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Autore: ImmaEFP    07/01/2017    2 recensioni
Il Natale a Londra era diventato il suo periodo preferito. I mercatini, le luci, le vetrine, il profumo delle persone rendevano Oxford un posto magico, meraviglioso. Sarebbe stato un altro Natale perfetto se solo i suoi passi non l'avessero portata altrove, trasportandola nel suo passato e nei suoi sentimenti, per rimettere le cose a posto. Ma le cose non vanno sempre come ci si aspetta.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! Qui si gela tantissimo, e ho trovato un po' di tempo per revisionare questo capitolo, che devo dirla tutta, mi convince sempre meno, come gli altri due del resto. Ma almeno ci ho provato, e quel che è fatto...è fatto. Vorrei avere il potere di renderle diverse e migliorarle, ma mission impossible for me! Comunque se ho deciso di pubblicarla, è solo per non rimanerla tra i miei pensieri, mi sarei pentita amaramente se non l'avessi fatto e per di più avrei dimenticato qualche particolare pensato all'istante. Quindi giudicatela come volete, io dovevo in qualche modo liberare l'idea. Vi prego soltanto di essere sincere e di criticare qualsiasi aspetto.
Questa è l'ultima parte, partorita in cinque giorni, ma davvero davvero complicata da scrivere nel modo giusto. Buona lettura.

 

Si guardò intorno, sbirciando ogni angolo della casa per trovarlo, per sentire che lui era lì, nonostante tutto.
Le emozioni sembravano essere allo stesso posto, impregniate nei muri, sul divano, sul letto.Erano tutte lì che aspettavano di essere vissute ancora una volta, con la stessa intensità.
Non era cambiato nulla, ogni oggetto era allo stesso posto, così come lui l'aveva lasciato.

Tirò un sospiro interno, schiacciata dalle sensazioni di quel momento.
Non si era mai davvero resa conto di quanto tutto quello che aveva vissuto in quella casa le mancava da morire. Ma di più le mancavano le notti trascorsi nel loro rifugio, in quella stanza che li aveva protetti, che aveva difeso il loro amore.
Si trascinò a forza, e in un attimo le parve di rivedere loro due, stretti uno nelle braccia dell'altro, con la finestra leggermente spalancata. Li vedeva respirarsi addosso, sussurrarsi qualcosa sfiorarsi ancora una volta con le mani e darsi tre baci, leggeri ma uno con una diversa intensità e notevole importanza. Quella era stata la loro prima volta. E poi, puff, erano magicamente scomparsi.

Ritornò alla realtà, ricordandosi che era sola, in una stanza quasi completamente vuota. A differenza della altre stanze, qui mancava quasi tutto quello che lei ricordava. Tutti i suoi preziosi oggetti che dopo il lavoro riponeva nel portatasche erano svaniti nel nulla, così come il libro che immancabilmente riponeva nello spazio libero del comodino la sera prima di addormentarsi per poterlo continuare il giorno successivo. Poteva essere qualunque libro, ma ce ne doveva essere sempre uno. Mancavano persino i suoi abiti dal guardaroba, se non qualche camicia e jeans che lui indossava raramente, abbandonato in un angolo vuoto.
Era sempre più destabilizzata, come se si fosse persa qualche momento importante della sua vita. Non sentiva più nulla. Era svanito tutto nel momento in cui si era resa conto che Gaetano non era più davvero in quella casa, ma soprattutto nella sua vita.
La foto invece c'era ancora, quella l'aveva lasciata, non se l'era portata via, ovunque fosse andato. E forse questo le faceva male più di tutto.
Si era portato via i suoi vestiti, i suoi inutili oggetti che facevano da soprammobile, i suoi vecchi libri, ma non quella foto. Non la foto che ritraeva loro due a piazza C.L.N.  abbracciati e con un sorriso da fare invidia a qualsiasi altra coppia innamorata. L'aveva lasciata a prendere polvere sul comodino accanto al letto, nonostante il loro rapporto negli ultimi tempi fosse totalmente cambiato.  Quello era stato il suo regalo di Natale due anni prima, forse l'ultimo, prima di prendere una delle decisioni più difficili di sempre.
                                                                         ***

