Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Tiva91    10/01/2017    0 recensioni
Eomer e Margaery sono ormai marito e moglie. Durante una visita a Rohan da parte dei fratelli di lei dall'Altopiano la giovane regina di Rohan ha un'idea: promettere la loro figlia appena nata Rohanne al primogenito del fratello Garlan,Raymun Tyrell.L'idea piace alle due famiglie,ma non è affatto scontato che i due cugini, da grandi,saranno dello stesso avviso.....
Questa Fanfiction è stata scritta a quattro mani da me e LadyTargaryen ed è un sequel -What if della ff "Una lady per Eomer"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un anatroccolo un po' brutto era...(Pt. III)
 
 
I mesi primaverili, per Raymun, furono un vero stillicidio. Certi giorni le ore parevano avanzare lente come lumache, altri gli sembravano volare. A volte non desiderava altro che veder arrivare Rohanne, poterle parlare, poter di nuovo ridere con lei come avevano fatto al ballo...Altre, invece, non voleva rivederla mai più. Ma cosa gli aveva fatto quella stramaledetta ragazza?! C'era stato un tempo – e neppure troppo lontano, a ben pensarci - in cui il solo, semplice pensiero di dover passare con lei l'intera estate lo irritava da morire. In cui avrebbe preferito starsene un giorno intero a spalare letame nelle stalle in compagnia delle mosche piuttosto che trascorrere un solo minuto in sua presenza. Ora, invece, si ritrovava a desiderare l'esatto contrario. Contava i giorni, temendo e desiderando al contempo che l'estate arrivasse. Domandandosi, e sperando segretamente, se anche Rohanne, in cuor suo, provasse le stesse cose.
 
Ma perché? Perché, dannazione? Cos'era cambiato, da allora? Tutto. Lo sapeva sin troppo bene. Era cambiato tutto.
 
Si sorprendeva, suo malgrado, a richiamarla alla mente. Lei. Rohanne. Rohanne, con indosso quel suo abito verde foglia che la fasciava che era una meraviglia, e con quegli assurdi stivali sporchi di fango ai piedi che danzava con lui, ridendo. Si erano punzecchiati ma, per la prima volta da che le loro strade si erano incrociate, senza malizia né cattiveria. Avevano riso, avevano scherzato, avevano fatto un brindisi a loro due. E nel farlo si erano guardati negli occhi. Ed era stato come se per un attimo il cuore gli si fosse arrestato nel petto. Come se ogni cosa, lì attorno – il ballo, gli invitati, Leyton, Daella, il mondo intero - fosse sfumata, evaporata, svanita per lasciare posto soltanto a loro due. La sera del ballo, quando (ormai fattasi mattina) tutti si erano ritirati nelle proprie stanze per riposare, lui ed Hanne si erano separati, salutandosi con un assolutamente non premeditato abbraccio. Ray, ripensandoci, aveva dato la colpa a quelle tre coppe di vino elfico ed agli altrettanti boccali di birra. Ripensandoci ora, invece, realizzava che vino e birra non c'entravano nulla, o quantomeno ben poco. Nel separarsi da lei aveva incrociato lo sguardo di Leyton, sopraggiunto proprio in quell'istante. Il cugino aveva preso la principessa di Rohan tra le braccia, stringendola a sé con un gesto che era più un'esplicita dichiarazione di possesso indirizzata al figlio di Garlan che un'espressione di tenerezza e affetto nei confronti della ragazza. Da sopra la spalla di lei gli aveva scoccato uno sguardo astioso. Li aveva visti ballare. E non aveva gradito. A Raymun, però, non era passato neppure per la testa di abbassare gli occhi ed arrossire, borbottando qualcosa a titolo di scusa. Anzi, aveva retto lo sguardo di Leyton senza batter ciglio. Non si sentiva in colpa; anzi, si rifiutava di sentirsi in colpa. E infatti, lungo la strada del ritorno verso Westeros e l'Altopiano, i due non avevano scambiato nemmeno una parola, evitandosi accuratamente l'un l'altro. La cosa, ad Alto Giardino, era persino peggiorata. Non si parlavano più, non scherzavano più, non si allenavano più con le spade come avevano sempre fatto. I loro familiari se ne erano accorti, ma quando avevano domandato loro cosa non andasse come risposta non avevano ottenuto altro che alzate di spalle e silenzi. Raymun non lo dava certo dato a vedere (era troppo orgoglioso) ma la cosa lo feriva. Aveva sempre voluto bene a Leyton come ad un fratello ed ora trattarlo ed essere da lui trattato come un perfetto estraneo lo faceva soffrire.
 
