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Autore: TheDevil    07/01/2017    1 recensioni
[Storia ad OC][Iscrizioni Chiuse (per ora)]
[Crossover con "Il ciclo dell'eredità"]
Il continente di Fiore è sempre stato teatro di scontri tra esseri umani finché i draghi, stanchi di queste inutili lotte usarono la loro magia per porre un freno a questi massacri.
Per garantire l'equilibrio tra i sette regni, ognuno di essi ottiene un drago e due uova...
Ma da questo scambio succede qualcosa di inaspettato...
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: OC, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera a tutti carissimi (Spero) se ci siete (Non mi sorprenderei se non ci foste) lettori, un nuovo Capitolo della storia più ritardataria di tutte… ma vabuò il tempo questo è…
Voglio però scusarmi con coloro che mi hanno recensito e non hanno ricevuto risposta… lo farò credo nella giornata di sabato…
Fatemi sapere se incontrate qualche riferimento (Ce ne sono parecchi) forse ho qualche premio per gli OC che indovinano ;)
Non vi trattengo, vi lascio la storia così potrete uccidermi almeno perché ho scritto malissimo… Un abbraccio.
 
La Strada Percorsa
Dopo sei mesi di allenamento in cui i draghi raggiungono l’età adulta, e i cavalieri si addestrano per diventare guerrieri, cominciano i preparativi alla guerra: Il regno della Palude, del Metallo e dell’Ombra si alleano insieme e mentre Kobra attacca Laxus, insieme ai suoi discepoli, facendolo prigioniero, cominciano i movimenti delle truppe: Re Josè attacca il Regno dell’Aria e solo l’intervento di sho Inuzuki, Kobra e Laxus salvano Wendy e Altair dalla sconfitta.
Hake scopre i poteri della sua Spada, mentre Ailea Eucliffe riceve in dono uno stocco magico da suo fratello,
Nel Regno dell’Ombra Re Yiemma e Minerva cominciano a dubitare di Tsuki e ordiscono un piano per ucciderla, ma Tsuki nel frattempo si appropria di lame magiche ricavate dai denti di leviatano.
Il Regno dell’Ombra fa la sua prima mossa, tradendo gli altri e non attaccando l’aria, Re Yiemma attacca il Regno della Luce e con un trucco riesce ad attirare Sting contro Tsuki nella speranza di ucciderla ed Eneko Ravan contro Rogue.
Rogue uccide Eneko, ma Sting non affonda il colpo contro Tsuki che viene lasciata viva, intanto sul campo di Battaglia, mentre Shoichi e Altair curano i soldati, Kobra racconta a Wendy cosa è successo nella Palude dove con inganni, Re Brain è stato deposto a favore del principe Macbet, amico di Re Gerard e contrario alla guerra.
Kobra incita Wendy ad attaccare il Metallo, ma la giovane rifiuta.
Nel frattempo Ai viene incaricata di andare ad accogliere qualcuno, facendo così conoscenza di Ailea Eucliffe (sorella di Sting) e della principessa Lucy, scortandole a corte. Nel Regno dell’ombra alla scoperta della morte di Eneko, Sting e Rogue cominciano il loro duello.
 
Regno della Luce (Campo di Battaglia)
Nello stesso istante in cui le lame di Sting e Rogue si scontrarono, anche i due draghi, con i loro possenti ruggiti, si avventarono l’uno contro l’altro e lo scontro fu tremendo, mentre con le zampe anteriori Weisslogia e Skyadrum tentavano di colpirsi al ventre, uno dei punti più deboli dell’intero corpo del nemico.
I due Cavalieri prima erano a pochi centimetri con le spade a contatto, poi si allontanarono giusto per un secondo, prima che Sting si avventasse di nuovo contro Rogue, menando un fendente dall’alto verso il basso, deciso a colpire il Cavaliere nero tra il collo e la spalla e vendicare in questo modo Eneko in modo veloce, ma Rogue si spostò immediatamente indietro, in modo che il fendente andasse a vuoto, poi accorciò immediatamente la distanza e con la punta della spada cercò di trafiggere Sting il quale però aveva deviato la lama nera con quella bianca, arretrando di un passo, poi facendo due balzi indietro, in modo da mettersi a distanza di sicurezza.
Sting si passò la mano davanti al volto, poi sospirò rumorosamente, in modo do schiarirsi i pensieri: nell’affrontare un nemico del calibro di Rogue aveva bisogno di tutte le sue facoltà e in quel momento era poco lucido.
Nel frattempo i due draghi avevano aperto le ali e si erano alzati verso il cielo, ma stranamente, dopo il primo violento scontro, parevano girarsi intorno, indecisi se attaccare per primi o attendere gli sviluppi dello scontro dei Cavalieri.
Rogue passò da un’impugnatura a una mano a una a due mani, ma la sua postura era rilassata ed anzi esibiva un lieve sorriso a favore del suo nemico che intanto schiumava di rabbia.
-Sting, ti vedo poco lucido- lo derise Rogue.
-Taci, maledetto- gli urlò contro Sting che strinse con più forza l’impugnatura della lama –ti prometto che non la passerai liscia per quello che hai fatto- la rabbia era così tangibile che sopra di loro Weisslogia lanciò un ruggito poderoso che scosse le chiome degli alberi e le fondamenta delle mura della città ormai in rovina, mentre Sting infine inspirava di nuovo forte, in modo da ritrovare la lucidità, finché perfettamente calmo e tranquillo si concesse il lusso di sorridere al suo nemico :- E’ giunto il momento di regolare i conti Rogue.
-Oscurità o Luce, Sting, stabiliamo finalmente quale delle due è la maggiore forza del creato.
E di nuovo i due Cavalieri scattarono l’uno verso l’altro, ma appena arrivarono a tiro entrambi deviarono e si trovarono di lato, i rispettivi fendenti andarono a vuoto, ma i pugni di entrambi, ammantati di luce e di ombra si scontrarono a mezz’aria, bloccandosi vicendevolmente, mentre le spade venivano richiamate e si scontravano di nuovo di fronte ai due Cavalieri, che però questa volta avevano avvolto le due lame nei rispettivi poteri magici e con esse cercavano di sopraffare l’altro, ma si rimaneva in stallo, ecco perché i due come di comune accordo saltarono all’indietro, ma nel farlo Sting allungò la mano libera e dalla punta delle dita vennero scagliati cinque proiettili di luce che saettarono all’indirizzo di Rogue, il quale creò dal nulla uno scudo oscuro che risucchiò i proiettili di luce di Sting e li scagliò indietro contro il Cavaliere Bianco che venne colpito in pieno, ma che naturalmente non poteva essere danneggiato dalla sua stessa magia, perciò i proiettili semplicemente lo attraversarono, mentre lui incurante ricominciò ad attaccare, per accorgersi che Rogue era scomparso dalla sua vista.
-Dove diavolo sei finito?- urlò Sting.