In quel periodo si limitavano a scambiare qualche parola, magari davanti ad una cioccolata calda e ad un caso davvero interessante, senza infliggere troppo alcuna spiegazione del loro distacco sentimentale.
Gaetano, controvoglia, aveva accettato la sua scelta.
Insomma aveva aspettato davvero troppi anni, un periodo di riflessione non gli avrebbe certo fatto male a lungo, o forse sperava che così fosse.
La cosa fondamentale per lui era averla vicina nonostante tutto, rispettando i suoi tempi e le sue indecisioni.
Fino a prova contraria.
Anche se le mancava tantissimo il suo sapore.
Lui continuava a credere che da qualche parte, per loro, c'era una seconda occasione, una seconda possibilità per rimettere a posto quello che avevavno costruito in quei pochi mesi, ma anche in tutti quegli anni. Qualcosa dentro di se lo convinceva sempre di più che non si erano mai perduti, ma solo che i loro sentimenti erano stati messi alla prova dal loro stesso destino.
Dovevano solo entrambi rendersi conto che si mancavano troppo, capire che le loro vite erano complete solo stando insieme. Le loro strade esistevano per potersi incrociare sempre e comunque, potevano andare anche lontano migliaia di kilometri, ma sarebbero sempre tornati a guardarsi negli occhi.
Ci pensò durante tutto il tragitto in centro, alla ricerca dei regali di Natale per suo figlio Tommy, ma anche per Camilla. Solo che non sapeva quale potesse essere quello giusto. Si fermò a guardare qualche vetrina, prendendosi tutto il tempo a disposizione. Mancava ancora qualche ora alla cena che avevano organizzato le famiglie Baudino-Ferrero, e pur non aspettandoselo, anche lui era stato invitato. Come amico.

Gli sembrò ammirare quella giusta, sorrise pensando che addosso a lei avrebbe reso più l'idea. Se la immaginò mentre glielo indossava, con un sorriso che quasi si commuoveva di fronte a quella scena che esisteva soltanto nella sua testa. Non ci pensò due volte, era il regalo perfetto.
Si precipitò a casa, aspettando l'ora che gli era stata riferita per la cena, aspettando il momento giusto.

Ma il momento giusto non era mai arrivato. Troppi regali, troppe persone che si contendevano l'attenzione.
Camilla jr era la priorità assoluta di quella sera e lei si perdeva correndole dietro riempiendola di baci e coccole. Gaetano sorrideva immaginando come sarebbe stato emozionante vederla fare le stesse cose con la loro bambina. Poi era la volta di Lorenzito, che proprio in quei giorni aveva cominciato a pronunciare le sue prime parole. Per non parlare di Renzo che cercava sempre di rovinare i momenti migliori della serata con battute squallide.
E lui non aveva mai il coraggio di seguirla in cucina. Durante lo scambio di regali improvvisò una finta telefonata, perchè sarebbe stato troppo darglielo davanti a tutti, avrebbe preferito avere un momento tutto loro. Si scusò lasciando la famiglia riunita sul divano, mentre lui scappava da una situazione che apparentemente gli era risultata semplice da affrontare. E si era messo a riflettere su come potesse fare, ritrovandosi nel cortile di casa, leggermente ricoperto da una leggera e finissima neve. Forse era stato tutto inutile.
Aspettò qualche istante, quando ormai non ci aveva sperato comparve Camilla alle sue spalle.
 
-Gaetano, sei qui.- disse avvicinandosi all'uomo che nel frattempo sollevò lo sguardo, abbozzando un sorriso.
-Camilla.-
-Perchè non sali che ti stiamo aspettando per il dolce? Qui fa anche abbastanza freddo.- articolò tremando nel suo cappotto.

Sorrise appena. Avrebbe tanto voluto riscardarla con un abbraccio, ma lei non glielo avrebbe permesso.

-Ho bisogno di mettere in ordine qualche pensiero, e il freddo mi aiuta a concentrare.-
-Come preferisci. Ma almeno vorrei darti questo.-

Camilla aprì il suo cappotto tirando fuori un pacchetto non troppo grande, incartato per bene. Gaetano lo afferrò senza esitare troppo scartandone il contenuto. Camilla ci aveva davvero impiegato molto a trovare la cornice giusta per quella foto abbastanza ignota, che non mostrasse loro in un gesto più intimo dell'abbraccio che si scambiavano in questa.
In realtà era proprio quell'abbraccio il gesto più intimo che si potessero scambiare, solo che lei non se n'era resa conto.