Ma più forte del dolore era la gelosia.
 
Sì, sì, l'aveva capito, finalmente, lo ammetteva: era geloso. Geloso di Leyton. Era geloso dei sorrisi che Rohanne gli indirizzava. Era geloso di come si guardavano, di come si tenevano per mano, delle lettere che si erano scambiati durante i mesi invernali e tutt'ora si scambiavano. Era geloso del fatto che quei morbidi capelli dorati fossero accarezzati da dita che non erano le sue, che non fosse a lui che la sua bocca sorrideva formando le lettere che componevano il suo nome. Era geloso; lo era sempre stato, ma solo ora lo capiva, solo ora lo ammetteva a se stesso.
 
Quanto a Daella...Almeno un accenno appena di senso di colpa, nei suoi confronti, c'era, ma lievissimo. A lei, a differenza di Leyton, pareva importare assai poco. L'unica reazione che aveva al sentir nominare Rohanne era storcere il naso come avesse sentito un disgustoso odor di marcio ed uscirsene con un commento grondante gratuita acidità. Tuttavia, la cosa non pareva ingelosirla. Sembrava, al contrario, assolutamente indifferente alla faccenda. Raymun non sapeva se sentirsi offeso o sollevato da quella sua dimostrazione di palese disinteresse. A ben guardare, comunque, il loro rapporto non era esattamente dei più idillici. Da quando lui e Daella erano divenuti una coppia la giovane Tarly aveva dimostrato di essere molto meno zuccherino di quanto si fosse aspettato...O, per meglio dire, illuso, in partenza. Qualunque cosa, qualunque, poteva diventare motivo di polemica (e, di conseguenza, di litigio): il cibo era troppo piccante o troppo insipido, le sete di Yi Ti delle lenzuola non erano raffinate a sufficienza e quelle invece di Lys erano ruvide, il vino era sempre troppo annacquato o troppo corposo (questo quando non era eccessivamente aspro o “sapeva di tappo”, massimo insulto per suo nonno Mace, orgogliosissimo delle sue viti che amava come le pupille dei propri occhi). Per i primi tempi Ray, preso com'era da lei e con i proverbiali paraocchi che mette l'amore, si era fatto in quattro per accontentarla in tutto e per tutto. Presto, però, stare dietro alle sue richieste (anzi, ai suoi capricci) si era fatto difficile e – specie quando gli era stato fatto notare quanto spendeva e faceva spendere per far fronte alle sue bizze da ragazzina viziata – aveva deciso di mettere fine a tutto quel pazzo scialacquare.
 
Fosse stata quantomeno riconoscente, avrebbe potuto perdonarla. Ma la riconoscenza, a quanto pareva, i Sette dovevano essersi dimenticati di dargliela.
 
