Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: kike919    07/01/2017    5 recensioni
"Questa non la scriverò sul blog.
Non posso.
Credo di non sentire più il braccio.
Però è stato davvero divertente."
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona,
né offenderla in alcun modo.

Considerate che non ho ancora finito a vedere l'intera serie, pertanto prendete questo scritto all'infuori della narrazione e di come andrà. Spero solo vi buchi il cuore come burro. Sono solo emozioni.

Buonanotte.

Ps: meglio leggerla ascoltando “All I Need” dei Radiohead.-

--------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

 

Questa non la scriverò sul blog.

Non posso.

Credo di non sentire più il braccio.

Però è stato davvero divertente.

No, non questo; tu sei divertente.

 

Ho cercato di tener testa ai tuoi occhi di cristallo, di nuotarci dentro, a quel mare sconfinato e forse qualche volta ci sono anche riuscito.

Ma ho perso sempre io. Ho perso tutte quelle volte in cui ho lasciato la mia vita per starti vicino, perché temevo che quegli occhi potessero rompersi troppo presto.

Caspita, che idiota. Come un cane. Ho corso a perdifiato come un cane, perché tu, così strafottente, così onnipotente, a tuo modo necessitavi di me; il perché non lo sai nemmeno tu. O forse lo sai così bene che ti irrita l'anima come un maglione stretto, di lana.

È scomodo ammetterlo, preferisci farti scivolare addosso l'ennesima debolezza che non vuoi mostrare al mondo.

E noi non gli diremo che sei una bomba di emozioni, che fatichi ogni secondo per non esplodere e distruggere tutto. Non gli diremo che preferisci morire dentro, che mostrare i tuoi punti deboli: le emozioni, le persone.

Quanti le userebbero contro di te?

Ti ricordi quando mi togliesti l'esplosivo di dosso? Ti tremava la mano, come a un bambino spaventato che ha paura di naufragare in mezzo al buio. Nel tuo buio.

La mia eventuale morte ha sempre ucciso prima te. Perdonami, non volevo sgretolarti.

Stavolta dovrai tenerti intero.

Non ci sarò ad accoglierti nel mio abbraccio, quando nessuno ci vede.

Ho scritto maniacalmente, ho gettato parole per descrivere i tuoi starnuti, le tue gesta, le tue intuizioni... eroe. Non sai quanto sei stato il mio eroe, non sai quanto sono fiero di te e non lo saprai mai. Un eroe così intelligente... quella mente capace di toccare l'infinito in cinque secondi e che mi divertivo a far passare da ignorante. Tu senti l'anima delle cose, tocchi la loro pelle dall'interno, ti trapassano e poi tornano in testa dove fai quei miliardi di calcoli che capisci solo tu.

Anche un computer della Nasa potrebbe solo impallidire.

Non immagini quanto non poterti scrivere adesso, sia come tagliarmi il cuore a metà col fil di ferro e farlo ulteriormente sanguinare, scartavetrandolo di violenza.

Avrei solo voluto ascoltarti.

L'ennesima lite in cui ti sei rannicchiato come una quindicenne indispettita e io sono uscito a comprare il latte, per non farti vedere quanto ridevo. Quanto sei isterico. Un turbine che travolge il mio universo troppo chiaro.

Quante volte ti ho registrato di nascosto, mentre suonavi il violino.

Quanto vorrei che lo suonassi adesso, non so nemmeno se sentirò ancora la musica.

Tu sei la mia musica.

Ti prego non fare altro, suona quel maledetto violino adesso, ovunque sei.

Voglio diventare qualcosa di bello, una canzone. Voglio diventare qualcosa che nasce e muore in te, qualcosa che ritorni all'infinito e non ti faccia sentire mai la mia mancanza.

Non leggere piangendo il mio blog. Non annegare in quelle lacrime fingendo di cercare chissà quale indizio per un caso, quando arriva qualcuno. Non fare l'impenetrabile, quando le persone ti conoscono; non lasciare questa porta aperta o non smetterai di sanguinare.

Accetta gli abbracci, anche se non vengono dalla mia pelle.