-Spero di aver scelto la cornice giusta.- pronunciò imbarazzata, sperando che il regalo fosse stato apprezzato abbastanza per ripagare quello che era successo tra i due.

-Si, hai scelto la cornice giusta, e anche la foto. E' una delle mie preferite.- disse guardandola negli occhi. Si perdeva in quello sguardo affascinante, che spesso lei riservava solo ed escludivamente a lui. Ma non era abbastanza per colmare quella mancanza che sentiva dentro.

-Avrei preferito dartelo insieme agli altri, ma poi ho pensato che era giusto farlo in un momento tutto nostro, per poterci salutare tranquillamente.- Camilla pronunciò qualche parola in modo confuso, sperando non infliggere ancora un'altra coltellata nella stessa ferita.

-Salutarci? In che senso?- domandò Gaetano, confuso di fronte a tale affermazione. Inghiottì il cumolo di saliva all'altezza della gola e scosse la testa per concentrare i suoi pensieri esclusivamente a quello che stava succedendo.

-E' stata una scelta difficile ma l'ho presa. Forse avrei dovuto parlartene prima.-

-Puoi essere più chiara, Camilla?-

-Domani parto con George e Livia, starò a Londra con loro per qualche tempo. Non so quanto, ma so che mi farebbe soltanto bene staccare la spina. E' stata una scelta affrettata e se non te ne ho parlato è perchè...-

Gaetano, chiuse gli occhi in maniera quasi disperata, respingendo le sue emozioni, sentendosi il respiro mancare. Aveva sperato che potesse cambiare qualcosa e invece lei aveva deciso di sparire dalla sua vita, di mettere un freno ai loro sentimenti, di impedire alle loro strade di incrociarsi ancora. La bloccò immediatamente, in un ultimo disperato tentativo.

-Camilla sei sicura di aver fatto la scelta giusta? Insomma, ci hai pensato a tutto quello che lasci qui? A quante cose puoi ancora fare?-

"Ci pensi a me, a te, a noi. A quello che abbiamo vissuto e che potremmo ancora vivere se resti?" pensò Gaetano tra sè, incrociando il suo sguardo per l'ennesima volta.

-Si, Gaetano. Ci ho pensato bene. E' proprio per questo che ho deciso di partire, voglio rimediare a tutti gli errori che ho fatto, a tutti i casini che ho creato.-

-Ed è cosi che speri di risolvere le cose, scappando?-

-Io non sto scappando Gaetano. Se voglio rimediare a tutto, devo partire da me stessa. E poi mi farà bene stare con mia figlia e con mia nipote. Non voglio perdermi nessun momento della sua vita.- pronunciò quasi felice, senza risentimenti nei confronti dell'uomo che aveva amato e che in questo momento la stava implorando, indirettamente, di restare.

Gaetano esitò ancora, sperando che la donna potesse cambiare idea rendendosi conto dello sbaglio che stava per fare. Poi prese coraggio, e tirò dalla tasca una scatolina.

Camilla ignorò quel gesto continuando -Che fai? Non dici nulla?-

Lui alzò lo sguardo, disegnando con gli occhi i suoi lineamenti, qualche ruga in più, ma estremamente affascinante, e qualcosa in meno da dargli.
Camilla si accorse che Gaetano aveva appena preso qualcosa dalle tasche, la guardò con attenzione.

-Che cosa significa?-

-Pensavo di dartelo al momento giusto, quando saremmo stati da soli. E speravo che saremmo ripartiti proprio da questo. Ma a quanto pare...-

-Gaetano io...- ma qualcosa la frenava.

-Non devi dirmi nulla, Camilla. Capisco che a volerlo sono solo io. Mi sono illuso di poter ricostruire qualcosa.
Voglio dartelo comunque, perchè quando l'ho visto ho subito pensato a quanto ti sarebbe stata bene indossato. E voglio che tu lo tenga, anche se dovessi decidere di non metterlo mai.-


-Gaetano io...non credo che...-riuscì a farfugliare qualche parola, in maniera confusa.