Quando i regali erano venuti meno, Daella aveva trovato nuovo motivo di lamentela nei suoi familiari. Suo nonno Mace era “un grasso imbecille”, suo zio Loras “un fatuo pavone idiota”, la sua bisnonna “una vecchia arpia”. E i suoi fratelli e sorelle? E i cugini? Oh, loro, poi! Rowan era un'oca giuliva, Alys una povera scema, i gemelli due cretini irredimibili e Lyanna una povera smorfiosa dalle pettinature orrende. Quanto a sua madre Leonette, beh lei era colpevole di avere il peggior gusto in fatto di abiti di tutto il Sud. Le liti furibonde, tra Ray e la ragazza, erano ormai all'ordine del giorno. Stranamente, però, Daella si era dimostrata possedere una considerevole coda di paglia: mai, mai le era saltato in mente di fare ad alta voce le sue "rimostranze" (più che altro, sospettava Raymun, perché nonna Olenna, nonostante gli ormai novant'anni sul groppone, rimaneva tuttora in grado di divorarsela in quattro bocconi e senza troppo scomodarsi). Il suo atteggiamento denigratorio e indisponente, quella sua supponenza strafottente, comunque, parlavano ampiamente da loro. Ray era fin troppo consapevole che i suoi familiari potessero essere...chiassosi, quando ci si mettevano, e talora perfino fastidiosi ed impiccioni...ma insultarli in quella maniera, specie da parte di una che era – come le aveva brillantemente sbattuto sul grugno Lyanna, levandogli alla lettera le parole di bocca - “una squinzietta boriosa figlia di un cavalierucolo da tre soldi il cui unico merito era far parte di un ramo cadetto di Casa Tarly”, beh, era davvero troppo. Chi si credeva di essere, quella? A quelle velate frecciatine la sua famiglia non aveva mancato di cominciare a rispondere. Per quanto suo zio Willas e ser Samwyn rimanessero comunque in ottimi rapporti, sua figlia veniva accolta molto meno calorosamente di lui. Raymun, da parte sua, non diceva nulla ai suoi genitori: l'ultima cosa che voleva era che si pensasse che non riusciva neppure a gestire i propri problemi relazionali. Quanto ai suoi fratelli e cugini, parevano aver deciso di levarsela dai piedi, con le buone o con le cattive. I gemelli, già dispettosi, avevano triplicato i loro tiri mancini: ora non c'era mattina che Daella non trovasse una cavalletta tra le lenzuola, o un verme lungo un piede nel piatto; Lyanna, che in materia di lingua lunga aveva sempre fatto serrata concorrenza a Rohanne, aveva preso a risponderle per le rime, colpo su colpo, con cattiverie affilate come acciaio di Valyria; Rowan, sbadata com'era, faceva ancor meno attenzione di prima a non sporcarle l'abito, a tavola, e non mancava volta in cui le non le rovesciasse “per errore” una  caraffa di vino od un piatto di zuppa (bollente) addosso. Persino Alys, la buona, amichevole Alys, aveva messo da parte la sua rinomata bontà: ora, alla “cara Daella”, avrebbe volentieri sguinzagliato contro i cani. Quanto a Rose, non si capiva bene quale fosse la sua “tattica”. Qualcuno bisbigliava che avesse messo gli occhi (e non solo quelli) addosso a Russell, fratello maggiore della giovane Tarly (nonché fidanzato ufficialmente con Alla Oakheart, sua migliore amica), ma finora, che lui sapesse, non c'erano stati sviluppi. Raymun supplicava i Sette e gli Antichi Dei che fossero solo voci di corridoio. Non che non capisse le motivazioni dell'antipatia della sua famiglia nei confronti di Daella, li capiva benissimo e, a dirla come andava detta, li condivideva pure, ma sperava di poter recuperare con lei almeno un briciolo, un brandello di quell'armonia dei primi giorni. E se Rosie fosse stata scoperta a spassarsela con Russell (e non poteva escluderlo: la lista dei “fidanzatini” della giovane Tyrell misurava in lunghezza almeno un buon palmo) avrebbe detto addio per sempre a quella minuscola possibilità.
 
Ma il punto era: esisteva, questa possibilità? O forse era lui che, temendo di rimanere di nuovo solo come un cane, si illudeva che fosse rimasto qualcosa che valesse la pena recuperare, tra loro? Non l'avevano neppure mai fatto...I primi tempi, quando la voglia c'era stata, e tanta, si era detto no, aspettiamo, lasciamo che anche lei si senta pronta. Ora l'idea non lo sfiorava neppure.
 
In compenso non cessava mai di chiedersi se tra Leyton ed Hanne, invece, fosse mai successo qualcosa...Se così fosse stato...Beh, non voleva pensarci.
 
