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Autore: Dysia    03/01/2017    0 recensioni
La malattia la dilaniava lentamente, sempre piω rapidamente solo negli ultimi due giorni, mentre invece a me no.
Aveva la pelle pallida, le occhiaie profonde attorno agli occhioni color smeraldo e le labbra violacee. Era stranamente silenziosa, ma rilassata e rassegnata. Non aveva piω voglia di cercare vie di fuga, una qualsiasi cosa fosse in grado di fermare la malattia.
Avrebbe dovuto dilaniare entrambi. Avrebbe.
‹‹ Cosa farai piω avanti? ››
‹‹ Intendi, se troviamo una cura? ››
Esitς un attimo di fronte a quella domanda, e debolmente, accennς un sorriso ‹‹ Sμ, ovvio ››
‹‹ Prima pensiamo a trovare una cura, poi penso a cosa fare piω avanti ››
‹‹ Ti piacciono quei pantaloni nuovi? ››
‹‹ Cosa? ››
‹‹ Ho chiesto se ti piacciono i pantaloni nuovi che stai indossando. Non θ una domanda difficile, Drew ››
‹‹ Ehm... ›› abbassai lo sguardo sui pantaloni, assumendo un espressione curiosa. Certo che mi piacevano, che razza di domanda era? ‹‹ Certo, se no mica li starei indoss- ››
‹‹ Okay, bene. Quindi, o mi rispondi alla domanda precedente, o giuro su Lexus che a breve saranno inutilizzabili ››
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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‹‹ Dimmi, ci hai mai pensato? ›› chiese Kayla, attirando la mia attenzione.

Era poggiata con la schiena rivolta al muro, lo sguardo verso di fronte a sι come se il vialetto di cassa sua non l'avesse mai visto.

‹‹ Senza offesa, mi sono perso nel discorso. Cosa mi dovrei chiedere? ››

‹‹ Certo che per avere cinquecento anni suonati sei piuttosto svampito! ›› mi riprese in modo giocoso, poi ridacchio, dando un colpo di tosse poco dopo.

Troppo debole, mentre invece io stavo da Dio.

La malattia la dilaniava lentamente, sempre piω rapidamente solo negli ultimi due giorni, mentre invece a me no.

Aveva la pelle pallida, le occhiaie profonde attorno agli occhioni color smeraldo e le labbra violacee. Era stranamente silenziosa, ma rilassata e rassegnata. Non aveva piω voglia di cercare vie di fuga, una qualsiasi cosa fosse in grado di fermare la malattia.

Avrebbe dovuto dilaniare entrambi. Avrebbe.

‹‹ Ti chiedevo se hai mai pensato a cosa farai piω avanti ››

‹‹ Intendi, se troviamo una cura? ››

Esitς un attimo di fronte a quella domanda, e debolmente, accennς un sorriso ‹‹ Sμ, ovvio ››

‹‹ Prima pensiamo a trovare una cura, poi penso a cosa fare piω avanti ››

‹‹ Ti piacciono quei pantaloni nuovi? ››

‹‹ Cosa? ››

‹‹ Ho chiesto se ti piacciono i pantaloni nuovi che stai indossando. Non θ una domanda difficile, Drew ››

‹‹ Ehm... ›› abbassai lo sguardo sui pantaloni, assumendo un espressione curiosa. Certo che mi piacevano, che razza di domanda era? ‹‹ Certo, se no mica li starei indoss- ››

‹‹ Okay, bene. Quindi, o mi rispondi alla domanda precedente, o giuro su Lexus che a breve saranno inutilizzabili ››

Sollevai gli occhi al cielo, gettando indietro la testa e riflettendo un attimo.

‹‹ Credo... non lo so. Insomma, non penso spesso a cosa fare piω avanti,sai che sono piuttosto impulsivo. Dipende da cosa vorrΰ fare Daphne, dopo esserci sposati ››

‹‹ Tu cosa vorresti fare? ››

Scrollai le spalle ‹‹ a me non cambia granchι, viviamo giΰ a casa mia. Le sto contagiando la mia pigrizia, credo che finiremo con rintanarci in casa a dormire tutto il giorno e vivere praticamente solo la notte, senza perς spostarci da qualsiasi tipo di superficie comoda. Passando il tempo poi a coccolarci e... beh... ››

‹‹ Sμ, ho capito ›› schioccς la lingua, guardandomi con la coda dell'occhio ‹‹ Sei un maniaco. ››

‹‹ Non credere che sia sempre io quello che inizia ››

Rise e scosse la testa, poggiando la testa sulla parete alle sue spalle. Divenne di colpo seria, inspirando profondamente l'aria ‹‹ pensi che avrete mai dei figli? ››

No, decisamente, non avevo mai pensato a quei dettagli.

Non mi ci vedevo granchι nel ruolo di padre, e non ho mai pensato a Daphne nel ruolo di madre.

