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Autore: Zomi    01/01/2017    4 recensioni
Dieci baci, dieci Universi Alternativi, dieci Flash Fic senza senso e perchè... dieci Nami e Zoro
#Exorcism! AU: -Vattene vattene vattene! - agitò il mestolo esasperato-Vattene da casa mia!!!-
#Shool! AU: -Roronoa! Vieni subito qui!- sbraitò avanzando verso il compagno di classe a passo di carica.
#Shara! AU: -Donna?- ridacchiò quella -Voi crociati: che strano modo avete di chiamarvi. Uomo, donna, bastardo...-
#Urban! AU: -È ora di svegliarsi Biancaneve…- ghignò, scodinzolando con la fosca coda.
#Cirque du Soleil! AU: -Ti prendo!- ansò Nami –Tranquillo: ci sono io!-
#SPQR! AU: -Se sconfiggerò tutte le bestie e ne resterò l'unica in piedi, Teach dovrà concedermi la libertà-
#Inca! AU: -Madre de Dios! Vuoi forse uccidermi prima del tempo?-
#Moschettieres! AU: -Che immagine bucolica e affascinante- sospirò gonfiando il petto –Non vi facevo un romanticone-
#Police! AU: -Non so, mi dica lei- strillò portando la mano libera al fianco –Potrebbero esserci problemi sapendo che un deficiente ha appena percorso cinquecento metri in contro mano in un senso unico?-
#Far West! AU: -Grazie- sussurrò, dividendo appena le loro labbra.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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#Far West!AU

 
Il primo rintocco del campanile risuonò nell’aria arida e sabbiosa della cittadina, scuotendola dal leggere dormiveglia di metà pomeriggio.
I due pistoleri si affacciarono sulla via centrale di Raf Town, raggiungendone il centro a passi lenti e guardandosi fissi in volto, pestando gli speroni di metallo arrugginiti nella polvere giallastra, segnandola con maggior forza a ogni nuovo rintocco.
I diciassette rintocchi erano arrivati alla loro metà quando Zoro si fermò a dieci metri esatti da Shiryu della Pioggia, il pistolero che si era guadagnato il  suo soprannome in riferimento alla pioggia di sangue che aveva provocato massacrando un intero villaggio d’indiani nella vicina cittadina.
Zoro strinse i denti, abbassandosi il capello nero sugli occhi e celando l’odio e il disgusto che portava per il suo avversario.
Entrambi erano pistoleri del West, entrambi attraversavano le vaste dune desertiche del Nevada, trascorrendo interi giorni a dorso dei loro cavalli prima di giungere in una nuova cittadina e poter adempiere al compito di giustizieri di fuorilegge a cui erano debiti come lavoro.
Ma lui mai, mai si sarebbe azzardato a uccider per divertimento come Shiryu invece faceva, godendo per ogni Pelle Rossa che toglieva dalla faccia della terra.
Una belva, un assassino senza pietà.
Non era un pistolero, era solamente una carogna risputata fuori dall’inferno.
Dodici rintocchi.
Mancava poco, e ben presto avrebbe tolto anche quella feccia dal suo paese, donando vendetta al popolo delle Scimmie del Deserto, gli indiani che lo avevano accolto quando si era perso nella prateria, non dando peso al suo lavoro di assassino o al colore della sua pelle.
L’avevano aiutato, ed era ora suo dovere saldare il debito che aveva nei loro confronti.
Piegò appena il capo a individuare la chioma corvina di Rufy, il capo tribù delle Scimmie del Deserto, sceso dal suo villaggio fin in città senza il suo copricapo piumato solo per vederlo fronteggiare il demone che aveva osato attaccare la sua gente e attentare alla vita di suo fratello Ace.
Zoro ghignò, e il quindicesimo ritoccò vibrò nell’aria secca.
Ne mancavano solo due.
Scricchiolò le dita a lato dei fianchi, agitandole a pochi centimetri dalle Beals Pocket Revolver che tacevano nelle fondine.
Pressò i piedi nella terra sabbiosa e arida, infossando lo sguardo sul suo avversario e sulle dita tozze tamburellanti sulla Pepperbox che gli ornava la cintura quasi invisibile sotto il giaccone in pelle.