-Qui- rispose Rogue, prima di colpirlo a tradimento con un pugno alle spalle, ma quando Sting si voltò di nuovo, non vide niente, solo il paesaggio brullo e desolato e un movimento sul suolo, tanto veloce che per un attimo avrebbe giurato di averlo solo immaginato, ma poi venne di nuovo colpito alle spalle e di nuovo, voltandosi ebbe la stessa impressione.
-Sting, ti vedo un po’ disorientato- lo canzonò Rogue, colpendolo più volte e in rapida successione, ma attardandosi un attimo di troppo, in modo che Sting capisse il trucco e saltasse più in alto possibile e dal suo corpo irradiasse una luce fortissima che avvolse tutto il panorama circostante, accecando il Cavaliere dell’Ombra e costringendolo ad uscire allo scoperto, lo attaccò cercando di sfruttare la momentanea cecità dovuta alla grossa luce che aveva sprigionato dal suo corpo, ma Rogue poteva contare oltre che sulla vista anche con gli altri sensi affinati dal suo legame con il drago dell’Oscurità e senza alcuna difficoltà evitò la lama del nemico, e riprese le distanze.
Mentre al suolo un duello mortale aveva avuto inizio, nel cielo i due draghi parevano essere molto più tranquilli e sbollito la rabbia per il primo attacco, entrambi rimanevano fermi nelle loro posizioni, battendo le ali quel tanto che bastava per rimanere sospesi in aria e solo le code che nervose sferzavano l’aria mostravano la tensione di Weisslogia e Skyadrum.
Agli occhi di un osservatore estraneo  i due contendenti parevano dunque studiarsi per capire il modo migliore per attaccare, invece i due draghi erano impegnati in una serrata conversazione.
-Sono felice di rivederti Weisslogia, da quanti anni non potevamo parlare come ai vecchi tempi?- chiese Skyadrum puntando gli occhi vermigli sulla figura del drago di fronte a lui.
-Anni che ti hanno cambiato Skyadrum… Hai dimenticato il tuo onore Signore dei Draghi d’Ombra?- chiese Weisslogia colmo di rammarico nei confronti del suo simile –Il drago che io conoscevo non avrebbe mai ucciso un cucciolo.
Il drago nero emise un rumore molto simile a quello che doveva apparire come un sospiro, ma poi rispose :-Quel drago non era un cucciolo, era maturo, sebbene da poco…
La risposta fu interrotta dal ruggito di Weisslogia che interruppe Skyadrum, il quale però non si scompose più di tanto.
-La tua risposta non ha senso, sebbene Israfil fosse un drago adulto, non aveva mai affrontato prima una battaglia e quanti secoli di esperienza ha meno di te?-
Skyadrum lasciò che il suo vecchio amico si sfogasse, ma poi rispose –Non siamo più quelli di anni fa Weiss, non siamo più liberi!- e dalle sue parole traspariva tutta l’amarezza.
Un lampo attraversò la mente di Weisslogia e per un attimo si ritrovò con la mente a quel giorno in cui lui e i suoi sei compagni avevano deciso di stringere alleanza con gli umani Siete sicuri? L’incantesimo che mi chiedete di compiere vi cambierà per sempre Queste erano state le parole di una voce cavernosa, ma loro sette non avevano capito a cosa quella voce si riferisse e avevano pagato la loro ignoranza e la loro arroganza, diventando quello che erano, legati a creature molto più deboli di loro, avevano conosciuto sentimenti che nella loro vita selvatica non avevano mai provato.
-Siamo diventate creature civili Skyadrum- rispose pacato Weisslogia.
-Civili Weisslogia? Guarda sotto di te, io vedo città distrutte e sento il dolore della guerra e di tutto ciò che ho fatto, eppure la parte di me che è legata a Rogue sa che ha fatto la cosa giusta – La voce di Skyadrum sembrava quasi una richiesta di aiuto.
-Stai rinnegando forse il giuramento?- chiese Weisslogia ruggendo ancora più forte.
-Se fossi un drago libero ci avrei rinunciato già tempo fa- dalla sua voce si sentiva tutta l’amarezza per la libertà perduta –diciamoci le cose come stanno, il giuramento che abbiamo fatto altro non è che una prigione priva di catene.
Non disse altro prima di battere poderosamente le ali e tentare di colpire Weisslogia al ventre, ma il drago bianco lo bloccò e lo respinse indietro, prima di eruttare un fascio di luce dalla bocca che però mancò il bersaglio con Skyadrum che veloce come un’ombra si spostava e a sua volta sputava un fascio nero dalla bocca, schivato anche esso dal drago bianco, il quale disse semplicemente.
-Se pensi questo del nostro giuramento, ti farò un regalo in ricordo della nostra vecchia amicizia, ti libererò dalla tua prigione priva di catene- e scattò in avanti, avventandosi con le zanne e gli artigli, impegnando Skyadrum in un corpo a corpo all’ultimo sangue.
E mentre il combattimento aereo entrava nel vivo, quello a terra continuava, e i due nemici cercavano di uccidersi ad ogni fendente, eppure il duello pareva continuare sui binari del perfetto equilibrio con il movimento delle spade invisibile agli occhi di comuni mortali, ma le scintille che scaturivano dai contatti dimostravano come ognuno dei due mirasse ad uccidere.
Sting tentò di colpire allora Rogue con un pugno allo stomaco, ma quello dissolse il punto in cui il pugno avrebbe dovuto centrarlo e intrappolò il braccio del cavaliere bianco e lo colpì due volte con due testate, e lo costrinse ad indietreggiare per evitare il fendente della spada nera che gli tagliò qualche ciocca di capelli, prima che potesse rispondere all’attacco colpendo il cavaliere nero al ginocchio, sbilanciandolo, questa volta l’attacco sorprese Rogue che riuscì con un guizzo a parare in caduta con la spada l’affondo di Sting e a deviarlo, e a fare in modo di indietreggiare e riprendere fiato, una cosa che Sting non poteva concedergli, ecco perché dal nulla formò un gran numero di spade che sfrecciarono in direzione di Rogue, il quale tentò come in precedenza di proteggersi con uno scudo fatto di oscurità, ma stavolta le spade invece che essere assorbite come i proiettili di poco prima, girarono attorno alla barriera e accerchiarono Rogue il quale sorpreso venne colpito al braccio, e gli scappò un lamento, ma strinse più forte la lama e recuperò la posizione.
-Ti ho preso eh?- disse Sting sorridendo –Sappi che potevo ucciderti con quel colpo, ma ho preferito mirare ad un punto non vitale, meriti di soffrire molto di più che per un colpo secco.
-Quanta rabbia in corpo Cavaliere- rispose Rogue –Ma ti assicuro che ti pentirai di non avermi ucciso in questo momento che potevi farlo.
