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Autore: Giuliapuffa    06/01/2017    0 recensioni
Fu un stupido errore a cambiarmi la vita e per certi aspetti ringrazio chi ha commesso questo errore,è proprio grazie a questa gente se oggi sono quella che sono.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata niente male,c’era uno sprazzo di sole e per le strade di Milano si vedevano tanti bambini che correvano e giocavano tirandosi palline di neve. “Come sono belli i bambini”pensai e la mia faccia si incupì da quando avevo scoperto di non potere avere figli la mia vita era cambiata totalmente ed io mi sentivo una donna inutile,cioè non era bello per me sapere che non avrei mai potuto avere un figlio tutto mio,anche se da un po’ di tempo a me e Alessandro,mio marito,vagava per la mente l’idea dell’adozione.
Non era poi una cattivissima idea,ma non mi entusiasmava nemmeno così tanto … diciamo che l’adozione mi lasciava del tutto indifferente,eppure molti amici nostri avevano adottato dei bambini ed io anzi ero favorevole all’adozione,forse non mi ero trovata in quella situazione e vivendola da esterna mi sentivo brava a dare consigli,ma adesso che ne ero dentro fino al collo mi sentivo persa,impaurita,ferita e soprattutto delusa. Ma un unico pensiero mi vagava nella mente “cosa penseranno i nostri parenti?” e non  i riferivo di certo ai genitori miei e di Ale,sapevo che loro ci avrebbero appoggiati,mi riferivo più tosto a quei parenti che incontri forse una/due volte l’anno,che ti riempiono di domande e che ti sparlano,mi riferivo a quei parenti che erano peggio dei paparazzi. L’idea che quella gente avrebbe potuto criticare me e mio marito mi mandava in bestia, ma allo stesso tempo mi preoccupava e mi metteva paura … ero sempre stata il tipo di ragazza a cui importava il giudizio altrui, quello che la gente potesse pensare o dire di me veniva prima del mio giudizio stesso. Sapevo che era un concetto di vita sbagliato,ma io ero così ero cresciuta con le mie insicurezze,le mie paure e soprattutto ero cresciuta con il giudizio della gente che mi rimbombava nel cervello. Decisi di andare in un centro che mi era stato consigliato dal medico che mi aveva seguita da quando avevo scoperto che non avrei potuto avere figli,era un centro dove si parlava con gli psicologi e per una che aveva studiato psicologia andare da uno  psicologo era davvero strano ed imbarazzante. Mi accomodai in sala d’attesa e quando arrivò il mio turno la segretaria mi accompagnò nella stanza in cui lo psicologo teneva le sue sedute con i pazienti. “prego accomodati” disse il medico,mi sedetti su una poltrona di pelle nera ed incominciai a guardarmi intorno un po’ impaurita,”cosa ti ha spinto a venire qui cara,dimmi,raccontami” aggiunse lo psicologo, nel frattempo io mi ero pentita fino al midollo osseo di essere andata in quel posto “mi sa che ho sbagliato a venire qui”risposi, feci per andarmene ma il medico mi afferrò per un braccio e poi aggiunse “non avere paura,come ti chiami?” Scoppiai in lacrime,”Elena,mi chiamo Elena” dissi; “Ok Elena,allora innanzitutto calmati,dimmi cosa ti ha spinto ad essere qui  nel mio studio oggi?” abbassai lo sguardo e tra un singhiozzo ed un respiro profondo spiegai allo psicologo la mia situazione, mi sentivo anche un po’ in imbarazzo,parlare dei miei problemi da donna con un uomo che non era mio marito … era la prima volta che mi capitava. Lo psicologo mi prescrisse dei calmanti e quando uscii dal suo studio mi sentii meglio,così decisi di andare a prendere un bel gelato mentre camminavo vedevo molti bambini alcuni camminavano mano nella mano con i genitori,altri con i fratelli o le sorelle ed altri ancora con i nonni,la mia famiglia non avrebbe mai avuto questa possibilità o quanto meno non con me ed Ale, perché per il resto sia mio fratello che i miei cognati avevano dei bambini … già … “ non ci avevo pensato”dissi, i miei nipoti erano la mia vita ed avevamo un rapporto meraviglioso,forse se mi sarei concentrata su di loro,la mia mente avrebbe messo nel dimenticatoio quel mio piccolo grande problema,che in quel momento mi affliggeva tanto.
Quando arrivai a casa sentii la voce di Alessandro gridare dal piano superiore “Amore sei tu?”, “si amore sono io” gridai io per farmi sentire, mentre percorrevo le scale per salire sopra vidi spuntare Ale,a petto nudo con una telo da bagno avvolto in vita a coprire la parte inferiore del suo corpo. “Ciao principessa” mi disse, “ciao bel fusto” aggiunsi io strizzandogli un occhio; quando entrai in camera da letto trovai una busta bianca aperta, sul letto,mi sedetti e l’aprii “referto medico di Elena Giovì”, “sig.ra Elena Giovì ci scusiamo per il malinteso, ma i referti degli esami  che le erano stati letti dal medico avevano subito uno scambio di buste,ci scusiamo per il disaggio apportatole”. Non potevo crederci, questo significava che anch’io potevo avere dei figli, scoppiai a piangere ed Ale entrò di corsa in camera da letto, mi guardò addolcì il suo sguardo, mi prese in braccio e dopo avermi dato un bacio disse “amore possiamo avere un figlio tutto nostro,mio e tuo”, non potevo ancora crederci,il medico si era sbagliato ed io e Ale potevamo avere tutti i figli che volevamo, si ma senza esagerare eh …. .  Dopo qualche mese scoprii di essere in dolce attesa di non uno,non due ma ben tre gemelli eravamo tutti felicissimi ed io e Ale non vedevamo l’ora di poter abbracciare i nostri bambini. Io e lo psicologo rimasimo in ottimi rapporti,lo presentai anche ad Alessandro e diventammo grandi amici,io ed Ale decidemmo di fargli battezzare uno dei nostri figli e lui ne fu onorato. Mi sentivo di nuovo una donna ed ero felicissima,imparai anche  che il giudizio della gente non veniva mai prima del mio,imparai ad amarmi ad apprezzarmi e soprattutto ad infischiarmene di tutto quello che la gente pensava o diceva di me.
   
 
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