Ogni tanto, durante l'anno, si erano scritti, lui e Daella. Ma oramai anche quello, come in pratica quasi ogni altra cosa che la riguardasse, aveva perso agli occhi di Raymun qualunque attrattiva avesse mai avuto. Un po' perché la scrittura non era mai stata il suo forte - per usare le più che veritiere parole di suo padre Garlan: stava allo scrivere "come i peperoncini rossi dorniani alla glassa alla vaniglia". Solo i Sette sapevano quanto sangue avesse sputato Maestro Lomys, con lui - ma principalmente perché Daella, che possedeva invece una penna degna di un poeta, non mancava mai di rimarcarglielo, sottolineando, evidenziando e (con immenso fastidio di Ray) perfino correggendo. E la cosa lo mandava a dir poco in bestia. D'accordo, quel verbo era coniugato male. Va bene, aveva dimenticato lungo la strada una congiunzione e sì, lì ce ne aveva messa una di troppo. Ma chi era lei per correggerlo, per la miseria!? E con l'inchiostro rosso, poi! Insomma, anche su quel fronte la loro relazione (ma si poteva ancora chiamarla relazione?) stava lentamente ma inesorabilmente naufragando. E più il tempo passava più gli veniva il dubbio che, in realtà, non fosse mai davvero andata in porto. Era stato via lettera, in ogni caso, che sul finire della primavera Daella lo aveva informato che quell'estate sarebbe giunta ad Alto Giardino con un mese di ritardo o poco più: aveva infatti contratto gli orecchioni e doveva ancora rimettersi completamente in salute. La cosa aveva fatto tirare a Raymun un sospiro di sollievo. Forse quello avrebbe calmato almeno un po' le acque con i suoi familiari...Ma non ci sperava troppo. Quando aveva dato la notizia agli altri le reazioni non erano state decisamente delle più addolorate. "Può anche restarsene a casa sua, per quanto mi riguarda!" aveva sbottato acida Lyanna. "Orecchioni? Vuol dire che le si sono gonfiate le orecchie?" aveva domandato innocentemente Rowan, che non era mai stata una cima a capire le cose. "Sicuro, Row! Due orecchie grandi così!" aveva sghignazzato maligno Addam allargando le braccia ai lati del capo. "Come hanno fatto a notare la differenza, più che altro!" rise Garrett, ancora più maligno "Io non ci riuscirei!" "Speriamo venga almeno suo fratello!" aveva mormorato a mezza voce Rose, tutta preoccupata (e qui, a Ray, erano venuti i proverbiali sudori freddi). Alys, invece, aveva alzato le spalle, assolutamente disinteressata. Leyton, come c'era stato da aspettarsi, aveva intuito perché non si dimostrasse troppo dispiaciuto per la notizia, e lo aveva guardato storto: arrivo di Rohanne, Daella assente per un mese almeno...Non era difficile fare due più due.
 
Comunque fosse, i giorni erano passati e i cugini della Terra di Mezzo erano arrivati, accompagnati dai ragazzi dell'Ithilien e dai figli di re Elessar. Era quello l'ultima estate che Eldarion, principe erede ormai ventunenne ed adulto, avrebbe passato con gli altri. Al loro ritorno a Minas Tirith lui e Celediel, sua moglie, avrebbero assunto a tutti gli effetti il ruolo di futuri successori al trono di Gondor, con tutti gli obblighi e le responsabilità che sarebbero seguiti. Per l'occasione, Eldarion aveva portato con sé una sorpresa...
 
- Erba-pipa! - annunciò orgoglioso quella sera. E mostrò loro il sacchettino di cuoio che aveva estratto di tasca - La migliore del Decumano Sud! Una vera chicca! -.
 
Era buio già da un pezzo ma, ad un segnale convenuto, tutti i "grandi" erano schizzati fuori dai loro letti per recarsi al luogo in cui il ragazzo aveva dato loro appuntamento quel mattino. La notte era buia, così come i giardini della rocca, ma su in cielo c'era una pallida lattescente luna a far loro luce.
 