Sting ripetè la magia che aveva fatto qualche secondo prima, ma stavolta Rogue lo copiò perfettamente e le spade saettarono nelle direzioni opposte, e se mentre alcune si scontrarono a mezz’aria scomparendo all’istante, altre raggiunsero il rispettivo avversario, ed entrambi dovettero schivare o parare le restanti lame con la spada, ma anche questa manovra non sortì alcun effetti per nessuno dei due contendenti.
Rogue si gettò a testa bassa contro il Cavaliere della Luce, che non poté far altro che parare la lama nera con la sua, contrattaccando poi con un fendente, ma anche Rogue fu veloce a parare e il clangore delle spade che si scontravano ad altissima velocità, riempì l’ambiente, quasi a contrastare il frastuono dei due draghi.
-Di questo passo non finiremo mai- pensò Sting passandosi una mano sulla fronte per detergersi il sudore –devo trovare un modo per concludere questo duello- pensieri analoghi erano nella mente di Rogue –Devo batterlo in fretta, più il duello si allunga e più è possibile che il vincitore venga scelto dalla sorte… Ed è una cosa che io non mi posso permettere.
Rogue inspirò, poi evocò una delle sue magie più potenti –Shadow Drive- il corpo del Cavaliere si ricoprì di macchie nere e anche attorno al suo corpo pareva espandersi un’aura di pura ombra, e il Cavaliere non diede nemmeno il tempo a Sting di realizzare pienamente cosa stesse accadendo e si ritrovò a parare con affanno la spada, ma venne colpito due volte, una volta con la spada che gli ferì il braccio sinistro, quello che non reggeva la spada e poi era stato colpito al volto da un sinistro del Cavaliere Nero.
Tentò di mettere qualche passo di distanza tra sé e il suo nemico sparando un raggio di luce bianca dalla mano, ma il raggio, sebbene fosse andato a segno, non aveva provocato alcun danno e anzi, pareva che il Cavaliere non avesse assolutamente sentito il colpo e adesso lo incalzava di nuovo, Sting non poté far altro che difendersi come meglio poteva, finché alla fine non decise di contrattaccare.
Il fendente di Rogue venne fermato con un braccio da Sting, così che il Cavaliere Nero si accorgesse che il biondo aveva la pelle ricoperta da scaglie di colore bianco, esattamente identiche alle sue, non poté reprimere un moto di sorpresa.
-Credi forse di essere l’unico a conoscere questa tecnica Rogue?- chiese Sting respingendo con un calcio al volto il Cavaliere nero che colpito venne sbalzato indietro di qualche metro, per poi recuperare la posizione di guardia e assistere allo spettacolo delle scaglie bianche che ricoprivano il corpo di Sting e la luce che si irradiava dalla sua figura nello stesso modo in cui l’oscurità si irradiava dalla sua.
I draghi interruppero quel momento di pausa, precipitando avvinghiati a pochi metri dai due Cavalieri che li guardarono, per poi scattare nella direzione della caduta, entrambi chiamando il proprio drago, i quali non si fecero distrarre dalla presenza dell’altro e si separarono immediatamente, così che i Cavalieri potessero salire agili in groppa.
Il duello si sarebbe concluso in aria, con il Cavaliere in groppa al proprio drago, così come era giusto, così come doveva essere.
I due draghi scattarono l’uno verso l’altro con un colpo poderoso delle ali e solo quando si ritrovarono a poca distanza i due Cavalieri si scambiarono i colpi di spada.
Weisslogia colpì Skyadrum con un ruggito, ma era troppo vicino e quello ne approfittò e allungando il collo, lo morse lì dove l’ala si attacca al dorso del drago.
Un ruggito di dolore proruppe dalla gola di Weisslogia e allo stesso modo una sensazione dolorosa si espanse nella mente di Sting che allarmato controllò subito in che stato fosse la sua cavalcatura e trovò l’ala gravemente ferita: poteva ancora volare, ma non poteva fare movimenti veloci o bruschi, indispensabili per un combattimento aereo.
Devo concludere lo scontro al prossimo attacco pensò il Cavaliere Bianco
E’ spacciato pensò il Cavaliere Nero.
Sting concentrò tutta la sua magia, ogni briciolo di energia magica nel braccio e la luce si solidificò sempre di più, fino a raggiungere le dimensioni di un’enorme sfera bianca, Rogue allo stesso modo solidificò l’oscurità proveniente dal suo corpo e allo stesso modo creò una immensa sfera nera, con i contorni meno definiti di quella bianca.
-Questa è la fine Rogue: Adesso Eneko e Israfil verranno vendicati.
-E’ tutto inutile contro il potere dell’oscurità Sting- urlò Rogue e con un ruggito Skyadrum calò in picchiata contro il drago bianco che rimaneva fermo a fatica, sbattendo le ali furiosamente.
Le due sfere di magia cozzarono e quasi si fusero, rimanendo per un attimo stabili, poi l’ombra prese il sopravvento.
 
 
Regno della Luce (Città di Ilirea)
-Siamo arrivati- disse Minerva, in piedi sulla groppa di un drago nero come una notte senza luna, guardando in lontananza la città di Ilirea che si estendeva imponente ai suoi piedi, erano ancora lontani, tanto che alzando il braccio, poteva far rientrare tutta l’immensa città nella mano stretta a pugno.
Akira Umi intanto accanto a lei osservava in silenzio la città che stavano per attaccare, non si sentiva preoccupato, piuttosto teso per la sua prima vera battaglia, una tensione che riusciva ad avvertire provenire anche da Yami, perciò gli diede una pacca sul collo per tranquillizzarlo.
Dalla città dovevano averli avvistati perché si sentivano i corni che davano l’allarme.
-Siamo quasi a tiro delle baliste- Akira informò la principessa Minerva che da parte sua annuì a sorrise sadica, anche lei sapeva che le armi convenzionali non avrebbero avuto alcuna utilità contro un drago, perciò rimase tranquilla stringendo la sua lancia.
I rumori proveniente dalla città si moltiplicavano e all’improvviso arrivarono anche i primi dardi di balista, ma erano lanci ancora troppo lunghi per essere precisi o dannosi e mancarono il bersaglio, anche se Yami continuava il suo volo in maniera lineare, anche se questo li portava sempre più vicini.
-Maestà, adesso si ballerà un po’!- disse Akira, ricevendo un cenno d’assenso da parte della principessa Minerva, seduta sulla sella che avrebbe dovuto essere occupata dal Cavaliere che invece rimaneva in piedi sulla groppa del drago.
-Sei pronto Yami?- chiese il Cavaliere che ricevette un ringhio di assenso –Perfetto, andiamo!
Yami cominciò la picchiata sui bastioni della città di Ilirea, dalla sua bocca scaturirono un turbine di fiamme nere che andarono a colpire un gruppo di soldati asserragliati su di un torrione, poi Yami si posò con le zampe sulle mura e cominciò a colpire le sentinelle con gli artigli e le zanne, finché non creò il vuoto attorno a lui, per riprendere immediatamente il volo e ricominciare a uccidere le guardie asserragliate in altre postazioni.