Gettò un’occhiata alla folla che si era ammassata fuori dal Saloon di Sanji, dove le povere porte con le antine erano spalancate per permettere anche ai più curiosi clienti del locale di godere del duello.
Assottigliò lo sguardo al suono del sedicesimo rintocco del campanile, cercandola tra i capi che sbucavano sotto le tettoie.
Non c’era, e non si stupì della sua mancanza.
Aveva cercato di dissuaderlo dall’affrontare Shiryu fin da subito, timorosa che l’assassino di Pelle Rossa apprezzasse versare non solo il sangue dei poveri indiani, ma di ogni singolo essere umano.
Forse non era venuta nemmeno in paese.
Forse non aveva lasciato la casa in cui lui stesso aveva riposato in quelle settimane, prima vivendola come prigione per i danni che aveva causato al suo frutteto nel primo scontro con la banda di Shiryu, poi come la sua prima e vera casa grazie a lei e alla sua compagnia.
Forse se ne stava china sugli scalini che collegavano la casa al giardino dietro ad essa, nella penombra della tettoia a fissare i piccoli frutti che crescevano, come spesso avevano fatto nelle serate trascorse assieme.
Forse lei…
Scosse il capo, distogliendo la concentrazione da quei stordenti pensieri, concentrandosi sul suo avversario.
Un colpo di vento sollevò una nuvola di polvere dal centro della via, accompagnando l’ultimo rintocco.
L’adrenalina corse veloce in lui, colpendolo alla base della nuca e aizzando il fuoco demoniaco che si impossessava del suo corpo a ogni duello, aiutandolo a compiere i movimenti in rapidità, ancor prima che la sua mente capisse quale azione andava fatta pur di salvarsi al vita.
Afferrò rapido la pistola alla sua sinistra, armandosi e mettendosi di profilo sul lato mancino del suo posto, non degnando di uno sguardo l’avversario ancora dritto di fronte a lui e con il braccio teso armato della sua arma con canna a mitraglietta.
Sollevò il mente, fissò gli occhi in quelli di Shiryu e la Beals Pocket Revolver aprì bocca sparando un solo proiettile come fosse fuoco.
Nell’aria torrida e secca di Raf Town risuonarono tre colpi prima che il silenzio tornasse a pesare sulla cittadina.
Zoro mantenne il braccio teso verso il pistolero che ancora lo fronteggiava, trattenendo il respiro che gli stava bruciando in gola.
Oh, quando avrebbe voluto che lei fosse lì.
Forse avrebbe urlato di paura, squarciando l’aria carica di tensione con il suo nome pronunciato in uno grido con forza.
Forse sarebbe corsa da lui incurante dei proiettili vaganti.
Forse avrebbe pianto.
Per lui.
Chiuse gli occhi e socchiuse le labbra, liberando il respiro.
Il corpo cadde nella polvere sollevandone altra ancora, permettendo al suono metallico della pistola di echeggiare tra le case che facevano da barriera sulla via centrale della città.
Il silenzio si permise di gravare ancora per qualche attimo sul cadavere che ora occupava la via, prima che un boato di urla gioiose si alzasse dalla cittadina, riversatasi in strada per la gioia.
Shiryu della Pioggia giaceva morto e finalmente inanime sulla polverosa via centrale di Raf Town.
-Viva Roronoa! Viva il nostro salvatore!-
Zoro scosse il capo, massaggiandosi il collo e passando la mano sulla spalla, dove la giacca si era tagliata per il passaggio del proiettile di Shiryu.
Non perdeva sangue, e non riuscì a trattenere un ghigno sfrontato nel sentire Rufy ululare attorno a lui, abbracciandolo e scuotendolo mentre altri ululati accerchiavano la cittadina assieme alle grida di felicità dei paesani.
-Sei stato incedibile!- lo scuoteva il moro, saltellandogli attorno –Credevo ti avesse colpito! Davvero! Come hai fatto?-
-Ha un angelo che lo protegge- gli concesse una pacca sulla spalla Sanji, guardandolo con stima –Credi a me: hai un angelo che veglia su di te-
Il pistolero ghignò, sollevandosi il cappello di feltro dal viso, pronto a rispondergli che era bravura la sua, al massimo fortuna, ma che non vi era alcuna entità santa o superiore a proteggerlo, anzi, semmai il contrario.
