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Autore: I_love_villains    01/01/2017    0 recensioni
Fic scritta rolando con AnnyWolf99.
Jareth ha bisogno di una regina e il destino gli darà una mano a trovarla, facendo passare a lui e alla sua amata momenti felici o tristi, sicuramente intensi.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una forte corrente d’acqua li travolse. Ruby annaspò in superficie, in cerca della mano di Jareth. Lui la afferrò e gliela strinse.
“Mi spiace” si scusò la ragazza, contrita.
“Ora sappiamo che dobbiamo aprire quella rossa” fece Jareth, gioviale.
Presero fiato e si immersero insieme. Il sidhe dovette lasciarle la mano per aprire la porta rossa e nuotare più in fretta in superficie. Ruby cercò di raggiungerlo, ma si accorse di avere la gamba impigliata in alcune alghe. Si dimenò, esaurendo in fretta le sue riserve di ossigeno. La vista le si oscurò.
Accorgendosi di essere solo, Jareth si riimmerse immediatamente. Individuò Ruby, che perse i sensi.
Aris, so che puoi sentirmi” la supplicò telepaticamnete. “Concedimi di teletrasportarmi.
Nessuna risposta. Intanto liberò la gamba della sua amata.
Ti prego! Ti do un’ora in cambio!
Due” rilanciò esitante Aris.
E sia!
Si ritrovarono di nuovo al bivio.
“Ruby! Amore, per favore, dimmi che stai bene!”
Jareth la prese in braccio, capendo che era solo svenuta. Iniziò ad asciugarla, accarezzandola preoccupato. Aris apparve poco distante da lui.
“Jareth … io …”
La sidhe indietreggiò sotto lo sguardo di puro odio che Jareth le rivolse.
“Non voglio certo che lei … che voi …”
Il sidhe la ignorò. Avanzò verso il pendio, con Ruby fra le braccia, non sentendo i singhiozzi dell’altra. Niente gli sbarrò la strada, fatta eccezione per alcuni massi, che furono aggirati.
“Mmmh, d- dove sono?”
Ruby aprì gli occhi, rendendosi conto di essere in braccio a Jareth.
“Cos’è successo?”
“Sei svenuta … e mi hai spaventato.”
“Mi dispiace, non volevo” replicò lei abbracciandolo.
“Ciò che conta è che stai bene.”
Jareth la depose giù.
“Quanto ci resta?”
“Sei ore.”
Ruby riprese il cammino, pensando per la prima volta cosa sarebbe potuto accadere se non ce l’avessero fatta. Non poteva rinunciare a lui. Come diceva quella canzone? I can’t live within you.
Dopo qualche minuto si immobilizzò, pietrificata. Davanti a loro si estendeva una pianura con enormi ragnatele … e i rispettivi tessitori. Ruby mugolò terrorizzata.
“Non ti si avvicineranno, vieni” promise Jareth.
“N-n- non c- ce la f-faccio” balbettò lei. Proprio dei ragni dovevano esserci?
“Questa è la via più breve. Vedi le cime delle torri?”
Ruby alzò la testa ed annuì, pallida.
“Concentrati su quelle.”
Il sidhe le restò vicino, aiutandola a scavalcare le rocce e ad evitare le ragnatele.
“Non ce la faccio, non ce la faccio!” gridò all’improvviso. Le sembrava che la ragnatela l’avesse sfiorata.
“Manca poco, mia preziosa” la confortò Jareth.
“Ma questi non sono ragnetti piccoli come gli altri” si lamentò lei.
“Lo so, non ci pensare.”
“Non ci riesco” quasi piagnucolò la ragazza, chiudendo gli occhi.
Jareth la baciò. Lei ricambiò timidamente, senza aprire gli occhi.
“Non guardare altro.”
Ruby si lasciò condurre da lui, grata.Superarono quell’area, con suo infinito sollievo. Si sentiva esausta.
“Sono stanco anche io” affermò Jareth, osservandola.
“Siamo qui da un’eternità …”
Schiacciò un ragnetto con violenza.
“Paura superata?” sorrise lui.
“Che te ne frega?” replicò lei aggressiva, lasciandolo basito.
Lo distanziò.
“Ehi, che ti ho fatto?”
“Niente!”
“Però sei arrabbiata.”
“Stai diventando assillante.”
“Cosa?”
“Basta! Se vai avanti così puoi anche proseguire da solo!”
Jareth si zittì, perplesso. Cosa diavolo le prendeva?
“Sei ancora qui?” lo rimbeccò lei.
“Dove dovrei essere?”
“Dove ti pare!”
“Non sei tu a dire queste cose” mormorò il sidhe.
“Eppure le sto dicendo!”
