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Autore: Lago    09/04/2005    5 recensioni
'E se ti lasciassi...?'
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘E se ti lasciassi.’
I cieli e le candele. Si contendono il dominio della pesante aria notturna.
E, se ascoltano, non lo danno a vedere.
‘Cosa significa, lasciarmi?’
‘Andare altrove. Lontano da te. Trovare qualcuno…’
Tace. Alessandro lo fissa.
‘Trovar qualcuno di diverso da amare. Con cui esistere. Da soli, io e lui, nel mondo.’
Alessandro ha cercato di non tremare.
‘Tu non.’ respira. ‘È qualcosa che non puoi fare.’
Gli occhi di Efestione sono chiari. Limpidi, nella notte.
‘Abbiamo giurato. Abbiamo sacrificato insieme agli dèi, per questo. Noi siamo… tu… non…’
Efestione lo stringe.
‘Calma, piccolo. Calma, mio Alessandro.’
Alessandro, forse, piange.
‘Calma, mio signore. Io non potrò mai lasciarti. Alessandro, non un sacrificio, non un giuramento – m a la volontà di tutto ciò che è bello, tutto ciò che è sacro ad Apollo, ecco cosa mi unisce così strettamente a te. È l’amore senza storia, né parole. Quel genere d’amore che non può avere alternative.’
‘Accetta compromessi.’
‘Ah, sei tu quello in errore.’ Il sangue di Efestione, raggrumato sul suo labbro. ‘Ho da badare all’Alessandro Imperatore, io. Non sempre mi rimane tempo per l’Alessandro Uomo. Sono felice di saperlo soddisfatto.’
‘E l’Efestione uomo?’
Sono anni che Alessandro schiva la Domanda. Rifiutando di contrapporre coscienza ed egoismo. Non sa quali equilibri stia andando a disturbare. Lui li sveglia, li riscuote.
‘Ah, quell’uomo. Lui soffre. Ascoltandoti nominare Amore con molta – forse troppa – leggerezza.’
Amore nella fragrante carne di chi non è solo un amante. Alessandro abbassa il volto.
‘Io lo amo.’
‘Lui dovrà soffrire. Lo sai, vero?’
‘Già. Vorrei evitarlo.’
È soltanto un ragazzo. Retaggio di dinastie straniere, lui non capirà.
Neppure Alessandro è certo di comprendere.
‘Lui ti ama. È disposto ad accettarlo.’
‘Anche io lo amo.’
Ostinato.
Il calore della notte, claustrofobico, opprimente.
‘È – è ciò che provi anche per me?’
‘No.’
‘Eppure, lui, lo ami.’
‘Sì.’
‘Dunque?’
Alessandro afferra il volto di Efestione. È reale.
‘Dunque, non ti amo, forse? È questo, ciò che stai dicendo? Ma cos’è, allora, che possiede la mia mente, cos’è la mia identità?’
‘È l’Amore Senza Nome. Quello che vive di vita propria, più in alto degli Dèi.’
‘Io ti Amo Senza nome. Ti non-amo.’
Mezzanotte, Mezzaluna o Mezzomondo. Efestione gli sorride.
Non ha neanche bisogno di ribattere.
  
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