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Autore: AlyTae    07/01/2017    2 recensioni
[SCANDAL]Haruna non è una ragazza come le altre: non pensa con la testa degli altri, ma con la sua. Non vuole studiare, e non vuole seguire le orme dei genitori. Vuole solo suonare la sua chitarra, e trovare qualcuno con cui formare una band. Ma Haruna è da sola. Esaudirà i suoi sogni?
**Storia ISPIRATA alla vera storia delle SCANDAL; sono presenti alcuni fatti imprecisato e/o inventati**
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 23, DAYDREAM
" In questa città che riesce a stare pulita
come un sogno, io grido
ma tu non riesci a sentirmi"
.Agosto 2006, ore 10:00, Osaka (Giappone)
  • Ehi Shino! Guarda qui! –
Uno dei suoi compagni di corso gli aveva indicato un foglio attaccato a una delle tante bacheche poste nei corridoi della scuola. Nel foglio era ritratto un disegno, con scritte colorate fatte a mano, con quattro ragazze rappresentate in stile manga con degli strumenti in mano.
  • Non sono le tue amiche che hanno suonato al Namba? –
Shino rispose affermativamente. A quanto diceva il volantino, avrebbero suonato al Castel Park. Sorrise: lui ci aveva suonato un sacco di volte con gli Young Death, e sapeva quanto potesse essere emozionante esibirsi in un luogo del genere, dove era possibile attirare l’attenzione di tanti passanti oltre che ospitare un sacco di pubblico. Vide nelle SCANDAL un po’ di sé stesso, quando gli Young Death si erano appena formati e s’impegnavano per il loro primo concorso per la Kitty Records. Sì, bhe, che poi avevano perso…
  • Ti piace? – Mami era spuntata dietro di loro a sorpresa. Sia Shino che il suo amico sussultarono.
  • Sì, bello! – esclamò Shino
  • Grazie. I disegni li ho fatti io. Le scritte sono delle altre. Non sono un granché, ma desideravano tanto partecipare. –
Shino ridacchiò. L’amico gli diede una gomitata e si allontanò, dicendo qualcosa come che aveva da fare o che era in ritardo per il corso di disegno, nonostante mancassero dieci minuti al cambio dell’ora.
  • Quindi – Shino si grattò la nuca, un po’ imbarazzato – vedo che tu e le SCANDAL state andando bene! Suonate questo weekend eh? –
  • Sì, siamo molto emozionate. – Mami sorrise radiosa, come non sorrideva ormai da molto tempo – Dobbiamo ringraziare Kiichi di averci aiutate con la canzone! È venuta davvero bene. –
  • Non vedo l’ora di sentirla! E che cover avete deciso di suonare? –
  • DAYDREAM, di Judy and Mary. Ci sembrava adatta all’occasione. –
  • Sì, non male come pezzo. –
Rimasero qualche secondo in silenzio, senza sapere cosa dire. Avevano fatto pace, questo era vero, ma la tensione tra di loro doveva ancora svanire del tutto. In fondo si erano lasciati molto male, ed era difficile dimenticare una crisi del genere, soprattutto dopo un fidanzamento così duraturo e piacevole.
  • Dobbiamo ringraziare anche te, Shino. –
Il ragazzo rimase un attimo in silenzio senza capire.
  • Se non fosse stato per te, Rina avrebbe sicuramente lasciato il gruppo. – precisò poi la chitarrista – CI ha raccontato quello che ci ha detto. Avremmo perso la batterista e perso il concorso se non fosse stato per te. Siamo davvero in debito con te. –
Shino sorrise imbarazzato. Si era dimenticato della conversazione che aveva avuto con Rina.
  • Ho fatto solo quello che farebbe un buon amico. –
  • Lo so. Sei un grandissimo amico Shino! – Mami sorrise ancora. Poi continuò: - Non sai cosa mi è successo qualche tempo fa! Misa mi ha mandato dei fiori a casa. –
Shino la guardò perplesso
  • Come? –
  • E’ così! Mi sono arrivati dei fiori da lei! Cioè, erano anonimi, ma penso siano da parte sua. Pochi giorni prima mi aveva detto che mi amava ancora. In realtà, lei si è ritirata apposta dal concorso solo per me. –
Mami abbassò lo sguardo, mentre Shino continuava a guardarla allibito.
  • Quindi… - provò a dire il ragazzo, bloccandosi subito.
  • Cosa? –
Shino si riscosse: - Quindi tu pensi di amarla ancora? –
Mami alzò gli occhi al cielo, riflettendo. Poi sospirò: - Non lo so. Non credo. Con lei stavo bene, ma è così piccola. Non credo sappia veramente cosa vuole. –
Shino annuiva, ma con la mente era da tutt’altra parte. Ciò che Mami gli aveva appena confidato lo aveva lasciato senza parole.
