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Autore: lidyalinne    04/01/2017    8 recensioni
La morte di Diane getta Alain nella disperazione più nera; Oscar e Andrè partecipano del suo dolore e cercano di sostenerlo, aiutandolo in ogni modo. Sarà però l'incontro con Martine e la voglia di salvarla da un matrimonio dal quale lei vuole sfuggire a lenire il suo enorme dolore e farlo innamorare inesorabilmente. Inizia così questa storia d'amore che si intersecherà con le vicende di Oscar, Andrè e della Rivoluzione.
Dedico questa piccola storia a Queenjane e Luna22474 che mi hanno aiutata fornendomi informazioni di tipo storico e consigli per scriverla, quanto più possibile, in modo realistico nei riferimenti della vita di fine Settecento in Francia. Non so come ringraziarvi per il tempo speso per me!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un piano rischioso
 
Dieppe, 31 luglio 1789
 
Avvicinò lentamente la manina alla foglia di una margherita gialla e con estrema cautela allungò il ditino sul bordo lobato…fu un attimo e le piccole zampette di una farfalla, dalle ali azzurre macchiate di nero, vi salirono sopra.
Sophie, trattenendo la gioia, si limitò a sorridere evitando di fare movimenti bruschi…
 
- Ci sono riuscita…-  sussurrò la bambina a Martine inginocchiata accanto a lei.
 
- Sì, sei stata davvero brava… - disse Martine scostando la frangetta bionda dalla fronte della bambina.
 
- Scapperà via?
 
- Oh, certo Sophie….lei ha bisogno di volare, di posarsi sui fiori e succhiare il loro nettare con la sua lunga lingua arricciata -  spiegò Martine.
 
- Però…ancora non vola anche se sbatte piano pianino le sue ali…Forse le piaccio!- esultò la bambina voltandosi a guardare il volto sorridente della sua tata.
 
- Sì, credo che tu le piaccia davvero! -  convenne la ragazza.
 
La delicata farfalla rimase altri istanti ancora sul ditino di Sophie poi, complice un lieve alito di vento, prese il volo, librandosi nell’aria tiepida di una giornata assolata.
 
- E’ andata via…. – mormorò Sophie con un accennato broncio sulle labbra e  seguendo l’insetto con gli occhi.
 
- Tesoro, lo sapevi che sarebbe andata via…. -  disse Martine accarezzando le guance porpora della bambina.
 
- Sì. Ma domani possiamo cercare altre farfalle? – domandò Sophie, pratica e propositiva.
 
- Sicuro, tesoro! Adesso torniamo a casa? E’ quasi ora di merenda…non hai fame?
 
- Uhm….sì, tanta! Ho voglia di riempirmi il pancino con i panini al latte che ha fatto la signora Agnés! – esclamò la bambina massaggiandosi il pancino.
 
- Beh, che stiamo aspettando allora? Facciamo una corsetta verso casa?- propose Martine che, senza aspettare la risposta di Sophie, si lanciò a passo veloce tra l’erba invasa da margherite gialle, bianche e rossi papaveri.
 
- Tanto ti supero sempre, Martine!!! – esclamò la bambina correndo energicamente sulle sue esili gambette e superando la sua tata in pochi istanti.
 
Giunsero dopo appena qualche minuto sul retro del Palazzo e, smettendo di correre, entrarono dentro dove li attendeva Agnés, pronta con il suo vassoio colmo di panini.
 
Sophie si sedette educatamente al tavolo e iniziò la sua lauta merenda.
 
Martine, ancora con il fiatone per la corsa, si sedette a sua volta accanto alla bambina, sospirando un po’.
 
- Sei stanca, Martine? – le chiese Agnés.
 
- Un pochino…oggi Sophie è stata particolarmente attiva…abbiamo corso e giocato tutto il tempo….
 
- E lo so, Sophie ha energia da vendere! Perché non vai un po’ fuori, Martine, a prendere una boccata d’aria, sola soletta? – le propose la donna.
 
- No…non ne ho bisogno….
 
- Dai, vai….c’è una bella giornata fuori: goditi in totale solitudine il sole e…i tuoi pensieri. Sophie, lo sai, non sta ferma un attimo ma quando si tratta di mangiare è lenta…
 
Martine convenne con Agnés e accettò il suo consiglio.
 
