" In questa città che riesce a stare pulita
come un sogno, io grido
ma tu non riesci a sentirmi"
come un sogno, io grido
ma tu non riesci a sentirmi"
.Agosto 2006, ore 10:00, Osaka (Giappone)
Mami alzò gli occhi al cielo, riflettendo. Poi sospirò: - Non lo so. Non credo. Con lei stavo bene, ma è così piccola. Non credo sappia veramente cosa vuole. –
Shino annuiva, ma con la mente era da tutt’altra parte. Ciò che Mami gli aveva appena confidato lo aveva lasciato senza parole.
Agosto 2006, ore 16:45, Osaka (Giappone)
Si mise in posizione davanti al microfono, con la chitarra già addosso.
La canzone era piaciuta. Già mentre suonavano avevano percepito una certa chimica con il pubblico: passanti che agitavano la testa a ritmo, qualche ragazzina che ballava, persone che già provavano a cantare il ritornello assieme a loro. Ebbero la conferma alla fine, quando ricevettero l’applauso più caloroso che avessero mai ricevuto.
Ore 21:20
Non capiva come mai quell’insegna luminosa avesse un effetto così ipnotico di lei. Sapeva solo che ogni volta che la guardava cadeva in una specie di trans dalla quale era sempre più difficile uscire.
- Ehi Shino! Guarda qui! –
- Non sono le tue amiche che hanno suonato al Namba? –
- Ti piace? – Mami era spuntata dietro di loro a sorpresa. Sia Shino che il suo amico sussultarono.
- Sì, bello! – esclamò Shino
- Grazie. I disegni li ho fatti io. Le scritte sono delle altre. Non sono un granché, ma desideravano tanto partecipare. –
- Quindi – Shino si grattò la nuca, un po’ imbarazzato – vedo che tu e le SCANDAL state andando bene! Suonate questo weekend eh? –
- Sì, siamo molto emozionate. – Mami sorrise radiosa, come non sorrideva ormai da molto tempo – Dobbiamo ringraziare Kiichi di averci aiutate con la canzone! È venuta davvero bene. –
- Non vedo l’ora di sentirla! E che cover avete deciso di suonare? –
- DAYDREAM, di Judy and Mary. Ci sembrava adatta all’occasione. –
- Sì, non male come pezzo. –
- Dobbiamo ringraziare anche te, Shino. –
- Se non fosse stato per te, Rina avrebbe sicuramente lasciato il gruppo. – precisò poi la chitarrista – CI ha raccontato quello che ci ha detto. Avremmo perso la batterista e perso il concorso se non fosse stato per te. Siamo davvero in debito con te. –
- Ho fatto solo quello che farebbe un buon amico. –
- Lo so. Sei un grandissimo amico Shino! – Mami sorrise ancora. Poi continuò: - Non sai cosa mi è successo qualche tempo fa! Misa mi ha mandato dei fiori a casa. –
- Come? –
- E’ così! Mi sono arrivati dei fiori da lei! Cioè, erano anonimi, ma penso siano da parte sua. Pochi giorni prima mi aveva detto che mi amava ancora. In realtà, lei si è ritirata apposta dal concorso solo per me. –
- Quindi… - provò a dire il ragazzo, bloccandosi subito.
- Cosa? –
Mami alzò gli occhi al cielo, riflettendo. Poi sospirò: - Non lo so. Non credo. Con lei stavo bene, ma è così piccola. Non credo sappia veramente cosa vuole. –
Shino annuiva, ma con la mente era da tutt’altra parte. Ciò che Mami gli aveva appena confidato lo aveva lasciato senza parole.
- Sono in ritardo per la lezione. – esclamò la ragazza, riportando Shino alla realtà – Grazie per la chiacchierata! Ci vediamo presto, okay? –
Agosto 2006, ore 16:45, Osaka (Giappone)
- C’è un sacco di gente, eh? –
- Forse i volantini hanno avuto più successo di quello che ci aspettavamo. – azzardò Rina, cercando di alleggerire l’aria che tirava, sempre più carica di tensione.
- Non credo. Mica suoniamo solo noi, in fondo. – commentò la cantante, con tono negativo.