Raymun lo fissò sarcastico:- E ci avresti fatto svegliare per questo? Per tua informazione, anche l'Altopiano coltiva l'erba-pipa. Alleanza, scambio commerciale...Ti dicono nulla? -.- Devi sempre essere così polemico, Raymun? - lo apostrofò con fastidio Leyton prima che Darion potesse aprir bocca. Ray si voltò verso il cugino, seduto accanto ad una un po' insonnolita Rohanne e con una mano dietro le sue spalle in un perentorio messaggio non verbale tutto destinato al figlio di Garlan. Vederli abbracciarsi e baciarsi all'arrivo di lei ad Alto Giardino era stata una pugnalata in pieno petto. Tuttavia (non osava dar troppa importanza a quel dettaglio per paura di illudersi) Rohanne non gli era parsa troppo entusiasta nel ritrovare il giovane erede dell'Altopiano. - Il giorno in cui vorrò la tua opinione, Leyton, te lo dirò. - replicò secco stillando veleno ad ogni sillaba - Sino ad allora, tieni chiusa quella tua dannata bocca. -. Leyton rise sarcastico:- Se anche volessi degnarmi di dirtela dubito che la capiresti. -.- Ehi! Vediamo di smetterla! - intervenne Theodred prima che le cose precipitassero e Raymun potesse rompere il naso al cugino come pareva intenzionato a fare. - Ley! Ray! Si può sapere che vi prende? - domandò Rielle, accanto a Theo e mano nella mano con lui. I due cugini Tyrell si scambiarono uno sguardo rabbioso ma smisero di azzuffarsi. - Dicevo - riprese Eldarion tirando fuori anche una lunga pipa di legno - ho qui con me quanto serve per fumare. Vi va? -.- Fumare? Bleah! - esclamarono schifate in coro Luthien e Lyanna. - Se non vi sta bene, alzate le vostre preziosissime chiappe ed andatevene. Nessuno vi obbliga a rimanere. - disse loro Rohanne con uno sbadiglio - Io ci sto, in ogni caso. -.- Anche io. - aggiunse subito Leyton. Raymun approvò, così come anche Celediel, Eomund, Theo ed Arielle ed i gemelli...Rimanevano solo Beren e Alys, impegnati a divorarsi la faccia a vicenda ed incollati l'uno all'altra come li avessero entrambi cosparsi col miele. - Ehi! - gridò Eom con le mani a coppa davanti alla bocca - Stiamo parlando con voi! -. Alys si staccò dal ragazzo con un risucchio e si voltò verso di lui:- Eh? Cosa? Ah...Sì. Sì, ci stiamo. Vero, amore mio amatissimo? -. Beren borbottò qualcosa di indistinto e la attirò di nuovo a sé. Raymun sospirò, scuotendo il capo. Erano irrecuperabili.
 