-Non capisco, dov’è il drago della luce?- chiese Minerva, dando voce al dubbio che cominciava a sorgere anche nella mente di Akira.
-Possibile che non sia qui?- Si chiese Akira.
-Se è in zona non è possibile che non sia intervenuta.
-L’unico modo per scoprirlo è di andare a palazzo.
Yami si alzò in volo sbattendo le ali furiosamente per prendere velocità, lontano, difeso da possenti mura, il palazzo reale di un bianco immacolato li attendeva, il luogo dove probabilmente si sarebbe deciso il destino del Regno della Luce.
Yami atterrò in un ampio giardino, ruggendo di sfida, mentre Akira saltava con grazia dalla sua cavalcatura e allo stesso tempo aiutava Minerva a scendere, ma mentre compiva queste operazioni, drago e cavaliere vennero raggiunti da sette uomini armati che indossavano  mantelli bianchi.
Yami ruggì di nuovo, ma stavolta fu Akira a fermarlo con una pacca, si sarebbe occupato personalmente di quegli uomini.
-Riprendi il volo, ma resta nei paraggi, avrò bisogno del tuo aiuto qualora comparisse il Cavaliere.
-Va bene, sta attento alla principessa.
Akira estrasse la spada, gli era stata consegnata prima di partire ed era davvero particolare, leggerissima e con un filo seghettato che non aveva mai visto in nessuna arma, Re Yiemma gli aveva detto che non era stata fatta con l’acciaio ma con i denti di una creatura mostruosa e gli aveva anche assicurato che nessun tipo di acciaio avrebbe potuto reggere il paragone con quella spada, beh lo avrebbe scoperto in pochi secondi.
-Cavaliere- lo salutò l’uomo che stava al centro del gruppo, aveva capelli lunghissimi e biondi, legati alla fine da un nastro, i suoi abiti più che da battaglia parevano essere adatti per una festa di palazzo, ma lo sguardo era deciso e dunque alzò la spada, prendendo la posizione di battaglia, imitato dagli altri sei.
-Immagino voi siate le guardie del Re- disse, soppesandoli ad uno ad uno: uno era molto giovane ed aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri, altri due erano abbastanza anziani con i volti oscurati da barbe rossicce, il quarto era alto e possente con i capelli di un tenue colore verde acqua, un altro aveva occhi e capelli neri, infine il sesto aveva capelli rossi e il volto coperto da una maschera.
Akira li studiò per un attimo, mentre Minerva non pareva intenzionata a prendere parte nemmeno a questo scontro, e si accorse che non c’era alcuna traccia di paura negli occhi dei suoi nemici, ma che nessuno di loro attaccava, come se aspettassero che facesse lui la prima mossa e d’altronde sicuramente le guardie sapevano che il loro vantaggio era solo numerico.
Akira non attaccò, facendo roteare la spada nel suo palmo, poi attaccò il cavaliere con il volto coperto dalla maschera, il quale reagì veloce, ma non abbastanza, alzò il braccio per tentare di parare il fendente con la spada, ma l’arma di Akira non incontrò l’acciaio bensì il braccio.
La spada d’osso di leviatano si fece strada tra carni, tendini e osso come se fosse burro e amputò il braccio dell’uomo come niente, questi si lasciò cadere al suolo urlando come un ossesso.
Stupiti dalla velocità dell’attacco del Cavaliere Nero, gli uomini tardarono a reagire, così Akira riuscì a parare il primo fendente, e a evitare il secondo, colpendo il terzo armato con un calcio allo stomaco e allontanandolo.
Un colpo più forte dei precedenti lo costrinse a parare la spada con il piatto della sua lama e poi a dover parare il pugno successivo con la mano, l’uomo che lo stava mettendo in difficoltà era il gigante con i capelli verde acqua, il quale però fu spinto indietro di nuovo.
Akira notò che i due uomini con la barba parevano essersi fatti più in disparte, mentre il giovane dai capelli biondi e quello che doveva essere il Capitano delle guardie cercavano in qualche modo di dare manforte al gigante.
Akira menò un fendente che si scontrò a mezz’aria con la lama del gigante, e lì il Cavaliere capì cosa il suo sovrano avesse voluto dire, la lama della guardia di palazzo venne tranciata in due e il pezzo di metallo volò via, mentre non pago, Akira colpì il biondo con un pugno allo stomaco, questi si accasciò al suolo, in ginocchio, incontrando la morte per mano di Akira che lo trapassò da parte a parte con un affondo fluido, mentre a rimanere a combattere era rimasto solamente il Capo delle guardie.
-Potresti arrenderti Capitano, sei rimasto solo- disse Akira, ignorando i rimanenti combattenti che erano rimasti immobili a guardare il combattimento e ormai avevano anche abbassato le loro spade.
-Io non mi arrenderò mai- disse guardando con odio i suoi ormai ex compagni, per poi attaccare il Cavaliere nero in un ultimo e disperato attacco, ma Akira era pronto, e con una torsione del polso lo disarmò, lanciando la spada verso l’alto, la afferrò al volo, puntandole entrambe nella direzione del suo nemico, ma non affondò il colpo, anzi rimase fermo.
-Coraggio e dedizione sono due qualità che la mia Signora apprezza molto, sarebbe un vero spreco se ti uccidessi adesso, deciderà la Principessa- disse Akira, riponendo la spada appena raccolta nel fodero e tenendo la sua nella mano destra.
-Di voi invece non sappiamo davvero cosa farcene- continuò Akira rivolgendosi ai tre Cavalieri che erano rimasti in disparte durante tutto lo scontro: l’ombra di Akira tremolò un attimo, per poi allungarsi a dismisura e raggiungere le figure delle tre guardie che rimasero immobili e spiazzate finché dal suolo delle lame d’ombra non si materializzarono e colpirono al cuore i tre, che si accasciarono al suolo senza un grido, ma con il terrore dipinto sul volto.
Minerva aveva assistito a tutta la battaglia in silenzio e adesso guardava il risultato: cinque morti e due sconfitti che il suo cavaliere aveva deciso di risparmiare, Akira non aveva nemmeno il fiatone dopo aver affrontato sette Cavalieri… Quattro si corresse subito dopo.
Akira intanto si guardava intorno, avevano dato le spalle al palazzo reale vero e proprio e adesso che ci pensava le guardie reali erano uscite da una piccola chiesetta, Akira e la principessa Minerva si incamminarono immediatamente in quella direzione, salendo i tre scalini che portavano all’interno della cappella.
Entrati videro che l’interno era illuminato da una miriade di candele e che quella che avevano scambiato per una cappella appariva più come…
-Una tomba- disse Akira, vedendo una figura inginocchiata nella penombra delle candele, una figura che sentita quella voce si era lentamente alzata e voltata.