- Sophie, mi raccomando, fa’ la brava con Agnés…io vado un attimo fuori – disse Martine puntandole un dito ammonitore.
 
Sophie, con la bocca piena, annuì più volte con il capo.
 
Martine ritornò sul retro del cortile e andò a sedersi sul bordo di una vasca dove nuotavano placidi tanti pesciolini rossi e galleggiavano alcune ninfee.
Immerse due dita nell’acqua verdastra e lasciò vagare lo sguardo sul cielo azzurro, punteggiato qua e là da sottili strie di nuvole.
Il sole le illuminava e intiepidiva il volto, come una dolce carezza e, socchiudendo gli occhi, sollevò il mento in una posa di abbandono totale.
Fu un impagabile momento di rilassatezza che le sgombrò per pochi attimi la mente dai soliti pensieri: Alain.
Soffriva terribilmente la sua mancanza…
Era passato più di un mese da quando era partito e il non sapere nulla di lui, se era arrivato sano e salvo a Parigi, se in caserma tutto procedeva tranquillamente, la teneva in ansia.
Ogni giorno che trascorreva senza di lui, ogni minuto, ogni attimo era difficile da sopportare.
E sarebbe stato tutto molto più pesante se non avesse avuto Sophie a cui pensare e a cui badare.
Riaprì gli occhi e sospirò più volte.
Una lucertolina apparve improvvisamente sul bordo e rimase immobile a trastullarsi sotto il sole cocente, poi rapida si defilò verso il terreno.
Sorrise a quell’animaletto, invidiandone l’esistenza libera e serena.
Stava ancora pensando al mondo animale, semplice e sincero, quando la sua attenzione venne attratta da alcune voci  provenienti dal frutteto.
 
- Ma per forza a Parigi devi andare?  - chiese Louise, la lavandaia, a Pierre, il giovane figlio che era uno dei cocchieri del barone.
 
- E’ lì che devo andare a comprare altro pizzo e stacchi di seta…. -  rispose.
 
- Ma dopo quello che è successo a Parigi, non mi sembra proprio il caso…
 
- Lo so, al momento la capitale non deve essere il posto più sicuro al mondo ma….che posso fare? Pensi che il barone non sappia ciò che è accaduto? Lo sa, ma il matrimonio della figlia incombe e la sarta richiede quella roba con urgenza…E comunque, dopo la presa della Bastiglia, so che la situazione è più o meno sotto controllo. E l’atelier di Madame Moreau, in ogni caso, si trova in un quartiere della città ai margini dei centri nevralgici del potere e degli scontri, mamma…Stai tranquilla…
 
Il dialogo tra Pierre e Louise  ebbe il potere di ghiacciare il cuore di Martine.
Il suo sguardo si pietrificò e la bocca si aprì in una smorfia di silenzioso stupore mentre il cuore accelerò i battiti….
Non aveva ben capito cosa fosse successo ma le bastò sapere che andare a Parigi fosse pericoloso per pensare ad Alain e temere per la sua vita.
E poi pensò pure alla sua famiglia….
Rimase imbambolata per pochi istanti, in preda alla paura, poi si prese di coraggio e si diresse veloce da Pierre.
 
- Ehm…scusate se vi interrompo…buonasera Madame Louise, Pierre….- Martine chinò leggermente il capo guardandole le due persone con occhi afflitti -  Io,ecco, senza volere ho ascoltato le vostre parole e ho capito che andare a Parigi è pericoloso…perché? Sapete, persone a me care vivono lì e….anche il nipote di Monsieur De Soisson lavora là…
 
- Alain… - mormorò Louise – e lui è pure un soldato…Dio mio… - aggiunse dopo assumendo un’espressione preoccupata.
 
- Che volete dire, Louise? -  Martine congiunse le mani al petto e si agitò.
 
- Vedi, Martine, il 14 luglio a Parigi….
 
Pierre iniziò a raccontarle i fatti avvenuti a Parigi a partire dalla data memorabile della presa della Bastiglia, mettendo in evidenza gli scontri duri e violenti tra cittadini e gli eserciti di Sua Maestà, che avevano causato molti morti.
Pierre specificò di essere venuto a conoscenza di tali notizie tramite il vinaio parigino che consegnava le scorte al barone periodicamente. L’uomo era giunto dalla capitale cinque giorni prima e aveva raccontato, sia al barone che ai domestici quanto fosse accaduto.
Martine si sentì morire.
La rivoluzione…. era scoppiata la rivoluzione….
Molti cittadini, uomini e donne, erano morti e con loro tantissimi soldati; sia soldati rimasti fedeli al Re, che quelli che si erano schierati a favore del popolo.
 