  • Sono in ritardo per la lezione. – esclamò la ragazza, riportando Shino alla realtà – Grazie per la chiacchierata! Ci vediamo presto, okay? –
Mami si allontanò agitando la mano. Shino rimase bloccato dov’era, incapace di muoversi.
 
Agosto 2006, ore 16:45, Osaka (Giappone)
  • C’è un sacco di gente, eh? –
Si guardavano timidamente intorno, mentre montavano gli strumenti nello spazietto in cui avrebbero suonato. Era un bellissimo pomeriggio, il sole splendeva e il Castel Park ghermiva di persone. Molti erano intorno a loro, in trepidante attesa che il concerto iniziasse, ma la maggior parte erano dei semplici passanti. Haruna era particolarmente tesa.
  • Forse i volantini hanno avuto più successo di quello che ci aspettavamo. – azzardò Rina, cercando di alleggerire l’aria che tirava, sempre più carica di tensione.
  • Non credo. Mica suoniamo solo noi, in fondo. – commentò la cantante, con tono negativo.
  • Suoniamo noi e un’altra gruppo di Kyoto. Questi non possono essere tutti fans loro! –
  • Nemmeno nostri, dato che abbiamo suonato una volta sola. –
L’attenzione delle quattro ragazze venne catturata da uno degli organizzatori dell’evento, che faceva loro cenno che era quasi ora di iniziare. Le ragazze deglutirono.
  • C’è addirittura più pubblico del Namba. – aggiunse Tomomi mentre iniziava ad accordare lo strumento – Ehi bossu! Riuscirai a coinvolgere una folla tale? –
Haruna fulminò la bassista con lo sguardo. Come se non fosse già abbastanza nervosa! Non solo avrebbe dovuto cantare davanti a tutta quella gente, ma avrebbe dovuto cercare di rendere coinvolgente il concerto. Il ruolo di frontgirl era un peso che si faceva via via sempre più pesante.
Si mise in posizione davanti al microfono, con la chitarra già addosso.
  • Ciao a tutti, noi siamo le SCANDAL! –
La sua voce tremava, ma il pubblico applaudì lo stesso con entusiasmo. Rimase spiazzata da una risposta simile dalla platea. Guardò meglio, e notò che in mezzo alla folla alcuni visi famigliari: compagni di classe, amici conosciuti in giro e, ovviamente, gli immancabili Young Death. Kiichi le fece un segno d’incoraggiamento da lontano.
  • Vai Tomomi! – urlò Taro. La bassista rispose alzando il pugno.
  • DAYDREAM! – gridò Haruna, più tranquilla.
Rina diede il tempo, e iniziarono a suonare. Ogni preoccupazione, ogni ansia, ogni piccolo segno d’agitazione svanì come in una nuvola di vapore. Ancora una volta il divertimento e l’entusiasmo di suonare sopra ad un palco sovrastò tutto il resto. Haruna contò e suonò con disinvoltura, Mami e Tomomi comunicavano con il pubblico e persino Rina sembrava incredibilmente migliorata. La cantante notò Mariko che parlava con i membri della giuria, sorridente e radiosa. Haruna sentì crescerle dentro una soddisfazione mai provata prima.
  • Il prossimo pezzo è il nostro primo brano inedito: Space Ranger. Enjoy! –
Prima di dare l’attacco, le SCANDAL si guardarono tra di loro. Era il momento che avevano atteso da tanto.
 
La canzone era piaciuta. Già mentre suonavano avevano percepito una certa chimica con il pubblico: passanti che agitavano la testa a ritmo, qualche ragazzina che ballava, persone che già provavano a cantare il ritornello assieme a loro. Ebbero la conferma alla fine, quando ricevettero l’applauso più caloroso che avessero mai ricevuto.
  • Brave! Brave! –
  • Grandissime SCANDAL! –
  • Bis! Bis! –
Haruna era esaltata. Il loro turno era finito, eppure non aveva per niente voglia di lasciare quel piccolo palco. Avrebbe voluto vedere quelle facce sorridenti che la guardavano tutto il giorno, per tutti i giorni della sua vita. Eppure, mentre si guardava intorno, vide un’immagine che la lasciò spiazzata: Kiichi, in mezzo alla folla, la guardava con sguardo severo e a braccia conserte, senza applaudire.
 
Ore 21:20
  • Avete visto che successo? –
  • Abbiamo spaccato, ragazze, spaccato! –
  • Anche a voi hanno fatto i complimenti appena siete scese dal palco? –
  • Cavolo sì! Non ho mai visto così tante persone sconosciute rivolgersi a me! –
  • Haruna, tutto bene? –
Haruna si riscosse. Non stava ascoltando quel discorso da circa dieci minuti. Si era nuovamente incantata a fissare quella luce incandescente fuori dalla finestra: SCANDAL. SCANDAL. SCANDAL.