-Pensaci Camilla, pensa a quante cose potremmo rimediare se resti. Potremmo ripartire dall'inizio, mettere fine a quel capitolo della nostra vita. Non ci sono più ostacoli tra di noi, perchè abbandonare tutto così, lasciare che sia il tempo a cancellarci. Non ha senso. Io, io ti amo Camilla, nonostante le coltellate, nonostante tutte le volte che io abbia sofferto per inseguirti. Io sono disposto a metterci una pietra sopra, a rispettare i tuoi tempi, però ti prego, dammi una seconda occasione. Soltanto una, per dimostrarti quanto la mia vita abbia un senso solo se ci sei tu.- pronunciò Gaetano mentre il suo sguardo e i suoi occhi si velavano di disperazione, perchè qualcosa gli diceva che Camilla non avrebbe cambiato idea. Ma le sue parole erano state sincere, profonde, dettate soltanto dai suoi sentimenti.

-Non ci riesco. Non so se è quello che voglio. Ho bisogno della mia dipendenza, Gaetano. E sono sicura che staro lontano mi aiuti a pensare molto. Mi dispiace.-

Gaetano lasciò cadere al corpo le sue braccia che fino a quel momento avevano sorretto una speranza, un gesto così intimo e sincero. Forse non bastava.

-Non puoi dirmi che è finita, non così.-

Camilla respirò lentamente, e lo guardò negli occhi, occhi in cui vedeva il suo tormento, la sua delusione. Ma a cosa sarebbe servito ricominciare se lei non era pronta? Pensò che era più giusto essere sincera.

-Mi dispiace, mi dispiace Gaetano...- gli disse in un ultimo respiro, prima di voltarsi e lasciarlo lì, mentre la neve ricominciava lentamente a fioccare.

Era ufficialmente Natale e Gaetano aveva capito. Ore 00.00. Quella fu l'ultima volta che la vide. Gaetano l'aveva persa per sempre.
 
                                        ***

Qualcosa la riportò alla realtà.
Improvvisamente sentì freddo, ma abbastanza domabile per poter raccogliere la stessa foto di qualche anno fa tra le mani. Si sedette sul letto, dando le spalle alla porta. Osservò quei due nella foto, così felici, senza risentimenti. Ci era voluto davvero un attimo per passare da quell'istante intenso, alla donna determinata a proseguire da sola, convinta di aver bisogno esclusivamente di se stessa per essere felice.
Non si riconosceva più.
In un gesto intimo e caloroso tracciò i loro volti con le dita, ritenendosi l'unica colpevole di quella situazione.

-Che cosa ti è successo. Dove sei. Perchè non riesco a trovarti più nelle cose che faccio, o qui dentro. Perchè ho permesso che tutto quello che abbiamo vissuto qui dentro sparisse per sempre? Ti ho fatto soffrire, ti ho tolto gli anni più intensi della tua vita per seguire un sogno irraggiungibile, perchè sono una cretina! Non avrei dovuto lasciare le nostre strade al destino e aspettare che si rincontrassero, se poi ero stata io ad allontanarci. Avremmo potuto vivere in modo intenso la nostra storia, ripartire da noi stessi. Non sarei dovuta scappare...Solo adesso mi rendo conto che non è servito a nulla, se non, se non a perderti per sempre. Forse se fossi rimasta, tutto questo non sarebbe successo.
Questo è uno dei momenti che porto sempre dentro con me sai, uno dei momenti che non ho mai dimenticato...-

Camilla si aciugò una lacrima che rapidamente le solcò sul viso e riprese a parlare con la foto, quasi lui potesse sentirla

-E solo ora mi rendo conto che tutto questo mi manca. Mi mancano le nostre giornate insieme,  mi manca parlare o ridere con te, mi mancano le tue mani, il tuo profumo, mi manca sentirti addosso. Mi manca tutto quello che abbiamo vissuto.-

Distaccò gli occhi dalla cornice, stringendo i denti in un disperato gesto, mordendosi la lingua per l'enorme errore che aveva diviso le loro strade per sempre.

-Non mi sono sentita abbastanza in colpa per quello che avevo fatto quella sera, non credevo di impazzire dalla voglia di correre da te. E invece no, non ce l'ho fatta Gaetano. Quella voglia di vederti era diventata irresistibile. Ma ora è tutto inutile. Non so neppure che cosa c'entri tu in questa storia, e ho così paura di saperlo.-

 In quel momento Camilla sentiva una strana sensazione pervaderla, un freddo che l'attraversava dentro, che travolgeva i suoi pensieri. Quello stesso brivido le rubava qualche respiro, sempre più forte, sempre più violento.

