Storie originali > Comico
Ricorda la storia  |      
Autore: Eth_smile    03/01/2017    0 recensioni
Ciao a tutti. È la prima volta che mi cimento nella stesura di una storia di genere comico; ho deciso di inserirla in questa categoria perché la trovo piuttosto ironica e spero vivamente di strapparvi un sorriso. Per incuriosirvi ecco un breve estratto: Non passa molto tempo che mamma si mette a parlare concitatamente indicando qualcosa davanti a noi; alzo lo sguardo estasiata per vedere cosa sia, immaginandomi meravigliosi affreschi o splendide e colorate vetrate: -Un ponte. Tutta questa festa, per un ponte?!-Domando più scocciata che mai tornando a giocare a candy crash; la sento sbuffare: -Certo che devi sempre rovinare tutto. Uff...non indovineresti mai come si chiama- risponde ritrovando un po' di allegria. Le rispondo senza staccare gli occhi dallo schermo del cellulare: -Ah ah...illuminami, allora- so per certo che mi sta fulminando con lo sguardo: -Ponte dei sospiri- è uno scherzo vero? Glie lo chiederei se solo non me lo avesse detto senza la minima traccia di ilarità nella voce: -È un nome davvero appropriato, chissà quanta gente a cui non frega niente avrà sospirato esattamente come me passandoci sotto- dico in tono melodrammatico continuando a giocare; di nuovo tre stelle, sono un boss in questo gioco.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Sono fregata! Come faccio a diglielo adesso?! Un'altro quattro, non ci voleva; questa non me la perdona". Sono indecisa se bussare o meno: "Dai busso, tanto mal che vada mi metterà in castigo" cerco di essere ottimista, però la consapevolezza del quattro appena preso mi frena. Alla fine mi faccio coraggio e picchio le nocche sul legno della porta; dall'interno mi raggiunge la voce alterata di mia madre: -È aperto-. Mi si gela il sangue nelle vene "E...e se l'avessero chiamata? E se lei sapesse già la verità? Calmati chris, stai dicendo assurdità." Mi rimprovero mentalmente per cercare di calmare la mia mente troppo frettolosa nel formulare conclusioni (alle volte anche molto fantasiose), ma come un lampo il flash back di stamattina mi investe: 
                        *
Sto correndo per prendere l'autobus e come ogni mattina ci riesco per un soffio. Arrivata a scuola mi dirigo verso la classe, poso la cartella e cominciò a ripassare. La mattinata scorre in fretta, manca solo l'ultima ora; la professoressa dopo essere entrata in classe comincia la lezione. Non ho mai amato la storia, anzi; difatti ho una serie di insufficienze ed impreparati e di questi tempi la voglia di studiare è pari hai miei voti. Spero solo che la verifica che abbiamo fatto sia andata bene altrimenti sono guai seri; mamma ha detto che non mi farà uscire per tutto il resto dell'anno scolastico se non tiro su storia, ma come se avesse sentito i miei pensieri la profe comincia a consegnare le verifiche: Quattro. Splendido, un'altro votaccio da aggiungere alla mia già lunga lista. E ora come glie lo dico?-
                         *
Il flash back termina ed io sono più spaventata di prima, ma nonostante tutto allungo la mano ed apro la porta. 