Non capiva come mai quell’insegna luminosa avesse un effetto così ipnotico di lei. Sapeva solo che ogni volta che la guardava cadeva in una specie di trans dalla quale era sempre più difficile uscire.
  • Scusate. – mormorò – Controllavo solo che le pareti fossero pulite. Sennò poi la sentivamo Mariko, domani. –
  • La tua pizza si fredda! –
  • Non ho fame. –
  • Okay ragazze, ho un annuncio importante! Rimanete lì, non vi muovete. –
Tomomi sparì saltellando dentro lo sgabuzzino degli strumenti. Haruna, Rina e Mami si guardarono confuse per qualche secondo, chiedendosi cosa la loro pazza amica dovesse dire di così importante. Pochi secondi dopo, Tomomi ricomparve con in mano un basso nuovo di zecca, di uno scarlatto brillante. Le ragazze inalarono un pesante respiro di sorpresa.
  • Ma quello è…- balbettò Haruna, indicando lo strumento.
  • Sì! È proprio lui! – la interruppe Tomomi, radiosa – L’ho comprato pochi giorni fa! Avreste dovuto vedere la faccia del mio ex capo quando mi sono presentata in negozio con in mano i soldi di Mariko. È stato il momento più bello della mia vita. –
  • Perché non ce lo hai detto prima? –
  • Non lo so, volevo aspettare. Volevo prima vincere al Castel Park prima di cominciare a suonarlo ufficialmente. E adesso che ce l’abbiamo fatta… -
  • Proviamolo! – esclamò Rina, precipitandosi alla batteria. Tomomi la guardò stupita, poi sorrise.
  • Dammi un ritmo, Rina! –
Rina attaccò, e Tomomi improvvisò un giro. Mami e Haruna le guardavano a bocca aperta. Entrambe avevano fatto enormi progressi, cosa che pochi giorni prima avrebbero pensato impossibile.
  • Quando hai imparato a slappare? –
  • Ehm, ieri! O la settimana scorsa, non ricordo. –
Haruna sentì una mano toccarle la spalla. Mami cercava di attirare la sua attenzione – troppo assorta nella jam delle due amiche – indicandole un punto fuori dalla saletta. Nel buio della sera, davanti alla vetrata, una figura le stava osservando.
  • Ci penso io, aspetta. – fece Haruna, mentre Mami era già pronta ad uscire per capire cosa stesse succedendo. L’amica la guardò dubbiosa, poi annuì a rimase ferma ad ascoltare il concertino delle amiche ritmiche.
Appena uscì all’esterno, l’aria fresca serale le pizzicò le cosce nude che uscivano dalla gonna dell’uniforme. D’istinto incrociò le braccia per proteggersi da quell’improvvisa folata di freddo.
  • Cosa ci fai qui? – chiese la ragazza, cercando di sembrare il più tranquilla possibile.
  • Cosa ci faccio qui? – sbottò Kiichi, con una rabbia che Haruna non gli aveva mai sentito in gola – Penso che tu lo sappia meglio di me. –
  • Volevo parlarti prima! – anche Haruna aveva alzato la voce, stavolta – Subito dopo il concerto. Ma sei scappato. Parlarne qui e adesso non mi sembra il momento adatto. –
  • Non volevo parlarti prima, ma ho cambiato idea. –
  • E quindi? Cosa vuoi dirmi, eh? Ti sei forse offeso perché abbiamo cambiato il testo della canzone? –
  • Mi avevi chiesto aiuto! Quella era la mia canzone e…-
  • No, Kiichi. La canzone era nostra, mia e del mio gruppo. Avevamo letto insieme la tua versione e l’abbiamo cambiata ulteriormente. –
  • Chi? –
Haruna esitò un attimo prima di rispondere.
  • Tomomi. –
Kiichi rivolse uno sguardo pieno di rabbia all’interno della saletta, dove Tomomi stava ancora suonando il suo nuovissimo basso, ridendo e scherzando con le altre.
  • Avete fatto male. Era un testo stupido. –
  • Bhe, la canzone è piaciuta! –
  • Perché la gente è stupida. Il mio testo aveva un senso ma quello… quello non era un testo! –
  • Era troppo romantico. –
  • Troppo… cosa?! – Kiichi la guardò allibito.
Haruna sostenne il suo sguardo. Ora non temeva più una discussione con lui e non aveva intenzione di perdere quella lotta. Nel litigio aveva lei la meglio, e non si sarebbe fatta abbindolare solo perché aveva avuto una cotta per il ragazzo che aveva di fronte.
  • Grazie per l’aiuto, Kiichi, ma da oggi in poi non avremo più bisogno di te per i testi. Sayonara. –
Prima che il ragazzo potesse ribattere qualcosa, Haruna era già dentro alla saletta, a battere le mani e ridere allegramente assieme alle SCANDAL.
   
 
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