Al lastricato cede
la sua voce distante
- gli occhi son vani dietro al muro di legno -
ispida chioma sferzata dal soffio
implora oblìo la maga di ombre
Incrinate le puerili membra
furono dal caustico mondo
non un uomo s'accinse il lagrimar
straziante drenare
ed ora non resta che una maschera sul nome
La bella maga sorseggia la sua tiepida ira
mentre dal volto l'immagine evapora
indomita – s'accresce la tormenta -
vorrebbe sparire, o forse a se stessa
apparire – anche per poco, anche per poco -
Sale annacquato su materia dipinta
il viso celato or piano si svela
getta la maschera la bella maga
che ora è di luce – di pace riluce -
sorride al vento che cristallizza le ciglia