Faceva parte del gioco... e io non rimpiango niente.
Rimpiangere te sarebbe blasfemo.

Ho rinunciato ad ogni cosa per te e lo rifarei da capo.
Quanti avrebbero dato un organo per stare al mio posto; eccoci qui: sto solo pagando il prezzo.

Spero che qualcuno si prenda la pena di scrivere, che mi sto sforzando di mantenere il sorriso.

Non sopporteresti di sapere quanto freddo ho sentito, quanto mi sia sentito confuso, solo, spaventato. Un sorriso e non ho sofferto. Tu questo vuoi sentire e questo avrai da me, così capirai che fino all'ultimo secondo sei stato in ogni molecola di me.
Tanto certi dettagli farai l'impossibile per non vederli; conoscendoti ti caverai gli occhi.

Quando vuoi non vedi e non senti: solo così puoi difenderti quell'anima di cristallo, ogni attacco ti affonda. Sei venuto al mondo senza essere pronto per viverlo.

Nulla è perfetto. Ogni cosa trucemente uccide a sangue freddo e tu non lo sopporti davvero. Vivi in quella bolla insonorizzata e gelida, pur di avere la distanza per non uscire di testa.

Tu mi sei esploso dentro e ti amo così tanto, così tanto, che ho fatto di tutto per tirarti fuori l'umanità che nascondi. Ora vorrei solo che non fossi così umano, che non ti schiantassi così brutalmente contro questa cruda evidenza.

Sorridi ogni tanto, che sei meraviglioso e non lo sai.

Non litigheremo più in quel modo. Non andrò a fare la spesa mentre tu ritorni sedicenne.

Questa volta non ci dovevo andare; dovevo solo dirti che sei così infantile che mi fai sembrare tuo padre. Dovevo abbracciarti fino allo stritolamento e poi andare a cucinare con quel tuo odore asettico ancora addosso, sorridendo come un deficiente.

Ora mi stai parlando? Ti accorgerai che me ne sono andato o continuerai ad arrabbiarti da solo perché non ti rispondo più?

Scusa, non volevo lasciarti arrabbiare da solo.

Volevo litigare con te, ancora e ancora.

È atroce questo dolore in petto che annebbia il cervello.

Io spero che tu non scopra mai niente, nemmeno dello sparo; che tu non faccia una di quelle cose da psicopatico come mettere sott'olio il proiettile, o la mia testa nel frigo. O la mia testa sott'olio, nel frigo, che è ancora peggio.

Avevo tante cose ancora da dirti...

Non le dirò. Il gelo e la paura mi rendono una pietra.

Fatemi accarezzare quella pelle diafana...

Vorrei una coperta.

Vorrei la tua mano a stringere la mia inerte come una coperta e la tua voce che, sforzandosi di restare integra e fredda, mi dicesse che devo stare calmo, che tanto il cuore in X minuti smetterà di pompare il sangue e sarà presto tutto finito. Quel soffio di voce a cullare come una ninna nanna gli ultimi istanti di agonia.

Invece un tugurio di vicolo e il ruvido dell'asfalto bagnato, fanno da scenario al mio ultimo respiro.

Ho paura, dove sei?

Arrivi sempre.

Arrivi sempre...

Sempre...

Devo dirmelo per non morire di paura.

-Finalmente sei arrivato- ti direi, se avessi ancora la voce. Invece posso solo fissarti con occhi pietosi e bui, come i cimiteri di notte. Ditemi che sto ridendo.

Non analizzi niente, balbetti che c'è un lago di sangue e io non posso dirti che quando si muore fa un freddo, che i brividi ti partono dal cuore e ti fanno sentire frantumato in miliardi di schegge.

Anneghi tra i singhiozzi, mentre mi tieni su la testa che non riesco a sostenere, mentre rantolo e brancolo nella mia oscurità sepolcrale.

È tutto annebbiato, tutto tranne quelle due scialuppe ladre: hanno rubato il cielo.

Quanto calore nella sua mano che ti sorregge il capo, mentre annaspi per respirare.

Grazie.

Grazie. Questa volta hai tenuto tu intero me.

Ora sento il violino.

Sento il violino...

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: kike919