Era in completa armatura, l’unica cosa non indossata era l’elmo, lasciato per terra, ma la fattura dell’armatura e il colore oro lucido lasciavano ben pochi dubbi su chi potesse essere l’uomo.
-Sei tu dunque il boia? Solo un ragazzo, eppure già un forte Cavaliere, dammi una morte onorevole, non ho alcun rimpianto- disse estraendo la spada dal fianco.
Akira alzò la spada in segno di saluto al Re che andava incontro alla sua sorte con onore e coraggio, i due scattarono l’uno contro l’altro in un duello dall’esito scontato.
Eppure Akira ebbe pietà del vecchio monarca, parò un paio di fendenti, poi fu volontariamente più lento a parare un affondo in modo che il suo nemico potesse ferirlo al fianco, prima di essere disarmato.
Senza più la possibilità di difendersi Re Jude non arretrò di un passo di fronte al suo assassino che alzò di nuovo la spada in omaggio al Re che fece un cenno di assenso con la testa subì l’affondo definitivo del Cavaliere Nero che lo trapassò da parte a parte.
Senza un lamento Re Jude si accasciò a terra, morto.
Re Minerva sospirò e non disse una parola, non aveva parlato affatto per tutta la durata della missione, ma adesso era il momento di prendere il controllo.
-Andiamo Akira- disse Minerva voltando le spalle ad Akira che però prima di raggiungere la sua principessa si fermò a chiudere le palpebre del vecchio re e a coprirlo con il suo mantello.
Minerva si incamminò lentamente ma con passo imperioso, fece cenno ai due superstiti di seguirla, e si incamminò con la sua scorta improvvisata all’interno della residenza della Famiglia Reale, si incamminò percorrendo i corridoi e salendo le scalinate, dritte alla sala del trono, dove aprì le porte imperiosamente.
All’interno della sala del trono c’erano una miriade di persone, ma tutte si ammutolirono quando dalla porta entrò la Principessa del Regno dell’Ombra, seguita da un Cavaliere con la spada sguainata e macchiata di sangue e da due Cavalieri della Scorta del Re feriti e sconfitti.
Minerva ignorò tutti e percorse i metri che la separavano dal trono, finché lo raggiunse e si lasciò cadere su di esso.
-Il Re è morto- annunciò Akira Umi con la spada levata –Lunga vita alla Regina.
 
 
Regno della Luce (Campo di Battaglia)
Re Yiemma cavalcava in quello che era stato il campo di battaglia tra Sting e Rogue e i due draghi, e anche se aveva cercato di assistere al duello da distanza di sicurezza, non aveva potuto essere sicuro dell’esito della sfida, un esito che avrebbe fatto la differenza tra la riuscita e il fallimento del suo piano.
Aveva visto le energie magiche dei due Cavalieri prendere la forma sferica immane che si erano scontrati, poi tutto era diventato confuso, ma avrebbe presto saputo.
Re Yiemma fermò il cavallo, ma non riuscì a nascondere il sorriso di soddisfazione allo spettacolo che aveva davanti: Rogue era ferito in più punti, anche abbastanza gravemente pareva, ma era in piedi, anche se il sangue sgorgava copiosamente da un taglio che si era procurato sotto gli occhi e si manteneva un braccio dolorante, quello che aveva generato la magia e aveva poi sopportato lo scontro, ma disteso ai suoi piedi c’era Sting.
Il biondo cavaliere era riverso al suolo immobile e i capelli ne nascondevano il volto, ma giaceva immobile e nel mezzo del petto c’era un buco di grosse dimensioni.
A poca distanza speculari ai loro Cavalieri stavano i draghi, Skyadrum pareva essere l’unico illeso dei quattro, riposava accucciato, e quasi pareva vegliare su Weisslogia che aveva la testa schiantata e il corpo ridotto ad un’unica cascata di sangue.
-E’ morto?- chiese Re Yiemma.
-No, non ancora, ed è meglio così, mi serve vivo- rispose il Cavaliere dell’ombra.
Rogue evocò la sua concentrazione, attingendo anche alla energia di Skyadrum che lo lasciò fare :-Arte Segreta dell’ombra: Assorbimento.
Una lunga ombra si aprì dinnanzi al corpo di Rogue, andando ad avvolgere completamente quello di Sting, il quale cominciò a scomparire lentamente,  come se fosse assorbito dal terreno, lentamente, ad un ritmo quasi ipnotico, il corpo del Cavaliere della Luce scomparve, senza lasciare traccia, ma l’ombra sotto di lui era grossolana e non ben definita, e continuava a muoversi, sebbene il Cavaliere rimanesse fermo, con gli occhi chiusi, poi ad un segnale impercettibile delle mani, l’ombra cominciò a defluire verso il Cavaliere e dal terreno sembrò alzarsi fino a rivestire il Cavaliere, come un bozzolo.
E alla fine tutto tornò normale, almeno apparentemente.
Le ferite parevano essersi rimarginate, solo gli abiti del Cavaliere Nero rimanevano danneggiati, anche le cicatrici e le escoriazioni sul volto e il corpo erano scomparse, con un’unica eccezione, quella sul volto, si era chiusa, ma sarebbe rimasta una profonda cicatrice, forse il prezzo, misero, da pagare per la morte del Cavaliere Bianco.
Rogue aprì gli occhi e Re Yiemma si accorse che quegli occhi scuri erano invece diventati chiari: segno inconfutabile che la tecnica era riuscita.
Rogue evocò la sua magia, ma stavolta la mano destra si avvolse di un’aura oscura, mentre quella sinistra era circondata da una sfavillante luce bianca.
-Pare che la tecnica abbia funzionato, adesso ho il potere dell’Oscurità e della Luce, tutto concentrato nelle mie mani- disse il Cavaliere –Spero che Akira abbia conquistato il Regno.
-Il Regno della Luce è solo il primo obbiettivo, se hai assorbito il potere di Sting, allora abbiamo finalmente abbastanza forza da sconfiggere tutti i Cavalieri dei Sette Regni… Che Minerva si tenga questo Regno dimenticato da Dio, a me spetta un dominio più ampio.
E forse inconsciamente mentre parlava era già rivolto verso Sud… Nella direzione del Regno di Makarov.
 
 
 
Regno Del Fuoco
Ailea Eucliffe schivò con difficoltà un fendente di Ai che però la colpì con il taglio della mano sull’impugnatura e la lama magica che il fratello le aveva donato colò via lontana.
-Ahia- si lamentò Ailea massaggiandosi la mano.
Ai la guardò ancora senza capire, erano giorni che si allenavano insieme, o almeno tentavano di allenarsi insieme, visto che la bionda non pareva essere in grado di ricevere un solo colpo, senza lamentarsi o far cadere la spada.
Come era possibile che una ragazzina del genere possa essere un cavaliere? Si chiese Ai guardando il drago dalle sei ali, che placido pareva riposare in un angolo, interessato a quello che stava facendo il suo cavaliere, ma Ai non sapeva ben dire se sperasse in un miglioramento o se stesse vigilando allo scopo di salvaguardarne l’incolumità.