- Suoniamo noi e un’altra gruppo di Kyoto. Questi non possono essere tutti fans loro! –
- Nemmeno nostri, dato che abbiamo suonato una volta sola. –
- C’è addirittura più pubblico del Namba. – aggiunse Tomomi mentre iniziava ad accordare lo strumento – Ehi bossu! Riuscirai a coinvolgere una folla tale? –
Si mise in posizione davanti al microfono, con la chitarra già addosso.
- Ciao a tutti, noi siamo le SCANDAL! –
- Vai Tomomi! – urlò Taro. La bassista rispose alzando il pugno.
- DAYDREAM! – gridò Haruna, più tranquilla.
- Il prossimo pezzo è il nostro primo brano inedito: Space Ranger. Enjoy! –
La canzone era piaciuta. Già mentre suonavano avevano percepito una certa chimica con il pubblico: passanti che agitavano la testa a ritmo, qualche ragazzina che ballava, persone che già provavano a cantare il ritornello assieme a loro. Ebbero la conferma alla fine, quando ricevettero l’applauso più caloroso che avessero mai ricevuto.
- Brave! Brave! –
- Grandissime SCANDAL! –
- Bis! Bis! –
Ore 21:20
- Avete visto che successo? –
- Abbiamo spaccato, ragazze, spaccato! –
- Anche a voi hanno fatto i complimenti appena siete scese dal palco? –
- Cavolo sì! Non ho mai visto così tante persone sconosciute rivolgersi a me! –
- Haruna, tutto bene? –
Non capiva come mai quell’insegna luminosa avesse un effetto così ipnotico di lei. Sapeva solo che ogni volta che la guardava cadeva in una specie di trans dalla quale era sempre più difficile uscire.
- Scusate. – mormorò – Controllavo solo che le pareti fossero pulite. Sennò poi la sentivamo Mariko, domani. –
- La tua pizza si fredda! –
- Non ho fame. –
- Okay ragazze, ho un annuncio importante! Rimanete lì, non vi muovete. –
- Ma quello è…- balbettò Haruna, indicando lo strumento.
- Sì! È proprio lui! – la interruppe Tomomi, radiosa – L’ho comprato pochi giorni fa! Avreste dovuto vedere la faccia del mio ex capo quando mi sono presentata in negozio con in mano i soldi di Mariko. È stato il momento più bello della mia vita. –
- Perché non ce lo hai detto prima? –
- Non lo so, volevo aspettare. Volevo prima vincere al Castel Park prima di cominciare a suonarlo ufficialmente. E adesso che ce l’abbiamo fatta… -
- Proviamolo! – esclamò Rina, precipitandosi alla batteria. Tomomi la guardò stupita, poi sorrise.
- Dammi un ritmo, Rina! –
- Quando hai imparato a slappare? –
- Ehm, ieri! O la settimana scorsa, non ricordo. –
- Ci penso io, aspetta. – fece Haruna, mentre Mami era già pronta ad uscire per capire cosa stesse succedendo. L’amica la guardò dubbiosa, poi annuì a rimase ferma ad ascoltare il concertino delle amiche ritmiche.
- Cosa ci fai qui? – chiese la ragazza, cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
- Cosa ci faccio qui? – sbottò Kiichi, con una rabbia che Haruna non gli aveva mai sentito in gola – Penso che tu lo sappia meglio di me. –
- Volevo parlarti prima! – anche Haruna aveva alzato la voce, stavolta – Subito dopo il concerto. Ma sei scappato. Parlarne qui e adesso non mi sembra il momento adatto. –
- Non volevo parlarti prima, ma ho cambiato idea. –
- E quindi? Cosa vuoi dirmi, eh? Ti sei forse offeso perché abbiamo cambiato il testo della canzone? –
- Mi avevi chiesto aiuto! Quella era la mia canzone e…-
- No, Kiichi. La canzone era nostra, mia e del mio gruppo. Avevamo letto insieme la tua versione e l’abbiamo cambiata ulteriormente. –
- Chi? –
- Tomomi. –
- Avete fatto male. Era un testo stupido. –
- Bhe, la canzone è piaciuta! –
- Perché la gente è stupida. Il mio testo aveva un senso ma quello… quello non era un testo! –
- Era troppo romantico. –
- Troppo… cosa?! – Kiichi la guardò allibito.
- Grazie per l’aiuto, Kiichi, ma da oggi in poi non avremo più bisogno di te per i testi. Sayonara. –