Ottenuto il consenso della maggioranza dei presenti, Eldarion rimpinzò la propria pipa; l'accese con un colpo d'acciarino ed infine, dati che ebbe un paio di rapidi tiri per assicurarsi che avesse preso aspirò una bella boccata. La passò quindi a Celediel, che fece lo stesso, per poi porgerla a Theo. In breve la pipa lunga di foggia hobbit prese a fare il giro dell'intera comitiva, provocando in quasi tutti - novellini, a differenza di Eldarion, in quell'arte - soffocati colpi di tosse e lacrime agli occhi. Vinta dalla curiosità persino Lyanna accettò di dare un tiro, "giusto per provare". E dovette piacerle parecchio perché Luthien (che ovviamente volle imitarla e provare anche lei) dovette insistere parecchio perché si decidesse a passarle la pipa. - Sapete cosa ci starebbe? - commentò Hanne dopo che ebbe dato con gusto anche lei una boccata - Qualcosa da bere! -.- Queste possono andare? - e i gemelli produssero da dietro la schiena due panciute bottiglie scure. Leyton ne stappò una ed annusò:- Però! Acquavite di mele! - approvò con un fischio - E direttamente dalle cantine di nonno Mace, scommetto... -.- Ragazzi, devo proprio dirvelo: gran bel lavoro! - si congratulò Ray. E ne prese un primo sorso: il liquore era forte, deliziosamente pungente e dalle note di mela e del legno di quercia delle botti. I gemelli sorrisero signorilmente e si strinsero nelle spalle, come se la cosa fosse assodata. - Ora! - riprese Arielle - Abbiamo da bere, abbiamo della buona erba-pipa da fumare...mancherebbe solo un gioco da fare. -.- Potremmo... - suggerì titubante Lyanna, passando la bottiglia - Potremmo giocare al gioco dei baci. -. Raymun ridacchiò:- Ma non eri tu quella cui i baci facevano schifo, Lya? -.- Infatti! - sibilò Luthien, tra lo scandalizzato e l'offeso. Lyanna arrossì sino alla radice dei capelli:- Ho...Ho cambiato idea! E allora? Problemi? -.- Ma no, ma no. - la rabbonì Eomund - Non c'è nessun problema...Non è vero, ragazzi? Luthien...? - e la fissò come a sfidarla a sostenere il contrario. Luthien, di tutta risposta, grugnì qualcosa in una maniera decisamente poco principesca. - Comunque sia, come si gioca a questo...Gioco dei baci? - s'informò Rohanne. Raymun colse la palla al balzo:- Facile. - spiegò - ci si mette in cerchio e si tira a sorte facendo girare su se stesso un oggetto per vedere chi bacerà chi. E poi...beh...Ci si bacia, ecco. Nel caso vengano estratti due fratelli ovviamente si rigira. -. Con la coda dell'occhio si avvide dello sguardo assassino che gli stava lanciando Ley, ma finse di non vederlo. - Non sembra male! - approvò Cel - Darion, svuota la tua pipa, per piacere...Perfetto. Qualcuno può togliersi la giubba? Mi servirebbe qualcosa da mettere sull'erba, per farla ruotare meglio...Oh, grazie infinite, Dam...Direi che siamo pronti.  Ber? Alys? Ci siete? -. Da Beren ed Alys, ancora avvinghiati ed appiccicati come polpi ad uno scoglio, non giunse alcuna risposta. - Ehi! Voi due! - ruggì Ray - Qui staremmo cercando di giocare! Sarebbe carino da parte vostra darci un taglio! Per quello ci sono i cespugli! -.- Ma guardateli! E a noi faceva tante storie, Cel! - commentò Eldarion, prendendo un sorso d'acquavite. - Oh, beh - replicò ironica Hanne - ad esser meglio delle vostre sviolinate elfiche alla "Tu sei l'amore, tu sei l'incanto" e "Sole, cuore, amore" ci vuole relativamente poco, Darion... -. Eldarion si accigliò, offeso, mentre tutta la comitiva scoppiava a ridere. Quando, finalmente, anche dai due appiccicosi fidanzatini giunse una parvenza di risposta affermativa, il gioco ebbe inizio. La prima bottiglia di acquavite alle mele, nel frattempo, era finita, ed avevano subito dato l'assalto alla seconda.
 
Eldarion, che tra i presenti era il più anziano, si sporse e fece ruotare su se stessa la pipa. - La parte allungata decide...Bene, allora...Prima coppia: Lyanna...Neanche a farlo apposta...E...Luthien! -.- Cheeee?! - esclamò Eomund facendosi di mille colori – Due ragazze possono baciarsi? -.- Cos'è? Hai paura che baci meglio di te? - lo prese in giro Luthien. Quindi si fece avanti tutta baldanzosa e lei e Lyanna si scambiarono un bacio. Durò qualche secondo appena. Quando si separarono Lyanna era rossa come un gambero...Ma da come sorrideva pareva aver gradito. E parecchio. Eomund, seduto al suo posto, schiumava dalla rabbia, chiaramente gelosissimo. Luthien tornò a sedersi, rivolgendogli un'occhiatina di superiorità, come a sottintendere un “Guarda e impara.” Eldarion fece di nuovo girare la pipa...E questa volta gli estratti furono Theodred ed Arielle. I due si baciarono con affettuosa tenerezza; il principe di Gondor girò ancora… - Garrett e Rohanne! -. Rohanne lasciò il braccio di Ley e, incitata dagli altri, diede un bacio a Garr...Che, dopo essersi staccato, assai compiaciuto, da lei, confessò di essere in realtà Addam. Hanne, sospirando spazientita, acconsentì a baciare anche l'altro gemello...Che si rivelò poi essere il vero Addam. Entrambi vennero rispediti al loro posto con una pedata nel sedere. Al terzo turno la pipa di Darion decretò Arielle e Ray. Il ragazzo indirizzò un'occhiata colpevole al cugino di Rohan (che dal canto suo sorrise, già più che brillo, come a dire che per lui non c'erano problemi) e a malincuore la baciò. Quando si ritrasse per tornare a sedere incrociò per un attimo lo sguardo di Rohanne.
 
