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Autore: MiaBlack    07/01/2017    2 recensioni
La storia si colloca anni dopo a "What? realy? My..." Si lo so vi ho rotto le scatole con sta storia ma vi prendete pure lo spin off! xD
Sono passati anni da quando Oliver ha salvato la città da Slade. La città è più o meno tranquilla. Oliver ha abbandonato definitivamente il suo ruolo di di Green Arrow e anche Felicity ormai non scende più al covo da molto tempo. La città ha comunque bisogno di eroi che combattano per lei... Qualcuno di molto vicino a loro prende in cosegna i costumi: Arrow, BlackCanary e Arsenal tornano con nuovi volti e nuovi nemici da affrontare.
Nel loro pattugliare un ladro attirerà la loro attenzione e più di tutti quella della nuova BlackCanary.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La storia si colloca dopo tutte le varie one shot di "What? realy? my.." i protagonisti principali non saranno Oliver e Felicity, ma i loro figli. Esatto Robert, Hope e la piccola Sara Diggle, che per ragioni di copione non avrà tutti quegli anni di differenza con i gemelli (licenza poetica).
quindi boh se vi interessa sapere cosa è successo ai piccoli gemelli ecco qui la storia!

I nuovi vigilanti

La vita delle persone non è mai come appare dall'esterno, la gente ti guarda e sa solo criticare: come ti vesti, come di comporti, cosa dici e come lo dici, puoi essere stato la persona più brava e buona per tutta la tua vita e poi arriva il giorno che non ce la fai più e scoppi, fregandotene di dove ti trovi, di chi ci sia li con te, la rabbia e la frustrazione che hai chiuso dentro di te, che hai cercato di non far uscire per tutto quel tempo esplode come l'acqua che distrugge il muro di una diga, a quel punto non puoi più fermarti, non puoi più fare niente se non lasciarti travolgere dai tuoi sentimenti e sperare di non fare troppi danni.

 

La diga di Hope Smoak Queen era esplosa troppo presto, la gente la guardava e pensava che quella ragazza avesse avuto tutto dalla vita e che fosse un ingrata, viziata figlia di papà; aveva una bella famiglia che l'amava, una bella casa, tanti soldi, era anche una bella ragazza con un intelligenza sopra la media, eppure la ragazza non aveva una bella reputazione tra le persone della sua città, la sua intelligenza l'aveva portata alla consapevolezza troppo presto, quando ancora non si è abbastanza maturi perché la diga resista alla cattiveria delle persone che invidiano la tua vita senza nemmeno conoscerla.

 

***

 

-Non credi che sia ora di fermarsi? - un voce femminile risuonò per la sala dove una giovane ragazza stava facendo alcuni esericizi al sacco, la giovane ignorò la voce continuando concentrata i suoi esercizi:

Jab,

cross,

gancio destro...

ancora una volta, più velocemente però. Ancora uno: colpi più veloci e più potenti, per poi invertire l'esercizio:

cross,

jab,

gancio sinistro...

una seconda volta, poi una terza, veloce, precisa, pesante ma leggera.

-Hope! - tuonò ancora la voce avvicinandosi alla bionda che muovendo alcuni passi girava attorno al sacco cercando una posizione più concigliante per un nuovo attacco, assecondando il movimento ondeggiatorio che esso faceva creando un piacevole diversivo.

Le altre persone presenti nella sala si voltarono a guardare le due.

Quando la donna entrò nel campo visivo di Hope quella si fermò sollevando le sopracciglia.

-Dicevi qualcosa zia? - chiese sfilandosi un guantone e togliendosi le cuffie dalle orecchie, l'altra scoppiò in una risatina divertita attenta però a non essere vista dalle altre persone.

-Inizia il corso. - rispose semplicemente indicando il gruppo, che a bordo tatami, le stava osservando bisbigliando tra di loro.

-Ah... okay... posso tirare qualche calcio prima? O devo... -

-Ragazzi iniziate il riscaldamento: dieci piegamenti! Tu hai sessanta secondi, trenta destro, trenta sinistro, circolari medi, io ti tengo il sacco. - le due si sorrisero, il mondo la poteva odiare, ma lei rimaneva la cocca della zia e quello le bastava.

Quando il timer suonò Hope tirò l'ultimo calcio con il massimio della potenza, il colpo creò un rumore sordo che rimbombò per le pareti della sala attirando l'attenzione dei ragazzi che sdraiati a terra avevano iniziato a fare gli addominali.

-Grazie zia, ora vado. -

Sara Lance osservò la figura della nipote acquisita raccogliere le sue cose e uscire dalla stanza senza degnare nessuno di un saluto, quella ragazza era la gioia e la preoccupazione di tutta la sua famiglia Sara inclusa.

