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Autore: Tide    04/01/2017    4 recensioni
Anche il Cavaliere dell'Assia è stato bambino. Non un bambino come tutti.
"Lui coglie solo le corolle e gliele porta. Non porta mai gli steli, solo le corolle."
Questa storia partecipa al contest "Sotto la maschera!" indetto da Nirvana_04 sul forum di Efp.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~BLUMENKRONEN

 

Fu un unico Dio a creare il lupo e l’agnello e poi a sorridere “vedendo che questo era buono”.
(André Gide)

 

In estate il rifugio di Theresa è circondato di fiori. Il bambino si china a coglierne, la testa nera e scompigliata sovrasta appena le corolle.
Theresa lo guarda dalla finestra col suo sorriso quieto, gli occhi azzurri sereni e sempre un poco mesti.
Il bambino rientra, gli occhi color ghiaccio attenti, le mani colme di corolle.
Theresa si china davanti a lui e i capelli ramati le scendono sul viso bianco e gentile
“Sono per me, fratello?”
Il bambino annuisce e le versa tra le mani le corolle. Theresa le guarda un istante, assorta. Lui coglie solo le corolle e gliele porta. Non porta mai gli steli, solo le corolle.
Theresa si alza e le appoggia sul tavolo. Torna in ginocchio davanti al bambino e il suo sguardo indugia sulla sacchetta di cuoio che lui ha sempre al collo. Tante volte gli ha detto di non perderla mai. Gli sorride
“Andiamo a coglierne altri.” Dice
Lei osserva il bambino giocare coi fiori, recidere le corolle, senza staccare gli steli, gli occhi intenti, il viso concentrato, i gesti precisi delle dita.
“Fermo, fratello.” Gli dice infine seria e dolce, ponendogli una mano sulla spalla. Lui la guarda attento coi suoi occhi penetranti. Theresa si inginocchia con lui e sfiora la sacchetta che gli cade sul petto
“Ricordi cosa c’è dentro, vero?” gli chiede
Lui annuisce serio, ma non dice nulla
“Tu sei nato con la camicia, fratello.” Gli dice con calma Theresa “Ti avvolgeva tutto una membrana, ne hanno conservato un lembo e te l’hanno messo  al collo. Lo avevi con te quando ci siamo trovati, fratello. E io ti dissi di non perderlo mai, ricordi?”
Lui annuisce ancora
“Vuol dire che sei speciale, fratello.” Prosegue Theresa con la voce lievemente incrinata “vuol dire che non dovrai temere le fate e i folletti e non devi aver paura di varcare i cerchi delle streghe. Potrai seguire la Caccia Morta se ti chiamano e non dovrai averne paura, perché tu sei uno di loro.”
Gli accarezza il viso, cercando di non piangere “Loro ti chiameranno, fratello, e tu li seguirai. Tu vorrai ascoltarli, perché loro sono te e tu vivi di loro. Tu già li senti, non è vero, fratello? Quando ti svegli di notte e quando fuggi e non so quando tornerai.”
Il bambino non risponde, ma non distoglie lo sguardo, la fissa con occhi d’abisso
“Ciò che è meraviglioso può anche essere terribile” gli dice ancora la ragazza “E ciò che è terribile può essere meraviglioso, a volte. Tu capisci, fratello?”
Il bambino annuisce serio, consapevole.
Lei gli bacia la fronte e lo stringe a sé, cerca il tempo per respingere le lacrime accarezzandogli i capelli corvini. Infine scioglie la stretta, lo guarda in volto e sorride
“Vieni a cercare la malva con me?” gli chiede levandosi in piedi
Lui si alza e la prende per mano.

La sera Theresa raccoglie le corolle di fiori dal tavolo e le pone in una ciotola sul davanzale. Fa salire il bambino sulla sedia e sparge i fiori di malva sul tavolo, posa la cesta in un angolo.
“Aiutami, fratello.” Dice calma. Prende a dividere corolle e steli. Il bambino segue i gesti precisi di Theresa, attento.
L’unghia incide il gambo, le dita staccano la corolla, la linfa bagna i polpastrelli e i suoi occhi osservano tutto come un mistero che piano si svela.
Il respiro gli trema, le dita incespicano e s’arrestano lentamente
“Theresa …” chiama piano il bambino, sollevando lo sguardo alla ragazza.
“Che succede, fratello?”
Lui spalanca gli occhi, come per vedere nel buio, socchiude la bocca, ma non parla.
Theresa gli accarezza il volto con premura
“No, non devi aver paura.” Gli dice. Lui scuote appena la testa
“Non paura …” mormora.
Theresa lo abbraccia e lo stringe con un gemito d’angoscia
“Io soffro.” Dice lui.
La ragazza lo stringe più forte
“Lo so.” Risponde piano, dolcemente, mentre le lacrime le solcano il viso.

 

 

 

Note, che temo saranno chilometriche:

-Blumenkronen: significa Corolle (di fiore) in tedesco.

-Nascere con la camicia:
Ovvero nascere avvolti dal sacco amniotico. Era -e in parte è ancora oggi- diffusa in tutta Europa la credenza popolare che nascere con la camicia (evento raro per altro) rendesse individui “speciali”,  a volte dotati di poteri curativi, capaci di assistere alle processioni degli spiriti dei morti o alla Caccia Selvaggia.
Carlo Ginzburg ha dedicato alcuni saggi all’argomento, interessandosi in particolare alla variante friulana dei Beneandanti.

-Cerchi delle streghe:
Forse più spesso detti cerchi delle fate. Si tratta della particolare disposizione circolare che a volte assumono i funghi (ma ci sono altre varianti): si credeva infatti che delimitassero la zona entro cui in certe notti danzavano le fate, o i folletti, o le streghe. Non si potevano varcare senza il rischio di essere rapiti da questi esseri.

-Caccia Morta:
Variante della Caccia Selvaggia, un tema ricorrente nel folklore di tutta Europa. Si tratta appunto di una battuta di caccia condotta da esseri sovrannaturali . Anche la processione dei morti può essere ricondotta a questo prototipo.
Tecnicamente la Caccia Morta sarebbe la variante lombarda, ma il nome mi sembrava molto più evocativo. Passatemelo come licenza poetica.     
 

   
 
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