“Non sei in te …”
“Se non te ne vai tu lo faccio io!”
Ruby si incamminò nella direzione opposta alla loro meta.
“Ruby, ricordi perché siamo qui?”
“Bla bla bla.”
“Dobbiamo andare di là.”
“Con te? No!”
Jareth si inginocchiò accanto a lei fino a guardarla negli occhi. Ruby lo squadrava rabbiosa, con un’espressione decisamente estranea a quella dolce e serena che le era tipica.
“Su, torna in te, è solo un maleficio.”
“Sì, e io sono verde.”
“Sei il mio Rubyno?”
Restarono qualche attimo in silenzio. Poi …
“Che facciamo fermi? Dobbiamo muoverci!” esclamò apprensiva la ragazza, trascinandolo nella direzione giusta.
“Concordo” sorrise Jareth, felice che si fosse ripresa.

Aris osservava tutto attraverso uno specchio. Ormai erano vicini al suo castello, doveva allertare le sue guardie. Il suo pensiero tornò a come l’aveva guardata Jareth.
“Non sono un mostro, non mi devi odiare. Voglio solo stare con te. Ti amo, è forse una colpa? Eppure preferisci quell’umana … Cos’ha lei che io non ho?” sussurrò la sidhe, osservando l’amato. “Un bel niente! Non ha niente di speciale, non è nemmeno tanto carina! Te ne accorgerai anche tu, che non è niente. Presto le ore a vostra disposizione finiranno e tu sarai mio. Non vedo l’ora, amore mio!”

Jareth e Ruby raggiunsero il castello senza molte difficoltà.
“Non ce la faccio più” disse la ragazza, stanca dopo tutte quelle avventure.
“Un ultimo sforzo, mia coraggiosa regina.”
“Solo per voi, mio nobile re.”
“Puà, mi date il voltastomaco!” esclamò Aris. “Vi restano solo due ore, mocciosetta, poi potrai essere dimenticata.”
Ruby ringhiò arrabbiata. Jareth aprì una porta, in cerca della via di uscita. Si incamminarono per quel corridoio, quando una botola si aprì sotto i loro piedi. Entrambi scivolarono dentro e il dolce peso del sidhe gravò sulla ragazza.
“Ahi!” gridò Ruby, massaggiandosi la caviglia.
“Oh, scusa.”
Jareth si affrettò a rialzarsi, l’aiutò a fare lo stesso e la sostenne. Lei cercò di non pesargli troppo, ma il sidhe l’attirò di più a sé, facendola arrossire.
“Non voglio farti male.”
Jareth rise divertito.
“P- perché ridi?”
“Tu farmi male fisicamente! Questa è buona!”
Superarono altre stanze, alcune molto sfarzose e riccamente arredate, altre vuote. Per evitare altre trappole, Jareth lanciava sempre una sfera, cosa che si rivelò molto utile. Si arrestarono prima di svoltare un angolo, udendo delle voci. Jareth sbirciò: in un’ampia sala c’erano numerosi soldati. L’uscita non doveva essere lontana. Come aggirarli?
“Vedi l’uscita?” lo richiamò Ruby.
“No, ma sarà dietro una di quelle porte. Il problema è che ci sono i suoi soldati.”
“Cavolo, come facciamo?”
Jareth rifletté attentamente. Aris li aveva costretti a tutto quello solo per lui. Non le importava di Ruby, per lei rappresentava solo una rivale più pericolosa delle altre. Quindi, se non poteva avere lui, avrebbe permesso a Ruby di tornare a casa senza fare storie. Gli venne un’idea.
Ok, è terribilmente rischioso e stupido, soprattutto se mi becca … ma non mi viene in mente altro. La mia priorità è fare uscire Ruby indenne da questo posto. Per il resto, mi affido alla fortuna.
“Ho un piano” disse alla sua preziosa.
“Sono tutt’orecchi.”
“Ho uno Spazzino. Lo lancio, poi tu corri in una direzione ed io nell’altra. Evita le guardie diretta alla porta centrale.”
Ruby annuì, contenta che lui riuscisse sempre a tirarla fuori dai guai.
“Poi comportati come se ciò che vedi sia vero … e chiedi ad Aris di mostrarti l’uscita, perché la legge dice che ogni regno deve avere almeno un sovrano.”
La ragazza si insospettì a quella parole, intuendo che il sidhe era molto ansioso, ma annuì di nuovo.
“Va bene, ci proverò.”
Jareth lanciò il cristallo, creando scompiglio nella sala. Ruby partì di corsa e dribblò i soldati, distratti dallo Spazzino. Stava per sorpassarne un altro, quando il grido di Aris la bloccò. Si voltò. La sidhe non stava guardando lei, ma Jareth. Sembrava che un soldato fosse riuscito a trafiggerlo. Ruby sgranò gli occhi.