Si, stava proprio per aprir bocca quando il biondo proprietario del Saloon offrì tutti i presenti un giro di bevute nella sua taverna, invitando invece il verde a voltarsi con un cenno del capo.
Zoro corrugò al fronte, confuso, voltandosi poi a studiare il tetto della banca, l’edificio che si ergeva proprio dinanzi al Saloon dall’altro lato della strada, dove un fucile fumava dopo il colpo sparato da poco.
Sgranò gli occhi quando la vide.
Fiera e maliziosa come sempre, con il Sharps in braccio ancora fumante e i ricci rossi mossi dal vento.
Eccolo lì, il suo angelo.
-Bhè?- lo schernì Nami, aprendo e disarmando il fucile, che scattò secco nel tornare in asse –Cos’è quella faccia? Non è la prima volta che mi vedi imbracciare il fucile di mia madre-
Non capiva, faticava davvero a trovare un senso a ciò che i suoi occhi gli mostravano.
-Che diamine ci fai lassù?!?- sbottò osservandola scendere dal tetto e arrivare in strada al suo fianco, ancheggiando seducente e con il suo sorriso felino in volto.
-Ti salvo la vita Roronoa- gli accarezzò il viso leggermente sbarbato –Non avrai creduto che Shiryu giocasse pulito spero?-
Gli guidò il capo verso il piano rialzato del Saloon dietro le sue spalle, puntando tre dolci dita sul suo mento fino a mostrargli il corpo di Van Ooger, il compagno di viaggio di Shiryu e suo alleato.
Un fucile giaceva muto e carico sulla finestra da cui pendeva il corpo del cecchino, di cui non era difficile capire chi fosse il prossimo obiettivo.
-Dannato!- ringhiò Zoro -È così che vinceva i duelli, lui…-
-Lui imbrogliava, e tu ora gi hai dato quel che si merita, e per quanto riguarda Van- lanciò un’occhiata al copro svenuto dell’uomo –Lo sceriffo Smoker son certa saprà che farne- esercitò una lieve pressione sul volto del pistolero, riportandolo a fissarla negli occhi –Invece per quanto ti riguarda…-
-Cosa?- sbottò –Non c’è nulla che riguarda me: ho compiuto il mio dovere, e ora vado a bere! Per una volta che quel damerino offre-
-Oh certo, ma prima non dimentichi nulla?- lo prese per il bavero della camicia bianca che sporgeva dalla giacca.
-Cosa?- si fece il verso da solo.
-Oh non so!- sbuffò Nami –Non hai nessuno da ringraziare, che so…- fece la finta vaga -… qualcuno che ti ha guardato le spalle durante un duello pericoloso pochi attimi fa, ma che prima ancora ti ha ospitato in casa sua, nonostante tu  avessi provocato una marea di danni al suo frutteto- lo strattonò con maggior forza, portandoselo a un soffio dal viso –Non ti viene in mente nessuno?!?-
Zoro la guardò serio, reggendo il suo sguardo di miele, ignorando lo schiamazzo crescente del Saloon.
-Stai chiedendo una qualche forma di attenzione amorosa rossa?- ghignò, accarezzandole l’ovale del viso.
-Oh per l’amor del cielo!- scanso la mano del verde con stizza, celando il rossore sulle guance con uno sbuffo –Potresti almeno ringraziarmi! Ti ho salvato la vita, nonostante tu mi debba un sacco di sol…mmm!-
Posò rudemente la bocca sulla sua, zittendola e stringendola a sé abbracciandola per i fianchi, ghignando bellamente dei deboli pugni che la rossa gli rivolse prima di abbandonarsi a lui e abbracciarlo, ricambiando il bacio e lasciandosi cullare dalla sue mani.
-Grazie- sussurrò, dividendo appena le loro labbra.
-Non c’è di che- sorrise sorniona Nami, tornando a baciarlo con foga, rubandogli il cappello nero e portandoselo sopra i capelli di rame, piegando il capo e sorridendo malandrina –Ma non credere che il tuo debito sia estinto!-

 
   
 
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