Alain….Alain ha sicuramente combattutto. Dio, è in salvo o…..? Come posso restare qui senza sapere come sta? Dio….aiutalo!
 
Calde lacrime scesero dai suoi occhi afflitti senza che lei potesse far nulla per impedirlo…
 
- Non fare così, Martine…pensi che i tuoi familiari si siano uniti a coloro che hanno assaltato la Bastiglia? – le domandò Pierre accarezzandole i capelli.
 
- Oh, no…no, non penso questo. Io…io pensavo proprio ad Alain. Come soldato sarà stato là di certo a combattere….e sarà salvo? E’ questo che mi fa preoccupare e agitare…. – rispose Martine non nascondendo il motivo della sua pena.
 
- Oh, certo, hai ragione….Ma lui è un uomo forte e coraggioso…vedrai che se la sarà cavata… - cercò di consolarla Louise, intuendo la natura dei sentimenti che la legava ad Alain.
 
- Sì, è un uomo impavido ma….come saperlo con certezza che si è salvato? – chiese Martine  con la voce che le tremava e le palpebre che sbattevano convulsamente.
 
- Tornerà appena potrà… - suggerì poco convinto Pierre.
 
- Se è vivo… - aggiunse Martine che non voleva edulcorare una realtà drammatica. E nemmeno voleva vivere nella speranza di vederlo ritornare. Se anche fosse stato vivo, magari poteva essere ferito, prigioniero….e allora non sarebbe tornato tanto presto e nell’attesa lei avrebbe vissuto l’angoscia più profonda non sapendo le reali sorti di Alain.
 
- Sii fiduciosa….- disse Louise.
 
- Non basta, Madame Louise….
 
- Beh, cosa vorresti fare? – le domandò Pierre.
 
- Io? Oh…io…- Martine fece una pausa in cui il suo sguardo affranto si accese di vivido coraggio – Io…vi ringrazio per avermi ascoltata…adesso devo andare….Grazie ancora! – riprese Martine riverendo madre e figlio.
 
La mente di Martine focalizzò un unico pensiero: andare alla ricerca di Alain.
Fece rapidamente ritorno in cucina dove Sophie aveva terminato la sua merenda e stava giocando con uno dei tanti mici che vivevano in cortile.
 
-Agnés, posso chiederti un grande favore? Puoi stare ancora un po’ con Sophie? Devo occuparmi di una cosa urgente…pochi minuti e sarò di ritorno! – spiegò con voce affannata, le gote imporporate, il cipiglio ardente.
 
- Vai, vai…ma è successo qualcosa? – le chiese la donna.
 
- Oh, niente…stai tranquilla. Davvero, torno subito. Sophie fai la brava con Madame Louise.
 
- Sì, sì….- annuì Sophie  scuotendo forte la testolina.
 
Martine le spedì un sorriso dolce dopodicchè si lanciò in una corsa a perdifiato verso la sala delle stiratrici, dove vi giunse in pochi attimi.
Si fermò un istante sull’uscio della sala per riprendere fiato e per individuare Juliette; la ragazza, aiutata da un’altra stiratrice, stava piegando un grande lenzuolo candido.
 
- Juliette….- sussurrò agitata – Juliette! – ripetè alzando di più la voce.
 
- Martine! – esclamò Juliette voltandosi di scatto verso la ragazza – Che succede?Perchè quell’espressione agitata? – le domandò stupita.
 
La ragazza lasciò cadere i lembi del lenzuolo e si diresse velocemente da Martine per abbracciarla.
 
-Cosa succede? Non mi fare spaventare….
 
Martine si lasciò abbracciare dall’amica che poi la scrollò con veemenza.
 
- Vuoi dirmi cos’è successo? – le ripetè decisa.
 
Martine sollevò lo sguardo verso Juliette e incrociò anche gli occhi interrogativi dell’altra stiratrice.
 
- Non qui… - rispose Martine sospingendo Juliette attraverso il lungo il corridoio e fermarsi poi in un disimpegno solitario.
 