-Probabilmente avevi bisogno di me, avevi bisogno che ti tirassi fuori dai casini, come ha fatto anche tu con me. Forse saresti ancora qui, a stringermi forte. La mia vita non ha più un senso se tu non sei più qui, non riuscirò ad andar avanti, non ne vale più la pena. Avrei voluto dirti tante altre infinite cose, dirti quanto mi sia dispiaciuto andarmene così, senza provare a ricostruire qualcosa, a sistemare i nostri sentimenti. Avrei voluto darti di più, ero pronta a farlo. Non potrò mai accettare la tua assenza, scoprire che...no, non voglio crederci. Non voglio credere che un uomo forte come te si sia lasciato ammazzare. Non posso davvero credere che sia tutto finito così. Torre non mi fa intendere nulla, qui mancano tutte le tue cose, e... e io non...- Non aveva senso quello che stava facendo. Si alzò sbrigativamente dal letto  -non dovrei neppure stare qui!- Non appena si voltò alle sue spalle, sobbalzò all'indietro.

-Gaetano!!-


____________________________________________________________


Un attimo prima era convinta che gli fosse successa una tragedia, che l'avrebbe perso per sempre. Rimase sconvolta non appena notò la sua figura sullo sfondo della camera, a braccia conserte e con un sorriso da prendere sia schiaffi, ma riempire allo stesso tempo di baci. Si pizzicò sulle braccia per constatare se era frutto della sua immaginazione. I suoi occhi avevano visto perfettamente.
In un primo momento si sentì sollevata. Gaetano era lì, di fronte a lei, in splendida forma, anzi, anche meglio. Forse stare lontano da lei gli era servito a rimettersi, a dedicarsi a se stesso. Non riusciva a spiegare l'emozione di quel momento. Avrebbe voluto corrergli incontro e saltargli addosso, scusandosi per l'enorme cazzata che aveva fatto. Ma non lo fece. Non prima di averci visto chiaramente in quella situazione. Ritornò alla realtà e cominciò a farsi qualche domanda.

-Sopresa di vedermi?- quella figura parlava! Non poteva sbagliarsi.

-Ma...cosa ci fai tu qui?- replicò Camilla confusa.

-Io qui ci abito, l'hai dimenticato?- rispose determinato.

-Aspetta, ma non era sotto sequestro questo appartamento?-

Silenzio. Gaetano aveva inteso perfettamente, ma non aprì bocca. A lei bastò un attimo per comprendere tale silenzio.

-Ho capito! Che stupida.- si precipitò immediatamente fuori strappando il foglio attaccato alla porta, e furente ritornò in camera, dove Gaetano si era avvicinato al letto prendendo la foto tra le mani. -Avete messo in scena tutto questo per attirarmi qui, per umiliarmi, per farmi sentire in colpa per tutto quello che ho creato! Ecco perchè Torre era così serrato, stranamente non si è lasciato scappare nulla. Ecco perchè non ha insistito più di tanto che mi allontanassi dall'appartamento. Non è poi così tanto stupido da non pensare che appena fosse andato via, mi sarei intrufolata come una ladra! Era quello il suo scopo! Voleva che mi spaventassi della situazione!- gli urlò contro irritata, mettendo insieme i tanti tasselli nella sua testa.

-Ti sei davvero preoccupata?- replicò Gaetano, avvicinandosi lentamente al suo volto.

-Ho fatto un diluvio di cazzate Gaetano, ma anche io ho dei sentimenti!-

Gaetano si limitò ad annuire, abbassando lo sguardo.


-Ma che cosa pretendevi di ottenere Gaetano? Che cosa davvero speravi che avrei fatto? Vi siete presi gioco di me, mi avete trascinato in questa storia per cosa? Soltanto per vedere la mia reazione, come mi sarei comportata se tu fossi davvero morto. E' disgustoso!-

-Volevo solo...- Camilla lo interruppe all'istante.

-Cosa? Ferirmi, distruggermi come io ho fatto con te?-

-Volevo solo capire se conto ancora nella tua vita. Se anche tu, come me, non riesci a dimenticare quello che abbiamo vissuto.-

-Hai scelto la soluzione peggiore, Gaetano. Mi hai fatto credere che ti fosse successo qualcosa di orribile, quasi mi avresti fatto morire. E credo che sia nulla in confronto a quello che ti ho lasciato io qualche anno fa.- gridò a voce alta, tanto da fargli sentire il dolore che provava in quel momento.