Dopo aver posato la cartella in camera mi dirigo in cucina per mangiare; mamma è davanti a me piu furibonda che mai, sbatte padelle e coperchi borbottando imprecazioni molto colorite. Cerco di farmi piccola piccola e di lasciare la cucina senza dare nell'occhio, ma fallisco miseramente: -Ciao, come è andata oggi?- Mi chiede con tono seccato girandosi verso di me; io, dal canto mio, continuo a spostare lo sguardo da lei alle padelle sul fuoco senza parlare. Il suo sguardo si addolcisce: -Scusa tesoro è solo che oggi è stata una giornata davvero...pesante-Completa la frase con uno sbuffo; io continuo a far saettare il mio sguardo senza fiatare. Si gira nuovamente verso i fornelli: -Ma grazie a Dio ci sei tu a rendermi molto...- La interrompo:-Ho preso quattro- dico tutto d'un fiato: -Furiosa. A rendermi molto, molto furiosa.- Cerco di dileguarmi il più in fretta possibile, ma si vede che oggi non è proprio giornata: -Dove credi di andare tesoro?- Mi chiede fintamente gentile con un ghigno che va da un orecchio all'altro, la mano sinistra sul fianco e la spatola per girare gli amburgher nell'altra. Cerco di farmi  ancora più piccola: -A studiare?- Mormoro ironica e prima che mi possa lanciare qualcosa addosso riesco a darmela a gambe, ma lei mi insegue (non si può sfuggire all'uragano Sara). Alla fine mi raggiunge: -Mi avevi promesso che ti saresti impegnata e che sarebbe stato l'ultimo tre!- Tuona mia madre, sempre più furiosa: -Difatti ho mantenuto la promessa, mi sono impegnata; ho preso quattro non tre- Mi accorgo troppo tardi che non è con l'ironia che riuscirò ad uscire da questo pasticcio tutta intera: -Wow ti sei davvero impegnata, magari la prossima volta riesci pure a prendere un cinque, chissà. Beh se non altro è meglio di tre- Mi schernisce più sarcastica che mai. Cerco di difendermi: -Eddai lo sai anche tu che odio lo storia e che secondo me è inutile e non dovrebbe esistere- Lei mi lancia uno sguardo assassino: -Esattamente come tu sai che non me ne potrebbe fregare di meno. Prendi ancora un'altra insufficienza e sarai esattamente come il tuo illuminante parere sulla storia: inesistente.- sbraita: -Ed ora...- Asserisce con più calma: - Fila a studiare!- Termina urlando. Con una velocità che non credevo di poter raggiungere volo dritta verso la camera decisa a studiare seriamente; nel mentre, mi raggiunge la sua voce: -E vedi di farti interrogare e di recuperare. Capito!- E senza attendere risposta mi supera borbottando: -Ma sentitela, la principessa. Sai quante cose odio io?! Eppure non mi lamento...- Mi scappa un risolino: -Ma se per un misero quattro mi hai quasi sbranato.- Penso ad alta voce: -Ti ho sentito!- Ops, forse troppo alta.  

Quanto tempo sarà passato? Minuti, ore, giorni? La testa mi scoppia. Entrata in camera ho preso il libro di storia e mi sono messa a studiare seriamente ed ora non riesco neanche a formulare un pensiero coerente. Allungo la mano e prendo il cellulare poggiato sulla scrivania per guardare l'orario: -dieci minuti, sono passati solo DIECI MINUTI?! non c'è la posso fare.- Piagnucolo prendendomi la testa tra le mani aspettando che succeda un miracolo. Non sono mai stata una ragazza molto religiosa, ma da oggi mi ricrederò, lo giuro; mamma (che non so da dove sia sbucata) appoggiata allo stipite della porta, compie il miracolo: -Mettiti una giacca, usciamo- e senza aggiungere altro si dilegua. Mi precipito a prendere la giacca e la seguo giù per le scale verso il garage. 
Parcheggia poco lontano da Piazza San Marco, vicino alla scuola, scende dall'auto ed io la seguo a ruota. Si dirige a passo di marcia verso la piazza e come prima, anzi come sempre, le vado dietro; sono proprio curiosa di sapere dove stiamo andando, anzi dove stiamo andando lo so, ma è a fare cosa che mi sfugge: -Perché siamo uscite? Che ci andiamo a fare in piazza?- Senza smettere di camminare risponde alla mia domanda: -Dato che non apprezzi la storia raccontata sui libri, ho intenzione di fartela conoscere a modo mio.- Volta il viso verso di me e mi sorride raggiante; io, dal canto mio, non lo sono poi tanto: -Mmm...affascinante, ma ripeto che ci andiamo a fare in piazza? Cioè è una piazza è questo tutto ciò c'è che c'è da sapere in merito.- Lei non si scompone davanti al mio scetticismo, anzi sembra trarne forza: -La Basilica?! Andremo a visitare la Basilica di San Marco- lo dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Che diavolo di roba è una basilica? Penso tra me e me. Ma certo! Ora ricordo: -Non so proprio come tu faccia a trovare entusiasmante delle semplici foglioline verdi e comunque quella faccia non l'hai mai fatta quando te le mettevano sulla pizza- le dico in tono saccente; lei si ferma di colpo e si volta a guardarmi con un sopracciglio alzato: "Foglioline verdi? Ma che cosa...non basilico, ma basilica; la Basilica di San Marco, che diavolo c'entra il basilico?- Ero talmente concentrata a cercare di capire perché trovasse una comune pianticella tanto interessante, da non essermi accorta dell'imponente chiesa che troneggia su di noi: -Quella non la metto sulla pizza- sussurro con il naso rivolto verso l'alto; segue il mio sguardo con un sorriso compiaciuto stampato in volto. 