- O sei impazzita o è successo davvero qualcosa di molto grave… - borbottò Juliette.
 
- Ascoltami bene! -  esclamò Martine a denti stretti e piazzandosi di fronte alla ragazza – A Parigi è scoppiata la rivoluzione!
 
Juliette aggrottò le sopracciglia sospettosa.
 
- E tu come lo sapresti? E’ venuto un uccellino da lì a raccontartelo personalmente?
 
- No. Pierre, prima….
 
Martine raccontò le notizie ascoltate dal ragazzo, con voce affannata ma appena sussurrata…quasi in tono cospiratorio.
 
- Da chi ci stiamo nascondendo? – le domandò Juliette guardandola con la fronte corrugata – Sono notizie segrete?
 
- Oh, no….ma…non ti mette agitazione sapere che Parigi è messa a ferro e fuoco? – continuò Martine scrutando intensamente i suoi occhi.
 
- Beh…è terribile, da una parte….ma era ora che il popolo si ribellasse al Re! – esclamò decisa la ragazza.
 
- Juliette! Oh, sì, certo…ma….non hai pensato ad Alain?
 
- Alain? – Juliette fece una strana smorfia con le labbra – Oh, Dio! Alain!
 
- Appunto! Si sarà salvato? – si chiese Martine in tono accorato aggrappandosi alle braccia di Juliette.
 
- Io…io…spero di sì, Martine. Non ci resta che pregare e affidarci a Dio… - rispose la ragazza accarezzandole la schiena dolcemente.
 
- Pregare? Pensi che a me possa bastare….pregare?-  la rimbeccò Martine, accigliandosi in volto e staccandosi dal suo abbraccio.
 
- Non ti fidi di nostro Signore, forse? – le rispose a tono Juliette mostrandole due occhi severi.
 
- Oh, Juliette! Mi fido di nostro Signore! Ma questo non è  il momento della preghiera…cioè, non solo…ora è il momento di agire, capisci?
 
- E come vorresti agire, non ti capisco….- disse Juliette allargando le braccia confusa.
 
- Io…io vado a cercarlo…Ecco, come voglio agire…Io vado a Parigi....
 
- Cosa???? Ma tu sei folle…E poi, sentiamo, come ci arriveresti a Parigi? Volando????
 
- Magari potessi….no, ho un’idea e un piano, se tu mi aiuti… -disse Martine con occhi sibillini.
- Io? Ora, non è che io non sia in pena per Alain….e anzi più ti sento parlare così e più mi preoccupo per lui ma….non posso aiutarti a commettere una sciocchezza perché secondo me, tu ne hai in testa una, e bella buona! – spiegò Juliette molto dubbiosa.
 
- Ascoltami bene….
 
Martine le illustrò il suo piano in cui il perno di tutto doveva essere Pierre, il giovane cocchiere di Palazzo Lesage. Come aveva ascoltato, Pierre sarebbe dovuto andare a Parigi per comprare della stoffa pregiata e lei aveva pensato di chiedergli un passaggio nel carro.
Aveva valutato la possibilità che Pierre la prendesse per matta e che riferisse tutto allo zio di Alain o, peggio ancora, al barone; così aveva pensato di convincere Juliette a parlare con il ragazzo perché sapeva che erano ottimi amici.
Era conscia che rischiava nuovamente la sua vita a fuggire, di nascosto, da Dieppe…
Forse i De Soisson si sarebbero sentiti traditi e lo stesso il barone Lesage che le aveva affidato la nipotina. Magari il barone se la sarebbe presa con lo zio di Alain…e questo era il pensiero che più la tormentava…
Ma se avesse detto loro la verità e chiesto il permesso di andare a Parigi, probabilmente, per la sua incolumità, glielo avrebbero impedito…
Aveva messo su un piatto della bilancia tutti i guai cui sarebbe potuta andare incontro, mettendo in atto la sua impresa, e per quanto rischiasse grosso, l’altro piatto della bilancia pendeva inesorabilmente per la vita di Alain.
Non c’era altro cui pensare.
Avrebbe lasciato una lettera in cui avrebbe spiegato i motivi della sua fuga.
Le sembrò di rivivere la prima fuga da Parigi verso Dieppe.
Solo che allora c’era Alain con lei e le sue prospettive, nonostante il dispiacere di lasciare i suoi, erano solamente positive.
Adesso invece le prospettive erano ignote, probabilmente rischiose per lei e ammantate dall’ansia di non trovare Alain….vivo.
Non volle pensarci.
Non volle più pensare ai rischi, ai dispiaceri, alle delusioni che avrebbe dato alle persone che l’avevano accolta con tanto calore e affetto ma si concentrò solo su Alain.
Juliette ascoltò Martine che aveva parlato con tanto fervore e convenne con lei riguardo i rischi e i pericoli cui era lastricato il suo piano ma in cuor suo condivise il suo obiettivo.
Salvare Alain, in caso fosse stato ferito, era una priorità…come non capirla? Considerando anche che lo amava?
Juliette lo aveva capito benissimo anche se non ne avevano parlato….
E se Martine amava Alain, lei….lo stesso, con il suo amore di cugina che lo adorava come il fratello che non aveva.
Avrebbe aiutato Martine e anzi, avrebbe fatto di più: sarebbe partita con lei.
In questo modo l’avrebbe anche protetta dalle eventuali furie del barone e dei suoi genitori perché i guai sarebbero stati divisi a metà e, se ce ne fosse stato bisogno, avrebbe preso lei tutte le colpe.
In fondo, a Palazzo, erano abituati al suo caratteraccio e a certe sue strambe pensate….
 