Era forse...gelosia quella che vedeva? O forse era semplicemente l'alcool che cominciava a farsi sentire e vedeva quello che voleva vedere? Ma forse...Allora...L'antipatia a pelle che Rohanne aveva sempre dimostrato per Daella...
 
- Prossimi due… - annunciava nel mentre Darion – Alys...E Beren! -. Come c'era da immaginarsi il loro più che un bacio fu un duello di lingue. Allontanati quasi a forza i due inseparabili la pipa riprese a ruotare. Questa volta estrasse Eldarion...E Beren.  Darion quasi si strozzò con l'acquavite. - No! No! No! - urlò come un ossesso agitando la bottiglia ed inzuppandosi la tunica - Mi rifiuto di baciarlo! Capito? Mi ri-fiu-to!! -.- Io quello lì non lo bacio manco se mi pagate sull'unghia! - protestò Beren a pieni polmoni, miracolosamente staccatosi da Alys. Ma gli altri furono irremovibili. - Le regole sono queste. - sentenziò Ray sogghignando – E non si scappa. -.- Oh, avanti Ber…! Che ti costa? - lo incoraggiò Eomund, che si teneva la pancia dal gran ridere. Beren lo fulminò con lo sguardo quindi fece gli occhi dolci e si appellò ad Alys:- Amore! Dì qualcosa tu! Salvami! -.- Celediel, tesoro mio dolcissimo! Ti scongiuro! - gli fece eco Eldarion, in ginocchio ed implorante. Alys e Cel si guardarono sorridendo maligne e scossero decise all'unisono il capo. - Ba-cio! Ba-cio! Ba-cio! - inneggiarono tutti. Vedendosi in trappola ai due non rimase che acconsentire a malincuore. - Bleah! Che schifo! Che orrore! - strillò Eldarion saltando via disgustato – Ho sentito la tua linguaccia nel palato! Che schifo! Puà! -.- E cosa devo dire, io?! - sbottò Beren, sputacchiando – Non hai esattamente un alito che sa di rose e viole, sai? -. Quando si furono infine ripresi dal “trauma” Darion fece nuovamente ruotare la pipa...Che questa volta si fermò, per fortuna del giovane principe, su se stesso e sulla sua dolce metà. Il loro bacio fu lungo una vita ma infine si separarono, mormorandosi all'orecchio una qualche frasetta tutta miele delle loro. - Va bene, piccioncini. Ora però staccatevi! - sbuffò Garr seccato. - Già! - rincarò Addam - Ci sono i cespugli se volete scopare! -.- Addam!!! -.- Oh, ma smettila, Ray! -.
 
La bottiglia, ormai semivuota, compì l'ennesimo giro; il gioco riprese, tra sguaiate risate alticce e battute spinte, sorteggiando prima Luthien ed Eomund (che si baciarono controvoglia ed ancora più schifati di Beren ed Eldarion, squadrandosi a vicenda con sentitissima, reciproca avversione) e poi di nuovo Eomund, ma stavolta con Lyanna. Al secondo turno il ragazzo, manco a dirlo, non si mostrò affatto dispiaciuto. Anzi, a giudicare dalla sua espressione non avrebbe detto di no ad un bis. - Allora, Lya? - scherzò Hanne - Chi è che bacia meglio? -. Lyanna arrossì:- Ecco, io...Non...Non saprei. -. Luthien rise sprezzante:- Ma è ovvio che bacio meglio io! Voglio dire, non c'è neppure bisogno di chiederlo! Baciare Eomund sarà come succhiare una sanguisuga... -.- Tu? Ah!! - protestò Eomund piccato - E che mi dici di quella tua linguaccia forcuta e velenosa da serpe, carissima Thien? -.- Basta!! - insorse Ray - Fatela finita! Eldarion, fa' girare quella dannata pipa! -. La pipa ruotò; al primo giro, si fermò su Raymun. E al secondo... - Rohanne. - annunciò Eldarion. Gli occhi di tutta la comitiva si fissarono all'istante sui prescelti.
 