L'interno è ancora più splendido e sfarzoso dell'esterno, ma ciò non toglie che la visita guidata sia stata estremamente noiosa (a momenti ero certa che mi sarei addormentata). non ho ascoltato nemmeno una virgola di quello che ha detto la guida. Mamma, allora, mi ha, letteralmente, trascinata al canale più vicino scaraventandomi sulla prima gondola libera: -Ma sei matta? La visita non era ancora finita!- le sbraitò addosso fintamente offesa, ma lei si accorge che sto mentendo: -Oh scusami tanto se ti ho impedito di addormentarti, inoltre si notava il tuo grande interesse soprattutto dagli sguardi vacui e disinteressati che dedicavi alle colonne e ai dipinti. Sai ad un certo punto eri talmente coinvolta da non accorgerti che la fila stava andando avanti, appisolandoti appoggiata ad una delle colonne- abbasso lo sguardo colta in fallo, ma nonostante la ramanzina sono al settimo cielo; ho sempre ammirato da lontano le gondole navigare senza poterci mai salire. Questo tour storico si sta rivelando interessante, penso tra me e me. Mamma paga il tizio che voga ed il giro ha inizio, sono solo curiosa di sapere dove stiamo andando: -Dove ci sta conducendo il tizio che rema?- Lei mi guarda più raggiante di prima: -Lo vedrai. È comunque si chiama gondoliere- la guardò indifferente: -Come mai è vestito da carceriere?- Le domando con tono annoiato; lei, dal canto suo, diventa tutta rossa e si gira per assicurarsi che il tizio che rema non mi abbia sentito e poi mi fulmina con lo sguardo: -Christine! Sei tu che dovresti essere rinchiusa in carcere per le assurdità che dici; prima la storia del basilico e adesso questa? Oh Santa Maria aiutami tu- dice massaggiandosi le tempie con le dita. Sbuffo e roteo gli occhi, tirando fuori il cellulare dalla tasca della giacca, per poi puntare lo sguardo sullo schermo. Non passa molto tempo che mamma si mette a parlare concitatamente  indicando qualcosa davanti a noi; alzo lo sguardo estasiata per vedere cosa sia, immaginandomi meravigliosi affreschi o splendide e colorate vetrate (insomma chi più ne ha, più ne metta): -Un ponte. Tutta questa festa, per un ponte?!-Domando più scocciata che mai tornando a giocare a candy crash; la sento sbuffare: -Certo che devi sempre rovinare tutto. Uff...non indovineresti mai come si chiama- risponde ritrovando un po' di allegria. Le rispondo senza staccare gli occhi dallo schermo del cellulare: -Ah ah...illuminami, allora- so per certo che mi sta fulminando con lo sguardo, lo sento perforarmi la testa: -Ponte dei sospiri- è uno scherzo vero? Glie lo chiederei se solo non me lo avesse detto senza la minima traccia di ilarità nella voce: -È un nome davvero appropriato, chissà quanta gente a cui non frega niente avrà sospirato esattamente come me passandoci sotto- dico in tono melodrammatico continuando a giocare; di nuovo tre stelle, sono un boss in questo gioco. Mamma mi strappa alle mie importantissime riflessioni: -Allora, secondo il tuo ragionamento, il mio nome non dovrebbe essere Sara, ma illusa dopo tutte le volte che ho sperato invano di vederti tornare a casa con un bel voto in storia invece dei tuoi soliti tre- mi risponde ghignando, perché sono certa che lo stia facendo; io, dal canto mio, non mi scompongo: -D'accordo illusa, dove stiamo andando seriamente?- Le chiedo con tono disinteressato alzando lo sguardo dal cellulare e puntandolo nel suo, grosso errore; se gli sguardi potessero uccidere io sarei cenere a quest'ora: -A casa!-Ringhia: -Ora mi hai stufato. Dato che non apprezzi la storia nemmeno così tornerai a studiarla sui libri! Poi non ti lamentare quando da adulta ti chiameranno ignorante e per la cronaca illusa è sempre meglio- ghigna soddisfatta; sono tentata di controbattere, ma è meglio non farla arrabbiare ulteriormente. Lo gondola fa dietro front (se così si può dire) e torniamo da dove siamo venuti. 
È inutile che mamma ci provi, non amerò mai la storia; apprezzo i suoi sforzi, ma preferisco rimane ignorante da questo punto di vista. 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Comico / Vai alla pagina dell'autore: Eth_smile