- Allora, pensi di riuscire a convincere Pierre a portarmi con lui e tacere la cosa?
 
- Pierre?  - Juliette esibì una risatina sardonica -  Pierre fa tutto quello che gli dico….- riprese alzando un sopracciglio e ostentando supponenza.
 
- Ma davvero? E perché mai?-  le domandò curiosa Martine.
 
- Che importa? Andiamo da lui e….io vengo con te!
 
- Cosa?
 
- Hai capito benissimo. Muoviti, non perdiamo tempo!-  esclamò prendendola per un braccio e trascinandola verso l’uscita del palazzo.
 
- Ma…dove mi porti? – domandò Martine stupefatta.
 
- Vogliamo andare a Parigi? Non è questo che vogliamo?
 
- E’ quello ch voglio io…tu devi restare qua. Mi serve solo un tuo piccolo aiuto….nient’altro: non voglio farti correre inutili pericoli -  disse Martine.
 
- Ormai mi hai tirato dentro in questa impresa e niente e nessuno mi farà cambiare idea. Piuttosto dimmi quando partirà Pierre e nel frattempo prepariamo un piccolo bagaglio e delle provviste…
 
- Ma….bagaglio, provviste…? -  ripetè attonita Martine.
 
- Ma vuoi andare a Parigi o no? Credi di poterlo fare così….con indosso il tuo abito e il desiderio di trovare Alain? Si vede che sei fuggita da Parigi con uno che sapeva il fatto suo….da sola non credo che saresti arrivata molto lontano – disse Juliette con sussiego.
 
- Ah! Questo pensi? Sentiamo, tu invece.....Tu sai come progettare una fuga!  - esclamò Martine fermandosi con forza e guardandola con aria di sfida.
 
Juliette sostenne il suo sguardo con occhi di ghiaccio e determinati, senza dire una parola…
 
- Tu…tu devi essere fuggita qualche volta…o tentato perlomeno, vero? – domandò Martine leggendo l’espressione ferma ma chiara di Juliette.
 
- Stiamo parlando di me o di salvare Alain? Se vuoi arrivare a Parigi, taci, e fa’ tutto quello che ti dirò: vuoi? O dobbiamo parlare di me? – bofonchiò Juliette.
 
-Voglio arrivare a Parigi ma durante il viaggio spero vorrai intrattenermi…parlandomi di te… - disse Martine con espressione astuta e curiosa, allo stesso tempo.
 
- Chissà…. – buttò là Juliette in tono di sufficienza.
 
Furono le ultime parole che si scambiarono perché nei minuti successivi Juliette spiegò a Martine, nei minimi particolari, tutti i preparativi per la loro fuga….avventurosa ma mirata a ritrovare Alain.


ANGOLO DELL'AUTRICE

Dopo oltre due mesi, eccomi qua  Martine Juliette decise a ritrovare Alain sano e salvo: riusciranno nell'impresa! Lo...saprò anch'io nel prossimo capitolo!
Grazie a chi mi segue ancora in quest ff così lenta nel procedere!
Abbracci...

Sandra
 

 
  
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