Il cuore del giovane Tyrell eseguì un triplo salto mortale in petto. Era tutta la sera che, segretamente, sperava che accadesse.
 
Avvampò, imbarazzatissimo, e si alzò barcollando. Anche Rohanne, titubante, lasciò il suo posto accanto a Leyton (il cui iroso disappunto Ray ignorò a bella posta) e gli si avvicinò, malferma sulle gambe. Quando furono ad una spanna l'uno dall'altra si fermarono. Attorno a loro tutti trattenevano il fiato. Il silenzio era assoluto e totale. Raymun guardò Hanne negli occhi, e nonostante il buio gli sembrò di tuffarsi nelle azzurre acque limpide del Mander. Accaldato e a disagio le fece un sorriso incoraggiante. Anche Rohanne gli sorrise, ma non accennò a muoversi. Fu lui a prendere l'iniziativa per entrambi. “O la va, o la spacca” si disse; chiuse gli occhi e, goffamente, col cuore in gola che batteva come un martello sull'incudine, le passò una mano dietro la nuca, tirandola a sé per colmare quel vuoto che li divideva. E i loro visi s'incontrarono.
 
Senza pensarci Raymun sollevò anche la sinistra e delicatamente le prese il viso tra le mani. Le labbra di Rohanne erano sottili ma morbide, la sua bocca aveva il dolce e alcolico sapore di mela dell'acquavite e quello fumoso dell'erba-pipa. La sua lingua, involontariamente, accarezzò quella di lei. Quando anche Rohanne rispose al bacio si sentì come andare a fuoco. Le ginocchia gli si fecero di gelatina e gli parve che al suo cuore fossero spuntate le ali. Fu come toccare i cancelli dorati dei Sette Paradisi.
 
Fu un attimo lungo una vita.
 
Quando, infine, si separarono, si guardarono negli occhi, sudati, rossi in viso ed imbarazzati. Ma sorridenti.
 
Per un po' nessuno parlò. Poi Eomund alzò alta la bottiglia d'acquavite e gridò:- Questo sì che era un bacio, ragazzi! -. E tutti, comprese Luthien e Lyanna, fecero loro un bell'applauso, mentre i gemelli fischiavano, incuranti del fatto che fosse notte fonda e tutta Alto Giardino dormisse. Ray sorrise, senza smettere di fissare la cugina; le porse la mano ed assieme si voltarono ad inchinarsi ai presenti, come una coppia di guitti che abbia appena completato il proprio numero. L'unico che non batté le mani, ovviamente, fu Leyton. Il suo viso era scuro, il suo sguardo gelido. Quando Rohanne tornò a sedersi accanto a lui non la degnò di un'occhiata, e respinse la sua mano quando tentò di prendere la propria. Non disse una parola, limitandosi ad alzarsi, muovendosi a scatti nervosi, quando Eldarion sorteggiò lui e Luthien, prima, e lui e Rohanne, poi. Quando si ritrovò davanti la principessa di Rohan la baciò in fretta e senza calore, un bacio rapido e secco, cattivo, senza darle alcun modo di rispondere. Separandosi da lei, le gettò un'occhiata di rabbia, di delusione. Di dolore.
 
Nonostante il buio, Raymun se ne accorse. Ed una punta di senso di colpa, come una lama di pugnale, gli si fece largo nel cuore.

 


Spazio Autrice: Scusate la lunga attesa ma sono stata parecchio impegnata, credo di continuare a mettere i capitoli con più rapidità stavolta o la sorellina LadyTargaryen mi affetta come Ramsay Bolton e.e 
Per ora leggete il nuovo capitolo e fatemi/ci sapere !  
Tiva 91
  
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