Era immersa in questi pensieri quando dalla posizione di attesa che Magnus stava tenendo, il drago di fuoco alzò di scatto al testa e ruggì fortissimo all’indirizzo del cielo, per poi spiegare le ali e prendere immediatamente il volo, senza dare alcuna spiegazione, anche se Karen pure era scattato in piedi, e anche Kilmore parve registrare un vago interesse per il comportamento strano da parte del suo simile.
-Oh, finalmente pare che Shoichi sia di ritorno, meno male, cominciavo a preoccuparmi per lui e per Magnus- disse Natsu che in quell’istante era uscito dal castello, in compagnia della Regina Erza e della principessa Lucy.
Ai abbassò la testa all’indirizzo della Regina che le sorrise materna, ma subito voltò il bel viso verso il cielo, nella direzione in cui Magnus era sparito.
Aspettarono qualche minuto in cui nessuno si arrischiò a proferir parola, poi in lontananza cominciò a vedersi un puntino che cominciava ad ingrandirsi, e ben presto arrivò sulle loro teste, atterrando nel giardino del palazzo reale.
Dalla sua immensa figura scese elegante dalla sua cavalcatura, sorrise al comitato di benvenuto che gli si era presentato davanti e si inchinò, anche se era difficile capire se lo facesse per rispetto o per scherno.
-Ehi Sho, bentornato, stavo cominciando a pensare di doverti venire a riprendere- disse Natsu sorridendo.
Sho agitò i capelli biondi –Sono affamato e assetato, il viaggio è stato lungo e sono…
-Aspetta, mi riferirai dopo- lo interruppe la Regina Erza.
Shoichi si guardò interno, notando che assieme alla Regina Erza, ad Ai e a Natsu, c’era anche una quarta persona, che non conosceva, ma notò nello stesso istante un drago.
Mentre era impegnato in questo ragionamento, Shoichi si ritrovò davanti uno scricciolo di ragazza che gli tendeva la mano.
-Ailea Eucliffe, Cavaliere della Luce- disse seria, guardando negli occhi Sho, il quale le strinse la mano senza pensarci –Shoichi Inuzuki- rispose in tono neutro.   
-Andiamo all’interno Sho, dobbiamo parlare.
La Regina Erza, Shoichi e Natsu si voltarono e rientrarono all’interno del Palazzo, lasciando le due ragazze all’esterno del palazzo.
Ai guardò Ailea che le fece un occhiolino con aria complice –Non sei curiosa di sapere cosa hanno da dirsi i grandi?
-Certo, seguimi- disse Ai, ricambiando il sorriso della ragazza, mentre i due draghi rimanevano tranquilli, indifferenti alle intenzioni dei suoi Cavalieri.
Ai fece strada al Cavaliere della Luce, facendole fare il giro del palazzo, fino ad arrivare ad una finestra, oltre la quale c’era lo studio della Regina.
Sebbene la finestra fosse chiusa, non era un problema ascoltare le parole all’interno grazie al loro udito di drago.
Era Shoichi ad aver iniziato il racconto –Abbiamo combattuto nel Regno dell’Aria, contro un’armata del Regno del Metallo, ho combattuto personalmente contro uno dei discepoli di Gajeel, ed è molto forte, in un combattimento lungo, senza l’aiuto di Magnus potrei anche essere sconfitto, ma resto comunque a lui superiore.
La regina assentì a quelle parole, anche se non si fidava completamente di Sho, era almeno contente di sapere come erano andate le cose nel Regno dell’Aria dalla sua voce.
-Continua Shoichi- proseguì Natsu.
-Abbiamo combattuto, ma Gajeel stava per sopraffare Wendy, quando da lontano abbiamo sentito i corni che annunciavano l’arrivo di qualcuno, ci siamo fermati e in lontananza abbiamo visto Laxus e Kobra arrivare dall’alto.
Erza e Natsu si scambiarono uno sguardo soddisfatto –Abbiamo ricevuto dei messaggi da Re Macbet, messaggi di pace, il cambio di monarca nel Regno della Palude avviene nel momento migliore per noi, poteva scatenarsi una guerra in tutto il Continente, invece pare che la guerra sia destinata a finire presto.
-Il Metallo è sconfitto ed in ritirata, la Palude è diventata nostra alleata, così come lo sono Makarov e Gerard.
-Resta solo l’Ombra- disse Shoichi.
Il clima sereno che si era creato all’interno dello studio cambiò repentinamente, un cambio talmente evidente che anche fuori le due ragazze lo avvertirono.
-L’Ombra sta diventando un grosso problema- ammise Natsu incrociando le braccia.
-Sto pensando di inviare le truppe contro Yiemma e Rogue- ammise Erza con rabbia.
Sho non capiva a cosa fosse dovuto tutto quell’astio in un confronto che alla fine nemmeno li riguardava.
-Abbiamo stretto alleanza con il Regno della Luce durante la tua assenza- gli spiegò Erza –abbiamo acconsentito ad ospitare la Principessa Lucy e il Cavaliere che l’accompagna.
Shoichi alzò il sopracciglio in segno di sorpresa.
-LA principessa ha avuto un mancamento alla notizia, adesso sta riposando-spiegò Natsu incrociando le braccia al petto.
Ailea aggrottò le sopracciglia: si domandò per quale assurdo motivo lei non fosse stata informata del mancamento della Principessa.
-Ho saputo quello che è successo, l’Ombra ha invaso il Regno della Luce- disse Shoichi.
-Le tue notizie sono vecchie-disse Natsu.
-Il Regno della Luce non esiste più- spiegò la Regina Erza –Minerva è la Regina di quello che è uno Stato satellite del Regno dell’Ombra, uno dei giovani Cavalieri ha espugnato la Capitale da solo, uccidendo il Re.
Ailea sentì mancarsi la terra sotto i piedi.
-E Come può permetterlo Sting?-.
-Sting è stato ucciso in duello da Rogue, così come l’altro Cavaliere del Regno della Luce.
Fu troppo per Ailea Eucliffe che emise un  grido strozzato dietro quella finestra e Ai la guardò con gli occhi sgranati, immobile, incapace di reagire a quelle notizie.
Il momento di stasi venne interrotto dalla finestra che si apriva, dalle mani di Natsu che le afferravano entrambe per gli abiti e le portava entrambe dentro lo studio, al cospetto della Regina Erza, ma questa non potè dire nulla.
-STIIINNNGGGGG- l’urlo di dolore di Ailea scosse l’animo dei quattro presenti, ma non fu solo l’animo ad essere scosso, gli occhi della ragazza cambiarono colore e da azzurri divennero dorati, mentre il corpo si sollevava di qualche centimetro dal suolo, ed avvolto da una splendente luce dorata.