Ha detto che non è vero! Non è reale, sta fingendo!
Tuttavia era spaventata lo stesso, per il sangue. Aris corse dal sidhe, iniziando a piangere. Si inginocchiò e gli sorresse amorevolmente la testa. Lo sguardo di Ruby passò da loro alla porta. Se doveva essere vero … Corse da Jareth.
“Sta’ indietro!” gridò Aris. “Tu dovevi finire così.”
“È vero, è vero” fece lei con impeto, mostrandosi addolorata.
“N- no, piccola …” mormorò Jareth. Chiuse gli occhi.
“A che è servito il gioco se ti perdo lo stesso?” singhiozzò la sidhe.
Gli occhi di Ruby si riempirono di lacrime quando si accorse che il suo amato era morto. O almeno lo sembrava. Ma era davvero una finzione? C’era così tanto sangue e non le sembrava che respirasse o che il suo cuore battesse. E Aris piangeva disperata. Jareth, per essere convincente, era uscito dal suo corpo e osservava le due ragazze, sperando che la sua preziosa riuscisse a cavarsela grazie a quello stratagemma. Ruby gli si strinse contro, piangendo. Non riusciva più a pensare che fosse una finta e forse era meglio così. Jareth, nella forma astrale, le fece una carezza.
Forza, amore, esci. Va via da qui.
Lei avvertì qualcosa, perché si placò un po', mentre Aris continuava a singhiozzare infelice.
“Mostrami l'uscita” disse con voce tremante la ragazzina.
“Cosa?” chiese la sidhe, alzando appena la testa.
“Mostrami l’uscita, ho detto.”
“Ma sì, vai! E che tu riesca a convivere con il senso di colpa per il resto della tua vita!” gridò Aris.
Una porta si spalancò. Ruby si alzò, incerta. Iniziò ad incamminarsi, poi si voltò e vide che Aris stava accarezzando teneramente Jareth.
“Lascialo stare, vecchia strega!” urlò arrabbiata.
“Sparisci, miserevole umana!”
“Io senza di lui non vado da nessuna parte, stronza! La colpa non è mia, ma tua! Tu ci hai trascinato in questo stupido gioco che gli è costato la vita!”
“Va’ nel tuo regno se non vuoi che ti incenerisca all’istante!”
“Purtroppo devo … il mio dovere va prima al mio popolo che al mio cuore … ma voglio che i suoi sudditi possano ricordarlo come il grande re che era e che sempre sarà, quindi … lascia che lo porti con me.”
Aris la guardò mordicchiandosi un labbro, poi tornò a guardare Jareth.
“Va bene” concesse.
Diede un bacio al sidhe inerte, si asciugò le lacrime e lo fece fluttuare accanto a Ruby finché entrambi furono di nuovo nel loro castello. Ruby guardava il re con apprensione. Era da quando lo aveva visto fra le braccia di Aris che aveva sperato che si alzasse per raggiungerla.
“Jareth? Rispondi, per favore” lo pregò, tremante.
“Sei … sei stata brava” mormorò lui, rialzandosi piano. Aveva seguito con attenzione tutta la scena ed era orgoglioso della sua preziosa.
Ruby lo abbracciò con impeto, riprendendo a piangere.
“Mi hai fatto morire” gemette.
“No, avanti tesoro. Abbiamo vinto!” la confortò Jareth asciugandole le lacrime.
“Sì … e datti una ripulita prima di toccarmi” lo bloccò lei, tirando su col naso e sorridendo.
“Tsk, insolente” la accusò il sidhe.
Poi scoppiarono entrambi a ridere. Jareth sollevò Ruby, gioioso, e la fece roteare con lui.
“Ti amo!”
“Ti amo anch’io” disse Ruby, commossa.
Jareth la portò dai goblin, sempre tenendola in braccio.
“Sudditi, i vostri sovrani sono di nuovo qui e insieme!”
I goblin applaudirono, cominciando a fare più chiasso del solito.
“Oh, è mezzanotte passata” esclamò il sidhe.
Ruby indugiò lo stesso prima di tornare a casa. Dopo quello che era successo separarsi da lui era dura, ma capì che c'era sempre il giorno dopo. E quello dopo ancora e tutti gli altri a seguire. Questo pensiero le diede sollievo. Di colpo la tensione svanì e lei non desiderava altro che farsi una bella dormita.



***Angolo Autrice***
Ce l'hanno fatta, avevate dubbi? XD
Buon anno nuovo a tutti!
Alla prossima!
   
 
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