-Signorina Lance... - sentendosi chiamare Sara si riscosse e tornò a prestare attenzione ai ragazzi, davanti a lei apparso dal nulla c'era un ragazzo che non aveva mai visto.

-Lei è la signorina Lance? - chiese, parlava correttamente l'americano anche se con un accento straniero.

-Si sono io, tu saresti? - chiese squadrandolo un attimo, era più alto di lei, capelli corti neri, occhi di un blu profondo e un fisico scolpito, messo ben in evidenza dalla canottiera attillata e dai pantaloncini corti.

-Mi chiamo Alexandre, mi sono appena iscritto. - spiegò lui, Sara si prese un lungo minuti per studiarlo, non era il tipico ragazzo che solitamente arrivava nella sua palestra. I ragazzi e anche le ragazze che arrivavano alla palestra si dividevano in due gruppi: quelli con una elevata sicurezza in se stessi, che lei si assicurava di ridimenzionare subito e quelli che invece avevano paura anche di un moscerino, c'erano anche quelli tranquilli, ma solitamente non si presentavano al suo corso, Alexandre non rientrava in nessuna delle tre categorie.

-Esperienze? - chiese velocemente, il riscaldameto stava andando avanti e non voleva perdere troppo tempo, era chiaro che non era un novellino lo percepiva, era una cosa che non poteva spiegare.

-Si, mi alleno fin da piccolo. -

-Questo però non è un corso molto avanzato, ci sono molti nuovi che hanno iniziato da poco, probabilmente ti annoierai. - lui scosse le spalle come se non gli interessasse.

-Okay, inizia a correre. - il moro iniziò a correre dietro gli altri.

-AH! Non chiamarmi signorina Lance se ci tieni ad avere le ossa intere... Sono Sara! - il ragazzo annui sorridendo, quella era la prima emozione sincera che la donna riusciva a intravedere in quello strano ragazzo, in un attimo si trovò a pensare a quando era tornata a casa, dopo che Nyssa l'aveva liberata dal suo accordo:

 

Erano passati quindici anni da quando Nyssa l'aveva accompagnata a Starling city durante il giorno di Natale, era stata una sorpresa, finita una missione la giovane Al gul aveva deciso di fare una deviazione per permettere a Sara di salutare la sua famiglia e gli amici, prima di tornare a Nanda Parbat dove suo padre le stava aspettando.

Arrivate a casa le due avevano scoperto che suo padre non era in città e avevano quindi deciso di passare dai loro amici, dopo il pranzo mentre scartavano i regali e Oliver e Felicity discutevano su i regali ai figli, Nyssa aveva annunciato la sua libertà.

Rimasta in città Sara si era ritrovata a fare i conti con la realtà, data per morta, non aveva mai finito la scuola, nessuna esperienza lavorativa a parte uccidere le persone, adattarsi nuovamente alla normalità non fu facile, per un periodo Thea Queen, l'aveva assunta come barista ma non era quello che voleva fare nella sua vita. Due anni dopo aver cambiato un numero impressionante di lavoro Sara riuscì grazie all'aiuto dei Queen ad aprire la palestra “Taer al safer”, “Il canarino”, la Queen Consolidated le aveva fornito il capitale e il fondo, ma ogni decisione presa all'interno spettava solo ed esclusivamente a Sara, dopo quasi dieci anni dall'apertura quella era la palestra più frequentata da tutti i cittadini.

 

***

 

Hope si allontanò dalla palestra sgommando in sella alla moto, se l'avesse vista sua madre sicuramente le sarebbe venuto un infarto, ma se era riuscita a non morire mentre Oliver andava a caccia di assassini psicopatici armato di arco e frecce con addosso solo un costume di pelle, poteva resistere anche a qualche sgommata da parte della figlia.

La moto nera opaca percorsse le strade della città a tutta velocità fino ad arrivare nella zona che un tempo era stata quella più degradata della città: il glades era stato completamente trasformato e molta parte del merito era proprio della Queen consolidated che aveva investito tempo e denaro nella ricostruzione e nella riabilitazione del quartiere, li nonostante gli anni c'era ancora il locale che Oliver Queen aveva aperto dopo il suo ritorno dall'isola, il Verdant, troneggiava in tutto il suo splendore dopo i lavori di miglioria che Thea gli aveva fatto, nel sottosuolo però, il locale nascondeva ancora il vecchio covo sede delle missioni di Green Arrow. La ragazza entrò attraverso un passaggio nascosto e parcheggiò la moto accanto a quelle che usavano la sera quando con i loro completi continuavano i lavoro che i loro genitori avevano iniziato: Hope, Robert e Sara Diggle, avevano preso in consegna le identità segrete e continuavano il loro lavoro.

