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Autore: JeanGenie    04/01/2017    2 recensioni
"Ti ho chiamato per dirti che domani mi sposo. Ho pensato che... è più giusto se lo sai da me, ecco.”
Terribile coniugazione dei verbi. Struttura delle frasi elementare. Ma il senso è stato subito chiarissimo.
[Jared Leto x Margot Robbie]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Confessioni Ridicole

Parole: 1090

Rating: Giallo pallido virante al verde

A bordo: Jared Leto e Margot Robbie

Note e disclaimer: Non mi appartengono, non li conosco personalmente, nulla di tutto questo è mai accaduto. Per quel che ci è dato sapere, tra loro non c'è mai stato nulla, Margot è felicemente sposata e tutto questo è frutto solo di shipping Jargot automatico e incontrollabile, nonché di lunghe chattate insonni.

Il fatto che, di fronte a un cappuccino, sia partita in radio “Domenica Lunatica” di Vasco Rossi, e questa ne sia quasi la naturale conseguenza, vorrei evitare di dirlo, perché Vasco Rossi non mi piace. Ma è più giusto così.

Il titolo lo ha trovato il mio migliore amico Stefano, che si è anche occupato del beta-reading.

Le immagini sono un regalo di Giulz87

Tutto il resto è per  Like_a_Polly, che ci è rimasta male e che ci sperava davvero. <3

 

 

 

 

Confessioni ridicole

 

 

 

Ciao...”

Quell'accento terribile, sempre quell'accento terribile. E al telefono è ancora peggio. È una specie di tarlo, perfino lassù. Perfino a due giorni di distanza. Eppure il nulla (il cielo, le rocce, il vuoto, la vastità esistenziale, ed è una definizione ridicola, anche se suona bene e dovrà infilarla in un testo, prima o poi) dovrebbe farla sparire. Invece rimbomba. Anzi, taglia.

Come stai?”

Bene, tu?”

No, che non sto bene. E non si tratta dell'influenza. Dopo mesi...

Sì, perché dopo mesi, qualunque altro soggetto sarebbe sparito in qualche cassetto nascosto del suo cervello. Non è importante, davvero. C'è tanto da fare, altro a cui pensare. Una tacca sul fucile, una casella barrata, un...

Bene, senti...”

Esitazione. E per un attimo ha pensato che gli avrebbe chiesto di vedersi. Dopo tutto... Dopo tutto lei ha lasciato Londra. E adesso vive a Los Angeles. Un caso? Oh, no. C'entra il destino. E chi se ne frega se con lei c'è sempre quel cane da guardia di un metro e novanta.

No, davvero... piantala...

Chiude gli occhi e respira l’aria gelida. Fa sempre freddo a quell'altitudine. Un vero tonico per snebbiare i pensieri.

Piantala...

Senti... Sono in Australia. Ti ho chiamato per dirti che domani mi sposo. Ho pensato che... è più giusto se lo sai da me, ecco.”

Terribile coniugazione dei verbi. Struttura delle frasi elementare. Ma il senso è stato subito chiarissimo.

E allora? Cosa ti aspetti? Ragazzina che gioca all'adulta. Tu, così chiara, così certa di quello che vuoi. Tu e il tuo “Fare sul serio”. Com'era? “Tu non sei uno che fa sul serio. Sei solo un bambino, in fondo. Quanto è durata la tua ultima relazione? Quanto durerebbe con me? Invece lui...” Invece lui...

Congratulazioni. Se mi avessi avvisato prima ti avrei mandato un bel regalo. No, niente topi stavolta.”

Quella pausa infinita. E poi quello che si aspettava. “Sei uno stronzo, lo sa?”

Che cosa vuoi? Che ti chieda di non farlo? Che prenda il primo aereo e mi cimenti in una scena epocale, neanche fossi Dustin Hoffman? Te lo immagini? Appena un attimo prima che lui ti infili l'anello al dito.

“Sì, me l'hai già detto un paio di volte. Davvero, sono felice per te. Davvero.”

Ma lei era andata. E aveva immaginato di richiamarla. Di dirle “Non lo fare”. E lei avrebbe detto “Vieni a prendermi” e tutto sarebbe andato a posto.

Invece...

Invece va bene così. Il cielo addosso, il vuoto sotto di sé, i polmoni gelati.

I veri uomini non piangono. Ma se nessuno può guardarlo mentre succede allora non è importante.