Ali fatte di pura luce si materializzarono alla sue spalle.
Natsu fece appena in tempo ad afferrare Ai e a mettersela dietro le spalle, prima che un onda di energia si sprigionasse dal corpo della ragazza e distruggesse tutti gli oggetti.
Ailea ne approfittò per uscire dalla finestra, dove Kilmore la stava già aspettando, veloci come fulmini presero il volo.
-Maestro, si sta dirigendo verso nord- gridò Ai, già pronta a seguire la ragazza.
-Lo so- rispose semplicemente Natsu, che però non si mosse dalla sua posizione.
-Non ha intenzione di aiutarla?- chiese Ai.
-Al contrario, quando ho scoperto quello che è successo, ho fatto quello che meglio potevo per garantirle la salvezza… Non ti sei chiesta in questi giorni dove è andato a finire Igneel?
Adesso che ci pensava erano due giorni che il vecchio drago non si faceva vedere.
-Vado a controllare come sta la principessa Lucy- disse Natsu, prima di uscire dallo studio della Regina.
Sperando di poter scampare alla furia della Regina che l’aveva sorpresa ad origliare, anche Ai cercò di uscire dalla stanza.
-Ai, resta nello studio, devo parlarti- disse la Regina e anche se non c’era traccia di rabbia, la nota di sconfitta che sentiva nella voce della sua sovrana la mise in allarme ancora di più che se le avesse urlato contro.
 
 
Regno della Tempesta (Al Confine con il Regno del Fuoco)
Volava velocissimo Kilmore, e sulla sua groppa, appiattita sul corpo del drago, Ailea piangeva, e allo stesso tempo teneva la stretta serrata sulla spada, dono fattole da Sting.
Suo fratello era morto, e lei non c’era perché era troppo debole per combattere, mandata a fare da balia alla principessa Lucy, in modo da tenerla lontana dalla battaglia, una fortuna che non aveva avuto Eneko, spedito in prima linea e anche lui ucciso.
-Abbiamo compagnia- la distrasse Kilmore, quasi urlando nella sua mente per farsi ascoltare dalla ragazza.
Ailea alzò lo sguardo, appena in tempo per vedere una coppia di draghi che stavano volando nella sua direzione: li conosceva entrambi: uno era Igneel, il drago rosso di Natsu, al suo fianco un drago più piccolo, di colore grigio-azzurro.
-Sono Neren e Reegrois- disse il drago con la sua voce profonda.
Ailea li aveva riconosciuti, e sinceramente non avrebbe dovuto stupirsi di vederli lì, tuttavia non aveva voglia di ascoltare Neren, ma Reegrois le si pose davanti, bloccando il volo di Kilmore che non potendo superarlo, si limitò a ringhiargli contro.
-Io torno da Natsu, lascio tutto a te- disse Igneel, facendosi ascoltare anche da Kilmore ed Ailea, battendo forte le ali e superando il drago della luce, avviandosi nella direzione che lo avrebbe riportato ad Aberon, la Capitale del Regno del Fuoco.
-Cedi il passo Neren!- disse Ailea.
-Prenditelo se ne sei capace- urlò Neren alzando l’indice in segno di sfida.
Ailea non si aspettava certo una risposta del genere, ma lanciata la sfida non poteva certo rinunciare a priori, ecco perché diede un segnale a Kilmore, il quale si lanciò in avanti, ma uno scatto fulminio di Reegrois lo mandò fuori bersaglio, tanto che il drago della tempesta lo colpì con una zampata alla scapola, lì dove una delle sei ali si attaccava al dorso del drago.
Neren ne approfittò immediatamente, usando il collo di Reegrois come una rampa di lancio, Ailea la vide saltare a decine di metri d’altezza nel vuoto, per atterrare sul dorso di Kilmore e appena toccate le squame del drago prese la falce che portava trasversalmente sul dorso e menò un fendente che avrebbe colpito Ailea ancora sotto shock, ma di nuovo fu la magia di Ailea che si attivò creando una barriera di luce che respinse la lama.
Ma non durò a lungo, Ailea rimaneva immobile, ferma, incapace di reagire, così Neren le sgusciò alle spalle e la prese per i capelli.
Impietosa le portò la gola a pochi centimetri dalla lama.
-E tu credi di poter uccidere Rogue? Nemmeno sei capace di tenermi testa.
Lacrime questa volta di rabbia cominciarono a scendere dagli occhi di Ailea.
-Ti capisco- disse poi Neren togliendo la lama dalla gola di Ailea e riponendola dietro la schiena –Anche io se fossi in te vorrei partire subito e ucciderlo, ma ragiona, quante possibilità hai adesso di vendicarti di Rogue, quando questi ha ucciso tuo fratello? E asciugati quelle lacrime mocciosa-
Ailea continuava a piangere in ginocchio sulla groppa di Kilmore, ma poi si sfregò il volto con il dorso della mano, poi alzò il viso a incrociare lo sguardo di Neren.
-Bene, adesso andiamo, Igneel è venuto fino al Kuasta per parlare col Master, il Re ha qualcosa da proporti.
Non attese risposta e si lanciò di nuovo nel vuoto, cadendo sul dorso di Reegrois che aveva assunto la posizione giusta per accogliere il suo Cavaliere.
-Seguiamoli- disse Kilmore alla mente del suo cavaliere che però ancora una volta non rispose, lasciandosi condurre dagli eventi.
Il battito delle ali di Kilmore, il ritmo stancante e le forti emozioni avevano stremato Ailea che si addormentò sulla groppa del suo drago, e si svegliò solo quando quest’ultimo la scrollò con gentilezza con il muso dopo essere atterrato.
Ailea si guardò intorno, registrando la presenza degli incessanti fulmini e delle immani costruzioni che immagazzinavano l’energia elettrica.
-Vieni Ailea, Il Master ti sta aspettando- disse Neren.
Il Cavaliere della Tempesta avanzò e salì le scale che portavano all’interno della Reggia, su cui svettava una immensa torre, alta fino al cielo.
L’interno della Reggia era molto semplice, molto diversa dalla Reggia della Luce in cui era abituata a girare; i marmi bianchi erano splendidi ma semplici e c’erano poche persone in giro nel palazzo, per la maggior parte persone che lavoravano all’interno, come paggi.
Neren ed Ailea superarono diversi corridoi e diverse sale, fino all’arrivo davanti a una porta di legno con intarsi di legno dorato, su cui svettava uno stemma araldico, Ailea lo riconobbe come quello della Tempesta, probabilmente quella era la stanza in cui Re Makarov riceveva i suoi ospiti.
Neren bussò decisa alla porta, poi aspettò un attimo prima che una voce maschile desse il permesso di entrare.