“Salve Hope, bene arrivata!” la voce leggermente robotica di Tai l'accolse appena entrata nella sala dei computer, strappandole un sorriso divertito.

-Ciao Tai. -

“Hai lasciato qui i tuoi libri come pensi di andare all'università se non ti porti dietro i libri?” la bionda roteò gli occhi, alcune volta Tai le ricordava sua madre, come se per imparare qualcosa a lei servisse un libro.

-Tai se volevo una predica passavo in ufficio da mia madre...-

-Solo perché ti infastidisce quando qualcuno ti dice la verità non vuol dire che abbia torto! - la voce dolce di Sara Diggle la face voltare di scatto, non si era accorta della presenza dall'amica, non che fidanzata di suo fratello Robert.

-La verità è solo una visione soggettiva della persona che la sta dicendo. - commentò asciutta lasciandosi cadere su una delle poltrone girevoli vicino ad un computer.

-Odio quando fai la filosofa, barra, psicologa, barra, saccente so tutto io! - Hope sorrise sistemandosi i lunghi capelli biondi su una spalla, osservava l'amica con un sorriso divertito era piacevole essere se stessi senza la paura di essere giudicati o criticati dalle altre persone.

-Okay, non è vero ti adoro sempre! Prendi! - la mora lanciò all'amica qualcosa che aveva afferrato da uno dei tavoli.

-Cioccolata! - esclamò afferrandola al volo e scartandola per poterla mangiare.

Il covo era stato rimodernato, primo tra tutti gli interventi era stato l'impianto di Tai, un intelligenta artificiale in grado di ragionare aiutando i tre nelle loro missioni, al centro c'erano alcune scrivanie che formavano un cerchio dove erano stati collocati i computer, il tatami e le varie attrazzature per gli esercizi erano in un angolo del covo, poco distante erano state collocate le armi e i loro costumi, il covo era stato strutturato in modo più funzionale possibile, come diceva sempre Felicity niente a che vedere con la prima versione che vedeva solo Oliver e Diggle a lavorare li sotto.

-Allora pronta per scendere in strada stasera? - chiese Sara giochicchiando con una penna.

-Sono sempre pronta lo sai.-

-Se fossi in te però ci andrei piano quando pesti qualche ladro, l'ultimo è ancora in ospedale con una gamba rotta e quatto costole fratturate. - l'ultima volta Hope si era trovata davanti ad una rapina e non ci aveva pensato due volte a inseguire il ladro, il tipo però non era poi questo osso duro, tanto che con pochi colpi era finito al tappeto più morto che vivo, il capitano Lance si era preso la briga di sgridare il suo alterego travestito e di ricordarle che se li tollerava era solo perché pensava potessero essere d'aiuto, ma se quello era il loro nuovo modo d'agire avrebbe dato il via ad una nuova task force che si concentrasse su di loro, Hope era stata così mortificata che aveva chiesto scusa più volte e si era assicurata di scansare il detective anche mentre indossava gli abiti civili.

-Sono stata a scaricarmi in palestra. -

-Contenta zia Sara, tutte le volte le rovini i sacchi!- Hope sorrise al ricordo di quando il sacco si era rotto e la sabbia si era riversata sul tatami, aveva fatto un salto indietro allibita, era successo una sola volta ma era bastato per peggiorare la sua reputazione, tra gli aggettivi che la riguardavano da quel momento c'era anche violenta.

-Zia Sara sa che non fu colpa mia. - ed era vero, il sacco era vecchio e si era rotto a Sara mentre si allenava, Hope gli aveva dato solo il colpo di grazia.

-Ci facciamo un giro sul tatami? - chiese Sara rubando l'ultimo pezzo di cioccolata che l'amica ancora teneva in mano.

-Te ne pentirai! - sibilò buttando via la cartaccia prima di seguire l'amica sul tatami.

“Ragazze mi raccomando non fatevi male.”

-Traquillo Tai. - risposero le due in coro con voce minacciosa, se Tai fosse stato in grado di provare qualche emozione sicuramente non sarebbe stata la tranquillità.

 

Continua...


eccoci alla fine del primo capitolo, non è successo niente di emozionante ancora, ma prometto che il gruppetto avrà una vita movimentata, ormai mi conoscete e sapete che le cose facili non fanno per me.
l'idea mi è venuta perchè più volte mi sono trovata a pensare e mi è stato anche chiesto che cosa ne era stato dei gemelli, li avevamo lasciati come la famiglia del mulino bianco ma qualcosa non è andato poi così bene perchè Hope non sembra proprio la principessina amorosa che ricordavamo!
un bacione a tutti!
l'aggiornamento è una volta a settimana o sabato o domenica!

   
 
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