-Però è stato utile, in parte.-

-Per cosa? Per sentirti dire cosa provo ancora, che se tu morissi, la mia vita non avrebbe alcun senso? Perfetto. Se era questo che volevi, bene, ci sei riuscito. Ma io te l'avrei detto comunque se tu non avessi inscenato questa storia patetica! Sarei corsa da te questa sera, per urlarti quanto anche io ti amo!- pronunciò delusa dal comportamento dell'uomo che poco prima quasi credeva morto, e nella sua delusione, nella sua furia riuscì a dirglielo, a essere sincera.

Questo però non le impedì di voltarsi determinata a chiudere per sempre quel capitolo. Questo poteva essere il loro momento, il loro Natale perfetto. La cosa peggiore che aveva fatto era stato lasciare la sua famiglia a Londra e perdersi un momento speciale come quello della Vigilia, che avrebbe trascorso tranquillamente.
Ma Gaetano le afferrò un braccio, voltandola nuovamente verso di lui. Questa volta i loro occhi si incrociarono, incastrandosi quasi perfettamente. In quella circostanza erano gli sguardi a parlarsi, a dirsi qualcosa che soltanto loro riuscivano a interpretare. Quando Camilla si aggrappò alle sue spalle per non cadere, una scarica elettrica folgorò i suoi pensieri. E quel freddo riprese a tormentarla, uccidendola definitivamente. Sembrò voler pronunciare qualcosa, ma non le usciva altro che un respiro gelido.

-Quel brivido...-

-Che cosa?- chiese Gaetano con un'espressione interrogativa.

-Quel brivido, quel brivido eri tu! Tu sei sempre stato qui, hai seguito ogni mio passo.- scrutò il suo sguardo toccandolo leggermente con le dite, mentre lui al tocco ritraeva leggermente il capo, per sentire la sua pelle delicata.

-Non riesco a capire.-

-Da quando sono arrivata qui, ho avvertito un brivido, freddo, che si faceva sempre più vicino fino a travolgermi. E ogni volta che lo sentivo, avvertivo la tua presenza. Sapevo che in un modo o nell'altro, eri qui con me.- Camilla sembrava aver messo da parte la sua umiliazione, lasciandosi trascinare da un vortice di emozioni, ognuna con la sua intensità. -E lo stesso lo sento adesso, come se mi avesse colpita in maniera violenta. Come se fosse stato quel brivido a spingermi da te.-  Gaetano le accarezzò il viso, sorridendo appena.

In quel momento si raccolsero in un abbraccio, che li riempiva entrambi delle rispettive mancanze. Non esisteva nient'altro.
Quando si sciolsero, anche Gaetano cominciava a sentire una strana sensazione, come se Camilla gli avesse trasmesso lo stesso brivido, gelandogli l'anima, il corpo.

-Hai freddo?- chiese Camilla prima di voltarsi verso la finestra -Certo se non vi fosse venuta in testa l'idea di spalancare tutte le finestre e congelare la casa.- ironizzò il fatto strappandosi un sorriso sul volto.

Gaetano negò con il capo tracciando il contorno del suo sorriso -No, non ho freddo, ma quando ci siamo abbracciati la scossa l'ho sentita un po' anche io.-

Camilla rimase perplessa -Davvero?- lui annuì con un gesto del capo.


-Perchè mi hai lasciata andare due anni fa, Gaetano? Perchè non hai cercato di trattenermi, di convincermi a restare?- la domanda scosse Gaetano.

-Credevo di averlo fatto in quel momento, ma forse non è bastato. Almeno a riempire il vuoto che avevi tu dentro. E tu perchè sei ritornata, dopo tutto questo tempo?-

-E hai bisogno che io te lo ripeta? Io credo di avertelo dimostrato prima, quando...quando parlavo con la nostra foto. Sono scappata via dalle mie paure, dalla paura di non essere abbastanza, di non poterti dare tutto, soprattutto me stessa. Dovevo soltanto riflettere, senza che tu soffrissi. Sentivo che ti avrebbe fatto male avermi accanto e non poter far nulla. E così ho capito che se valeva davvero la pena mancarci, dovevo allontanarmi da te e vedere quanto fossi in grado di resistere..- gli sussurrò tenendosi contenuti ancora l'uno nello sguardo dell'altro.