‹‹ Non lo so, forse. Magari piω avanti ››

‹‹ Uh, perchι, dovete sistemarvi con i soldi? ›› ironizzς in modo puntiglioso, poi inclinς la testa nella mia direzione

‹‹ No, penso che sia perchι non mi ci vedo come padre ››

‹‹ Perchι? Hai fatto da babysitter, non θ poi cosμ differente ››

‹‹ Certo che θ differente, la figlia non era la mia, dovevo solo badarci ››

Fece le spallucce, poi, riportς lo sguardo davanti a sι. Scivolς leggermente in avanti col bacino, fino a sdraiarsi sul pavimento del marciapiede.

Mi nascondeva qualcosa. Non era suo solito fare domande simili.

‹‹ Secondo me sarai un buon padre ›› disse, poggiandosi una mano sulla fronte e stringendola appena, forse per via di una fitta di mal di testa ‹‹ probabilmente finiresti con viziare il bambino all'infinito o prima ancora giocheresti col pancione, cose cosμ. Non penso che faresti schifo come padre. Piuttosto mi preoccuperei di Daphne e della sua imbranataggine. Sarebbe in grado di litigare col bambino per i biscotti ››

Non aveva tutti i torti, cosμ, in effetti, annuii, riuscendo ad immaginare perfettamente la scena.

Anche se a pensarci bene, probabilmente avrebbe diviso il biscotto e l'avrebbe ceduto. Un po' come faceva con me.

‹‹ Nah, dai, non θ cosμ egoista ››

‹‹ Ti vorrei come padrino di mia figlia in futuro ››

Altra uscita quasi totalmente scollegata dal discorso ‹‹ stai cercando di dirmi qualcosa? ››

‹‹ No ›› rispose quasi subito, come se avessi toccato un tasto dolente ‹‹ ma tu lo faresti? ››

‹‹ Beh, sμ, certo, non vedo perchι no. ››

‹‹ Bene ›› fu quasi un sussurro, mentre si guardava le mani con un espressione strana. Non disse nulla, perς, e la sua mente era come una fortezza impenetrabile. Avrei voluto leggerle il pensiero per sapere cosa stesse pensando guardandole. Ma Kayla odiava quando qualcuno provava a farlo, ed in questo periodo, per via della malattia, le faceva male la testa se solo ci provavo.

E faceva male anche me.

La Romeonxite consumava il corpo tramite il proprio potere. Questo ti divorava da dentro.

Di colpo, dal naso di Kayla cominciς a colare del sangue, e lei se ne rese subito conto. Si passς la manica della maglietta sotto al naso, sbuffando.

Mi guardς con la coda dell'occhio, pensando, probabilmente, che l'odore del suo sangue mi avrebbe fatto delirare o vomitare.

Ma in veritΰ ero piuttosto tranquillo. Nessuno poteva bere il sangue di una menade, e poi, in ogni caso, non l'avrei mai toccata.

Non era preoccupata. Succedeva di continuo a detta sua.

‹‹ Tutto okay? ›› chiesi, sussurrando.

Lei spostς la manica e la guardς senza batterei ciglio.

‹‹ Tu? ››

‹‹ Sto bene... non mi nausea nemmeno l'odore del tuo sangue ››

‹‹ Ed in generale? Come ti senti? ››

‹‹ Bene Kay... sto bene ››

Ed era vero. Seppure la Romeonxite ci collegava, per via della maledizione, io stavo bene.

Avevo cominciato a stare bene, e pensavo che fosse cosμ anche per lei. Eppure, lei non era cambiata.

‹‹ Mi devi promettere un cosa ››

‹‹ Cosa? ›› chiesi

‹‹ Prenditi cura di loro ››

‹‹ Di loro chi? ››

‹‹ Daphne, Hope... se sarΰ necessario, anche Lexus ››

‹‹ Aspetta... Hope? ››

fece e spallucce, annuendo, ma senza darmi risposta. E Kayla era testarda, per cui, se non voleva farlo, non l'avrebbe mai fatto.

‹‹ Comunque sμ te lo prometto ››

Mi guardς con totale serietΰ, poi, a fatica, si alzς, sempre senza dire nulla.

‹‹ Scusami, sono stanca... Credo che andrς a riposare ››

‹‹ Sicura di stare bene? ››

annuμ, mentre camminava verso la porta. Mi alzai anche io, pronto ad avvicinarmi per salutarla, mentre lei girava la chiave per entrare dentro casa.

‹‹ Se dovessi fare qualcosa di parecchio impulsivo, tu me lo lasceresti fare? ›› domandς, spiazzandomi di nuovo con quella domanda, anche se aveva l'aria di chi sapeva giΰ la risposta.

‹‹ Dipende da cosa ›› inclinai il volto, accigliandomi ‹‹ niente di stupido ›› e la conoscevo, sapevo che qualsiasi cosa avesse in mente, fosse veramente pericoloso.

Poi sorrise, annuendo tra sι e sι ‹‹ Immaginavo. Nemmeno io ›› detto questo, aprμ la porta, entrando in casa e mettendosi dietro la porta, pronta a chiuderla.

Sollevai un sopracciglio ‹‹ Sμ, lo so ››

‹‹ Buona notte. E guida piano. Fa attenzione ››

scrollai le spalle, allontanandomi lentamente e facendole cenno dell'okay con la mano ‹‹ Buona notte ››

  
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