Neren entrò per prima seguita da Ailea che si guardò intorno: al centro della stanza c’era una grossa scrivania, imponente ma piena di scartoffie, documenti dall’aria ufficiale che parevano ammassarsi, alle spalle della scrivania stavano due grosse finestre che cercavano di far entrare un po’ di luce, ma il cielo plumbeo non era perfetto per lo scopo, ecco perché c’erano diverse lacryma elettriche proiettavano luce che creava uno strano gioco di luci ed ombre sulle spoglie pareti.
-Master le ho portato Ailea.
Da dietro la scrivania ne uscì un uomo molto basso con una pelata che mandava bagliori, si avvicinò alle due ragazze tenendo la mano destra alta in segno di saluto.
-Ciao Ailea- disse il vecchio, guardandola con tristezza –Mi dispiace per quello che è successo.
Ailea sentì gli occhi pizzicare nuovamente, cercando di non tradire la tristezza per quello che era successo davanti al Re della Tempesta deglutì a vuoto.
-Non è un peccato piangere se ti fa sentire meglio- disse Makarov, e allora Ailea si asciugò le mani con il dorso della mano, poi però si rifiutò di mostrare oltre la sua debolezza.
-Perché mi ha voluto vedere Maestà?- chiese Ailea.
-Chiamami Master, lo fanno tutti e se accetterai la mia offerta potresti passare molto tempo con noi.
Ailea si fece attenta e Makarov continuò il suo discorso –E’ un dato di fatto che il piano di Yiemma è andato a buon fine, Il Regno della Luce come lo conosciamo non esiste più e sebbene Re Jude abbia avuto la prontezza di salvare sua figlia, adesso è la Principessa Minerva a regnare in vece di suo padre.
Makarov fece una pausa e tornato alla scrivania versò dell’acqua in tre bicchieri, offrendone uno ad Ailea, uno a Neren e tenendo l’ultimo per sé che vuotò in un solo sorso, poi continuò –Voler fare giustizia è un tuo sacrosanto diritto, tuttavia, Erza ha ritenuto che tu non fossi pronta per tornare nel suo Regno, e affrontare Rogue, in generale, anche parlando con Laxus, secondo lui nessuno dei giovani Cavalieri può ancora lottare contro i vostri Maestri.
Anche se uno sbuffo di Neren testimoniava il disaccordo della ragazza, Makarov continuò a parlare come se niente fosse :- Considerando questo, Natsu ed Erza hanno pensato che avresti avuto più possibilità addestrandoti con mio nipote Laxus, in modo che tu possa diventare più forte, Laxus, Neren ed Hake ti aiuteranno quando sarà il momento.
-E lei cosa ci guadagna?- chiese Ailea che non era stupida.
Il Master sorrise –Semplice, ci guadagno un quarto Cavaliere che possa fare la differenza in caso di battaglia.
Ailea pensò che non aveva nulla da perdere, quindi accettò la proposta del Master.
-Sapevo che l’avresti fatto, allora Neren, saresti così gentile da portare Ailea al nido? Laxus la starà già aspettando, era impaziente di mettersi al lavoro- e detto questo le congedò con un gesto della mano le due ragazze.
-Vieni- disse Neren ed uscì dallo studio, con Ailea che silenziosa la seguiva, su una infinita rampa di scale, che l’avrebbero portata al cospetto del suo nuovo maestro, che avrebbe sostituito Sting il pensiero le diede una fitta al cuore.
-Prima che arriviamo- disse Neren, fermatasi davanti a una porta –ti avverto che Laxus non solo è molto severo, ha anche metodi di allenamento disumani, e non tollera che un allievo possa dirgli di no.
-Grazie Neren- disse Ailea a bassa voce, i loro battibecchi non avevano senso in quel momento.
Neren aprì la porta e si ritrovò su un immenso terrazzo, dove stavano comodi quattro draghi, tre giovani e uno più anziana, che Ailea riconobbe subito essere Storm, la dragonessa di Laxus, anche se l’aveva vista nei libri era davvero imponente.
Gli altri draghi erano Kilmore, Reegrois e uno grigio scuro, quasi nero che non aveva mai visto, doveva essere il drago dell’altro Cavaliere della Tempesta.
Al centro del terrazzo due uomini stavano combattendo, Ailea riconobbe immediatamente Laxus con in mano le sue due famose spade gemelle, mentre l’altro era un ragazzo alto che portava con se una grossa spada, alta quasi quanto lei, ma la brandiva con eleganza, come se non ne sentisse affatto il peso.
-Laxus, è arrivata Ailea- li interruppe a voce alta Neren, sovrastando il frastuono delle spade che si scontravano.
I due uomini guardarono in direzione della ragazza e si separarono, ma l’unica cosa che notò la ragazza fu il rimpicciolirsi della spada del secondo uomo.
-Bene, Hake vai a riposare, proveremo la spada in un secondo momento, anche tu Neren, non ho bisogno di te per il momento, adesso voglio rimanere solo con la mia nuova allieva.
I due ragazza se ne andarono, Neren indifferente e silenziosa, il secondo, Hake, dopo averle scoccato un’occhiata incuriosita (e aver notato che aveva occhi grigi), le aveva fatto un sorriso tirato per poi correre dal suo drago, salirgli in groppa e scomparire nel cielo plumbeo.
-Per quanto mi riguarda non ero d’accordo a prendere un cavaliere, siamo già abbastanza in tre, ma il Vecchio oltre che mio Nonno è anche il mio Re, perciò ho dovuto obbedire, per quanto possa valere mi dispiace per quello che è successo a tuo fratello.
-Grazie Laxus.
-Il fatto che i miei allievi mi chiamino per nome, non vuol dire che tu possa prenderti questa confidenza, è chiaro?
Il rimbrottò colpì Ailea, la quale però annuì –Si, Maestro.
-Bene attaccami pure, vediamo cosa sai fare- disse Laxus, con le gambe larghe e ben piantate al suolo.
Ailea non si mosse –Non usi le spade.
-Stai facendo troppe domande, quando do un ordine mi aspetto tu lo esegua immediatamente.
Ailea estrasse la spada e cominciò ad attaccare Laxus… Cominciò così il suo periodo di addestramento.
 
 
 
 
Angolo dell’Autore
Eh beh come vi è parso? Io mi sono divertito e molto a scrivere del duello Sting vs Rogue, spero di averlo reso bene come lo avevo immaginato, e poi cosa ve ne pare del dialogo Weisslogia/Skyadrum? Pone molti interrogativi vero?
E la nuova versione di Rogue?
La parte dell’assorbimento è naturalmente ispirata al Rogue del Futuro, così come lo è il suo potere no, è chiarissimo e lineare…
Akira conquista una città da solo… Bravo.
L’ultima parte è stata la più difficile, mi piace molto Ailea come personaggio e beh difficile parlare della perdita di un familiare e non sfociare nel troppo o troppo poco…
Vabe queste sono opinioni… Allora fatemi sapere cosa ne pensate… e perdonate gli errori che potranno esserci… Alla prossima e spero in parecchie recensioni… Buonanotte
   
 
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