano …
-  Sono passati dieci anni, però.
-  Eh dai. Che ti costa dirlo?
Sospirò e rise. – Ti amo.
 
 
 
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​Sciau a tutti!
 
Ebbene si, anche questa storia è finita, insieme al 2016.
 
è stata una bellissima avventura da condividere con tutti voi, ma soprattutto con due persone:
- Eragon90: verrai sempre ricordato per voler prendere Nasuada a pugni :) mi hai fatta morire dal ridere con quella recensione
- RosaNera_Rinnegata_30613: colei che scrive i poemi, che sono sempre ben accetti, innamorata di Murtagh e Morzan: verrai ricordata per il mitico "se Katherine muore verrò a trovarti con un esercito di Estranei e i Draghi di Dany" :)
 
Siete stati tutti voi a dare vita a questa storia, e per questo posso solo dirvi GRAZIE.
 
Tanti auguri e Buon Anno!
 
   
 
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