 

Ciao...”

Si guarda allo specchio e capisce che sarebbe più bella se riuscisse a sorridere. Quello non dovrebbe forse essere il giorno più bello della sua vita? Tre anni prima pensava che a lei non sarebbe mai successo. Invece adesso è lì. È innamorata. È felice. Nessun dubbio. È quello che voleva. Perché lui è perfetto, è un sogno, una meraviglia. Lui è tutto ciò che ha sempre voluto.

E allora perché l'hai chiamato?

Risposta cinica. Per sbattergli in faccia il suo matrimonio. Forse. Ma se avesse voluto fargli male avrebbe lasciato che lo scoprisse dai giornali. O no?

Come stai?”

Bene, tu?”

Stai bene? Certo che stai bene. Sono passati mesi e sei sparito. E lascia stare l'insignificante dettaglio che io ti ho chiesto di sparire.

Mesi, appunto. Mesi per dimenticare quella che è stata una storiella da set. No, neanche da set. Sul set non si è mai tolto quell'orribile costume di scena. Una storiella da tour promozionale. Peggio ancora. Non è mai stato importante, per lui. Uno con la sua reputazione. Uno con la sua vita. Uno con la testa piena di progetti assurdi e strampalati. Una rock star nella peggiore accezione del termine E lei non è stata altro che una tacca sul fucile, una casella barrata, un...

Bene, senti...”

Il modo più giusto per dirglielo. “Guarda cosa ti stai perdendo, Mr. Libertà. Guarda.” E quella stretta allo stomaco.

No, davvero... piantala...

Si guarda allo specchio e non si riconosce. Eppure era l'altra quella sbagliata. Non quella che è tornata all'ovile. Non quella che sta per sposarsi. L'altra. Quella che pensava di non caderci. Che si è ripetuta che lui era troppo strano, troppo eccentrico, troppo vecchio, troppo figlio di una grandissima puttana...

Piantala...

Senti... Sono in Australia. Ti ho chiamato per dirti che domani mi sposo. Ho pensato che... è più giusto se lo sai da me, ecco.”

Fatto. Fatto. Semplice. E adesso?

E adesso? Cosa ti aspetti? Cosa ti aspetti da lui? Ha vent'anni più di te e gioca a fare il ragazzino. Lui che ti ha detto “Sono pazzo di te” e tra le righe voleva solo dire “Vivi come me, vivi con me, finché dura, e non aspettarti nulla.” E lei ci ha pensato. Ci ha pensato anche troppo. Ma lei non è folle. Il suo personaggio lo è. Lei no. Lei sa quel che vuole. Lei non è una da retropalco. Lei non è una capo-groupie. Lei voleva solo che gli dicesse quanto era diversa rispetto a tutte le altre. Ma non è successo. Non è successo. E lei ha scelto. Ha scelto il meglio. La cosa più sensata, la cosa più giusta.

Congratulazioni. Se mi avessi avvisato prima ti avrei mandato un bel regalo. No, niente topi stavolta.”

No, non può averlo detto. Che razza di mostro è? Che razza di schifoso bastardo è? E perché lo ha chiamato? Perché lo ha chiamato, davvero? Stupida.

“Sei uno stronzo, lo sai?”

Diglielo. Non smettere di ripeterlo. È quello che è. Un'infezione. Che cosa ti aspettavi? Che ti chiedesse di non farlo? Che prendesse il primo aereo e bloccasse la cerimonia, come in un film di quarta categoria? E in quel caso... In quel caso cosa faresti? Te ne andresti con lui? Oppure resteresti esattamente dove sei? Ma tanto non importa. Non più. Perché non succederà mai.

Aveva riattaccato. Istintivamente. Poi aveva atteso che lui richiamasse. Che le dicesse di non farlo. Che aggiungesse qualcosa di assurdo del tipo “Sposa me”, tanto ormai nessuno dei due avrebbe avuto più paura di mostrarsi ridicolo.

Invece...

Invece va bene così. Un bel vestito bianco, fiori, musica e l'uomo giusto che mi aspetta...

Nessuno si stupisce nel vedere una sposa piangere. Penseranno tutti che sia stata l'emozione Ma anche se così non fosse, e qualcuno sospettasse che qualcosa dentro di lei fa male, non ha davvero voglia di smettere.

 

 

   
 
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