-E cosa hai assodato in questo caso?-

-Che ho resistito abbastanza e, che mi sei mancato, e da morire.- Nessun'altra parola poteva confermare la sua affermazione, il suo sguardo diceva tutto. -Abbastanza da rendermi conto quanto sia stata stupida a scappare così lontano.-

-E' servito a entrambi. Dovevamo mancarci da morire per capire che io e te, siamo completi solo stando insieme.- pronunciò Gaetano facendo breccia nel cuore di Camilla, come fosse la prima volta.

-Ma tu, come sapevi che sarei ritornata, come...come hai organizzato tutto questo?-

-Ho i miei informatori.- affermò deciso, abbastanza convinto che lei ci sarebbe arrivata da sola.

-Livietta...- pensò ad alta voce.

-Io e lei ci sentiamo da due anni, ogni giorno. Le chiedevo sempre come stavi, come ti vedeva nell'ultimo periodo. Volevo avere la certezza che qualcosa ti fosse rimasto di me, e che ci pensavi a noi. Così quando mi ha detto che avevi preso il primo aereo, ho organizzato tutto molto in fretta. E tu sai che su Torre ci si può sempre fidare.-

-Certo però addirittura inventarsi un nuovo commissario! Il dottor Fogliani...- ridacchiò Camilla.

-Ben, diciamo che su questo non ha mentito.-

-In che senso?-

-Nel senso che ha preso il mio posto.-

Camilla si sciolse dall'abbraccio, diventando seria. Non che non lo fosse stata fino a quel momento.

-Hai deciso di lasciare il tuo lavoro? Ti hanno trasferito?- chiese preoccupata.

-Ma no. Beh vedi, quando ci si deve assentare per un lungo periodo, i miei uomini hanno bisogno di un punto di riferimento.-

-Gaetano che cosa stai cercando di dirmi?-

-Che se vuoi, ti porto via con me. Lontano da qui, dai nostri sbagli, dal passato. Ricominceremo altrove. Senza più ostacoli, senza fraintendimenti. In un posto dove nessuno conosce la nostra storia.-

-E questo secondo te può aiutarci?-


-Assolutamente si. Però se non ti senti abbastanza pronta, lo capirò. Solo che a quel punto sarò io ad andare via lo stesso, senza se e senza ma, ricomincerò da me stesso.-


Camilla gli poggiò due dita sulle labbra, perchè smettesse di parlare. Ci aveva messo davvero tanto a capire che il suo futuro era sempre stato davanti ai suoi occhi. Era lì, che gli gridava di essere inseguito, afferrato, vissuto. E lei si era bloccata nel suo passato, condizionata dalle sue scelte sbagliate. E lui, invece di trattarla allo stesso modo, invece di distruggerla, di farle del male, le aveva permesso ancora una volta di far parte della sua vita, senza uscire più. Perdonando tutti i suoi sbagli. E questa era la dichiarazione d'amore più bella che lui potesse fargli.

-Sto aspettando una risposta.-

-Dovunque tu vada, io vengo con te.- Gaetano si avvicinò fino a togliere le distanze.

Sulle loro labbra riprendeva il sapore di un sentimento mai finito. Di un amore destinato a consumarsi ancora, a lasciarsi rincorrere chissà ancora per quanto, avvelenando i cuori ma essere anche l'antidoto perfetto. Uccidersi, ma vivere sempre l'uno con l'altro. Il profumo di quel momento si incastrò addosso, rilasciando un'energia tanto alta da riscaldare perfettamente i loro corpi, arrestando il brivido che fino a quell'istante li aveva tenuti distanti.

Un suono li destò dai loro pensieri. Le campane in città rintoccavano la mezzanotte.

TORINO 00.00

-Due anni fa ti ho persa, esattamente nello stesso instante in cui oggi ti ho ritrovata.-

-Buon Natale, amore mio.-


 

Eccoci giunte al termine di questa storia. Non potevo non terminarla con un lieto fine. Ecco qui, quello che ogni tanto la mia testa elabora. Non è stata sicuramente una delle migliori, perchè quelle trasmettono sempre qualcosa, e restano incastrate nei cuori, ma quello che ho cercato di fare io è riempire qualche mancanza, sia mia che vostra. Immaginare che tra di loro, anche se a distanza di tempo, le cose si sono sistemate, mi aiuta a trovare una speranza per il finale che meritiamo di avere.
E' stato bello dopotutto cimentarsi in questa impresa, e ne vado anche leggermente fiera. Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va. Grazie e alla prossima!











 
   
 
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